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Autore: ScudoDiTiglio    04/09/2010    3 recensioni
Anche nelle giornate più noiose in cui tutto sembra girare per il verso storto, la vita può prendere una piega decisamente inattesa! Ecco cosa accade se, a soli undici anni, improvvisamente si scopre di essere imparentati con alcuni personaggi del tuo libro preferito: “- Non so se tu sai chi sono io... - riprese a parlare la donna con un tono e uno sguardo che parevano un po' tristi. La ragazzina scosse piano la testa, - Immagino che Lei faccia parte del mondo magico. La Strega sorrise e annuì, - Sono Lilian Luna Potter, Ministro della Magia - si presentò stringendo la mano della sua giovane interlocutrice. Poco ci mancò che la saliva andasse di traverso a Diana! Lilian Luna Potter?! La bambina figlia di Harry e Ginny che compariva nell'epilogo di Harry Potter e i Doni della Morte assieme ai fratelli e ai cugini?? - La figlia di Harry Potter... - sussurrò flebilmente, guardandola con tanto d'occhi, chi l'avrebbe mai detto? - Oh, non solo... sono anche la sorella del tuo nonno paterno, James -. Ma cosa c'entrerà la città perduta di Petra con i discendenti del Salvatore del Mondo Magico?
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ci si rivede!!! XD [Oh no, ci risiamo, eccola di nuovo all'attacco! Nd Voi] Tranquilli, per vostra scalogna non ho dimenticato “Le Reliquie del Triangolo”, però la tentazione di postare quest'altra fanfiction a cui sto lavorando era troppo forte, e così eccomi qui! ;) Forse potrei aggiornare in modo più regolare questa rispetto all'altra, ma non do nulla per certo, dipenderà da quale parte propenderà la mia ispirazione, e soprattutto il tempo, dalle prossime settimane ç_ç
Sarei molto felice se voleste farmi sapere cosa ne pensate, e naturalmente sono bene accetti critiche e\o consigli! *_*
Tres bien, detto ciò... spero vivamente che la storia sarà di vostro gradimento! ^_-

Capitolo I

GIORNATA DI NOTIZIE SGRADITE!

<< Finalmente! >> esclamò felice una ragazzina dai lunghi riccioli rosso fuoco screziati di ciuffi biondi, cominciando a scendere dalla scalinata in marmo posta all'ingresso del grande edificio di mattoni rossi e grigi che ospitava la scuola elementare “Simon Bolivar”, sollevando i suoi occhi di un verde chiarissimo dalla sfumatura dorata verso il cielo senza una nuvola, rischiarato dallo splendente sole di fine giugno.
<< Però fuori c'è troppo caldo! >> si lamentò una seconda ragazzina dai lunghi e lisci capelli biondo platino che camminava svogliatamente accanto alla prima, << Almeno nelle aule c'era l'aria condizionata! >>
Diana Scamander si fermò di colpo in mezzo al vialetto lastricato d'ingresso, fissando la sua amica come se avesse di fronte chissà quale strana creatura.
<< Beh, che c'è? >> domandò la biondina voltandosi indietro, poiché dopo qualche passo si era resa conto che l'altra non la seguiva e continuava a osservarla sbalordita.
<< Come che c'è?! Narcissa, abbiamo appena terminato gli esami con ottimi risultati e siamo pronte a goderci un'estate di pace, e tu dici che era meglio l'aria condizionata delle aule che non questo sole meraviglioso? >>
Narcissa sbuffò sollevando al cielo gli occhi color ghiaccio, << Non so tu, ma io ho un gran caldo con questa divisa addosso! >>
Diana annuì, in effetti la giacchetta nera con la gonna bordeaux e la calzamaglia e stivaletti neri che formavano la loro divisa scolastica mettevano addosso un caldo allucinante che t'immergeva in un bagno di sudore. Senza contare che lei detestava le gonne!
<< Effettivamente non è il massimo >> ammise la ragazzina dai capelli rossi, << Però con un bel gelato ai giardini pubblici si starà molto meglio! >> propose con tono entusiasta.
<< Gelato?! Ma se è quasi ora di pranzo! >>
<< Ma dai! Sono soltanto le 11 e 30! Forza, andiamo! >> esclamò Diana guardando il piccolo orologio che portava al polso destro prima di raggiungere Narcissa a passo di carica e afferrarle il braccio per trascinarla con sé verso il parco dove usavano fare le loro passeggiate pomeridiane, senza lasciarsi scoraggiare dall'iniziale reticenza della bionda. Infatti era sempre così, doveva essere Diana a smuoverla contagiandole la sua energia infuocata anche per un semplice “giro” in altalena, poiché quando lei lo proponeva si sentiva rispondere da Narcissa qualcosa del tipo: “ Ma sei sicura che possiamo? Forse siamo un po' troppo grandi...”alla fine però finivano sempre per lanciarsi in una gara a chi riusciva a spingersi più in alto e cose simili, finché non si capiva quale delle due ridesse più forte.
