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Autore: _Pulse_    03/09/2010    2 recensioni
Una volta usciti dall’acqua, ancora placcata da i due Jonas, il terzo si avvicinò e passò due asciugamani ai fratelli.
«Tante grazie!», gridai, fuori di me.
«Non iniziare a lagnarti! Vieni qui con me!», gridò il più piccolo, attirandomi a sé e avvolgendomi nel suo asciugamano con lui. Rimasi piacevolmente sorpresa da quel gesto e mi arresi al fatto che ormai non mi restava altro da fare che seguirli e scoprire che cosa volevano da me.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10

«Aspetta un attimo», mi interruppe Ale, portando davanti alla bocca piena una mano. Nell’altra aveva la mela verde che stava mangiando. «Ripetimi un’altra volta il piano.»

«Non c’è nessun piano, Ale!» Lasciai ciondolare le braccia lungo i fianchi, sospirando pesantemente.

Era la decima volta che le spiegavo quello che stavamo per fare. Mio fratello, seduto sulla poltrona in salotto, se la rideva sotto i baffi: ci sarebbe stato da divertirsi.

«Devo imparare a fare questi benedetti atterraggi, no? Quindi, adesso mi voglio esercitare», spiegai di nuovo. «Io mi trasporterò nell’altra dimensione e tu sarai il mio punto di riferimento per il mio ritorno.»
Ale diede un altro morso alla mela, guardandomi con attenzione. Io roteai gli occhi al cielo.
«Ciò vuol dire che io penserò intensamente a te quando dovrò tornare indietro e tu non dovrai far altro che startene qui, buona buona. Hai capito?»

«Ah!», sorrise, dandomi una pacca sulla spalla. «Perché non l’hai detto subito?» Saltellò verso il divano e si mise seduta di fronte alla tv. «Ti aspetto qui. E ora forza, al lavoro!»

Ancora scioccata, scossi il capo per riprendermi. Poi mi misi seduta di fronte a Davide e ad Ale e mi concentrai.
Poiché non volevo assolutamente incontrare i Jonas durante i miei allenamenti, pensai intensamente ad un luogo della dimensione parallela in cui non li avrei mai incrociati. Mi venne subito in mente casa di Fiore, ma avevo già disturbato troppe volte, non mi sembrava il caso. Dunque, l’unico posto che mi venne in mente fu la spiaggia.
Incrociai le dita e, esattamente com’era successo quella volta a casa della signora Jonas, non mi accorsi nemmeno di essermi trasportata fino a quando non sentii il terreno più molle sotto i piedi, il vento profumato di salsedine scompigliarmi i capelli e il rumore delle onde che levigavano la riva.

Aprii gli occhi e rimasi ad osservare, con il cuore stuzzicato da piccolissimi aghi di malinconia, la spiaggia. Era un luogo pieno di ricordi, quello… ricordi di me e di Nick. Era il nostro luogo, quello in cui ci eravamo trovati per la prima volta, in circostanze non proprio piacevoli, e in cui poi ci eravamo scoperti, in cui avevamo sorriso, riso, in cui eravamo rimasti in silenzio ad osservare il mare, il sole tramontare, le stelle, la luna brillare sull’acqua… il luogo in cui, ne ero quasi certa, avevo capito che ciò che provavo per lui era molto di più che semplice affetto.

Ricordai la sera in cui mi avevano catturata, il modo in cui mi aveva avvolta nell’asciugamano con sé; ricordai il pomeriggio in cui mi aveva fatta “evadere” per la prima volta dalla villa, il tempo che, chiacchierando di fronte al tramonto, era volato via; ricordai il nostro primo bacio…

Chiusi gli occhi alle lacrime, pensando che ora Nick aveva a che fare con la cheerleader dai capelli rossi, e mi concentrai sui miei allenamenti. L’andata non era più un problema, da quanto avevo potuto notare, era il ritorno che ancora non andava bene…

Feci qualche passo sulla riva, stando attenta a non bagnarmi le scarpe con l’acqua salata, riflettendo per cercare di capire quale fosse il mio errore. Forse Fiore avrebbe potuto darmi una mano, ma non potevo sempre appoggiarmi sull’aiuto degli altri… per una volta, visto che il dono era solo mio in me, dovevo farcela da sola.

