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Autore: Ciribiricoccola    04/09/2010    1 recensioni
* STORIA TEMPORANEAMENTE SOSPESA * Clarissa e Danny insieme, come entrambi avevano sempre desiderato (ma mai ammesso!). E adesso che cosa succederà? L'amore sarà idilliaco? Nah, altrimenti sopraggiungerebbe la noia! Qualcosa succederà, e una grossa, enorme, spaventosa crepa ignorata da tutti si aprirà in questo quadretto perfetto. Provate a indovinare chi sarà la persona che per prima causerà questa crepa...
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Danny Jones, Dougie Poynter, Harry Judd, Nuovo personaggio, Tom Fletcher
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'McClaire- She's the young, she's not alright'
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claire Mio Dio, ma è tardissimo! Vi saluto alla velocità della luce, sperando di sapere che state tutti bene!!

Scusate il ritardo, ho cercato di pubblicare il prima possibile per farvi contenti, e anche perchè così riuscirò a gestire meglio tutto il resto del materiale che ho in cantiere :) Magari un giorno vi rivelerò qualcosina al riguardo!
Dopo le vacanze devastanti, gli esami e in attesa di una settimana very busy, eccomi qui, con un nuovo capitolo. Vi avverto, lo odierete XD Sarete voi a dirmi per cosa!! Io l'ho odiato scrivendolo, ma d'altronde era necessario, essenziale! Sapete, bisogna pur accendere la miccia prima di fare esplodere una bomba!!!...

Passiamo alla parte più bella! Grazie a TUTTI, come al solito, ma in particolare a...

@RubyChubb: Odiami, caVa, odiami!!!! E poi quella dei capitoli lunghi sei tu, non io, cosa vuoi da me?! :P Queste righe ti manderanno in visibilio per l'isteria, già lo so! Grazie per esserci sempre!!!

@GiulyB: Grazie mille anche a te, sono contenta che il capitolo precedente ti sita sembrato "godibile". Peccato che in questo caso penserai il contrario XD Ma un pò per uno non fa male a nessuno, mettila così XD Grande ammirazione per essere in pari nonostante la tua dichiarata pigrazia :D :D!

Ed ora, mcflyani e non... à vous! Devo lasciarvi in fretta e furia, ma tornerò presto!

Baci

Ciry


***







Si afflosciò sopra il divano, in attesa che il suo ragazzo venisse a salutarla decentemente, andando oltre quel Ciao! urlato dal piano superiore. Era stanca morta.

“Dan, ma che stai facendo, hai messo radici al computer?!” sbottò spazientita dopo due minuti di silenzio totale.
Invece di una risposta diretta, sentì i passi frettolosi del fidanzato e il sorriso ricomparve sulle sue labbra, rincuorato e divertito: si sarebbe precipitato da lei, baciandola con gli interessi per scusarsi del ritardo!...

