Una bella serata, mentre Roberta, Desirè, Billie, Mike e Trè uscivano dalla
discoteca più in di Berkeley (D: ovvio! Non ci andrei, sennò!) per entrare
nella lussuosa limousine che avevano affittato (M: e Dio solo sa quanto ci è
costata!), scorsero da lontano una vecchia e scassatissima
Fiat Panda bianca, che pareva l’ auto dei genitori di Desirè, che tra sé e sé
pensò che forse era l’ effetto della cocaina che aveva recentemente sniffato.
Malauguratamente, quella era proprio l’ auto dei genitori di Desirè che
avanzava furiosamente con a bordo niente popò di meno che: i genitori di
Roberta, i genitori di Desirè e, sulla capotte, il fidanzato di Desirè, che
reggeva fieramente un cartello con su scritto “zoccole, ladre, ridateci quello
che ci appartiene!”, mentre, come sottofondo musicale, i padri delle due
ragazze bestemmiavano in coro.
All’ interno della limousine in corsa furiosa, tutti si domandavano come
avrebbero fatto a depistare l’ allegra brigata (D: evviva, allora è vero che
ragiono anche io! Sarà la coca: non ne hai mica ancora un pochino, vero,
Autrice? IO:taci, ragazzina odiosa e viziata!): la situazione fu risolta dal
geniale Trè Cool (T:lo so, lo so IO:
presuntuoso, non è vero!) che, avendo con sé dei preservativi in gran quantità
(T: io vado in giro sempre attrezzato, si sa, per le persona bisognose), li
gonfiò della vodka che aveva prontamente fregato a un passante e li gettò sulla
macchina. La povera Panda scassona, surriscaldata
dalla corsa e con le coronarie pericolanti (PANDA: povera me, con la
tachicardia che mi ritrovo! Meglio se comincio a recitare le mie ultime
preghiere..), si incendiò in un botto, sotto lo sguardo estasiato dei
passeggeri della limousine.
Questi ultimi, arrivati in una spiaggia deserta per praticare l’ arte
suprema (TRé: era oraaaaaaaaaa!!
IO: non ha dimenticato qualcosa?! T:cosa?! IO: l scopriremo solo vivendo!), si
accorsero di essere rimasti a corto di materiale ma (D:sarebbe? Io sono ottimo
materiale, sai?! IO:zitta, sempre le solita oca onnipresente), nonostante ciò,
si diedero al lavoro di gruppo, per non annoiarsi da soli (R: che facciamo, un
cartellone? IO: non proprio, diciamo altro lavoro pratico.. bucatura.. senza
trapano! R:non capisco).
Da questa colossale “opera” nacquero 16 danni irreparabili: Desirè e Roberta
finirono su tutti i giornali con parti gemellari da 8 mocciosi (PAP° DI ROBERTA: San Michele,
mannaggia tua!) ciascuno che, per un’ ignota legge della fisica, appartenevano
a padri diversi (D: e adesso che facciamo?! E se chiedo il divorzio da tutti
posso ottenere tanti assegni di mantenimento?! Posso fare tanto shopping! IO: e
i piccoli?! Pane e margarina mentre le loro mammina sfoggia la vestaglia
Valentino per accudirli?! Egoista!). L’ inchiesta venne aperta e la notizia
fece il giro del mondo (D: sono famosa finalmenteeeee),
arrivando ai genitori delle giovani che, rimasti vivi non si sa per quale
miracolo di San Francisco di Assisi (PAPà DI ROBERTA:e chi è questo?! Io non l’ ho mai usato nelle
imprecazioni, mannaggia sant’ Antony!!) , piombarono
in ospedale, tentando di riavere i loro soldi. Arrivò subito dopo anche Ugo, il
leggendario fidanzato di Desirè che, per inseguire Billie Joe che si era
dileguato sulla sua Z3 all’ arrivo dei genitori, rubò per un soffio la Porsche
del medico di guardia (U: chissà che dirà mammina!! Perdonami!!) e sfrecciò
sulle Hayways della California all’ inseguimento di
quell’ insolente del cantante dei Green Day (BJ: te l’ ho fatta, idiota
mammone!! IO: ha parlato la banca del seme! Guarda avanti invece di gongolare,
idiota!).
Malauguratamente Ugo non conosceva nessuna scorciatoia dalla strade principali
(U:che mammina mi aiutiiii), cosa che a Billie era
ben nota. Perciò, quando il cantante sparì in una traversa sterrata della
superstrada, Ugo si lanciò in un’ altra stradina sterrata, la sbagliata.
Purtroppo, incontrò Mike Dirnt che passava di lì e che decise di vendicare
Billie (BJ:grazie, amorino!! IO: ma tu non stavi con Roberta?! BJ: beh, sia
come sono fatto.. IO: te lo dico io come sei fatto, doppiogiochista!) e tirare
sotto il povero Ugo, che finì nella stanza accanto a quella di Roberta e
Desirè, per mancanza di posti letto (U: e pregando mammina di portarmi la
cioccolata!).
Intanto, dati gli strani comportamenti assunti dalle due giovani dopo l’
arrivo di Ugo (D: io lo ammazzooooooo!! INFERMIERA:
dritta al manicomio, tu! IO:sisi ha ragione, e uno
buono, per favore!), Roberta e Desirè vennero trasferite in un ospedale per la
cura mentale (D:senza centro benessere?! IO:ma che centro benessere, idiota di
una Desirè?! Qui ti devono curare! D:ma io sto benissimo!” IO:sese, e io sono il dottor House!). Qui, chiuse in una
sottospecie di cella puzzolente che per nulla si addiceva alle lussuose ville a
cui le due aspiravano, Desirè e Roberta si annoiavano a morte prendendo in giro
le infermiere (INFERMIERE: povere noi, ma, autrice, non ci potevi spedire
Billie Joe, che almeno ci divertivamo un po’?! IO: pervertite, anche voi ci
mancate!) che, in quel modo, credettero che le due fossero proprio due casi
estremi e le trasferirono di reparto, in quello “incurabili estremi”.
Qui ci fu l’ incontro della svolta: le due fecero conoscenza di un tipo
strano e lugubre, un certo Ozzy Ousbourne,
che ebbe la grande idea di aiutare le sventurate a evadere dal manicomio,
attraverso un passaggio scavato sottoterra.