Eroe
Era
una calda serata estiva, le stelle nel cielo brillavano e il viso pallido della
Luna irradiava la sua tenera luce attraverso le finestre.
Ginny
sedeva su una vecchia sedia a dondolo proveniente da quella che era stata la
sua stanza alla Tana e che ora veniva usata come deposito di cianfrusaglie.
Harry
non era ancora rientrato: il suo patronus argenteo raffigurante un cervo era
sfrecciato in cucina mentre la donna e i tre figli stavano cenando, mandando i
bambini in visibilio. “Tornerò tardi. Problemi
con il lavoro, niente di grave. Ginny cara, non mi aspettare alzato. Ragazzi
fate i bravi!!” ed era svanito con la stessa rapidità con cui era comparso.
Persa
nei suoi pensieri la donna non si accorse della presenza di qualcuno alle sue
spalle finché due sottili e pallide mani le si posarono sugli occhi facendola
sussultare.
“Mamma! Sono solo io: Lily!”
strillò la ragazzina sorridendo.
“Oh!” rise
Ginny “Non ti ho proprio sentita! Hai il
talento di tuo padre per sgusciare fuori dal letto la notte vero?” Entrambe
risero. Poi Lily riprese: “Anche tu però
non eri un angelo. Papà mi ha raccontato di quando siete andati con zio Ron e
zia Hermione nel Ministero della Magia di nascosto!”.
Era
vero, la donna sapeva fin troppo bene fino a che punto si era spinta pur di non
abbandonare Harry neppure un attimo.
“E dimmi … Harry ti ha raccontato
altro?” chiese scherzando. Ma la piccola si fece scura in
volto e abbassò lo sguardo. “No. Prima di
dirmi altro …” si fermò e iniziò a spostare il peso da una gamba all’altra
come se nascondesse un orribile segreto. La giovane madre la attirò a sé e la
strinse forte perché la piccola sembrava sul punto di esplodere.
“Papà si è messo a piangere
all’improvviso.” Sussurrò infine fra i capelli rossi
della madre.
E
Ginnì comprese la reazione del marito. Quella che aveva raccontato a Lily non
era una storia con un lieto fine.
“Mamma, perché papà ha pianto? Non
lo fa mai!” chiese la ragazzina sottraendosi
all’abbraccio e tornando ad alzare fieramente la testa. Aveva undici anni. Gli
stessi che aveva lei quando si era scontrata con il terribile diario di Tom
Riddle. Eppure sembrava molto più forte di quanto lo fosse stata lei alla sua
età.
Non
avevano mai raccontato a Lily come era morto Sirius. Nonostante non passasse
giorno senza che Harry visitasse la sua tomba. Una tomba in realtà vuota.
Era
giunto il momento che la figlia sapesse. D’altronde i suoi due fratelli lo
avevano già scoperto.
“Piccola mia. Papà ha pianto perché
ha ricordato un fatto triste. Vuoi sapere quale?”
Lily mosse vigorosamente la chioma rosso fuoco in su e in giù. Gli occhi verdi
pieni di coraggio.
“D’accordo. Ricordi lo zio Sirius?
Te ne abbiamo parlato molte volte. Coraggioso e forte!”
la piccola sorrise in segno d’assenso. “Bene.
Ora lui non c’è più …” “Lo so mamma. E’morto.” La interruppe e i suoi occhi
si intristirono. Avrebbe voluto conoscere quell’uomo che sapeva essere un eroe
caduto in battaglia. Forse adesso sua madre avrebbe chiarito quella faccenda.
“Sì. È morto. Ed è per questo che
papà era tanto triste. Ora voglio spiegarti come.”
“Eravamo all’interno del Ministero
della Magia. Il motivo per cui eravamo lì era che credevamo che Voldemort
avesse catturato Sirus e volevamo salvarlo. Ma la verità era un’altra. Sirus
era a casa quando arrivammo. Al sicuro. Ma quando seppe del nostro pericolo,
quando seppe che papà rischiava la sua vita per lui, corse in nostro aiuto.”
sorrise tristemente al ricordo. Se non
fosse venuto pensò non sarei qui per
raccontarlo. E una silenziosa lacrima di gratitudine scivolò incerta lungo
la sua candida guancia.
Certo,
Sirius non aveva significato per lei quanto per Harry, ma nei giorni che
avevano passato insieme a Grimmauld Place aveva avuto modo di affezionarglisi.
“Arrivò
proprio nel momento cruciale della battaglia contro i Mangiamorte.” Proseguì. “C’erano i Mangiamorte?!” esclamò la
piccola mordendosi nervosamente un labbro. Ginny pensò che lo faceva sempre
anche lei quando era irrequieta e sorrise in un moto di tenerezza per la sua
splendida figlia.
“Sì. Ed erano in molti. Ma quando
Sirius arrivò da noi con altri Auror si spaventarono tutti quanti!” “Auror!
Come papà!” disse trionfante la ragazzina. “Esatto! E Sirius fu il più coraggioso di
tutti, si parò davanti a papà impedendo che i Mangiamorte lo colpissero.
Combattè valorosamente fino alla fine. Fino a quando quegli sciocchi
indietreggiarono. Ma …” Un’altra lacrima e un’altra ancora appannarono lo
sguardo della madre. Combattè fino alla
fine pensò di nuovo fino alla fine.
All’improvviso non ebbe il coraggio di continuare. Quasi non credesse davvero
che potesse essere andata in quel modo. Era davvero possibile che il destino di
uomo venisse deciso da un movimento di bacchetta? Dal movimento di uno stupido
pezzo di legno? Un oggetto insignificante nelle mani di una pazza e sciocca
donna. No, non donna, Bellatrix era un mostro. Poiché solo un mostro avrebbe
potuto osare un gesto così orribile verso il cugino. Eppure Sirius fu l’ennesima vittima di una morte tanto insensata quanto
ingiusta. Pensò la donna.
Di
nuovo Ginny abbracciò Lily come aveva fatto pochi minuti prima e così rimasero
per qualche istante. Ma questa volta fu la figlia a consolare la madre.
“Ma uno di loro, Bellatrix
Lestrange, riuscì a scagliare una maledizione contro Sirius. Ed egli cadde.” Terminò
sussurrando.
Cadde come erano caduti gli eroi del
passato. Pensò.
Cadde come cadde Ettore, colpito
dalla spada di Achille.
NdA
é una piccola ff senza pretese, l'avevo scritta per un contest che alla fine non si è svolto, ma ho deciso di terminarla e pubblicarla comunque.. Spero che vi piaccia..
Ho cercato di raccontare il rapporto affettivo di Ginny con la figlia attraverso il racconto della morte di Sirius.. L'eroe.. che come tale viene descritto. Forse vi sarese aspettati che fosse harry a raccontarlo.. beh.. io l'ho vista così ^^ spero non vi dispiaccia!!
Il paragone con Ettore e Achille non poteva mancare.. Io adoro l'Iliade.. E anche se la maggior parte tifava Achille (Brad, d'altra parte^^) io ho sempre preferito Ettore!!^^