“Ehi! Scusami, ero a ribaltare casa, non trovavo una cosa…”
Lo vide sfrecciare davanti a lei con un mucchio di scartoffie tra le braccia e solo quando si alzò dal divano e gli andò incontro, palesemente desiderosa di un bacetto, lui glielo concesse. Sulla fronte, un velocissimo schiocco prima che tornasse a concentrarsi sulle proprie carte, sparpagliate sopra il grande tavolo del salotto.
“Ma… che cos’è quella roba?” domandò, confusa.
“Sono tutti i testi e le melodie che sono riuscito a mettere su negli ultimi mesi” le rispose lui, parlando in fretta, con gli occhi illuminati dall’eccitazione “Oggi ho incontrato alcuni produttori con Tom e sarebbero interessati a fare qualche pezzo con noi! Quando ce l’hanno detto, lui ha risposto sì sì a tutte le loro domande, come al solito, e poi, quando siamo rimasti soli, mi ha fatto Porta qualche canzone delle tue domani, io ho fatto qualcosa, per ora però ho solo qualche bozza, voglio lavorarci ancora qualche giorno, non mi fido… Io sono rimasto di sasso, non era mai successo che affidasse tutto a me!!!”
“Bè, ma… non ci saranno solo pezzi tuoi e basta, alla fine, no?” domandò Clarissa con aria retorica, fissando uno spartito pasticciato d’inchiostro blu e caffè.
Danny alzò lo sguardo su di lei, ammutolì per qualche istante ed infine ribatté, vagamente perplesso: “Ma è dai miei pezzi che si partirà, Claire… Lo sai che l’ultima volta che è successo, è stato per Wonderland…”
“Sì, sì, lo so, ma… Ti sei offeso, scusa?”
“No, non sono offeso, è che…” il chitarrista cercò le parole adatte…
“Non ti vedo… contenta, ecco…” concluse, incrociando le braccia al petto.
La sua ragazza alzò le spalle con un sorriso rassicurante e affermò: “Ma certo che sono contenta… E’ solo che sono anche stanca, tutto qui… e poi voglio sentire che cosa ne ricaverete, da questo lavoro, prima di entusiasmarmi, sai…”
Il suo sorriso venne ricambiato, entrambi si tranquillizzarono e lui scosse la testa, sospirando: “C’è un sacco di lavoro da fare coi ragazzi, mi sento come se dovessi avere il controllo del mondo da un momento all’altro…”
Clarissa lo baciò sulla tempia prima di dirgli: “A stomaco vuoto nessuno ragiona come si deve, adesso preparo la cena e vedrai che…”
“Ah, aspetta, no” la interruppe lui, con una smorfia di disappunto “Ho già cenato con una pizza, devo essere in studio nel giro di un’ora per vedere se riusciamo a registrare qualche demo…”
Non riuscì a nascondere una punta di delusione, che le salì immediatamente agli occhi; riuscì a scacciarla prima che lui potesse dirle qualsiasi cosa e si mostrò accondiscendente. Del resto, non era la prima volta che capitava in due anni…
“Va bene… Farete tardi?” domandò, cauta.
“Sinceramente non ne ho idea… Tu non aspettarmi sveglia, comunque, ok?”
Era certa che sarebbe tornato a notte fonda.
Si mise il cuore in pace, annuì in silenzio e lo lasciò al suo nuovo tesoro cartaceo per rinchiudersi in cucina.


Quando se ne fu andato, lo salutò come sempre, riservandogli il consueto bacio a stampo, quello che a volte lui reclamava una seconda volta, perché non era riuscito a sentire del tutto le proprie labbra sulle sue.
Quella volta, avrebbe potuto essere lei quella a lamentarsi, ma aveva taciuto di fronte al suo entusiasmo per il progetto di cui si sarebbe occupato con la band.
Non era certo la prima volta che si assentava per lavoro, ma quando si era messa con lui, i McFly stavano attraversando un periodo di quiete, una sorta di anno sabbatico trascorso a rilassarsi dopo il matrimonio di Tom. Di certo nessuno di loro era mai rimasto con le mani in mano: si trovavano spesso insieme a suonare in studio, in molte occasioni erano partiti per qualche giorno in giro per l’Europa, a fare comparsate in TV, portandosi dietro Gi, Frankie e lei, mai abbastanza avvezza ai fotografi per considerarli “parte della tappezzeria” ed ignorarli bellamente, no. Tendeva sempre a rivolgere degli sguardi inquieti verso i loro obbiettivi, sentendosi addosso degli sguardi fin troppo invadenti.
Almeno, allora stavano insieme costantemente.
Di un nuovo album non aveva ancora sentito parlare: né Danny, né gli altri le avevano rivelato mai niente. Ma sembrava essere giunto il momento per mettersi al lavoro e registrarne uno, chissà di che stampo e in chissà quanto tempo.
Da amica di Harry, Dougie e Tom, aveva sempre tollerato in passato con rassegnata pazienza la loro assenza prolungata, i loro appuntamenti mancati, gli imprevisti e le dimenticanze.
Da fidanzata di Danny, ancora non sapeva come comportarsi di preciso, ma decise di non farsi paranoie inutili prima del tempo.
Si tratta solo di stare un po’ meno tempo insieme e di non stressarlo più del dovuto, Claire, non essere stupida… Guarda il lato positivo: avrai più tempo per te!


