CAPITOLO 21
L’enorme palazzo di Nadar Lion oh era a soqquadro. Tutti gli uomini al servizio
del leone erano al lavoro all’interno
della stessa struttura che ospitava tutti quelli che in qualche modo centravano
con lui e il suo piano. Quella era un
eccezione, normalmente non dormivano tutti nella sua reggia..ma l’indomani ci
sarebbe stata una riunione e sarebbero stati presenti tutti. Persino la neo
regina Eloise con la sua guardia Ty.
Eloise e la sua cerimonia di incoronazione
ufficiale sarebbe avvenuta a giorni…..tutti invitati, una grande festa a
palazzo.
Ma il fatto era che quella città, ogni cosa,
sapeva di strano. Di troppo strano…non era normale che a quei giorni ci fossero ancora regni
sconosciuti con a capo regine e al comando gente potente come Lion-oh e
Dogger…piuttosto sarebbe stato più normale esserlo di una città grande e molto
popolata. Ma quella cittadina sapeva di strano….di irreale….e finalmente
tirando i fili si poteva cominciare a capirci qualcosa.
L’indomani ci sarebbe stata la riunione
generale di tutti i membri dell’organizzazione di Lion-oh. Poi la domenica
successiva sarebbe stato il turno dell’incoronazione della nuova Regina…e lì ci
sarebbero stati addirittura Enya e Dogger.
Due occasioni dove si riuniranno tutti quanti al completo…sicuramente il nemico
invisibile, il vero nemico, avrebbe fatto qualche mossa in quelle occasioni.
Tutte le guardie del corpo al servizio del leone erano attive e pronte per
scattare.
Per tutta la notte e la mattina invece gli
uomini lavorarono cercando qualcosa…qualcosa di piccolo e inumano….di
strano…che stava nei paraggi dei membri dell’AI. Ovviamente nessuno sapeva
ancora nulla di un ipotetico progetto simile…ma loro sapevano che cercare.
Grazie allo Squalo e alla Vedova.
I ragazzi
che riposavano avevano avuto il sonno interrotto da loro…ma ormai non si
impaurivano o allarmavano più, ne avevano passate di cose e pensavano veramente
di averne passate di tutti i colori…ma si sbagliavano…e presto l’avrebbero
compreso.
La riunione fu spostata di qualche ora,
invece che alla mattina al pomeriggio, per permettere di trovare quante
più…spie….possibili. al primo pomeriggio arrivarono tutti gli ospiti che ancora
non erano presenti.
Puntuali grazie a Ty arrivarono Eloise e la
Tigre, furono accolti da Lion-oh in persona. Ci teneva a stringere la mano alla
nuova regina.
A guardarla negli occhi…così diversi da
quelli della madre eppure altrettanto regali.
Finalmente era quella l’espressione della
regina. Ci teneva a parlarle prima di tutto in privato, per ringraziarla del
carico che si stava per fare, di aver capito la regina madre, di essere
diventata così adulta in così poco tempo….e specialmente voleva offrirle il suo
aiuto per ogni cosa possibile.
Mentre arrivavano gli altri che si
accomodavano, il leone stava nel suo studio con la barboncina e la tigre.
Si parlavano in tono significativo e serio. Era strano vederla
così. Gli ultimi eventi l’avevano cambiata molto e si vedeva.
Stava seduta in quel modo aristocratico,
immobile con la schiena dritta e sicura di quello che diceva. Rilassata perché
si sentiva al sicuro. Le mani in grembo, i capelli acconciati in qualche modo
strano, quei bellissimi capelli così uguali a quelli della madre…lei stessa era
identica a Enya da giovane.
Era impressionante averla davanti. Non
avrebbe mai pensato che quel giorno sarebbe arrivato.
Indossava un vestito di una delle stoffe più
rare e pregiate, gli scivolava liscio lungo il corpo ben formato. Su tutti i
toni del viola.
“ Piccola Eloise…non è questo il giorno in
cui ti giureremo fedeltà in quanto nuova regina. Quest’oggi ci terrei ad
offrire a te, come feci con la tua bella e cara madre, tutto il mio aiuto per
ogni cosa che avverrà in futuro.
