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Autore: kaze_to_rai    04/09/2010    6 recensioni
Ian e Daniel, trasferitisi in Francia, vengono spediti nel prestigioso
Collège Saint Michel, dove si confronteranno con scorbutici
compagni di stanza, silenziosi vicini di banco, presunti complotti e
fidanzamenti burrascosi.
Riusciranno a sopravvivere?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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collège saint michel cap. 2
Collège Saint Michel

Capitolo 2 - Angeli

- Buongiorno. - risuonò una voce morbida nelle orecchie di Daniel.
- 'Giorno. - rispose il ragazzo con voce impastata. Ma da quando Ian, suo migliore amico e adesso fratello adottivo, parlava in quel modo?
Un piccolo, gracile barlume di autocoscienza brillò nella mente di Daniel, e il ragazzo si tirò su a sedere di scatto. In piedi accanto al suo letto, i capelli castano chiaro ben spazzolati, la cravatta della divisa perfettamente annodata e un'aria vagamente divertita, c'era Geoffrey, il suo compagno di stanza per i prossimi nove, lunghissimi, e probabilmente atroci, mesi.
- Manca un quarto d'ora, lo sai? - aggiunse Geoffrey, con la stessa voce morbida - Alla fine della colazione, intendo.
Daniel impiegò qualche istante a capire che aveva solo un quarto d'ora se voleva evitare il digiuno, poi scattò verso il bagno.
- Volevo aspettarti per scendere, - sentì continuare Geoffrey, attraverso la porta - e ho cercato di svegliarti già un paio di volte. Sonno pesante, eh?
Daniel non rispose, trincerandosi dietro tutta la dignità che poteva dargli la porta chiusa del bagno, da cui uscì pochi minuti dopo, più o meno in ordine.
- Hai dimenticato la cravatta. - gli fece notare Geoffrey.
- Non importa, la metto quando risalgo. Abbiamo tempo dopo, no?
Geoffrey annuì, e i due ragazzi scesero in sala mensa. C'era poca gente, e molti piatti del tavolo centrale erano stati saccheggiati. Riuscirono a rimediare qualche avanzo, poi si precipitarono di nuovo in camera, dove Geoffrey guardò con aria impenetrabile Daniel e lo strano groviglio che il ragazzo si andava formando intorno al collo, prima di sbottare in un esasperato "Vuoi una mano?".
Daniel, folgorato dal pensiero di quello strano ragazzo che armeggiava con il suo collo, rifiutò con decisione, e lasciò il groviglio così com'era.
Geoffrey lo guardò con compassione e i due si incamminarono verso le classi, nell'altra ala del palazzo.

La classe era la più spaziosa che Daniel avesse mai visto, e aveva finestre molto ampie; molti dei suoi compagni si erano già seduti, compresi Carl, seduto vicino al suo compagno di stanza, e Donna, nel banco davanti, proprio al centro della classe. Vicino a lei qualcuno doveva averle piazzato uno specchio, perchè c'era una ragazza molto simile che parlava con lo stesso brio. Lo spettacolo era talmente abbagliante da attirare per un attimo - uno solo, però - l'attenzione di Geoffrey, che poi puntò deciso verso uno dei banchi in fondo all'aula, l'ultimo della fila della porta.
Daniel, invece, si diresse verso la fila della finestra, al secondo banco. C'era già seduto un ragazzo, dall'aria timida, che vedendolo arrivare spostò i quaderni per fargli posto.
- Ciao. - fece Daniel sorridendo.
Ma, con suo sommo orrore, l'altro gli rispose in francese. Così, si sedette pesantemente sulla sedia e un po' a fatica disse: - Je m'appelle Daniel. Comment tu t'appelles?
- Henri. Tu es anglais?
Daniel scosse la testa. - Américain. Excuse-moi, je ne parle pas très bien français.
- Oh, anch'io sono americana! - esclamò una ragazza al primo banco della fila accanto, voltandosi verso di loro. E Daniel sentì che avrebbe amato quella classe.
Quella ragazza non era una bellezza sfolgorante come Donna e la sua gemella, ma aveva incantevoli occhi scuri, bei lineamenti e parlava la sua lingua. Più che una ragazza, gli sembrò l'Angelo della Salvezza sedutosi appositamente per lui a un banco di distanza.
- Daniel. - si presentò.
- Jodie. - rispose lei con sorriso, tendendo la mano prima a lui e poi a Henri, che salutò in francese, aggiungendo: - Je peux faire votre interpréte, si vous voulez.
- Merci. - rise Henri.
- Eh? - fece Daniel, troppo occupato a guardarla per aver capito qualcosa.
- Ho detto - spiegò la ragazza divertita - che posso fare la vostra interprete, se volete. Almeno all'inizio.
Furono interrotti dall'entrata di una donna minuta, dai capelli scuri, che si presentò come madame Blanche, professeur de mathematiques.
Daniel sorrise. Di francese poteva anche non capire un'acca, ma i numeri parlavano un'unica lingua.