Dopo una cena a base di insalatona mista, il telefono di casa squillò.

“Pronto?”
“Ciao, tesoro…”

Sorrise di cuore.

“Nora… Come stai?”
“Un po’ raffreddata, ma niente di serio… E tu? Ti sento un po’ stanca…”
“E’ il lavoro, tranquilla, per il resto sto bene!” la tranquillizzò, divertita dal suo intuito sempre infallibile.
“E il tuo fidanzato? E’ lì con te?”
“No, stasera Dan è uscito presto per andare a suonare con i ragazzi, ma non so dirti molto di più…” mentì con disinvoltura, vincolata com’era all’obbligo della riservatezza sulle questioni di lavoro della band.
“E così ti ha lasciata da sola ai fornelli, eh?” ridacchiò la vecchia signora, ricambiata dalla ragazza, che le domandò: “Come vanno le cose lassù?”
“Abbastanza bene, e ti ho chiamata per un motivo ben preciso, anzi, due! Volevo prima di tutto sgridarti sonoramente per non essere più tornata a casa! Sai che è passato più di un anno?!”
Alla parola “casa”, Clarissa storse la bocca, ma si limitò a ribattere: “Hai ragione, lo so, lo so, è che sono sempre stata piena di lavoro, e poi mi sono trasferita qui da Danny da pochi mesi, non ho trovato un attimo per…”
“Ti sculaccerò comunque appena ti vedo!” la sovrastò l’amica in tono canzonatorio “Tra un mesetto circa sai che giorno è? Barbara compie gli anni! E tu non puoi mancare, dico bene?”
Sapeva perché le stava rivolgendo quel tono buffo, eppure severo: l’anno prima non aveva partecipato al compleanno della madre adottiva a causa dei preparativi alla convivenza con Danny, per non parlare delle ferie che non le davano mai…
Quell’anno, non avrebbe potuto non essere presente, non un’altra volta. Non voleva.
“Me lo ricordo, sì, e stavolta mi sono organizzata, sai? Ho dovuto fare carte false per avere qualche giorno libero il prossimo mese, ma ce l’ho fatta e stai sicura che verrò! Porto anche Dan, va bene?”
“Mi pare ovvio! Altrimenti finirà che lo vedrò soltanto in TV!” concordò la signora in tono concitato.
“Se gli dico che è per il compleanno di Barbara, accetterà sicuramente, stai tranquilla!”
“Va bene, piccola, va bene, puoi smettere di rassicurarmi, sono almeno vent’anni che me ne sto tranquilla di continuo, con tutto quello che non ho da fare nella vita, se non lavorare a maglia e leggere giornaletti gossippari perché i libri sono scritti troppo in piccolo per la mia miopia!”
“E aggiungici anche i pettegolezzi con Barbara e con le signore del vostro circolino, Nora…” insinuò la ragazza, sorridendo al pensiero di tutte quelle attempate donne dai capelli bianchissimi, patite di tè, biscotti e radio alle cinque del pomeriggio, che accarezzavano e pizzicavano Danny sulle guance, cicaleggiando “Ma che bel ragazzone!”, “Santo cielo, ma quanto sei alto?!”, “Fatti dare un bacio!!”
“Verranno anche loro alla festa! Paula farà la torta al limone, ragione in più per cui dovrai essere presente, hai capito, esule dei miei stivali?”
“Sì, nonna, sì, ho capito…” cantilenò lei di rimando, facendola ridere per quel nomignolo, tanto artificioso quanto plausibile.
Si salutarono con la promessa di risentirsi e mettersi d’accordo per il mese successivo, e al suo ritorno in cucina Clarissa notò l’arrivo di un SMS sul cellulare: era Anne.

Daniel ed io stasera ci rinchiudiamo in un pub, abbiamo voglia di patatine fritte, ma non di cucinarle! Ti unisci a noi?

Declinò l’invito, scrivendo che aveva già cenato e che sarebbe andata a letto presto, e così fu, suo malgrado, perché provò a guardare un film alla televisione, ma gli occhi le si chiudevano davanti allo schermo.





