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Autore: SapphireLily    04/09/2010    6 recensioni
Harry era sdraiato su un letto del San Mungo, si era appena svegliato, ed era lieto di aver subito sentito le calde mani della moglie stringere le sue.
Erano lacrime di fenice, per lui, rigeneranti più di qualsiasi medicina o magia.
Lei era la sua cura, e le sue lacrime la sua disperazione.

[Altri personaggi: Ron, Hermione,James Sirius, Albus Severus, Lily Luna, Scorpius]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Goodbye, Harry

[Ginny, please, don't you cry: you know I'll always love you]

Harry sapeva di essere vecchio, ormai.
Aveva passato la mezza età da anni, e gli sembrava fosse trascorso un secolo da quando aveva scoperto di essere un mago.
Sembrava trascorso un secolo da quando aveva conosciuto lei.
Ripercorreva spesso quegli anni trascorsi insieme, guardandola dormire al suo fianco, il viso sereno attraversato dalle rughe; e ogni volta le domande erano le stesse.
Come ho fatto a non accorgermi immediatamente di lei?
Come ho fatto a non innamorarmi subito di quella bambina di dieci anni che correva sulla banchina salutando i fratelli che andavano verso Hogwarts?
Come ho fatto a non sognare quella vocina squillante ogni notte, dalla prima volta che l'ho sentita?
Come ho potuto credere di amare un'altra?
Ginny era tutto ciò di cui aveva bisogno, l'aveva capito al suo sesto anno.
Lei non era piagnucolosa, non era una di quelle ragazze che aspettano che tu capisca ciò che passa loro per la testa; quello che pensava, le si leggeva chiaro in faccia, e non faceva nulla per nasconderlo.
Per lei, Harry non era il Bambino Che E' Sopravvissuto, ma solo Harry.
Era confortante sapere di avere a fianco qualcuno che non ti idealizzava, che non ti poneva su un piedistallo senza conoscerti.
Ginny gli era sempre stata silenziosamente vicina, senza fargli mancare il suo appoggio.
Come in quel momento.
Harry era sdraiato su un letto del San Mungo, si era appena svegliato, ed era lieto di aver subito sentito le calde mani della moglie stringere le sue.
Erano lacrime di fenice, per lui, rigeneranti più di qualsiasi medicina o magia.
Lei era la sua cura, e le sue lacrime la sua disperazione.
-Ginny, non piangere-provò a dire, guardandola negli occhi, ma la voce bassa per il dolore sofferto non la rassicurò.
Sapeva di essere vicino alla morte, Harry, perchè quello non era il primo infarto, e non sarebbe stato l'ultimo.
Lo capiva dagli occhi dei figli, che stavano appoggiati alle mura della stanza come se temessero di interromperli, e dei suoi migliori amici, che si stringevano la mano vicino alla finestra.
-James, figliolo,-mormorò, sperando che sentisse-vieni qui, vicino a me-.
La moglie capì che voleva parlare con il primogenito per l'ultima volta, e lasciò la sedia a James.
Il ragazzo era diventato un uomo, ormai, e a Harry ricordava l'immagine del genitore che aveva visto nello Specchio delle Brame, secoli prima.
Nonostante l'opposizione delle famiglie, aveva sposato la secondogenita di Bill e Fleur, Dominique.
Aveva sposato una rossa, come il padre e il nonno, e Harry sorrise al pensiero che l'ormai adolescente Alex, suo figlio, avrebbe potuto continuare la tradizione di famiglia.
-James, figliolo,-ripetè, la voce rotta dall'emozione-ricordi quando morì Ley?-.
Il figlio ricordò con un sorriso il vecchio gufo che il padre gli aveva regalato per il suo sesto compleanno, e annuì.
-Qualsiasi cosa mi succeda, Jamie-disse, usando quel nomignolo che non pronunciava da anni-non fare il melodrammatico come quel giorno. Mamma ha bisogno di te, quando non ci sarò più. Sei tu il capofamiglia, James, ora. Non piangere, e sostienila, ok?-.
Lo guardò negli occhi e capì che il primogenito voleva ribattere, dirgli che non avrebbe dovuto farlo perchè lui sarebbe uscito presto dall'ospedale; ma non ci riusciva, il groppo in gola non lo lasciava parlare, e non gli era stato insegnato a mentire a chi stava morendo.
James annuì soltanto, e Harry sorrise.
-Ti prego, Jamie, chiamami Al-.
Il fratello sobbalzò al suono della voce supplichevole del padre, e si morse un labbro.
Harry non riusciva a immaginare come sarebbe stata la vita di Albus una volta che lui non ci fosse più stato, perchè era stato il suo figlio prediletto, in un certo senso.
E' incredibile quanto si assomigliassero, padre e figlio, per aspetto e per carattere.
-Al,-sussurrò Harry guardandolo negli occhi, identici ai suoi-James ha promesso di sostenere mamma, ma avrà bisogno anche di te, lo sai? Mi assomigli tanto-.
Albus annuì, mentre una lacrima scendeva lentamente sulla sua guancia.
-E dì alla piccola Amanda che il nonno le vuole bene-.
Lui scosse la testa, in lacrime:-No, pa', glielo dirai tu-.
-Oh, no, Al, non c'è più tempo ormai-.
Gli scompigliò i capelli con una mano, come faceva quando era piccolo, e guardò negli occhi Lily.
La sua piccola Lils, la ragazzina che piangeva guardando i fratelli andarsene a Hogwarts senza di lei.
Era uguale alla madre, con i suoi capelli rossi arruffati e gli occhi scuri sempre svegli.
Harry notò che ora il suo sguardo era spento, e capì che era rimasta tutta la notte a vegliare su di lui insieme a Ginny.
Notò che al suo fianco c'era Scorpius, un po' impacciato, che le teneva la mano nella sua.
Lily la lasciò e si avvicinò al padre, sorridendo al marito per rassicurarlo.
-Ehi, Lil-le sorrise il padre, prendendole la mano che Scorpius le aveva appena lasciato-Guarda che Al non mi convince. So che sei la più piccola, ma puoi prendere la sua mano come io sto facendo con la tua, quando piangerà?-.
Lily annuì, convinta, e gettò uno sguardo ai fratelli, che erano tornati vicino al muro per lasciarli da soli.
-E salutami i piccoli, soprattutto la piccola Grifondoro-disse strizzando l'occhio a Scorpius, che non avendo sentito fece una faccia stranita.
Draco Harry e Ginevra Astoria erano gli unici nipoti che portavano i nomi dei quattro nonni, e la piccola era la prima Malfoy Grifondoro dopo generazioni di Serpeverde.
Era un vero orgoglio per Harry aver potuto dare al vecchio Malfoy questo colpo al cuore.
-E salutami il vecchio Draco, prima che si dimentichi di me-ridacchiò, accarezzandole il viso.
-Non credo si dimenticherà facilmente di te, papà-rispose con un mezzo sorriso Lily.
Le fece cenno di alzarsi, e chiamò con un gesto Ron e Hermione.
Era inutile dire che loro erano ancora ora i suoi migliori amici, e cercò di farlo capire con un eloquente sguardo.
Hermione era in lacrime; sapeva che era sempre stata troppo sensibile, ma così commuoveva anche lui, per Merlino!
-Ron, per tutti i gargoyle!-esclamò con un po' di fatica Harry, facendoli sobbalzare-Tu non piangi? Hai la profondità di emozioni di un cucchiaino!-.
Gli amici sorrisero, ricordando i tempi di Hogwarts con un briciolo di rimpianto.
-Spero che almeno voi non piangiate, quando me ne sarò andato. In fondo sarò  solo dietro il velo, no?-.
I due si guardarono per un attimo, per poi annuire; ma bisognava ammettere che Hermione non era tanto convincente, bagnata com'era.