Volevo ringraziarti per aver accettato il tuo
compito e dirti che sarai una grande regina, come fu Enya. Vorrei dirti tante
altre cose…ma prima di tutto ci tengo a donarti il mio conforto per quello che
è successo. Troppo in fretta. “
Il leone aveva detto queste parole ascoltate
attentamente dalla ragazza che rispose con il suo tono di sempre, fiero e
sicuro:
“ Ti ringrazio di tutto ciò. So di poter
contare su di te…riguardo mia madre …ho bisogno che tu mi spieghi tante
cose…molte….ho scoperto di non aver mai conosciuto quella donna…ma è
impossibile per me non volerle bene.
Farò del mio meglio per prendere il suo
posto.”
Il loro discorso proseguiva mentre molti
arrivavano. La sala era quasi al completo.
La sala era al completo.
Lunghe tavolate disposte l’una di fronte
all’altra occupavano la stanza delle riunioni straordinarie della villa di Nadar
Lion-ho.
Quasi tutti i posti erano occupati dagli
ospiti. La principessa Eloise, che a giorni sarebbe stata incoronata
ufficialmente regina, era accompagnata dalla sua guardia del corpo e fedele
consigliere, nonché amico, Ty la Tigre Bianca Siberiana.
I due gemelli ninja, che non si separavano
mai l’una dall’altro, e dalla loro tuta nera speciale, Gackt e Anggun. Dietro
di loro era passato il fratello maggiore, Prince…ad un occhiata ai due si era
sorpreso non poco, lui non era tipo da mascherare le sue emozioni e per dirla
tutta, alla Scimmia, gli era quasi preso un colpo vedendoli lì.
Il fatto era che non si vedevano da anni
ormai e si credevano morti. Ma per forza di cose il ragazzo magro dalla strana
pettinatura e stile punk dovette proseguire senza salutarli ne altro per
sedersi insieme agli altri compagni della sua squadra.
Al consiglio c’era perfino la Donna Ragno,
era strano che avesse deciso di venire, dopotutto meno appariva così in
pubblico e meglio era…ma probabilmente bastava che qualche idiota non urlasse
ai quattro venti chi era lei in realtà….teoricamente pochi e nessuno doveva
conoscere il suo vero aspetto….la sua fama la precedeva ovunque ma il volto era
sempre all’oscuro, per sua fortuna.
Dietro di lei stavano due delle sue guardie
che controllavano accuratamente uno per uno gli invitati e stavano attenti al
minimo cambiamento.
Di fronte alla criminale stava Lymahl, i due
si fissavano non molto stupiti di vedersi ancora in vita….ma dentro
mascheravano una gran voglia di intimità. La donna dopo aver ammiccato
malignamente(coi suoi soliti modi)al fratellino fece altrettanto con l’amico
seduto accanto a lui, ovvero Judas.
Dall’altra parte del rosso stava la sua
ragazza, Asha….le due ragazze pur non conoscendosi si scambiarono uno sguardo
che probabilmente rimarrà negli annali…le uniche due donne della vita del
micino si erano appena incrociate!
Tutti. C’erano proprio tutti. Non mancava
nessuno.
Fly stava in piedi davanti alla finestra
principale e girava andando a osservare anche le altre con grande minuziosità e
cura…..nulla gli sarebbe sfuggito. Nulla.
La Pantera stava consegnando dei fascicoli
uno per uno ai presenti.
Jericho in piedi sulla porta principale, la
Vedova accanto al Leone.
La riunione stava per avere inizio.
Ufficialmente inizio.
Seduto in un angolo accanto agli altri
ragazzi c’era anche Zephir…non avrebbe voluto più venire, ma come altre volte
era accaduto, Fly era andato da lui e l’aveva preso e portato a destinazione di
peso. Ed ora stava lì come assente, ma allo stesso tempo attento…con quel suo
sguardo che toglieva fiducia a tutti…e con qualcosa dentro che non permetteva a
nessuno di arrivare a lui. Uno sguardo lo sprecò per la ora non più piccola Eloise…l’aveva vista
crescere e fare di tutto…veramente gli mancava vederla solo regina….ma sarebbe
stata veramente in grado….ciò che era accaduto alla madre l’aveva profondamente
cambiata e si vedeva…riflettendo su di lei si trovò a chiedersi come l’avesse
presa la scoperta…di avere un fratellastro non vivo e non morto, di avere una
madre che l’aveva tradita in un certo senso, che non era quello che tutti
credevano….e poi di dover subentrare in quel modo alla regina madre. Avrebbe
voluto stargli più accanto, in fin dei conti la considerava sua figlia…con
tutti i suoi capricci e isterismi.