Sentì le lenzuola spostarsi leggermente, così d’istinto le tirò piano verso di sé, socchiudendo a malapena gli occhi, stordita.
Un impercettibile schiocco di labbra sui suoi capelli spettinati le diede la conferma che Danny era tornato; si girò mollemente verso di lui.
“Ciao…” sussurrò con un sorriso stanco.
Lui se la strinse al petto, ricambiando il saluto, e le disse: “Scusa, ti ho svegliata… Torna pure a dormire…”
Vedendolo sbadigliare, Clarissa confermò: “Sei stanco anche tu, vedo… Allora buonanotte, amore…”
“’Notte…”






Al mattino, non lo trovò a letto e capì subito perché: non era stata solo la sveglia a farla alzare dal letto, ma anche la sua musica.
Stava già suonando, di prima mattina.
Stupita da tanto senso del dovere, decise di non disturbarlo e sgattaiolò silenziosamente in cucina per prepararsi la colazione, constatando immediatamente che lui l’aveva preceduta, dato l’odore di pancetta bruciata che le arrivò alle narici, facendole storcere la bocca.
“Gesù…” boccheggiò mentre apriva la finestra, accorgendosi anche della padella lasciata sporca sui fornelli…
Che nervi…
Avrebbe avuto giusto il tempo per una colazione veloce, dunque si preparò solo un caffè in fretta e furia, dopodiché fece capolino nella “sala della musica”, come la chiamava lui.
“Buongiorno, musicista…” fece, trovandolo con la chitarra tra le mani ed una matita in bocca.
“Ciao, amore!” la salutò lui di rimando, restando seduto sul suo sgabello “Ti ho svegliata io? Troppo casino?”
“No, tranquillo… Tra poco devo andare, avevo messo la sveglia…” lo giustificò la ragazza prima di affondare la bocca nella sua guancia destra, un po’ più pungente del giorno prima.
“Stavo preparando due o tre robette…Oggi pomeriggio, parliamo con uno di quei pezzi grossi di cui ti parlavo ieri: vuole sentire se e come modificare il sound…”
“Mi farai sapere com’è andata, allora, ok? Ci sei stasera, no?”
“Credo… credo di sì! Per cena penso proprio che avremo finito!” le rispose il chitarrista, seppur con una piccola nota d’incertezza nella voce a cui Clarissa non fece troppo caso.
“Bene” gli disse, pizzicandogli piano il naso per poi allontanarsi “Allora io vado e resto fino alla chiusura… Se torni prima di me, li metti tu i piatti in lavastoviglie? Ci sono solo la mia tazzina da caffè e la padella che hai usato prima, poi per il resto è carica, va bene?”
“Sì, me ne occupo io!” confermò Danny prima di lasciarla correre ai preparativi della routine.
Gli augurò di corsa buona fortuna, aggiungendo il solito bacetto a stampo, ed uscì, lasciandoselo alle spalle, iperconcentrato e teso.



~~~



“Doug?”
“Mh?”
“Tu… Voglio dire, Frankie non è qui…”
“Ovvio, no. È uscita prima di me, credo volesse fare shopping con Rochelle… Perché me lo chiedi?”
“Aspetta… Tom?”
“Dimmi…”
“Dov’è Gi?”
“Gi?”
“Sì, Gi!”
“L’ho… lasciata a casa… Respirava… Credo che sarà ancora viva al mio ritorno… Che doman…”
“Se nessuno di noi ha portato le ragazze… perché Cassie è qui?”

La domanda a bassa voce di Danny aleggiò nell’aria senza risposta per qualche secondo, sopra il fumo delle sigarette e del caffè.
Tom fu il primo a rompere il silenzio, con serenità.
“Forse era curiosa di vedere come se la cava Harry! Non lo ha mai visto suonare!” ipotizzò, sorseggiando il suo espresso.
L’amico chitarrista scosse la testa sbuffando fuori il fumo della sua sigaretta e ribatté: “Non avrebbe dovuto. Voglio dire, stiamo lavorando, no?”
“Che parolone!” intervenne Dougie con un gesto plateale della mano.
