Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Giulls    07/09/2010    9 recensioni
Michelle Waldorf è all'apparenza una ragazza normale: ha 18 anni, vive con la madre a Los Angeles, sta per diplomarsi ed è il capitano della squadra di pallavolo della scuola. Eppure la sua vita viene presto sconvolta da due avvenimenti: il fantasma del suo passato e lui, il suo nuovo vicino di casa. Robert Pattinson.
< Ti va di ricominciare? > propose porgendomi la mano, < ciao, mi chiamo Robert Pattinson >
< Piacere, Michelle Waldorf >
< Waldorf? > ripeté sgranando gli occhi, < come Blair Waldorf in Gossip Girl? Cavolo, puoi farmi un autografo? Non capita tutti i giorni di conoscere una ragazza che faccia di cognome Waldorf >
< Va bene, ma tu devi promettermi di mordermi sul collo > risposi a tono e entrambi incominciammo a ridere.
[...]
< Io avrei ancora un paio di scatoloni da sistemare… okay, più di un paio e avrei bisogno di qualche buon'anima che mi dia una mano. Ti andrebbe? >
< Certo, perché no? > risposi alzandomi in piedi, < ma mi offri la colazione >
< Va bene, > asserì, posando una banconota da dieci dollari sul tavolo, < andiamo? >
< Andiamo > dissi mente prendevo la mia borsa e uscii dal bar insieme a Robert. Chissà, questo potrebbe essere l'inizio di una nuova amicizia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Merry Christmas

Ero così felice che fosse sabato! Finalmente era arrivato il giorno in cui potevo svegliarmi tardi senza dovermi preoccupare della scuola.
Scesi in cucina riposata come non mai e dopo aver fatto un'abbondante colazione, che comprendeva frittelle al caramello e succo di frutta alla pesca, più una sana dose di caffè, camminai pimpante fino al bagno, mi spogliai e infine mi immersi nella vasca.
Era così rilassante restare lì immersa, senza preoccuparmi di andare a scuola o altro. Dopotutto mancavano due giorni alle vacanze di Natale ed io ero ufficialmente in vacanza dalla settimana prima. Non avevo bisogno di essere interrogata o altro, quindi me l'ero presa comoda, cominciando a cercare i regali da fare.
Restai immersa per una quarantina di minuti, fino a che non sentii il campanello suonare; e siccome non c'era nessuno in casa, poiché Georgina era dalla sua famiglia e Bianca aveva passato la notte da Mike, mi avvolsi il corpo con un misero asciugamano e ne misi uno in testa e andai ad aprire.
< Ciao, disturbo? > domandò Robert togliendosi gli occhiali da sole e sorridendomi.
< Buongiorno! Sono appena uscita dalla vasca, ma stai tranquillo. Prego, accomodati > risposi sorridendogli e lo lasciai entrare < a cosa devo questa visita? >
< Questa sera parto per Londra per festeggiare con la mia famiglia il Natale. Quindi voglio invitarti a pranzo prima di partire. Ti va? >
< Eccome! Vado a vestirmi e torno, tu mettiti comodo e fai come se fossi a casa tua >
< Vuoi dire che posso fare quello che voglio? > domandò e annuii < allora voglio leggere il tuo diario segreto >
Risi.
< Mi dispiace, ma io non tengo un diario segreto >
< Ma…tutti lo tengono! >
< Ma io non sono tutti. Se vuoi ho un diario con tutte le ricette dei dolci >
< Nah, lascia stare. Guarderò un po' di televisione >
Lo accompagnai in sala e gli diedi il telecomando.
< Torno subito > gli dissi e mi avviai per le scale.
< Vai tranquilla. Oh, a proposito, hai delle belle gambe >
Mi fermai di botto e mi riaffacciai alla sala, guardandolo stranita.
< Grazie > risposi sorridendo e salii le scale, correndo in camera.