<< Buongiorno! >> salutò Diana avvicinandosi alla roulotte che faceva da bar del parco, tirandosi dietro Narcissa.
<< Oh, ciao Diana! Narcissa... >> rispose la giovane barista con un gran sorriso. Ormai conosceva le due ragazzine, poiché erano più i pomeriggi che prendevano il gelato lì da lei, che quelli in cui non si facevano vedere.
<< Finiti gli esami? >> le due ragazzine annuirono, infatti proprio quel giorno avevano avuto gli orali degli esami di quinta elementare, dopo i quali sarebbero passate alle scuole superiori.
<< Oh bene, sono contenta! Allora a settembre alle superiori eh? >>
<< Già... per favore potremmo avere due coni, uno al cioccolato e uno alla fragola? >> domandò Diana ridacchiando, dopo aver ricevuto un discreto colpo sulla schiena da Narcissa che, essendo molto più timida di lei nei confronti degli adulti, non amava particolarmente fermarsi a chiacchierare.
Dopo che Diana ebbe pagato per tutte e due, lei e la biondina si diressero verso delle piccole rocce all'ombra di alcuni alberelli.
La ragazzina dai capelli di fuoco si sfilò dalla spalla lo zainetto lasciandolo cadere sul terreno senza troppa delicatezza e accomodandosi su uno dei massi meno frastagliati senza curarsi minimamente della gonna a pieghe bordeaux, mentre Narcissa sistemò il suo su un'altra roccia stando attentissima che non toccasse terra, poi si decise a sedersi soltanto sopo essersi lisciata la gonna, e non osò appoggiare la schiena contro le rocce per paura che la giacchetta nera s'impolverasse.
<< Comunque sono contenta di passare alle superiori, finalmente >> commentò Diana leccando il suo gelato al cioccolato, << A parte il fatto che sarà una completa novità, almeno non dovrò più rivedere quelle ochette >>.
Infatti in quegli anni aveva avuto non pochi problemi con le sue compagne di classe, le quali non solo avevano sempre rifiutato di fare amicizia con lei ma l'avevano anche isolata dal resto della classe facendola sentire del tutto inopportuna.
Il fatto era che si comportavano da ragazze più grandi, almeno secondo loro, e sostenevano che Diana fosse troppo “bambinetta” (per citare uno dei loro termini preferiti per descriverla), con la sua passione per la magia, i misteri, i libri fantasy e il sovrannaturale in generale.
Narcissa, che aveva conosciuto a settembre poiché all'inizio dell'anno scolastico era arrivata come nuova alunna nella quinta a fianco alla sua, era la sua unica amica, e Diana sperava proprio che alle superiori sarebbe stata in classe con lei. Magari assieme avrebbero fatto amicizia anche con altre ragazze molto più simpatiche delle sue precedenti compagne...
<< Alle superiori non studieremo assieme >>
La voce di Narcissa la investì come un fulmine a ciel sereno interrompendo bruscamente i suoi pensieri e facendole quasi andare di traverso il gelato.
<< Che?! >> biascicò inghiottendo l'ultimo boccone e guardando l'altra stranita, come se pensasse d'aver capito male.
<< I miei mi hanno iscritta ad un college d'alto prestigio lontano da Southampton >> dal suo tono sembrava trasparire una certa soddisfazione.
<< Ma non hai detto loro che qui ti trovi bene? >> le domandò Diana sconcertata.
<< Tanto dovrei cambiare scuola comunque, no? >>
<< Beh sì, ma qui hai degli amici... >>
<< Se ne possono trovare di nuovi, no? Ne avrò anche di là, fidati... >>
Diana aveva sempre un'irrefrenabile voglia di farglielo notare quando ripeteva troppo spesso “no?” oppure “giusto?”
<< Intendo... con me quando...? >> lasciò la domanda in sospeso cercando di farle capire quello che intendeva. Non avrebbe voluto essere così diretta, però doveva capire come la vedesse la biondina...
<< Tu sei troppo radicata e chiusa, Diana >> sbuffò Narcissa con un tono vicino all'esasperato, << Non metti mai in conto la possibilità di conoscere altra gente, invece le persone vanno e vengono... e ora che fai? >>
<< Devo andare >> rispose lapidaria la rossa, infatti era scattata in piedi e aveva recuperato il suo zaino, gettandoselo sulle spalle.
<< Ma non hai nemmeno finito il gelato... >> le fece notare Narcissa.
