XII - The Taste Of Ink
Jordi non riuscì a
studiare come avrebbe voluto, non riusciva a concentrarsi come si doveva quindi
lasciò perdere e si stese nuovamente sul letto, con le cuffiette dell’I-Pod di
Brian nelle orecchie, ad ascoltare la musica
tranquillamente.
Per questo non si
accorse che Anthony tornò prima di Brian, ma fortunatamente solo di pochi
minuti.
Infatti verso l’ora di
pranzo Brian trovò la forza di alzarsi in piedi e tornare a
casa.
Entrò in casa e in un
batter d’occhio Helena era davanti a lui.
- Allora tesoro, come è
andata? – era nervosa e si vedeva chiaramente.
Non aveva la forza di
parlare, non poteva spiegare tutto. Era troppo debole per
farlo.
Scosse la testa – Più
tardi mamma, per favore. Sono stanco. Voglio farmi una doccia e dormire un po’.
– fece per sorpassarla e andare in camera.
- Ma il pranzo è quasi
pronto! –
- Non ho fame mamma.
Mangerò qualcosa stasera, sta tranquilla. – rispose, senza neanche voltarsi e
continuando a camminare verso la sua camera.
Non andò in quella di
Jordi infatti, ma si diresse verso la propria, chiudendocisi all’interno. Si
accostò al letto, vicino al quale si trovava la sua valigia ed alzò qualche
indumento, nascondendo tra di loro la foto e la lettera.
Poi prese un cambio ed
uscì dalla stanza, diretto in bagno.
Lo stomaco di Jordi
iniziò a brontolare. Era dal giorno prima a pranzo che non mangiava, dato che la
sera precedente Brian non gliene aveva dato occasione, ed ora aveva davvero
fame.
Si tolse le cuffiette e
si alzò, uscendo poi dalla camera per raggiungere la
cucina.
Si accorse con stupore
che Anthony era già seduto a tavola, mentre Helena la stava apparecchiando.
Ma se Anthony era già
qui, dove diavolo era Brian?
- Buongiorno Anthony.
Dov’è Brian? Non siete andati insieme al circolo del golf? –
Helena alzò lo sguardo
su suo marito, lo aveva avvertito di tutto e sperò che la sua recitazione fosse
almeno un po’ credibile.
- Si certo, siamo
andati al circolo. Ora si sta facendo la doccia, abbiamo sudato molto con questo
caldo. –
Jordi aggrottò le
sopracciglia. Brian era in casa? E perché non era andato a salutarlo? A farsi
vedere?
Contrasse i muscoli del
volto. Si stava innervosendo.
Uscì dalla cucina ed
andò a sedersi in soggiorno, così che quando Brian fosse uscito dal bagno lui
avrebbe potuto sentirlo.
Quando finalmente sentì
il rumore della porta del bagno che veniva aperta, si alzò velocemente e corse
per il corridoio giusto per vedere Brian entrare nella sua stanza mentre si
frizionava i capelli con un asciugamano.
Entrò con lui, prima
che il ragazzo chiudesse la porta alle sue spalle.
- Ehi…ciao…- sussurrò,
guardandolo.
Brian cercò di fargli
un sorriso, riuscendoci non troppo bene. Se ne accorse, quindi voltò le spalle
andando verso il letto e sedendocisi sopra, continuando a togliersi l’umidità
dai capelli.
Jordi si mosse verso di
lui e gli prese l’asciugamano dalla meni, continuando lui ad asciugare i capelli
di Brian, che lo lasciò fare abbassando la testa.
- Che hai, eh? Hai
avuto una discussione con tuo padre? Perché non mi hai svegliato? Sarei dovuto
venire con voi…- disse.
Brian scosse la testa –
Non ho discusso con mio padre. Sto bene. Non ho niente che non va. –
rispose.
Jordi si mise quasi a
ridere e si chinò sui polpacci, tra le gambe leggermente aperte di Brian, per
poterlo guardare negli occhi.
- Avanti Bri, credi di
potermi prendere in giro? – gli chiese, sorridendo, poi gli passò una mano tra i
capelli umidi, portandoli indietro.
Brian rimase in
silenzio e Jordi si sporse in avanti nel tentativo di baciarlo. Ma quando stava
per arrivare a destinazione Brian voltò la testa così che le sue labbra
incontrassero la guancia liscia.