“Doug!” lo riprese Danny, cercando di mantenere la calma “Dovremmo starcene concentrati per evitare che quelli là dentro ci prendano a calci in culo, l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno sono le distrazioni, e le ragazze qui sono distrazioni!”
“Eddài, Dan, prova a calmarti…” gli disse l’altro, battendogli una mano sulla schiena per poi rivolgersi a Dougie: “Suoniamo i suoi pezzi, si sente come se stesse camminando sulle uova!”
“Andiamo, li abbiamo imparati tutti nel giro di due settimane! Come se non li conoscessimo!” sdrammatizzò il bassista.
“Sì, però non avete capito!” sbottò ancora il loro collega “Il punto è che il lavoro è lavoro! Se si mescola tutto, qui…”
“Harry è affidabilissimo e questo lo sai… Si sta solo prendendo cinque minuti di pausa per stare con Cassie, poi lei torna al di là del vetro e noi suoniamo in studio, capito? Di certo non se ne sta seduta sulla grancassa…” gli spiegò Tom, cercando di tranquillizzarlo.
“Sta venendo qui, c’è anche lei, zitti” li ammonì Dougie, telegrafico mentre sorrideva con lo sguardo al batterista con la sua ragazza.

“Ragazzi, tutto a posto?” domandò subito Harry una volta fuori dall’edificio, guardando le facce dei suoi amici.
Tom annuì con un sorriso e aggiunse, indicando Danny: “Abbiamo solo un piccolo episodio di paranoia tra noi, niente di che… Ha paura di fare fiasco!”
Il batterista ammiccò al collega e volle rinfrancarlo.
“Dan, ho improvvisato su uno dei pezzi mentre stavamo registrando, è andato tutto alla grande alla prima, stai tranquillo, quelli sono entusiasti, non ce li bocceranno!”
“E’ vero, siete tutti bravissimi!” rincarò la dose Cassie, sorridendo allegra “Io li ho visti molto soddisfatti, e poi piacciono anche a me! Per oggi sono la vostra rappresentante delle orecchie del popolo!”
“Grande Cassie con le orecchie del popolo!” esultò Dougie, offrendole la mano per battere il cinque.
Danny sorrise, ritrovando un po’ di razionalità e calma.
“Ok, ok, andrà tutto bene, lo so anch’io… Devo solo…”
“Smettere di fumare” lo interruppe Tom, togliendogli il pacchetto di sigarette dalle mani “Devi cantare ancora per un po’, quindi ti conviene, o il microfono ti manderà a fanculo…”
“Mammina, rientriamo? Voglio suonare, mammina!” cinguettò Harry, avvicinandosi al chitarrista biondo, che lo respinse con una smorfia divertita.
“Oh, sì, mammina, dài, insegnami a suonare il pianoforte come sai fare tu, ti prego, mammina, insegnami il tuo pezzo migliore…” continuò Dougie con una vocetta infantile.
Jingle Bells!” sparò Harry, scatenando l’ilarità generale.
“Se fossi vostra madre, vi avrei dati in adozione!” se ne uscì la vittima della gag, senza smettere di ridere.
Danny li osservò con il sorriso sulle labbra, seguendoli con Cassie accanto, che dichiarò divertita: “Se sul lavoro siete sempre così divertenti, verrò a trovarvi più spesso!”
Spostò gli occhi spensierati sul chitarrista, che non riuscì a trattenere una risatina nervosa e inascoltata.


***

In questo capitolo ho citato una certa Rochelle, alias Rochelle Wiseman, collega della nostra Frankie nel gruppo delle Saturdays! Nessun motivo pertiacolare per cui ho scelto proprio lei, mi piaceva il nome :)

E per quanto riguarda il titolo del capitolo, è tratto da "P.O.V." dei McFly, senza scopo di lucro, come sempre!

Questo capitolo si basa su presupposizioni ed ipotesi, tutte provenienti dalla mia imamginazione, poiché di fatto non so come lavora un artista e come si rapporta con un produttore! Ho provato a ritrarre un contesto plausibile e spero di non scandalizzare nessuno se ho scritto degli sfondoni :).
   
 
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