Autore:
Rinalamisteriosa
Titolo: Vivere e fantasticare
Fandom
scelto: One Piece
Frase scelta: frase numero uno [Quando il bambino era bambino, se ne
andava a braccia appese: voleva che il ruscello fosse un fiume, il fiume un
torrente... e questa pozza, il mare.]
Personaggi: Altro
Personaggio, Usop
Rating: verde
Genere: generale, fluff, slice of life
Avvertimenti: AU,
One-shot
Introduzione: Bankina aveva una fervida immaginazione e il
sole negli occhi.
Il momento che
preferiva in assoluto nel corso delle sue giornate all'aria aperta era il
potersi sedere da qualche parte in silenzio, oppure sdraiarsi sulla soffice erba
di un prato a fissare il cielo azzurro e sconfinato, e intanto fantasticare,
fantasticare su ogni cosa.
Elaborare storie
impossibili da poter raccontare in giro per la sua cittadina di montagna.
Perdersi in altri mondi, magici e sconosciuti.
Solo allora i
suoi occhi neri e vivaci si accendevano, brillavano di luce propria e gioivano
della vita che la circondava.
Note
dell'Autore: One-shot AU su
One Piece. Il finale credo sia aperto. Senza troppe pretese, perché non è venuta
esattamente come immaginavo, ma mi piace anche così
^^
Nel manga/anime
la madre di Usop muore, e non è possibile stabilire il suo carattere dall'unica
scena in cui l'ho vista comparire.
Così io l'ho
immaginata simile ad Usop, sia d'aspetto che caratterialmente. Diciamo pure che
ho dato una seconda possibilità all'infanzia di questo membro della ciurma di
Rubber, una più felice e giusta ^_^
Ci ho provato,
spero che per quanto breve questo lavoretto vi
piaccia!
Bankina aveva
una fervida immaginazione e il sole negli occhi.
Il momento che
preferiva in assoluto nel corso delle sue giornate all'aria aperta era il
potersi sedere da qualche parte in silenzio, oppure sdraiarsi sulla soffice erba
di un prato a fissare il cielo azzurro e sconfinato, e intanto fantasticare,
fantasticare su ogni cosa.
Elaborare storie
impossibili da poter raccontare in giro per la sua cittadina di montagna.
Perdersi in altri mondi, magici e sconosciuti.
Solo allora i
suoi occhi neri e vivaci si accendevano, brillavano di luce propria e gioivano
della vita che la circondava.
Bankina aveva un
carattere solare ed estroverso e molti amici, amava scherzare e riusciva a
coinvolgere le persone che conosceva o incontrava in discorsi innocui e
incredibili al tempo stesso.
Però era una
gran fifona, e questo difetto non riusciva in alcun modo a trasformarlo in pregio.
Bankina aveva un
marito. Un orgoglioso compagno di vita che era rimasto talmente colpito dalla
sua meravigliosa immaginazione da lasciarsi convincere a partire, alla ricerca
di attraenti avventure in giro per il mondo.
E aveva un
figlio.
Un bambino che
aveva ereditato i suoi stessi capelli color pece e lo stesso nasone buffo.
Una creatura a
cui trasmettere gli stessi sogni, la stessa simpatia e gaiezza nel vivere, lo
stesso desiderio di fantasticare che aveva sempre animato il suo spirito, la sua
mente, il suo cuore.
Bankina voleva
essere fiera di lui, come ogni madre che si rispetti.
Voleva
insegnargli ad essere sempre se stesso, a convivere con le sue paure - e Usop
ne aveva parecchie, a volte si spaventava per una sciocchezza! - e a non
vergognarsi mai della sua fantasia, perché non tutti potevano capire quanto
potesse essere meravigliosa.
I più
confondevano quelle mirabolanti storie con delle frottole belle e buone, e
Bankina voleva evitare ad Usop di sentirsi in colpa quando lo scambiavano per un
bambino bugiardo, specie se ne parlava in prima persona.
Un bel giorno,
prima di metterlo a letto, lo prese in braccio e gli sussurrò dolcemente
all'orecchio: "Me lo prometti, Usop? Prometti alla mamma che non te la prenderai
se gli altri non capiranno il senso di tutto ciò che racconterai?"
Il piccolo si
stropicciò pigramente un occhio e annuì piano.
"Sì, mamma. Ci
proverò! Ah, sai una cosa?"
"Cosa?"
Usop sorrise -
un largo sorriso capace di scaldarle il cuore - e le
riferì la bella notizia con tono enfatico.
"Oggi ho
incontrato una bambina, mamma. Si chiama Kaya. Le ho raccontato la nostra storia
preferita, quella del pirata che affronta un mostro enorme e con l'astuzia salva
tutta la sua ciurma, e lei si è divertita moltissimo. Ha detto che sono bravo e
che spera di rivedermi ancora per ascoltarne un'altra!"
"Ma... ma è
fantastico, tesoro! Hai trovato una buona amica, allora", si congratulò,
sorridendo intenerita. Poi aggiunse: "Adesso ti racconto una nuova storia,
okay?"
"Sì!"
Bankina portò
Usop a letto e con una sola mano riuscì a disfare le coltri per farlo
stendere.
"Quando la mamma
era bambina..." riprese, con voce morbida e soave "se ne andava a braccia
appese: voleva che il ruscello fosse un fiume, il fiume un torrente e una pozza
d'acqua il mare. E non le importava se tutto ciò che vedeva non
rispecchiasse perfettamente la realtà, perché per lei i suoi sogni e le sue
fantasie erano la cosa più importante; non c'erano giorni che non vi si immergesse, anche solo per qualche minuto".
"E poi? Succede
qualcosa d'interessante, vero?"
"Beh, ecco...
questa grande sognatrice è cresciuta, si è sposata e ha avuto un bambino tale e
quale a lei..." gli rispose, rimboccandogli le coperte e accarezzandogli la
testolina crespa. "E credimi, mio piccolo tesoro, non passa giorno in cui la
mamma non si penta di averti al suo fianco. Perché adesso, dato che tu sei così
bravo, puoi continuare l'entusiasmante storia della nostra vita!" esclamò, gli
occhi che brillavano d’emozione.
"Io, mammina?"
mormorò confuso e stupito. "Ma... ma sei sicura? Io… io dico invece che tu sei
più brava! La continueresti meglio!"
Bankina si
sedette sul letto e abbracciò il figlioletto di appena sei anni.
"Non dico che
devi continuarla adesso. O domani. O nei prossimi giorni. Prima vivi la tua
vita, Usop. Sogna. Ama. Divertiti. Diventa un uomo, come tuo padre. Poi la
racconterai. Ma finché non sarai pronto, continua ad inventare, proprio come ti
ho insegnato!"
Lo sentì annuire
prima di vederlo sprofondare la testa sulla sua spalla e chiudere gli occhietti.
Si era appena addormentato, perciò dovette adagiarlo nuovamente sul lettino e
fermarsi a guardarlo, tenendo le mani incrociate sul grembo, con il volto sempre
più intenerito e incantato di una madre premurosa.
Bankina adorava
vedere suo figlio dormire. Ma, ancor più, adorava vederlo vivere serenamente e
stringere vere amicizie.
FINE
*-*-*-*-*-*
Ulteriore
nota: Salve.
Era
da tanto che non scrivevo nulla su One Piece, è stato bello tornarci grazie a
questo contest!
Perciò
ringrazio la giudice hotaru, ringrazio chi leggerà e recensirà e mi congratulo
nuovamente con tutte le altre partecipanti ^O^
Alla
prossima!
Un
bacione!
Rinalamisteriosa