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Autore: La Matta    03/09/2010    2 recensioni
Abbiamo lasciato i nostri eroi nel cuore di Moria, li ritroviamo sulla strada per la foresta di Lothlorien, con Konstantin e Boromir che ancora non hanno capito come gestire il loro curioso rapporto, con Andael che ancora non ha azzeccato un incantesimo che fosse uno, con Vanamir che spara cazzate a manetta e con l'intera Compagnia sull'orlo di una crisi di nervi. Ecco il secondo capitolo delle "Cronache di Andael", in cui l'imbranato apprendista di Saruman, nonché spia del cattivo e amico dei buoni tenterà, ancora una volta, di distruggere il mondo con tutta quell'incoerenza che abbiamo imparato ad amare!!
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Andael 2 - 24

CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO

E’ SUCCESSO PER DAVVERO?

 

Ce l’aveva fatta!

Santissimo Iluvatar, aveva appena centrato un bersaglio!

Aveva ammazzato un grosso Uruk cattivo, aveva appena fatto qualcosa di utile!

Konstantin rimase immobile per qualche istante, assaporando il momento.

Sì, era appena successo qualcosa di inenarrabile.

Qualcosa che, con tutte le probabilità, non si sarebbe più ripetuto.

- Mi sono ricordato l’incantesimo!- urlò Andael, iniziando ad agitare le mani

“Se adesso azzecca la magia” si disse Konstantin “vuol dire che davvero qualche Valar ha deciso di accordarci i suoi favori”

E, impressionante ma vero, così fu.

 

Frodo aveva quasi raggiunto l’accampamento.

Si rallegrò, quando vide che non c’era nessuno, a parte Sam che faceva la ronda.

Sarebbe stato difficile dire addio ai suoi compagni, ma forse era meglio che la separazione fosse così. Netta e improvvisa. Inaspettata.

Gli altri sarebbero tornati e si sarebbero accorti che lui se n’era andato.

Che lui e l’Anello avevano deciso di lasciarli in pace.

- Padron Frodo, dove state andando?- lo bloccò Sam, non appena Frodo ebbe iniziato a preparare la barca

- A pesca.- mentì, istintivamente

- Padron Frodo, se aspettate che tornino gli altri, vi posso accompagnare! Non è bene che voi peschiate da solo. Il fiume è grande e le correnti forti, non vorrei che la barca si rovesciasse e voi finiste a farvi un bagno non previsto. So che non avete molta familiarità con l’igiene personale, e comunque potreste anche prendervi una broncopolmonite e mori…-

Mentre Sam elencava queste confuse catastrofi, Frodo aveva concluso i rapidi preparativi, si era cambiato i vestiti sporchi e bagnati e aveva slegato la barchetta.

“Cielo!” si disse “pensavo di non aver caricato niente a parte il mio zaino e una coperta… e invece questa barca si muove come se ci fosse dentro qualcosa di pesante!”

-… e io non mi fido delle medicine del signor Andael, perché le prepara senza controllare prima, non che io sia a favore degli esperimenti sugli animali, ma preferisco che sia un animale a non guarire, invece che voi. Padron Frodo, come quella volta che…- l’Hobbit si bloccò, guardando la barchetta prendere il largo – Padron Frodo, che state facendo?-

- Vado a pesca!- ripeté il Portatore

- Ma non avete preso la canna e la rete! Padron Frodo, siate ragionevole!... Oh, Padron Frodo!!!- una strana consapevolezza si fece largo nella mente ottusa di Sam. – Ma, Padron Frodo, voi detestate la pesca!!-

- Cavolo, Sam, sto andando a Mordor! A Mordor, a buttare l’Anello nel Monte Fato!-

- Padron Frodo, non potete!-

- Sì, Sam! – sospirò l’Hobbit, melodrammaticamente – Devo partire da solo!-

- Ma, Padron Frodo…-

- No, no, Sam. Ho detto da solo!-

- Sì, ma, Padron Frodo!-

- SAM! Lasciami andare! Devo distruggere l’Anello! E’ questo il mio destino!-

- Sì, ma come farete a distruggere l’Anello se lo lasciate qui?-

La mano di Frodo si lanciò verso il suo collo.

La catena dell’Anello era scomparsa!!

in un flash, Frodo rivide sé stesso mentre si toglieva la maglia e la lanciava poco elegantemente verso un albero. Rivide l’Unico Anello ciondolare attaccato ad un rametto.

- Oh, cavoletto!- imprecò

- Non temete, Padron Frodo! Ve lo riporto io l’Anell…-

E Sam si lanciò in acqua.

Logicamente, a memoria d’Elfo, gli Hobbit sanno nuotare?

Ovvio che no! Nella Contea, piccola terra in miniatura, non ci sono laghi abbastanza profondi per rendere necessario agli Hobbit di nuotare, evidentemente!

Cosa?

Dalla regia mi dicono che è geograficamente falso.

E allora sapete che vi dico?

Che gli Hobbit sono scemi e basta, dovrebbero imparare a nuotare, invece che fumare tutto il giorno e fare delle buffe feste di compleanno! Ecco, ora sapete come la penso!

 

Aragorn, Legolas e Gimli avevano sentito il corno di Gondor e, intelligentemente, si erano fiondati verso la fonte del suono, per soccorrere il loro compagno (e gli Hobbit)

Cioè, veramente solo Aragorn e Legolas avevano sentito il corno, visto che Gimli, come tutti i Nani, era piuttosto duro d’orecchi.