Si allontanò come se si
fosse ustionato e alzò lo sguardo su Brian, in cerca di
spiegazioni.
Ma tutte le parole si
bloccarono in gola quando vide gli occhi pieni di lacrime del
ragazzo.
- Ehi ehi, amore che
c’è? Diamine, vuoi dirmi che succede? Sto iniziando a preoccuparmi! – disse
allora, nel panico.
Brian tirò su col naso
e si asciugò gli occhi con il dorso della mano.
- Nella valigia, tra i
vestiti…- disse telegraficamente, indicandola.
Jordi gli lanciò
un’ultima occhiata prima di andare verso la valigia ed iniziare a cercare tra i
vestiti.
Dopo pochi secondi
trovò la foto e accanto ad essa la lettera.
La sua attenzione però
venne attirata da quella foto.
Come erano belli
insieme, e com’era felice Brian!
- La lettera Jordi. La
lettera.- la voce debole di Brian lo fece tornare con i piedi per
terra.
Annuì e aprì la busta,
in seguito dispiegò il foglio in essa contenuto.
Lesse lentamente,
lasciandosi il tempo di capire perfettamente tutte le parole e quello che il
mittente voleva dire.
All’inizio gli era
sembrata una normale lettera che Chris poteva aver scritto in quell’anno in cui
erano stati divisi, ma alla fine gli fu chiaro che quella era la lettera scritta
da Chris prima di suicidarsi.
Quando arrivò alla fine
un nodo si era formato nel suo petto, rendendo difficile la respirazione. Piegò
la lettera e la mise al suo posto, prima di sedersi accanto a
Brian.
- Come l’hai avuta? –
chiese poi, sussurrando.
- Questa mattina sono
andato dai genitori di Chris. Volevano vedermi per darmela…- rispose, a testa
bassa.
- Perché non mi hai
detto niente? Perché non me ne hai parlato? – chiese allora Jordi,
risentito.
- Pensavo di potercela
fare da solo.- ammise il moro.
L’altro ragazzo sospirò
pesantemente e si coprì gli occhi con una mano.
- Brian…stare con
qualcuno vuol dire renderlo partecipe della propria vita. Vuol dire non dovercela fare da soli. – disse,
cercando di mantenere un tono calmo.
Brian annuì – Lo so, mi
dispiace. –
Per Jordi fu
abbastanza, infatti lo abbracciò, tirandoselo contro.
Brian lo strinse,
nascondendo il viso nell’incavo del suo collo, iniziando a
singhiozzare.
- Shh…sta tranquillo. –
cercò di calmarlo, cullandolo ed accarezzandogli i
capelli.
- Lo sai…lo sai dove lo
hanno mandato? – fece Brian, tra le lacrime.
- Lo sai dove lo hanno
mandato quando ci hanno scoperti? –
Jordi scosse la testa e
posò le labbra tra i capelli.
- In uno di quei centri
che servono a far tornare normali quelli come noi! – tirò su col naso, cercando
di asciugarsi il volto. Ma subito altre lacrime tornava a bagnarlo
nuovamente.
- So che cosa fanno in
quei centri Jordi! So che cosa fanno! – il tono era alto e quasi isterico. Jordi
lo strinse forte, chiudendo forte gli occhi.
Veder Brian soffrire,
faceva star male anche lui. Vederlo piangere, faceva piangere anche lui.
Ma ora toccava a lui
fare da colonna portante. Doveva essere forte.
- Shh amore, basta. Sta
tranquillo. Mettiti giù…- lo fece stendere sul letto, mettendosi subito accanto
a lui e continuando ad accarezzargli i capelli.
- Devi capire che non è
colpa tua Brian. Anche Chris ha fatto in modo che tu lo sapessi. Non è colpa tua. – gli sussurrò,
baciandogli poi la fronte.
- Ma avrei potuto
aiutarlo! Se solo mi fossi impegnato di più! – cercò di ribattere Brian, ma
Jordi lo zittì, alzandogli il viso prendendo il suo mento tra le
dita.
- Eri solo un ragazzino
Brian. Non avresti potuto far nulla. –
Lo guardò intensamente,
ma Brian tentò di abbassare lo sguardo. Jordi non glielo
permise.