Mi voltai a guardare il sole infuocato calare dietro il mare ed accennai un sorriso, poi strinsi i pugni lungo i fianchi e…

***

Nick non voleva vederla di nuovo, non ne poteva più della sua vocetta fastidiosa e della sua parlantina…
Non ne poteva più nemmeno di fingere che andasse tutto bene di fronte ai suoi fratelli, anche se loro lo avevano capito subito che quei tentativi erano patetici.
Non si può mentire ad un fratello.

Fece qualche passo sulla scogliera e il flusso dei suoi pensieri accarezzò, come sempre, la sua figura e i ricordi, belli quanto dolorosi, che si portava dietro. Non l’aveva dimenticata e dubitava che l’avrebbe fatto tanto presto.
Il tentativo di Joe di fargliela dimenticare, facendolo uscire con Charlotte, era un’assurdità, ma aveva apprezzato il gesto; nonostante questo, però, non era ancora riuscito a levarsela dalla testa.
In quel momento non voleva avere nulla a che fare con le ragazze, perché che senso aveva, se il suo cuore se l’era già preso lei?

Alzò lo sguardo verso il tramonto e con la coda dell’occhio vide una ragazza camminare sulla riva, lo sguardo basso sui propri piedi e le mani nelle tasche dei jeans.
Strinse le palpebre, cercando di focalizzarla meglio anche se il suo cuore l’aveva già riconosciuta e per questo aveva iniziato a scalpitare nella cassa toracica. Lei alzò il capo per osservare il tramonto e riuscì a vedere perfettamente il suo viso: era lei, non c’erano dubbi.
Aveva l’accenno di un sorriso sulle labbra. Era il più bello che avesse mai visto e pensò che era quello che voleva, solamente quello, e nessuna ragazza a parte lei gliel’avrebbe potuto offrire.

Ma non era possibile, no… Il tempo di chiudere gli occhi per un attimo, ed era già sparita.

Sorrise amaramente e si strinse il setto nasale fra le dita. Quella spiaggia, in cui avevano vissuto i momenti migliori di loro, doveva averlo suggestionato tanto da fargliela apparire come un miraggio.

***

Per non cadere cercai un appiglio, ma mi trovai solamente sommersa sotto diverse scatolette e pacchetti. Non fu difficile capire che mi trovavo nella dispensa.
Ale era di fronte a me, con una mano ancora sull’interruttore della luce e l’altra sollevata in aria, in direzione di un pacchetto di patatine.

«Cavolo… che tempismo», ridacchiò, stiracchiando un sorriso nervoso.

Mi costrinsi a restare calma e feci tanti respiri profondi, ad occhi chiusi. Poi, dopo aver cacciato Ale, mi misi a sistemare le cose che avevo fatto cadere. Una volta finito, tornai in salotto, di fronte a Davide che tratteneva a stento le risate. La mia migliore amica sembrava dispiaciuta.

«Mi dispiace», mugugnò, senza sollevare lo sguardo.

«Voglio riprovare», risposi seccamente, stringendomi le braccia al petto.

«Forse sarebbe meglio, questa volta, se prendessi come punto di riferimento un qualcosa di… immobile», consigliò Davide.

Non era affatto una cattiva idea. Di certo, se avessi scelto qualcosa che non poteva muoversi, a meno che non venisse spostato, sarebbe stato fermo in qualsiasi caso ed io non avrei rischiato nuovamente di finire nei posti frequentati da Ale. E menomale che era andata soltanto in dispensa… chissà se fosse andata in bagno!

Mi portai istintivamente una mano al collo e sfiorai il ciondolo a forma di stella che mi aveva regalato mamma quando io ero ancora una bambina.
Avevo scoperto che non era lui che mi permetteva di andare da una dimensione all’altra, ma uno scopo doveva pur avercelo, no? Glielo avevo appena trovato.
Mi tolsi la catenina e posai il ciondolo al centro del tappeto, esattamente ai miei piedi, poi feci un cenno di saluto alla mia migliore amica e a mio fratello e quando riaprii gli occhi mi trovai di nuovo sulla spiaggia.

