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Autore: Fiamma Drakon    04/09/2010    1 recensioni
Dinanzi a lei stava una donna alta e snella, con i capelli neri lunghi e mossi, un ciuffo che cadeva trasversalmente a coprirle l’occhio destro, lasciando ben vedere l’altro, di un intenso nero pece, sul quale era lievemente calata la palpebra, tinta di un viola intenso, in un’espressione che la faceva molto sexy.
Le labbra erano piene e colorate della medesima tonalità di viola dell’ombretto.
Tuttavia, la particolarità che aveva attirato maggiormente la sua attenzione era il tatuaggio sul suo zigomo sinistro: una farfalla nera in volo vista di lato, dietro la quale era tatuata una piccola scia di pallini viola, simili a polvere, tra i quali vi erano anche tre piccole stelle del medesimo colore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10_Sul campo di battaglia A svegliare Mustang non fu né il caso né tantomeno il tenente, bensì chiari e forti colpi d’arma da fuoco, assordanti anche a distanza e ripetuti frequentemente, uno di seguito all’altro.
La prima cosa che gli balzò alla mente fu che fossero sotto attacco proprio là, all’interno dello stesso accampamento, per cui si mise seduto di scatto, improvvisamente lucido, e si volse ad esaminare l’interno della tenda: il tenente non c’era. Probabilmente era già al lavoro.
Si alzò ed uscì a grandi falcate, arrestandosi fuori nel notare che non c’era nessun assalto all’accampamento.
Allora ipotizzò che i rumori fossero le eco provenienti dal fronte.
Fermò un soldato di passaggio.
- Da che parte è il fronte? - domandò, sbrigativo.
- Da quella parte, signore - rispose quello, indicandogli la parte per cui era venuto.
Roy non perse tempo e si affrettò in quella direzione: l’Occhio di Falco doveva già essere là.

Mirare e sparare.
Era una sequela d’azioni che lei aveva avuto modo di assimilare, di rendere un’unica cosa con il suo essere, purtroppo.
La velocità dei suoi riflessi faceva sì che le due azioni avvenissero quasi in contemporanea, abbattendo il nemico prima ancora che avesse la possibilità di scorgere l’arma puntata a lui.
La rapidità di reazione le aveva meritato il soprannome di Occhio di Falco, e le aveva permesso di salvare molti dei suoi compagni, primo tra tutti il colonnello Mustang.
Non appena uditi i primi colpi, poche ore dopo l’alba, si era immediatamente svegliata. Il suo era un sonno leggero che anche un unico, sommesso colpo di proiettile riusciva a rompere.
Aveva trovato il suo superiore ancora addormentato e non se l’era sentita di svegliarlo: doveva proteggerlo, non spedirlo in guerra.
Con rapidi movimenti silenti, aveva preso le sue pistole, lasciate la sera prima in valigia, ed era uscita in gran fretta, riuscendo a non destare il colonnello.
Ed era là, in prima linea, da quando aveva messo piede fuori della tenda. Le avevano fatto imbracciare un fucile, l’avevano spedita assieme ad un’altra ventina o trentina di uomini, non si era persa a contarli uno ad uno, a combattere e far fronte al fuoco nemico.
Anche adesso teneva quella carabina, che a quel punto stava esaurendo le munizioni, ma non le importava.
Rinsaldò la presa sull’arma e sparò l’ennesimo colpo: lei doveva proteggere Roy Mustang, a qualsiasi costo. Non tanto per l’obbedienza che aveva promesso a lui e a se stessa appena divenuta un militare, quanto piuttosto per quel che provava per lui, i suoi sentimenti, l’affetto che nutriva verso quell’uomo pieno di contraddizioni, vizi e virtù.
Semplicemente, l’amore che sentiva per lui era troppo forte perché potesse permettersi anche solo di pensare di deporre quell’arma.
Un rumore, familiare, come la presenza che la stava sovrastando e che le copriva il sole alle spalle.
Una scintilla rossa che fendeva l’aria, impattando il fronte nemico.
Le grida di persone che morivano carbonizzate e l’acre odore delle carni che bruciavano.
Il tenente alzò lo sguardo e incontrò il profilo dell’uomo che aveva cercato di proteggere fino a quel momento proprio dietro di lei, il braccio ancora rivolto verso la linea avversaria, il viso indurito da un’espressione carica di concentrazione.
- Colonnello... - sussurrò la bionda, atterrita, ma lui le sorrise semplicemente.
- Sta bene, tenente? - le chiese, in tono pragmatico.
- Sì, signore - rispose lei, continuando a guardarlo.
Lui si allontanò, iniziando a schioccare ripetutamente le dita, creando ampi arabeschi di fuoco nell’area neutrale tra i due fronti, abbattendo rapidamente il nemico.
La bionda lo seguiva, senza riuscire a distogliere gli occhi.
È importante proteggere le persone, ma ancora di più lo è proteggere quella persona speciale per te.

Il sole languiva sull’orizzonte, spandendo la sua luce sanguigna sul terreno.
I soldati del Sud riposavano nell’accampamento, distrutti dalle fatiche della mattina.
C’erano militanti intenti a parlare, altri che si concedevano qualche ora di sonno, altri ancora che mangiavano e chi, attorno ad un fuocherello, attendeva speranzoso il prossimo attacco, sperando e pregando che fosse l’ultimo.
Roy e Riza erano tra questi ultimi: erano arrivati solo la sera prima, ma rivivere gli orrori della guerra li sfiancava terribilmente.
Attorno a loro c’erano solo soldati giovani, persone che non avevano combattuto a Ishbar, che non avevano sperimentato veramente cosa volesse dire “fare la guerra”.
Erano inesperti cani dell’esercito mandati allo sbaraglio. Per loro vincere non significava semplicemente sopravvivere, tornare a casa e alla normalità, ma distruggere il nemico.
L’idea puerile che aveva convinto molti ad arruolarsi.
Mustang osservava le lingue di fuoco che si agitavano e brillavano, ma non emanavano un tepore che potesse essere percepibile: l’aria era già calda.
Voleva tornare a casa. Voleva andarsene da quel posto che gli ricordava tanto una mini guerra civile. Ogni tanto il suo pensiero andava ad Hilary, da sola a Central City, e ciò almeno lo ravvivava un po’.
Il tenente, seduto accanto a lui, si alzò all’improvviso.
- Vado a riposare un po’... - annunciò a bassa voce, allontanandosi.
L’alchimista rimase ad osservare il suo profilo finché non fu sparita oltre una tenda e sospirò, abbassando gli occhi.
Sarebbe stata una permanenza dura.
Breve, forse, ma dura.





Angolino autrice
Eccomi finalmente ad aggiornare di nuovo! ^^''
Chiedo perdono per il capitolo corto e non proprio esaltante... diciamo che è un "capitolo di collegamento".
Oki, passiamo ai ringraziamenti ^^
Per le recensioni:
Swwtcicia
Castiel
AmericanPreuben
Shatzy
Kiri Dellenger II
(wow quanta gente o//////o)
Inoltre, ringrazio quanti hanno aggiunto la fic alle preferite/ricordate/seguite.
Al prossimo chappy! ^^
F.D.
   
 
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