<< Mamma e nonna mi aspettano, vorranno sapere come sono andati gli esami >>
<< Ma se non abbiamo ancora i risultati! Dovremo aspettare i quadri... >>
<< Sì ma mi hanno mandato un messaggio >> buttò lì iniziando a incamminarsi, << Ciao, ciao >>
Narcissa rimase seduta seguendola con lo sguardo finché non fu sparita oltre il sentiero di olivastri. “É completamente ammattita! Ah ma sicuramente dove andrò non mi mancheranno amici molto più interessanti di lei! Anzi, non glie l'ho detto, ma conosco già parecchi dei miei futuri compagni!”
Lasciata Narcissa alle sue elucubrazioni mentali, Diana attraversando un intrico di vie lastricate di granito bianco con il suo passo veloce, cominciò a riflettere, cercando di metabolizzare il doppio colpo che aveva subito.
Sì, perchè non era solo la notizia del trasferimento della sua migliore amica fuori Southampton a dispiacerle.
Ciò che la mandava in bestia era il tono distaccato con cui parlava del fatto che non si sarebbero più potute frequentare come prima. “Naturalmente si possono anche avere amici lontani con cui ci si tiene in contatto telefonicamente o per e-mail, ma a lei non è nemmeno passato per la testa di propormi questo e dirmi che magari ci vedremo alle vacanze. La massima consolazione da parte sua è stata che farà presto a farsi degli amici anche là! Lei! E io?”
La ragazzina dai riccioli di fuoco sospirò svoltando in Michigan Road e dirigendosi al numero 9, dove risiedeva assieme a sua madre e ai nonni materni, Narcissa era sempre stata un po' così, molto più posata e schizzinosa di lei, e a volte un tantino vanesia per molti versi, però quando si scioglieva sapeva anche essere simpatica, rideva e scherzava.
Certo, secondo quando sarebbe partita, magari avevano ancora un po' di tempo, forse anche tutta l'estate... però Diana sapeva che ora niente sarebbe stato più come prima, dato che la bionda non aveva nemmeno pensato all'idea di tenersi in contatto e, da come parlava, non avrebbe potuto fregargliene di meno se lei avrebbe avuto altri amici o no. Anzi, forse provava un certo gusto nel fatto di essere la sua unica amica!
Varcata la soglia della casa a schiera, le venne incontro l'aria fresca del ventilatore acceso nel salotto in cui era presente anche un piccolo angolo cottura. Prima di salire in camera sua la ragazzina dai riccioli rossi si affacciò alla soglia del salotto arredato in modo molto semplice, con un paio di divani foderati di bianco, televisore, un tavolino con angolo cottura addossato alla parete in fondo e una finestra dall'altra parte, fece per salutare la madre e la nonna, che si adoperavano per il pranzo, quando si rese conto che parlavano in maniera concitata.
<< Dunque, dobbiamo proprio andare? >> stava domandando Titania Scamander; una giovane donna sui trent'anni, dai lunghi e lisci capelli biondi in parte trattenuti da una molletta nera, e che in quel momento portava una maglietta indaco a maniche corte e una gonna jeans lunga fino alle ginocchia.
<< Ma certo che sì, cara! >> rispose nonna Dora, una signora bassa e rotondetta con una treccia grigio scura arrotolata in cima alla testa e che portava un largo vestito verde chiaro. << In fin dei conti Pirra è pur sempre tua sorella! >>
<< Certamente sì >> ribatté Titania passandosi una mano sulla fronte, << Infatti non ho proprio niente contro di lei. È la presenza di Augustus che mi mette a disagio! >>
Diana voltò le spalle al salotto e, ancora con lo zaino in spalla, si diresse silenziosamente verso le scale dall'altra parte del corridoio che conducevano alla zona notte e uno dei due bagni. Non aveva bisogno di sentire altro.
La sua camera era piuttosto piccola, il letto addossato alla parete di fronte alla porta, proprio sotto la finestra, la scrivania a destra della porta, l'armadio sulla parete sinistra e, sopra la scrivania, erano appese tre mensole piene di libri fantasy, mentre nella cassapanca di fianco alla scrivania erano ammucchiati i libri di scuola che d'ora in poi non le sarebbero più serviti, anche se sua madre consigliava di tenerli per qualche ripasso.
Chiusa la porta e gettato lo zaino sopra la suddetta cassapanca senza troppa delicatezza, la ragazzina si affrettò a sfilarsi di dosso la divisa scolastica, indossando al suo posto pantaloncini jeans che arrivavano giusto a metà coscia e un leggero top a righe rosse e verdi con solo due spalline, abbigliamento decisamente più estivo! Dopodiché afferrò il libro “Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban”, decisamente il suo preferito dell'intera saga, e si buttò sul letto sedendovisi a gambe incrociate. Quella giornata si stava evolvendo proprio di male in peggio, dunque quale distrazione migliore del proprio libro preferito?