- Brian…mi credi? Credi
a quello che ho detto io e che ha scritto Christian? – lo guardò attentamente,
cercando di leggere nei suoi occhi. Così lucidi, così verdi.
- Non è colpa tua. E
ora devi dimenticare. Non lui, non ti sto chiedendo di dimenticare Chris, ma di
avere di lui solo dei bei ricordi. Ora dobbiamo essere felici, felici e liberi.
Okay? – lo guardò sollevando le sopracciglia, e attendendo in ansia la risposta
di Brian.
Sentì il petto di Brian
gonfiarsi contro il proprio, poi svuotarsi velocemente.
Il ragazzo annuì,
riuscendo finalmente ad asciugarsi il viso.
Le guance erano
colorate e gli occhi ancora umidi e arrossati.
Annuì debolmente – Va
bene. Va bene Jo…ma voglio andarmene. Voglio tornare a casa. Non starò bene fino
a quando non saremo di nuovo a casa nostra. – disse, con voce
stanca.
Jordi annuì – Un altro
giorno. Sabato abbiamo il treno e torneremo a casa. – sorrise. – Poi saremo di
nuovo io e te. –
Brian cercò di
ricambiare il suo sorriso.
- Posso baciarti? –
chiese allora Jordi, tornando serio.
Il ragazzo annuì
lentamente, avvicinandosi lui per primo per catturare le sue
labbra.
Jordi appoggiò
delicatamente una mano sulla sua guancia.
Si, non vedeva l’ora di
tornare a casa. Lontano da quella città che rappresentava quello che più faceva
soffrire Brian.
Voleva solo che
tornassero ad essere solo loro due.
°°°
Jordi lasciò la stanza
di Brian dopo che il ragazzo si fu addormentato tra le sue
braccia.
Era talmente stanco e
aveva pianto talmente tanto che, quando Jordi si era slegato da lui per alzarsi,
aveva solo mormorato qualcosa prima di raggomitolarsi e tornare a
dormire.
Era andato in cucina e
aveva trovato Helena e Anthony seduti a tavola, c’era un piatto anche davanti a
quello che era diventato il suo posto fisso da quando era arrivato, ma per
tenerlo in caldo Helena ne aveva messo un altro capovolto su di
esso.
- Brian non mangia
allora? – chiese Helena quando lo vide entrare da solo e sedersi al suo
posto.
Jordi scosse la testa –
No. Sta dormendo ora. – rispose solamente, rimuovendo il piatto da quello
contenente il cibo.
Aveva una fame da lupi
e non si preoccupò di dire null’altro.
Anthony si schiarì la
voce per attirare la sua attenzione. Jordi infatti alzò lo sguardo su di
lui.
- Sai cos’è successo? –
chiese poi, cercando di far restare vaga la sua
espressione.
Jordi lo studiò, prima
di annuire.
- Si. Gli hanno dato
una lettera che Christian ha scritto per lui prima di suicidarsi. – rispose,
abbassando gli occhi sul suo piatto.
C’era una domanda che
premeva per uscire. Una domanda di cui aveva paura di scoprire la
risposta.
Brian gli aveva
raccontato come era stata la sua adolescenza. Gli aveva raccontato come erano i
suoi genitori prima della comparsa di Christian nelle loro
vite.
Ma quelli che aveva
conosciuto lui erano ben diversi dalla sua descrizione.
Il tempo, le situazioni
che avevano affrontato, l’abbandono di loro figlio e molte altre cose che erano
successe li avevano cambiati, non c’era alcun dubbio su
questo.
Ma gli era piaciuto
conoscerli. Voleva davvero bene ad Helena. Gli piaceva il carattere fermo e
deciso di Anthony. Gli piaceva l’amore orgoglioso ma fortissimo che provava
verso suo figlio.
Ed ora temeva quella
risposta perché forse, avrebbe potuto cambiare l’idea che aveva di loro. Ci sono
certe cose che non possono essere dimenticate.
Helena si mise una mano
sulle labbra, sorpresa.
Anthony rimase
semplicemente un secondo in silenzio, prima di continuare la
conversazione.
- Solo ora? Perché
glielo hanno dato solo ora? – chiese, confuso.