Ma erano tutti.
Qualcosa…qualcosa sarebbe successo…o forse
non ancora…forse aspettavano un occasione più speciale…una cerimonia…una
giornata di felicità nella quale tutte le difese sono più scoperte…forse questa
riunione sarebbe andata fino in fondo…forse il guaio sarebbe arrivato in
un’occasione di quelle speciali.
Una cerimonia, un matrimonio, un’
incoronazione.
La domenica Eloise sarebbe stata incoronata
Regina e nella stessa occasione si sarebbero celebrate le nozze di Enya e
Dogger.
Un giorno che non si sarebbe più dimenticato
non solo per questo…anche per altri ovvi motivi…ovvi non per tutti forse…mah…in
fondo chi poteva saperlo che sarebbe successo? Le supposizioni erano di tutti i
giorni…ma le certezze arrivavano una ogni cento anni.
I presenti aprirono i fascicoli incitati dal
Leone. E videro.
Storie.
Episodi.
Racconti.
Immagini.
Dati.
Vite.
Realtà.
Segreti.
Proprie.
Chi poteva aver monitorato le
loro vite singolarmente in quel modo?
Chi? In modo così dettagliato e approfondito? Non era possibile. Eppure
le prove e i fatti parlavano chiaro.
La sala era arredata con mobili in noce.
Una enorme stanza di foggia rettangolare, con lunghe tende color crema ad
oscurare il balcone dalle porte a vetri scorrevoli.
Alte lampade da terra erano poste agli
estremi della stanza, rilasciando una rilassante luce arancione.
La sala era dotata di un angolo bar dove gli
ospiti potevano servirsi qualche drink.
All’interno vi era una zona ribassata, in cui
erano poste le due lunghe tavolate attorniate dalle sedie sempre in noce.
Innanzi ad ognuno degli occupanti erano posti
i famosi fascicoli che riguardavano il loro passato, presente e molto altro
ancora.
Judas osservava quella cartelletta, gialla
con le mani incrociate sotto il mento. Era piuttosto pensieroso, un
atteggiamento che non era passato inosservato al suo compagno di squadra.
“Mh, che faccia hai! Sei più pallido del
solito!” Lymhal era tranquillissimo come sempre. Sembrava che quella loro
condizione di ‘sorvegliati speciali’ non lo intimidisse nemmeno un po’.
Asha gli mollò un calcio da sotto il tavolo
“Il solito irresponsabile!” esclamò, guardandolo con aria di rimprovero “Come
fai a non capire che la situazione è tremendamente delicata?”
Lui si limitò a fare un’alzata di spalle
“Andiamo non sarete nervosi per un paio di fogli scribacchiati per caso?
Ridicolo!”
Judas sorrise nel vederlo così
imperturbabile. Eh certe volte invidiava quella sua totale strafottenza per gli
eventi che lo circondavano.
Riportò la sua attenzione al fascicolo. Lo
aprì cominciando a leggere le prime righe, mentre Lion-ho prendeva la parola.
“Quelli che avete tra le mani, sono il
resoconto delle nostre vite. Un resoconto molto dettagliato aggiungerei, che
non fa presagire nulla di buono. Come potete capire anche da soli la nostra vita
è stata totalmente manovrata, dalla nostra nascita fino alla nostra morte.”
Tutti ascoltavano con attenzione, senza
distogliere gli sguardi da quei fogli che la Pantera era riuscita a reperire
con molta difficoltà. Eppure all’appello ne mancava qualcuno.
Nè quello di Xavier, nè quello di Zaphir
erano presenti. Mancava anche quello di Linkin.