Era rimasta solo Ginny, a vegliarlo per la notte.
Harry aveva dovuto pregare Lily di andarsene, perchè non voleva vederla piangere.
Bastava sua madre, che continuava a versare lacrime che per Harry erano inutili, anzi, forse lo facevano solo sentire peggio.
-Questo non è un addio, Ginny. Io ti starò accanto e ci rivedremo, un giorno-.
Lei gli prese una mano e la baciò delicatamente, commossa.
-Una volta Silente mi ha detto che chi ci ama non ci abbandona mai veramente. Mi vedrai nei capelli di James, negli occhi di Albus e nei sorrisi di Lily, e questo ti basterà fino al giorno che ci troveremo nuovamente. Sai, avrei voluto che morissi prima tu. So che è brutto da dirsi, ma mi fa male vederti soffrire per me, Ginny. So solo che da quando ho capito di amarti, il mio amore è aumentato giorno dopo giorno. Ma un semplice umano non può provare tutto questo insieme, no? E' stato troppo per il mio cuore, quella goccia di amore di troppo che l'ha fatto traboccare-.
Sorrise, cercando una risata di Ginny, ma lei riusciva solo a ricreare una pallida imitazione di quello che una volta era il sorriso che gli faceva battere il cuore.
-Mi dispiace tanto, amore, ma non piangere: sai che ti amerò per sempre, vero? Ed intendo un vero per sempre, per l'eternità-.
-Ti amo anche io, Harry James Potter. Da quando avevo undici anni, fino alla fine del mondo-.
E quando si guardarono negli occhi, capirono che la semplice Morte non poteva separare il Padrone della Morte e sua moglie.

Un'altra canzone dei Oliver Boyd and the Remembralls introduce questa fanfiction: questa volta è Open at the close, che racconta quando Harry si sacrifica, alla fine dell'ultimo libro.
Ho voluto rappresentare la "vera" morte di Harry, e scrivere la mia prima Harry/Ginny, per quanto non molto lunga o speciale.
Una semplice morte, penso che sia quello che lui abbia sempre voluto, no?
Spero di non essere andata troppo OOC, e se l'ho fatto perdonatemi.
Oh, e c'è un  accenno Scorpius/Lily e James/Dominique <3
:)
  
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