Dopo Narcissa ci mancava soltanto il compleanno di sua cugina Veive! Questa ragazzina era la figlia della sorella maggiore di sua madre e, sebbene fosse sua coetanea, i rapporti tra loro due non erano mai stati dei migliori. Inoltre suo padre, Augustus Tiger, non faceva che vantarsi dell'importanza e il prestigio della sua casata e guardava Diana dall'alto in basso poiché non si sapeva chi fosse suo padre e dunque aveva preso il cognome della propria famiglia materna.
Tutti gli anni Diana attendeva con ansia l'estate, intanto per il fatto che, dopo un anno sfiancante, finalmente la scuola sarebbe terminata, ma soprattutto per le lunghe e belle giornate di sole e per le due settimane che ogni anno, in occasione del suo compleanno, lei e sua madre passavano in California, dagli zii Newt e Calliope (rispettivamente fratello e cognata di Titania). Al tempo stesso però temeva l'inizio delle vacanze, poiché a fine giugno si festeggiava il compleanno di Veive a villa Tiger, cui loro erano puntualmente invitati nonostante non vedessero quasi mai quella parte di famiglia. Oltre che per la sua totalmente inesistente voglia di incontrare sua cugina e doverle fare gli auguri, Diana era anche particolarmente infastidita dalla presenza dell'intero parentado Tiger, che considerava gli Scamander alla stregua di poveracci.
“Ma perchè diamine inviteranno anche noi?” in realtà aveva già trovato due possibili spiegazioni a questa domanda;
a) era zia Pirra a volerli per non stare da sola in mezzo ai numerosi Tiger
b) Augustus teneva a pavoneggiarsi insieme al resto del suo stuolo di parenti.

Il Ministro della Magia, la prima donna dai tempi di Millicent Bagnold, se ne stava appoggiata alla lunga finestra in stile gotico del suo studio con le braccia incrociate. A vederla da quella prospettiva si sarebbe definita una tranquilla giornata d'inizio estate, ma lei sapeva perfettamente che non era affatto così.
Loro erano in agguato nell'ombra, come ormai accadeva da quasi dodici anni, da quando il Mondo Magico era stato sconvolto per la prima volta dopo la caduta di Lord Voldemort.
Ormai da due giorni attendeva con ansia il ritorno degli Auror che aveva mandato in missione, ma ancora non c'era traccia di loro. Non avevano nemmeno spedito un gufo, e il che era grave visto che la ragazza doveva essere trovata prima che fossero loro a catturarla e imprigionarla ad Azkaban. Già, proprio là, nel cupo edificio che un tempo era stato la prigione dei Maghi, e che ora era stato occupato per loschi affari! Oppure, nel peggiore dei casi... beh, preferiva proprio non pensarci!
L'improvviso bussare all'altissimo portone di legno pregiato ornato da intarsi, distolse il capo del Mondo Magico dai suoi cupi pensieri facendola voltare di scatto. << Avanti! >>
Al suono della sua voce autorevole, due Auror con le loro uniformi nere contornate di rosso fecero il loro ingresso nello studio situato al piano più alto del Ministero della Magia: un'enorme stanza dalle altissime pareti composte da pannelli di legno chiaro, il pavimento sparso di lunghi tappeti persiani e indiani e, al centro, una larghissima scrivania di taglio antiquato costellata di numerosi cassetti e scomparti segreti, stipata di volumi antichi rilegati in pelle, vecchie pergamene, piume e piccole boccette d'oro contenenti inchiostro.
<< Lupin, Gong! Finalmente! >> esclamò il Ministro della Magia precipitandosi verso di loro ai piedi del largo soppalco che faceva da anticamera. Solitamente chiamava per nome i suoi agenti, ma quand'era particolarmente preoccupata come in quel momento, pur non volendo, il suo atteggiamento diventava più autoritario.
<< Allora? >> domandò concitata, sfregandosi le mani.
<< Buona sera, Ministro >> salutò Yu Gong, l'Auror cinese, in tono formale, << Crediamo che la ragazzina si trovi a Southampton >> .
<< Credete?! Insomma, state esprimendo la vostra opinione o è così? >> domandò impaziente il Ministro, tamburellando con le dita sulla sua ampia scrivania.
<< Gli unici Scamander che abbiamo rintracciato risiedono in quel paesino >> prese la parola Romolo Lupin, << Però avevamo il dovere di informare Lei, prima di verificare di persona, Ministro >>.
<< Certo, avete ragione >> sospirò lei chiudendo un attimo gli occhi, poi si fece silenziosa e, dopo aver riflettuto un momento, rialzò la testa ad esclamò: << Radunate una pattuglia, verrò anch'io ad accertarmi personalmente che siano le persone che pensiamo! >> e, allacciatosi alle spalle un lungo mantello di un viola scurissimo e spenti i quattro incensi posti ai quattro angoli della scrivania con un semplice gesto della mano, si precipitò di corsa fuori dallo studio, seguita dai due Auror.

  
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