Jordi sollevò le spalle
– Non lo so. Brian non mi ha spiegato tutto. Era troppo sconvolto.-
- Deve essere stato
terribile. Povero amore mio…- sussurrò Helena, risentita, con gli scuri
lucidi.
Jordi voltò lo sguardo
verso di lei.
- Ho letto quella
lettera. Chris conosceva bene Brian. Sapeva che si sarebbe sentito in colpa
quando lo avrebbe saputo. Ed è quello che è successo, anche a quattro anni di
distanza. – rispose, sommessamente.
- Perché in colpa? Non
è certo colpa di Brian tutto quello che è successo. – commentò
Anthony.
Jordi fece un profondo
respiro. La gola gli si era seccata, ma quella domanda premeva per uscire e non
riusciva a tenerla buona.
- Voi…voi sapevate il
posto in cui i suoi genitori hanno mandato Christian? – chiese, quasi
sussurrando.
Anthony aggrottò le
sopracciglia, non capendo cosa centrasse quella domanda con quella da lui
posta.
Anche Helena era
confusa.
- Certo. Lo abbiamo già
detto a Brian. Aveva girato la voce che lo avessero mandato in un’accademia
militare o qualcosa di simile. – rispose, con tono ovvio.
Jordi sospirò. Quasi un
sospiro di sollievo.
Forse non avrebbe
dovuto credergli così velocemente e facilmente, ma lui voleva crederci.
Scosse la testa – No,
non l’hanno mandato in un’accademia militare. Lo hanno mandato in un centro per,
diciamo, cambiare le inclinazioni sessuali di una persona. Sono posti terribili,
ma molti genitori spaventati ci vedono solo la loro unica occasione per avere un
figlio normale…- rispose, abbassando
lo sguardo.
Ormai il suo pranzo era
freddo, ma un nodo si era formato nel suo stomaco.
Helena spalancò gli
occhi, tornando a coprirsi le labbra con una mano.
E fu quella la prima
volta in cui Jordi vide Anthony vacillare.
- Come…? Ma…è
impossibile. È una cosa…- scosse la testa, non riuscendo a trovare le
parole.
- Voi non ne sapevate
nulla, vero? – chiese ancora Jordi.
Helena scosse la testa
con foga.
- Assolutamente no
Jordi. Noi…non avremmo mai pensato ad una cosa simile! – rispose
immediatamente.
Quella volta Jordi
sospirò davvero di sollievo.
- Se avessimo saputo
una cosa del genere non l’avremmo certo nascosto a Brian. Saremmo andati noi
stessi a riprenderlo. Ma ovviamente i suoi genitori ci avevano voluto incontrare
solo per dirci di tenere lontano Brian dalla loro famiglia. Non ci hanno detto
dove lo avrebbero mandato. – rispose anche Anthony, ritrovata un po’ di
sicurezza.
- Non abbiamo nascosto
mai nulla a Brian. Solo l’arrivo della notizia del suicidio di Christian, e
l’abbiamo fatto solo per proteggerlo. Aveva sofferto anche troppo in
quell’ultimo anno di scuola prima della partenza per New Orleans. –
continuò.
Jordi annuì
leggermente.
- Lo so. Brian questo
lo ha capito ed accettato. Ora è arrabbiato con se stesso. Crede che avrebbe
potuto fare qualcosa in più per trovarlo. Si sente in colpa per essersi arreso
nella ricerca. – spiegò Jordi.
- Ma sono sicuro che
gli serva solo del tempo per metabolizzare il tutto. Io posso aiutarlo. – disse,
annuendo alle sue stesse parole.
Helena sorrise
leggermente ed allungò una mano sul tavolo, poggiandola sul suo
avambraccio.
- Ne sono sicura.-
Jordi le sorrise, poi
si schiarì la voce.
- Domani volevo
portarlo a mare. Che ne dite? Così…per farlo distrarre un po’. – propose,
sollevando le spalle.
- A mare? Beh, è una
bellissima idea! – sorrise Helena.
- Tu caro, che ne dici?
– chiese poi, al marito.
- Si, ma sono circa tre
ore e mezza di strada per arrivare a New Iberia. Sei sicuro che non sia una
situazione scomoda? – chiese Anthony al ragazzo.
- Potremmo andare con
il treno per arrivare a New Iberia e poi prendere un auto per il mare. – fece
Jordi.