Ci stavo prendendo la mano e, infatti, dopo le prime volte in cui mi ero sentita frastornata e con le orecchie ovattate dopo ogni viaggio dimensionale, non sentivo niente.
Mi ci stavo abituando e non era poi così spiacevole, dopotutto, sapere di avere a propria disposizione un’altra dimensione, se non ancora di più, in cui potersi rifugiare.

Delle urla stridule ed irritanti mi fecero voltare verso la scogliera che comunicava direttamente con la spiaggia e mi si bloccò il respiro: Nick era lì, a pochi metri da me, e stava aspettando la cheerleader rossa, che gli stava correndo incontro gridando.
Mi si spezzò il cuore, invece, quando lei gli gettò le braccia intorno al collo e lo abbracciò. Dalla mia posizione, lui mi dava le spalle e non riuscivo a vedere bene, ma solo all’eventualità che si stessero baciando…
Le lacrime mi punsero gli occhi e non potei impedire ad una di esse di scivolare lentamente sulla mia guancia.

Nick faceva bene, faceva più che bene a comportarsi in quel modo, visto come mi ero comportata io, ma non riuscivo ad accettarlo.
Il cuore mi bruciava e le lacrime di dolore e tristezza si trasformarono ben presto in lacrime di rabbia.

***

«Uh-uh! Amorino! Sono qui!»

Nick sospirò rassegnato e si girò verso Charlotte che gli correva incontro. Non fece in tempo a dire niente che lei gli gettò le braccia intorno al collo e lo abbracciò, lasciandolo stupefatto.

«Scusa se ti ho fatto aspettare», gli sussurrò e avvicinò il viso al suo, ma Nick serrò le labbra e, prendendola per le spalle, l’allontanò.
Non poteva farlo, non ci riusciva.

Charlotte lo guardò un po’ delusa, ma non disse niente. Si limitò soltanto a prendergli la mano e a farlo voltare verso la spiaggia: aveva voglia di fare una passeggiata.

Poco distante da loro, vide una ragazza che aveva sicuramente già visto. Anche Nick si soffermò a guardarla, ma la sua reazione fu del tutto diversa dalla sua: era incredulo, felice e allo stesso tempo sembrava addolorato. Non riusciva a capire quale fosse l’emozione dominante e fu in quel preciso istante che ricordò chi fosse quella ragazza: era quella che si presupponeva avesse il potere di viaggiare fra le due dimensioni, quella che Nick e i suoi fratelli avevano tanto cercato e che alla fine avevano catturato.
Ma perché allora era lì e Nick aveva reagito in quel modo?

«Va tutto bene, amorino?», gli chiese, accarezzandogli il dorso della mano, ma lui non le prestò nemmeno un briciolo della propria attenzione.

Nick scosse il capo. Era già la seconda volta che la immaginava, qualcosa non andava.
Chiuse gli occhi per scacciare via la sua immagine, ma quando li riaprì la vide ancora: era sempre lì, con i pugni stretti lungo i fianchi, le labbra arricciate e gli occhi lucidi.

Charlotte, furibonda, lo strattonò con violenza per portare il suo sguardo su di sé, ma facendo così l’allontanò ancora di più. Infatti, la fulminò con gli occhi e ringhiò: «Lasciami in pace!», per poi andare incontro a quella ragazza.

Ad ogni passo la vedeva avvicinarsi e ancora non ci credeva che fosse davvero lei. Aveva paura che una volta di fronte a lei scomparisse nel nulla, così la sua camminata svelta divenne una corsa e per accertarsi che non fosse solo frutto della propria immaginazione l’abbracciò, stringendola fortissimo al petto.
La sentì irrigidirsi fra le sue braccia, la sentì singhiozzare e piangere contro il suo petto e una voragine gli divorò il cuore, dimentico di tutto ciò che aveva sofferto per lei. Perché stava piangendo?

«Ary», sussurrò.
Le accarezzò le guance, spazzando via le lacrime, e vedere i suoi occhi sofferenti fu peggio di una coltellata al cuore.

