Sèbatienne stava copiando con un carboncino la figura di Elèonore. La ragazza aveva deciso di farsi ritrarre con un abito cremisi con dei dettagli panna, che la faceva apparire ancora più evanescente e delicata.
Quando ebbe finito di delineare con tratti lunghi e sapienti la figura, iniziò a stendere il colore di base.
-Non parlate mai, mentre dipingete?- domandò curiosa Elèonore.
Il pittore sussultò, immerso nei meandri delle sue deviazioni. Un fremito dentro di sé lo spingeva ad ucciderla subito, ma sapeva di dover finire il quadro prima. -Oh, scusate mademoiselle! Se volete possiamo parlare di ciò che più vi aggrada.-
-Perché avete iniziato a dipingere?- domandò la giovane. Un brivido freddo percorse la schiena del pittore.
Per uccidere.
Per immortalare la bellezza.
Per uccidere.
Per uccidere.
Voleva gridarlo al mondo, ma rispose invece: -Dipingere è la cosa più naturale per me…-
-Vostro padre non aveva un'altra professione da tramandarvi?-
Erano anni che non pensava a suo padre. Aveva centinaia, migliaia di ricordi di quel bastardo. Se ne era andato quando lui era ancora piccolo, ma non prima di… Distolse il pensiero da quell’immagine.
–No. Non ho mai conosciuto mio padre.-

***
Quando la carrozza riportò Elèonore a casa era già notte inoltrata. Si infilò in un pertugio della siepe e percorse tutto il giardino correndo fino alla finestra della sua stanza, dove Jaqueline la stava aspettando.
–Mademoiselle Elèonore! Vostra madre ha manifestato più volte il desiderio di vedervi oggigiorno. Io le ho ribattuto che eravate molto malata, ma ella teme voi stiate morendo di consunzione…-
Elèonore proruppe in una fragorosa risata che riempì la stanza come un’ondata di colore in un ambiente grigio.
-Oh, sono così felice, Jaqueline! E’ un piacere posare per lui!- disse, mentre la domestica le sfilava la crinolina e la deponeva dietro il paravento.
-Sta dipingendo un quadro per voi?-
Le mani della domestica slacciavano con gesti precisi e minuziosi l’elaborato corsetto per prepararla ad andare a letto.
-Si. Ed è così bello!-
Jaqueline divenne scura in volto. –Vi state forse innamorando?-
-Sono già innamorata…-

Il mattino seguente Elèonore fu svegliata dall’ingresso della madre nelle sue stanze. La voce leggermente troppo squillante della donna echeggiava a causa dell’alto soffitto stuccato. Le accarezzò la guancia.
-Figlia mia, è arrivato il dottore. Vostro padre ed io siamo seriamente preoccupati per la vostra salute. Ormai tutte le settimane accusate un malessere…-
-Sto meravigliosamente, non serve il dottore-
Le sue parole non sortirono alcun effetto, dato che la madre fece entrare un uomo anziano dal naso aquilino e i capelli grigi. Il dottore non trovò nessun malessere, ovviamente, e questo non fece che aumentare a dismisura la preoccupazione dei genitori di Elèonore. Sembrava affetta da un male incurabile, che però esisteva solo ai loro occhi. A Jaqueline fu ordinato di sorvegliare Elèonore, e alla ragazza fu impedito di uscire dalla stanza finché le sue condizioni non fossero migliorate.
Elèonore rimase presto sola nella stanza con la domestica.
-Vi scopriranno, prima o poi. E licenzieranno me. Vi prego, smettete di andare da quel uomo!-
-Non posso! Ha quasi finito il quadro, mi ha detto… Vi chiedo due settimane ancora!-


***
Il quarto capitolo... Che dire. E' un po' un capitolo di passaggio, me ne rendo conto anche io. Un parere lo gradisco lo stesso, perchè comunque nella prima parte ho dato qualche indizio riguardo alle probabili origini delle deviazioni mentali di Sèbatienne. Ringrazio chi ha recensito e chi ha messo la storia fra le preferite/seguite.
Grazie. Sono le recensioni che mi fanno continuare a scrivere!
Faccio una piccolissima anticipazione riguardo al prossimo capitolo, giusto per tenervi un po' col fiato in sospeso... Nel quinto capitolo ci saranno sviluppi interessanti nel rapporto fra il pittore e la modella, non dico altro. :)
Al prossimo capitolo! Recensite numerosi (anche perchè sennò non aggiorno) XD!