Anthony sembrò
riflettere, poi annuì.
- Si, è una bella idea.
Ora devi solo convincerlo…- disse, non riuscendo a trattenere un sorriso che
Jordi ricambiò.
- Già…non sarà una cosa semplice. Ma posso fare anche questo…-
Eccomi tornata, carissimi lettori!
Purtroppo però, come dicono i Placebo, Summer's Gone =( Domenica tornerò a casa, quindi mi sto godendo gli ultimi giorni di libertà prima di tornare in gabbia.
Ma questa è stata un estate magnifica. Probabilmente la più bella della mia vita.
Ma, parliamo della storia e così rispondo un pò anche ai vostri commenti!
Il soggiorno (neanche troppo piacevole) di Brian e Jordi a Lafayette sta volgendo al termine. Finalmente, dirà qualcuno. Tra poco si tornerà nella cara e vecchia New Orleans, e da li riprenderà la storia.
Certamente, come ha detto qualcuno, il "fantasma" di Chris rimarrà sempre. Più su Brian stesso, che non sulla storia tra lui e Jordi. Ma certamente non rimarrò con le mani in mano. Darò loro qualcosa da fare, così che anche Brian si potrà distrarre un pò!
Sono stata contenta di leggere che a molti di voi è piaciuta la lettera, e ho fatto un gran respiro di sollievo, perchè come ho detto nell'altro capitolo l'avevo scritta e riscritta molte volte!
Lady_Aika, si, ho visto quel film. Bagni nel ghiaccio, lavare il pavimento con uno spazzolino...mi fanno paura le persone che facendo questo credono di guarire una persona dall'omosessualità. Ci sarebbero discorsi lunghi da poter fare su quest'argomento, soprattutto con me, e alla fine finisco sempre per arrabbiarmi e imprecare contro l'ignoranza delle persone. Non riesco a concepire come persone del genere possano andare avanti nel 2010. Ma purtroppo forse l'ignoranza è la vera malattia che non si potrà mai curare.
ps. quel film mi è piaciuto davvero tanto. Gli esatti opposti che trovano uno nell'altro l'anima gemella.Stupendo =)
E infine Fiamma90, prima di andare: hai frainteso. Io adoro la Puglia, altrimenti non ci verrei tutte le estati per un mese e mezzo, oppure ogni volta che ho un pò di giorni di vacanza. Internet non funziona in casa mia, perchè mia Zia non aveva ancora scoperto la magnifica cosa che è il Wireless, e il mio portatile non aveva internet. Ma mi sono mossa io per comprarglierlo e montarlo, quindi ora è tutto perfetto.
Per quanto riguarda i cd, io non ho avuto la possibilità di prenderlo su internet, quindi mi sono girata cinque negozi di musica e mi hanno guardato tutti nello stesso modo. Da me sono abituata a trovare quello che cerco. Ho il mio negozio di musica di fiducia, ma comunque credo troverei ovunque quello che cerco. In questo senso non so quale sia il problema qui, forse perchè questi gruppi non sono molto famosi in Italia, e a Roma essendo una città grande trovi di tutto.
Io detesto chi parla male del sud. Qualche sttimana fa stavamo nell'auto con degli amici, e andavamo a mare. C'era anche una signora che probabilmente era di Milano, o quelle parti la, per l'accento. Comunque non so cosa sia successo, ma la macchina davanti ha frenato all'improvviso e l'auto ha fatto una brutta frenata per evitare il tamponamento. Sta tipa che stava dietro di me ha detto qualcosa del tipo "Si vede che stiamo al sud"
E io la avrei voluto prenderla a pizze e dirgli, se non ti piace il sud, non ci venire! Si lamentano e ne dicono di tutti i colori però ci vengono a fare le vacanze al sud. E poi, a quegli idioti della Lega, che vogliono dividere l'Italia tra nord e sud, io gli direi va bene, però non ci dovete proprio venire al Sud, le vacanze ve le fate alle Hawaii che tanto i soldi voi ce li avete!
Vabbè, lasciamo perdere che se no me ne vado in qualche discorso politico. A me la politica mi fa innervosire in modo assurdo -_- la detesto!
Comunque, infine, grazie a tutti i lettori per i commenti! Vi adoro!
Alla prossima!
Vale