Lei scosse con insistenza il capo e lo spintonò via da sé, poi gli tirò uno schiaffo abbastanza forte da fargli voltare il capo.
Non sapeva se se lo meritava o meno, ma lui incassò il colpo.

«Scusa», biascicò subito lei, dispiaciuta, ed iniziò a camminare velocemente costeggiando la riva.

Nick la inseguì: non poteva lasciarla andare via ancora.
«Ary! Ary, aspetta!»
Le prese il polso e la costrinse a girarsi.

«Che cosa vuoi, che cosa vuoi ancora da me?!», gridò con tutta la voce che aveva, cercando di liberarsi dalla sua stretta. «Non abbiamo più niente da dirci, tu mi hai rimpiazzata con la prima che hai trovato!»

«Che cosa? No!», gridò Nick a sua volta, rosso in viso. «E poi tu sei la prima ad essere scappata e ad avermi lasciato qui!»

«Sì, l’ho fatto e ho sbagliato, ma come vedi sono tornata perché io ti ho fatto una promessa e io le promesse le mantengo sempre.»
Rimasero ad osservarsi in silenzio, per qualche istante. Ary si asciugò le lacrime con il dorso della mano e tirò su col naso.
«Ora lasciami, per favore», lo supplicò con un fil di voce e lui obbedì, liberandole il polso.

Ary chiuse gli occhi e senza nemmeno rendersene conto si trovò nel salotto di casa sua, nell’altra dimensione, proprio accanto al ciondolo. Cadde in ginocchio sul tappeto e con il volto fra le mani scoppiò in un pianto disperato, di fronte ad Ale e a Davide che in un primo momento non seppero assolutamente cosa fare, ma che subito dopo la raggiunsero e le rimasero vicino fin quando anche l’ultima lacrima fu versata.

I could pick up all your tears,
throw ‘em in your backseat
Leave without a second glance
Somehow I'm to blame
for this never-ending racetrack you call life

Nick rimase immobile come l’aveva lasciato prima di scomparire nel nulla, poi si incamminò a passo spedito verso la villa che condivideva con i propri fratelli.
In quel momento avrebbe voluto sparire anche lui, rifugiarsi in luogo in cui riflettere senza essere disturbato, ma si sarebbe dovuto accontentare della sua stanza.

«Amorino, dove vai?», chiese Charlotte, correndogli dietro.
Gli prese una mano, preoccupata, ma lui si liberò immediatamente dalla sua stretta e la guardò in cagnesco. Non era da lui comportarsi in quel modo, ma voleva solo essere lasciato in pace.

«Senti, Charlotte. Mi dispiace tanto, ma io non ti amo e non credo potrà mai nascere qualcosa fra di noi. Io non avrei voluto illuderti, questa è stata un’idea di mio fratello e preferirei che non ci vedessimo più: il mio cuore appartiene a…»

«A quella ragazza?», gli chiese con una smorfia sul viso.

«Sì, esattamente. Mi dispiace, Charlotte…»

«Non importa, stai tranquillo», mormorò e si voltò.

Nick rimase ad osservarla mentre si allontanava da lui, poi abbassò lo sguardo e riprese a camminare sulla spiaggia.
Il mare aveva inghiottito anche l’ultimo spicchio di sole.

***

La luce chiara della luna entrava nella stanza e illuminava parte del letto.
Seduta sul davanzale della finestra, la osservavo e mi chiedevo per quale stupido motivo mi ero comportata in quel modo, quella sera. Gli avevo persino tirato uno schiaffo e poi avevo avuto il coraggio di scappare via, proprio come una codarda.
Mi sentivo un’emerita stupida e, inoltre, non riuscivo nemmeno ad essere arrabbiata con lui per aver frequentato la cheerleader dai capelli rossi subito dopo la mia scomparsa. L’avevo già perdonato perché sapevo che la maggior parte della colpa ce l’avevo io, essendo ritornata nella dimensione normale senza di loro.
Forse, l’unica cosa che mi bruciava era che avesse creduto che io non avrei mantenuto la promessa. Aveva così poca fiducia in me?

Sentii la porta della mia stanza aprirsi, ma non mi voltai per vedere chi fosse.