Molto strano.
Il Corvo mosse lentamente lo sguardo a
scrutare gli altri presenti e Nadar. Sospirò.
“Avrei qualcosa da dire...” cominciò,
attirandosi l’attenzione “...più che altro, mia madre ha qualcosa da dire. A
tutti noi.” Si alzò lentamente, dirigendosi verso la Vedova Nera.
Asha osservò il Gatto con espressione
interrogativa, l’altro si limitò ad un’alzata di spalle però era sicuro che
sarebbe stato molto interessante. Con Judas non ci si annoiava!
“Bea, avrei un favore da chiederti...”
La donna annuì, con un sorriso. Il Corvo si
avvicinò al suo orecchio, mormorando “...potresti permettere allo spirito di
mia madre di usufruire del tuo corpo, per qualche minuto?”.
“Ma certo, nessun problema...” si sistemò
sulla sedia, poggiando le mani sui braccioli e chiudendo gli occhi per
concentrarsi “...io sono pronta, di a tua madre di entrare quando vuole.”
Lui si volse ad osservare un punto
apparentemente vuoto della sala, apostrofando un “Muoviti!” con una certa
insofferenza.
Nessuno comprese cosa stesse succedendo,
eppure si limitarono ad attendere che qualche strano evento si compisse.
L’aura bluastra e fredda della donna si mosse
in direzione della Vedova, entrando nel suo corpo e prendendone possesso.
Uno strano vento improvviso ne scompose i
capelli per un attimo, poi Bea aprì gli occhi.
Neri.
Completamente.
Inesorabilmente.
Neri.
Catrame.
Jericho, in piedi al suo fianco come al
solito la osservò inarcando un sopracciglio.
“Accidenti!” esclamò “Questa poi!”
Bea si alzò, muovendosi verso l’inizio di
entrambe le tavolate per permettere a tutti di poterla vedere e sentire.
Sorrise con gentilezza.
“Il mio nome è Lianna Bright e sono la madre
di Judas.” Aveva una voce molto morbida, ma si riconosceva che non era quella
della Vedova.
Nadar fu incredibilmente sorpreso da questo
arrivo e ricambiò “Beh...è davvero una sorpresa averla con noi...”
“Si capisco, mio figlio mi ha chiesto di
essere presente poichè io posso fornirvi le spiegazioni che state cercando.”
Dogger prese improvvisamente la parola “Vuol
dire che lei sa cosa diamine sono queste?!” e sventolò il suo fascicolo
personale.
“Certo.”
Un confuso brusio si levò tra i presenti.
Quella donna poteva davvero dare una risposta a quello che stavano vivendo ed
avevano vissuto? Poteva davvero spiegare la presenza delle loro vite in quella
terra? Cosa erano? Perchè? Per chi?
“Voi siete tutti parte integrante di un
progetto, un progetto chiamato Animal Instinct...” cominciò “...è un’idea
governativa, per la creazione del soldato perfetto. Molti di quelli come me,
della prima generazione, si sono offerti come cavie per l’impianto di DNA
animale che veniva studiato in laboratorio. Ma non tutti sopravvivevano. Molti
sono morti per incompatibilità genetica...” osservò la frangia giovanile del
gruppo “...voi che siete la 2° generazione invece, siete stati più fortunati. È
come se il DNA impiantato si fosse fuso al vostro, permettendogli di evolvere e
di donare a voi poteri straordinari...”
Nadar era perplesso, oltre che atterrito da
come le loro vite fossero state manipolate “Ma...chi ha potuto fare una cosa
simile?”
“L’incarico era stato affidato alla Labotech.
Un laboratorio di ingegneria genetica affiliato al governo. Non tutti della 1°
generazione erano consapevoli di essere divenuti cavie...” e puntò il dito
verso il fondo della sala “...lei Leone, ad esempio ne era ignaro...”
“Quindi, sarei della 1° generazione...?”
“Si, ed è uno dei pochi perfettamente
integrati. Così come il signor Bulldog, il Cigno, lo Squalo...il Lupo...”
osservò la sua figura in disparte accanto alla porta “...eppure è strano.
