Capitolo 3
Dell'inquietudine
Tra tutte le vite possibili,
ad un bisogna ancorarsi per poter contemplare, sereni,
tutte le altre.
[A. Baricco]
Fece ritorno a casa ormai a notte fonda.
Il russare di Ron si poteva distintamente percepire sin dall’ingresso della loro casa. Che non era di certo grande, ma tendendo conto che c’era un corridoio e ben due porte chiuse a dividerla dalla camera da letto, diciamo che la situazione era alquanto preoccupante.
Lasciò cadere la pesante borsa sul divano, e per poco non colpì la piccola Luinil, la gattina bianca che aveva da poco preso il posto del vecchio e compianto Grattastinchi. La micina miagolò risentita, e sparì nel buio della casa per trovare un posticino più tranquillo.
La spedizione ad Hogwarts non era propriamente andata a buon fine. Avevano trovato conferme circa l’alta energia negativa del luogo pattugliato, ma poche informazioni in più rispetto a quelle di cui erano a conoscenza. Restavano da studiare alcuni tomi che avevano preso in prestito e che avevano nascosto presso l’ufficio segreto dell’Ordine.
Si fece una doccia e poi raggiunse Ron a letto. Gli fece tenerezza vederlo dormire così scomposto, coi i capelli arruffati e la bocca leggermente aperta. E un po’ lo invidiò. Perché lui non doveva vivere di nuovo con quella paura, con quell’angoscia costante che già avevano pienamente conosciuto ai tempi della scuola.
Mentre lei ed Harry… beh, loro avevano deciso di non fingere che il Male non avrebbe più potuto tornare. Non nella forma di Voldemort, certo. Ma forse ora avrebbero dovuto affrontare qualcosa di altrettanto pericoloso, forse avrebbero perso nella battaglia altre persone care. Forse avrebbero potuto morire loro stessi.
E
fino a che non avrebbero scoperto di più su ciò
che stava accadendo al Nord, non si sarebbe data pace: un nemico
diventa invincibile se non lo conosci, e lei voleva scoprire quanto
più possibile per poterlo neutralizzare prima che fosse
troppo tardi.
Per proteggere le persone che amava.
Per non dover di nuovo cancellare la memoria dei suoi genitori e
costruir loro falsi ricordi.
Per evitare l’ennesima guerra.
Le
sarebbe piaciuto essere in grado di ignorare questa
eventualità.
Le sarebbe piaciuto poter svolgere un lavoro normale: per esempio
insegnare ad Howgarts, era sempre stata una brillante studentessa, no?
E quante volte aveva dovuto aiutare i suoi compagni di corso, Ron ed
Harry per primi?
Le sarebbe piaciuto tornare la sera nella sua casa, chiudersi la porta
alle spalle e pensare soltanto alla sua famiglia.
Eh sì, perché sotto sotto anche a lei sarebbe piaciuto sposarsi e avere dei bambini.
Si rigirò nel letto: era troppo agitata, e non sarebbe riuscita a chiudere occhio: si alzò decisa a prepararsi un Distillato della pace, ma la sua attenzione fu attirata da un movimento che percepì fuori dalla finestra: si affacciò per guardare meglio, ma non notò nulla di strano.
“Sarà la mia immaginazione…” pensò e, scuotendo la testa, si recò in cucina.
***
- Hermione, sono stufa. Harry non è per niente collaborativo, e ormai non mancano neppure due mesi. – esclamò Ginny sbuffando, l’argomento del matrimonio era come sempre tema centrale di quasi tutte le sue discussioni.
- Ginny, lo sai come sono gli uomini – le rispose, tentando di giustificare le continue assenze di Harry – E poi dovresti essere fiera di questi incarichi di prestigio che gli vengono affidati, non credi?
La
rossa annuì con poca convinzione. Ormai era una settimana
che Harry era partito con altri membri del Ministero per quelli che
aveva definito degli incontri all’estero con vari
rappresentanti per l’organizzazione del campionato mondiale
di quidditch.
- Ron farebbe carte false per essere lì con lui!
- Già – rispose Hermione finendo di bere il suo succo di zucca – Comunque se c’è qualcosa che posso fare per aiutarti, dimmi pure!
Ginny
rifiutò l’offerta dell’amica.
-
Grazie Herm,
ma in effetti posso farcela tranquillamente da sola. Avevo solo voglia
di lamentarmi un po’!
Si
raccolse i capelli in uno chignon e poi salutò Hermione,
ringraziandola per il pranzo: doveva raggiungere immediatamente George
al negozio a Diagon Alley, che nel periodo precedente Halloween era
letteralmente preso d’assalto!
Un attimo dopo anche Hermione si smaterializzò per
raggiungere gli altri al Ministero: il primo Ministro aveva convocato
un’altra riunione urgente.
Probabilmente
Harry e gli altri avevano mandato un gufo con degli aggiornamenti.
***
Invece di un semplice messaggio, Hermione si trovò davanti ai tre ragazzi reduci da una settimana di pattugliamento.