«Tesoro…»

La voce di mamma mi arrivò alle orecchie e mi passai una mano sul viso per cancellare i segni delle lacrime che, per l’ennesima volta, mi avevano rigato il volto.

«Sei sicura di non voler nulla da mangiare?», mi chiese, premurosa.

«Sono a posto così, grazie», risposi, cercando di non far notare la mia voce nasale, ma lei se ne accorse comunque e si chiuse la porta alle spalle, raggiungendomi alla finestra.

«Che cos’è successo, piccola?» Mi accarezzò docilmente i capelli e io posai la testa nell’incavo della sua spalla, senza distogliere lo sguardo dalla luna.

«Una cosa che non sarebbe dovuta succedere», risposi.

Sorrise divertita. «Ti sei innamorata?»

«Forse.»

«E lui lo sa?»

«Non lo so… cioè, io non gliel’ho mai detto esplicitamente…»

«E che cosa stai aspettando?»
Mi fece sollevare il viso per guardarmi negli occhi e sorrise, accarezzandomi le guance. «Se per te è così importante devi provarci, perché se non lo fai corri il rischio di pentirtene per tutta la vita…»

«È complicato, mamma… siamo troppo distanti…»

«Nessuna distanza può spezzare il legame che l’amore costruisce fra due persone…»

«Credi davvero che dovrei dirglielo?», mugugnai, gli occhi bassi e le guance infuocate.

«Assolutamente sì», ridacchiò e mi stampò un bacio sulla fronte. «Però ora è il momento di dormire. Buonanotte, tesoro.»

«Buonanotte, mamma. E grazie», bisbigliai con l’accenno di un sorriso ad incurvarmi le labbra.

Lei ricambiò ed uscì dalla stanza, chiudendosi con delicatezza la porta alle spalle.

Scesi dal davanzale, arraffai il cellulare sul comodino e mi misi seduta sul letto.
Mi mordicchiai le labbra, chiedendomi se quello che stavo per fare fosse la cosa giusta, e decisi che una volta tanto dovevo dare ascolto al mio cuore.


Ho deciso, torno di là.


Inviai il messaggio ad Ale e mentre mi stavo togliendo la catenina con il ciondolo dal collo mi arrivò la sua risposta.


Che cosa?! Tu sei
completamente impazzita!
Tua madre non vuole
che vai di là e se
dovesse scoprirti… Ah, fai
quello che ti pare, testa
dura. Stai attenta.


Un soffio di vento entrò nella stanza vuota e scostò dalla finestra la tenda di stoffa leggera.
Un raggio di luna fece brillare il ciondolo a forma di stella abbandonato sul letto.

Turn right, into my arms
Turn right, you won't be alone
You might fall off this track sometimes
Hope to see you at the finish line

___________________________________________________

Buongiorno a tutti! :)
Di nuovo a casa, internet 24 ore su 24, direi che posso postare! ;) Vi lascio però con la suspance, eh? xD Chissà che cosa succederà ora che Ary è tornata di là, da Nick... Si scuserà per la litigata e lo schiaffo di quel pomeriggio? E, soprattutto, gli dirà che tiene davvero a lui? Bah, chissà u-u
La canzone che ho usato in questo capitolo è la bellissima Turn right, ovviamente dei Jonas Brothers, e vi confesso che è una delle mie preferite, se non proprio la mia prediletta :)

Ringrazio di cuore chi ha recensito lo scorso capitolo. Cioè miusic__dreamer xD Santissima ragazza, sei l'unica su cui io mi possa appoggiare qui?! xD Vabbè, meglio pochi ma buoni si suol dire u.u Sto scherzandoooooo, so che chi non recensisce è solo timido u.u :D
Comunque, bando alle ciance, ti devo dei ringraziamenti! Ci sei rimasta un po' male quando Nick ha detto di avere un appuntamento con Charlotte? Beh, adesso come sei rimasta? xD Sono proprio curiosa! *-* Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che io abbia aggiornato abbastanza presto xD Ciao, alla prossima e grazie ancora! :)

Ringrazio anche chi ha letto soltanto! :)

P.S. A tutte quelle che odiano la rossa: è un po' antipatica, questo è vero, ma poverina! xDD

Alla prossima! Vostra,

_Pulse_

   
 
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