Conoscevo tutti i soggetti positivi dell’AI, ma non mi sembra di aver mai
sentito il suo nome tra essi...” poi spostò lo sguardo anche sul Crotalo “...e
nemmeno il suo...è molto strano...”
Sembrava una coincidenza, eppure le vite di
Xavier e Zaphir sembravano essere avvolte da chissà quale mistero. Non erano
presenti le loro cartelle e nemmeno la madre di Judas li conosceva come
esemplari. L’ennesimo mistero nel mistero.
Lion-ho si massaggiò il mento “Quindi la
Labotech ci sta ancora tenendo sotto controllo, ma chi è a capo dell’intera
operazione?”
La donna scosse il capo “Si vociferava che ci
fossero più persone dietro il progetto, ma non saprei dirvi i loro nomi...erano
segreti.”
“Fino a che punto conosce i loro programmi?”
domandò la regina Enya con un sorriso.
“Prima che il rigetto enzimatico mi
uccidesse, sapevo che la Labotech era al lavoro per un progetto ancora più
ambizioso. Volevano andare oltre i semplici animali e ricreare addirittura
creature mitologiche...” scosse il capo “...ma sapevo che anche queste erano
solo voci. Gli AI non stavano dando tutti i risultati sperati e se il primo
progetto fosse fallito, non avrebbero avuto i fondi necessari per metterne un
altro in cantiere...”
“Però...” mormorò la Mantide “...il progetto
AI è andato a buon fine...”
“Esatto...per questo, quando Judas mi ha
parlato di Angel ho capito subito che si trattava di un IBRIDO. La Labotech è
riuscita anche in questo...è spaventoso...” scosse il capo, abbassando lo
sguardo.
Nadar sembrava improvvisamente divenuto a
corto di parole, alzò lo sguardo ad incrociare la figura della Vedova che, in
quel momento, era la madre di Judas. Li stavano usando, e lo avevano fatto per
anni. Probabilmente Lynx era morto proprio per questo e non era stato Dogger ad
ucciderlo. Doveva fugare quel dubbio.
“Signora Bright...” chiamò, mentre si ritrovò
osservato da quegli occhi pece identici a quelli del Corvo “...cosa può dirmi a
proposito di Fuster Lynx...?”
“Se vuole sapere se è stata la Labotech ad
ucciderlo, beh...la risposta è si. Era diventato sospettoso. Un soggetto
pericoloso di cui si sarebbe potuti fare a meno. Eppure hanno saputo trarre un
vantaggio anche da questo, dando vita alla guerra tra le lei ed il signor
Machiavelli.”
Entrambi i diretti interessati si trovarono a
bocca aperta, prima di scambiarsi uno sguardo totalmente confuso.
Il Bulldog ringhiò irato “E’ rivoltante!”
“Puoi dirlo forte!” convenne il Leone.
La sala restò in silenzio per qualche
istante, poi fu di nuovo Nadar a prendere la parola “Beh, credo che la signora
Bright sia stata molto esauriente sull’argomento e credo che ormai sia
possibile congedarla.”
La donna annuì, con un sorriso “Se avrete
nuovamente bisogno di me, basterà dirlo a Judas. Sono a vostra disposizione.”
Si diresse alla sedia accomodandosi al posto della Vedova. Chiuse gli occhi e
nuovamente una folata di vento leggera ne scompose i capelli. Quando gli riaprì
le sue iridi erano nuovamente candide.
Jericho sospirò “Bentornata.”
“Grazie.” Sì. La sua voce di velluto era
inconfondibile. La Vedova era nuovamente nel suo corpo.
Anche il Corvo tornò ad occupare il suo posto
ed aveva un’espressione indecifrabile sul viso.
“Bene signori...” cominciò Lion-ho “...vorrei
proprio sapere le vostre opinioni a riguardo...” e si rilassò contro lo
schienale della sedia, in attesa che gli altri esponessero il proprio pensiero.
Seduto sulla riva
osservava il lago artificiale di fronte a lui, con una certa malinconia.
Quella costruzione chiusa lo faceva sentire come un topo in trappola.
E percepiva il senso di falso che lo circondava.