Fatto sta che stavano correndo come disperati, quando rimbombò un tuono, e il cielo si fece improvvisamente color caramello.

 

- Questo è Andael.- dedusse Aragorn, sospirando

 

- Questo è Andael.- esclamò Frodo, mentre ripescava Sam

 

- Questo è Andael.- convenne Sam, cercando di respirare

 

- Questo sei tu, Andael!- gli ricordò Konstantin, che stava cercando una spada per scendere in battaglia

 

- Questo è Andael.- sospirò Legolas

 

- Questo è chi?- gli chiese Gimli (che aveva bisogno di un buon apparecchio acustico)

 

- Questo è Andael.- disse Merry

 

- Questo è Andael.- concordò Pipino

 

- Questo è l’idiota.- sbottò Boromir, che continuava a combattere nonostante le frecce dell’Uruk di prima cominciassero a dargli qualche problema

 

- Questo è Andael!- ridacchiò Vanamir, prima di crollare di nuovo nel suo sonno post-sbronza

 

- Questo è Andael!!- esultò Ikar, che stava sorvolando il colle

 

- Questo non è un buon segno – borbottò Haldir, che ancora non aveva capito chi gliel’avesse fatto fare, di seguire la sua donna in quell’impresa assurda

 

- Questo è il mondo in cui viviamo.- pontificò Charanna, sguainando la spada e preparandosi all’atterraggio

 

- Questo sono io!- esultò con modestia l’apprendista stregone, mentre l’incantesimo si compiva.

Le chiome degli alberi iniziarono a cambiare colore, poi, improvvisamente, esplosero.

Quelle azzurre esplosero in una cascata d’acqua, quelle rosse in violenti lampi di fuoco, quelle gialle attirarono tuoni e fulmini e quelle verdi… no, davvero, non volete saperlo per davvero.

Delle buche iniziarono a crearsi nel cielo color caramello, dalle quali uscirono, rampanti, grossi cinghiali blu e neri, che si lanciarono a testa bassa contro gli Orchi.

 

In tutto questo pandemonio, Ikar atterrò vicino a Konstantin

- IKAR!- trillò la ragazza

- Sì, sì, pivellina, i saluti affettuosi li rimandiamo a dopo, va bene?- sbottò lei, professionale.

Sì, era il suo modo di dire “ciao, Konstantin, anche tu mi sei mancata.”

La Mezz’Aquila indicò una tasca della sua rudimentale sella

- Prendi la spada, ragazzina.-

Konstantin non perse tempo a chiedersi come Ikar sapesse che le mancava un’arma decente.

Non si fece domande, da quel momento.

Agì e basta.

Sfoderò la spada.

- Fuori le palle, signorina.- si disse, col tono che avrebbe usato Boromir.

Poi, un po’ correndo, un po’ inciampando, dimentica per un po’ di essere la damigella di turno, si lanciò giù per il breve pendio, ritrovandosi nel pieno della battaglia.

La spada sembrava muoversi da sola ma, senza capire come, Konstantin sapeva che era la sua mano ad imporre il movimento. Si rese conto che, nei momenti davvero importanti, sapeva anche come difendere sé stessa… e le persone che amava

- Te l’avevo detto – rise, mettendosi spalla contro spalla con Boromir (non proprio spalla contro spalla, visto che in quella zona si era andata a conficcare una delle frecce di prima) - senza di me, saresti persino capace di farti ammazzare.-

- Ti piacerebbe, eh?- ribatté lui

- Senti, Boromir. Non voglio più imporre le mie regole. Facciamo come dici tu. Amanti, amici, perfetti sconosciuti, madre e figlio, come vuoi. Basta che mi prometti che non ti farai ammazzare. Non qui, non ora. Né domani né alla fine della guerra. Perché io ti amo. E questo non cambia solo perché tu non riesci a fare altrettanto...-

Dato che stava combattendo contro un Orco, Boromir non riuscì a voltarsi per guardare Konstantin negli occhi. Eppure, per la prima volta da quando la conosceva, seppe con certezza quello che doveva dire

- Ti amo anch’io. E ti bacerei qui e ora, ma credo che gli Uruk abbiano programmi diversi, per noi. Ma non provarti a dire che sono sempre io, a guastare il romanticismo.-

 

La Coda

 

Penultimo, sudatissimo capitolo.

Su, coraggio, miei sconsolati lettori, resistete che fra un po’ sta’ parte è finita.

E, incredibile a dirsi, credevate non sarebbe mai successo, ma avete visto, no?

Boromir e Konstantin hanno trovato un punto di contatto!

Iluvatar, Varda, Lorien, Mandos, e tutti i Valar, GRAZIE!

Grazie anche a Melkor, perché dovevano ritrovarsi tutti insieme per fare un miracolo simile!

 

Ringraziamenti

Evening_Star: Il club femminile per la sanità mentale è lieto che tu abbia gradito i loro piccoli simpatici interventi per rendere questa fic più sclerante del solito!! Beh, finalmente posso dirlo, non ho mai neppure lontanamente immaginato di far morire Boromir (un po’ perché sarebbe stato davvero tragico fare una scena deprimente in una fic demenziale, no?), ma ho cercato comunque di mantenere la suspance fino alla fine!!

Dragon89: hai ragione, poveri Orchi! Beh, troverò un piccolo raggio di gloria da dare pure a loro! Grazie per la recensione!

 

KISSES A TUTTI!

 

Char--

 

  
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