- Bonjour, - disse l'uomo, sededosi alla cattedra - je suis monsieur Salisbury, professeur d'histoire.
Ian s'illuminò, e dal fondo della classe osservò in estasi il professore, che con fiero cipiglio aveva iniziato l'appello. Conosceva quell'uomo di fama: William Salisbury era uno studioso di storia di fama internazionale, specializzato nella strategia militare, e mentre lo ascoltava sciorinare i nomi dei suoi compagni, già pregustava le sue future lezioni.
Nel banco davanti a lui, Henri ed Etienne chiacchieravano felici, a voce abbastanza alta perché lui potesse udirli; purtroppo, le loro voci raggiunsero anche il professore.
- Sancerre! - tuonò l'uomo - Non distrarre De Bar.
- Ma non è giusto! - si lamentò Etienne - Mica lo corrompo: mi stava solo parlando!
- Basta, Sancerre!
Ian sorrise, guardandosi intorno. Era solo, nel banco, e alla sua destra c'era il muro; anche il ragazzo alla sua sinistra era solo, ma non sembrava ansioso di fare amicizia. Per fortuna, con Etienne ed Henri davanti, era impossibile sentirsi soli.
Dopo un paio d'ore suonò la campanella, e Ian seguì i due amici in corridoio.
- Vuoi salutare il tuo amico? - domandò Henri.
Ian annuì, e s'incamminarono: nel breve tratto che percorsero, Etienne fu fermato - Ian lo contò - da cinque ragazze e due ragazzi, che ogni volta presentò a Ian, mentre Henri salutava sorridendo.
Mentre entravano nella classe di Daniel, Ian notò il suo asociale vicino che parlava con aria seccata con una ragazza dai lunghi capelli biondi e ricci. Sembrava uscita dritta da un quadro, e Ian si chiese come poteva avere quell'aria così dolce e tranquilla mentre parlava con una persona dall'atteggiamento talmente freddo.
Con un ultimo sguardo trasognato, Ian entrò in classe, avvicinandosi al banco dove chiacchieravano Daniel e a altri due ragazzi.
- Ciao. - mormorò.
- Ciao! - rispose Daniel vivacemente - Loro sono Henri, il mio compagno di banco, e Carl, il ragazzo che ho conosciuto ieri.
- Piacere, io sono Ian. - disse il ragazzo, e presentò i suoi amici.
- Noi tre ci conosciamo già. - aggiunse Etienne, guardando il compagno di banco di Daniel. Poi si rivolse a Carl, chiedendogli come mai fosse andato a studiare lì, facendosi aiutare dagli Henri per interpretare il suo francese stentato.
Mentre tutti parlavano, Daniel chiese a Ian: - Com'è andata la giornata? Io ho visto un angelo.
- Anch'io.

Angolo delle Autrici
Questo capitolo è stato un vero parto, e ha fatto più volte desiderare a kaze di scrivere una Geoffrey/Daniel. Ma tranquilli, finchè c'è rai non correte rischi. E poi, quando Brianna diventerà più attiva, i desideri romantici di kaze saranno appagati dal canon.
E ora, i ringraziamenti:
- MonyPurpa: anche noi adoriamo geo, come forse avrai notato (voglio scrivere una Geoffrey/kaze, nd kaze). Isabeau è entrata in scena adesso, e si, ci saranno anche i vecchi e gli zombie. Uno è già apparso, indovina chi è!
- Misery13: grazie per i complimenti, anche noi amiamo Geoffrey, non ci stanchiamo mai di ripeterlo, e speriamo che continuerai a seguirci.
- Pilatigirls: toh, qualcuno che ha apprezzato "Via col Kunai"! Questa si che è una bella sorpresa, eravamo convinte di esserci divertite solo noi! Vorrà dire che metteremo l'ultimo capitolo. Grazie del supporto, un bacio anche a voi!
Grazie anche a Leowynn95, che ha inserito la storia tra i seguiti; ti anticipiamo che per Leowynn abbiamo grandi progetti!

P.S. Geoffrey vi ama!

  
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