Quante erano state le volte che aveva provato ad andarsene da Fallen? Quante
erano state le volte che, loro, lo avevano rispedito indietro, senza
permettergli di uscire?
Così qualcuno aveva ordinato. E doveva essere qualcuno anche molto potente, se
era riuscito a mobilitare le forze armate di un'intera città, nemmeno troppo
grande, come
quella in cui viveva da un tempo che non avrebbe mai saputo definire.
Lo avevano trovato.
O almeno così gli era stato detto.
Un pescatore sportivo, che si recava proprio in quel laghetto artificiale per
pescare.
Lo aveva visto, mezzo immerso, in quelle acque gelide.
E lo aveva salvato.
Quando si era risvegliato, non si ricordava di come ci fosse arrivato nel lago.
Non sapeva nemmeno dove fosse.
Non ricordava il suo passato, prima di quel risveglio in ospedale, e non
ricordava di aver amici o parenti.
Sapeva solo il suo nome.
Jordan.
Nient'altro.
I lunghi e finissimi capelli vennero smossi dalla brezza notturna, che aveva
preso a spirare da qualche minuto.
Erano bianchi, con una tendenza al viola lungo le punte.
Il colore più strano che si fosse mai visto in giro.
Come i suoi occhi.
Dai marcati contorni viola, che tendevano a diventare sempre più bianchi
all'interno dell'iride.
Inspirò profondamente.
Se non lo avessero trovato, sarebbe di sicuro morto...o forse...se quel lago
non fosse stato salato...
Lui necessitava dell'acqua salata.
Era la sua fonte di vita.
La pelle pallida si nutriva, assorbiva i minerali che all'interno del lago
erano disciolti.
Per quanto avesse voluto allontanarsi da lì, senza Fallen, non sarebbe
sopravvissuto a lungo.
Aveva bisogno di immergersi in acque salate...almeno una volta al giorno.
Doveva essere uno dei motivi per cui non lo lasciavano uscire dalla città. Non
sapeva nemmeno quanto distava il mare o l'oceano.
Il famoso 'qualcuno', che lo teneva in custodia, cercava di preservare la sua
salute.
Un giorno, se lo avesse incontrato, avrebbe dovuto ringraziarlo.
Sospirò pesantemente.
Abbassò lo sguardo sulle sue mani, costantemente avvolte da un paio di neri
guanti di pelle.
Doveva portarli.
Se non voleva fare del male alle persone.
Era già successo un po' di volte. Nemmeno lui sapeva come fosse possibile, ma
forse era tutto legato alla sua natura più che misteriosa.
Quella natura strana, che lo aveva reso come ora si presentava a tutti e come
tutti lo conoscevano: Jordan la Medusa.
Non poteva toccare nessuno, accarezzare un viso, baciare una donna, sfiorare i
petali di un fiore...nulla. Per lui non esisteva il senso del tatto. Perchè
faceva
male...perchè la sua pelle era come se 'bruciasse' le cose, come se le
urticasse...come se le sue mani emettessero, continuamente, acido.
Un successivo sospiro venne rilasciato rumorosamente.
Spostò nuovamente i suoi occhi, per osservare altrove.
Le stelle.
Il cielo era limpido, come spesso capitava durante le sere estive.
Uno strano senso di inquietudine si fece largo dentro di lui.
Era già da un paio di giorni che aveva quella sensazione di disagio, che non
riusciva a capire.
Come se dovesse succedere qualcosa, di lì a poco.
E poi, come già da un paio di giorni succedeva, gli sovvenne quel nome.
Un nome che non sapeva nemmeno di chi fosse.
Lo aveva improvvisamente ricordato, una sera, mentre era immerso nelle placide
acque salate del lago.
Mentre restava sotto la superficie, con gli occhi aperti nell'oscurità.
L'unica sensazione che riusciva a percepire: il contatto con l'acqua.
Completamente nudo a far nutrire la sua pelle.
In quell'attimo di stasi, il nome, era come sbucato da un angolo oscuro della
sua mente.
Solo un nome...
Il primo, dopo anni di sforzi...
di tentativi...
un nome...
Xavier...
FINE
CAPITOLO 21