Era arrivato il momento di cercare di confrontare quello che avevano
scoperto sul posto, con le ricerche fatte da lei a Anthony.
Le loro facce erano stanche e spossate. Appena tutti furono presenti,
prese parola Lisa.
-
Ci sono
Dissennatori dovunque. Non sappiamo come abbiano fatto, ma sono
riusciti a metterli a guardia della zona. E il castello, secondo noi
è proprio quello il covo. Inutile dire che è
protetto da incantesimi che lo rendono impenetrabile: non ci si
può smaterializzare nelle vicinanze.
Dissennatori.
Le cose si mettevano male, molto male.
Harry
continuò:
-
Abbiamo
notato alcuni movimenti presso l’ala nord del castello,
quella adiacente ad una foresta. Quelle creature sembravano provenire
dal nulla. Purtroppo non ci è stato possibile verificare
l’esistenza di passaggi segreti, non siamo riusciti ad
avvicinarci.
- Harry, hai parlato di creature? Non maghi quindi? – chiese Hermione.
-
Herm,
è difficile da spiegare… - Harry
indugiò osservando i compagni di spedizione.
-
Era come se
fossero corpi vuoti, dei burattini … - Justin
cercò di aiutarlo.
-
Pensate che
potessero essere persone sotto la maledizione Imperium? –
chiese Anthony.
Harry,
Lisa e Justin scossero la testa simultaneamente.
-
No, Anthony.
– rispose poco dopo Lisa – E’ proprio
come dice Justin: corpi privi di volontà, di anima,
di… vita.
-
Potrebbero
aver ricevuto il Bacio dei Dissennatori, non credete? –
ipotizzò Hermione.
Anthony,
con un movimento veloce, afferrò uno dei volumi presi in
prestito da Hogwarts:
-
Dov’era,
accidenti… - disse, più a se stesso che agli
altri, mentre sfogliava l’enorme libro come un forsennato.
Hermione
lo osservava preoccupata, temeva che le pagine di potessero sgretolare
sotto quei tocchi per nulla delicati.
-
Eccolo
qui… Stavo leggendo questa parte proprio ieri. Potrebbe
essere un punto di partenza.
Così
dicendo il ragazzo mostrò ai compagni la pagina su cui si
era fermato.
Vi era un’immagine, probabilmente risalente al periodo medievale, che raffigurava dei corpi umani posti in circolo e dai quali, dall’alto, fuoriuscivano ombre senza forma. In secondo piano era riprodotta una figura scura, poco definita, verso la quale convogliavano le ombre.
-
E’
un rituale antichissimo – asserì Hermione, che nel
frattempo aveva cominciato la lettura. – Vengono risucchiate
le energie vitali e magiche delle vittime, che convogliate in un
catalizzatore, gli conferiscono un potere illimitato… Questo
rituale veniva chiamato Invictus Fatum.
Nessuno ne aveva mai sentito parlare. Se solo Silente fosse stato ancora con loro… Erano così giovani e inesperti, nonostante le difficili prove che sin da ragazzini avevano dovuto affrontare.
La
ragazza chiuse violentemente il tomo.
-
Accidenti,
non dice altro! – esclamò frustrata.
Lisa
si portò al suo fianco, e le pose una mano sulla spalla.
-
Hermione,
siamo solo all’inizio. – le disse.
***
Quella sera voleva passare un po’ di tempo con Ron.
Aveva solo voglia di normalità, voglia di stare un po’ con il suo ragazzo.
Appena
arrivò a casa si precipitò in cucina, e
iniziò la preparazione dei piatti preferiti di Ron, voleva
fargli una bella sorpresa. Sembrava di essere alla Tana, quando la
signora Weasly era intenta a preparate uno dei suoi mitici pranzi:
utensili che volteggiavano, padelle sui fuochi, verdure che si
tagliuzzavano da sole.
Un
barbagianni entrò con prepotenza dalla finestra: portava un
messaggio di Ron:
Ciao Hermione,
non ti dispiacerà se mi fermo a cena fuori con la squadra… Sicuramente sarai impegnata al Ministero, e non mi andava di andare di nuovo dalla mamma.
Ci vediamo più tardi.
Un bacio,
Ripiegò la lettera, e nello stesso istante tutta la confusione che regnava in cucina riempiendola di allegria si dissolse, come il sorriso sul viso di Hermione.
Quante
volte era già capitata una situazione simile? Milioni.
Eppure le sembrava che qualcuno le stesse schiacciando il cuore.
Incominciò
a piangere, lì da sola, appoggiata al tavolo della cucina.
Note di
Ayumi:
Buongiorno a tutti!
Chi non muore si
rivede, e quindi eccomi qui con un nuovo capitolo.
Grazie come al
solito a tutti coloro che dedicheranno un po' di tempo alla lettura di
questa storia e soprattutto a chi sarà così
gentile da lasciarmi un commento!
Buona settimana :)