Aprii l'armadio e tirai fuori i miei jeans preferiti, una maglietta a mezza manica bianca e le All Star bianche, poi mi asciugai i capelli, mi truccai e infine tornai di sotto.
< Lo sapevi che Walt Disney prima di morire era stato in carcere? > domandò Robert, mentre fissava il televisore.
< No >
< E che nei suoi cartoni vi sono molti messaggi subliminali a sfondo sessuale? >
< Sì >
< E che lui… >
< Rob, ti prego, basta > lo interruppi < sono cresciuta con i suoi cartoni, non smontarmelo come hanno già fatto in parecchi >
< Okay, scusa > ribatté, ridendo < sei molto carina vestita così >
< Come mai tutti questi complimenti? >
< Sto cercando di farti imbarazzare > mi confessò alzandosi in piedi e guardandomi negli occhi.
< Perché? >
< Perché tu stessa mi hai detto che non ti imbarazzi difronte agli apprezzamenti che i ragazzi ti fanno >
< No, ti sbagli > lo corressi < non mi imbarazzo se a farmi i complimenti sono i miei amici. Se tu fossi uno sconosciuto che tenta di rimorchiarmi o se io fossi innamorata di te…in quel caso sì, mi sarei imbarazzata >
< Quindi non mi resta che farti innamorare di me > sussurrò, facendomi appoggiare al muro e appoggiando i palmi delle sua mani all'altezza delle me spalle.
< Certo, sogna pure. Mi dispiace, ma sei troppo vecchio per me >
< E non ti fa gola la mia popolarità? >
Alzai le spalle.
< Per niente >
< Michelle Waldorf, sei davvero speciale >
< Lo so > risposi, ridendo < allora? Dove vogliamo andare? >
Mi liberò dalla mia “prigionia” e indossò ancora una volta gli occhiali da sole.
< Ti voglio portare al Madame Butterfly >
< Ma sei matto? >
< No, perché? >
< È un ristorante troppo caro! >
< E quindi? Sei mia amica e posso portarti dove voglio. Non importa dei soldi >
< Beh, a me sì! >
Inarcò un sopracciglio.
< Non ti facevo così venale >
< Robert > lo richiamai, seria < non voglio che tu spenda un sacco di soldi per portarmi fuori. Piuttosto mi va bene se ne spendi tanti per i miei regali > aggiunsi, ridendo.
< Va bene, allora dove vuoi mangiare? >
< Voglio andare da Burger King >
< Come vuoi tu >
Gli sorrisi e presi la giacca e la borsa, poi uscimmo da casa. Ci incamminammo verso la macchina e come sempre mi aprì la portiera.
Presa com'ero in questi ultimi giorni, mi ero dimenticata di scrivergli un biglietto nel regalo di Natale. Va beh, glielo avei anche dato senza…
< Cazzo! > urlai, sgranando gli occhi e portandomi in avanti con il busto e Robert, nel sentire il mio urlo, inchiodò di botto, rischiando di farci tamponare dalla macchina dietro.
< Cosa succede? Stai bene? >
< Dobbiamo tornare subito a casa! >
< Cosa è successo? > domandò preoccupato.
< Sbrigati, fai marcia indietro >
Guardò che non venissero altre macchine e poi fece un'inversione a U, guidando fino a casa. Okay, se gli avessi detto che avevo semplicemente dimenticato il suo regalo sul mio comodino, probabilmente mi avrebbe ucciso. Anzi,
sicuramente.
Rientrai in casa e sfrecciai in camera, inciampando un sacco di volte negli scalini e cadendo una volta salite le scale. Mannaggia a chi le aveva inventate. Non potevano dotare tutte le case di scale mobili o di ascensori?
Mi massaggiai il ginocchio e zoppicai fino al comodino, presi il regalo, lo infilai nella borsa e uscii di casa.
< Cosa era successo? > domandò non appena rientrai in macchina.
< Avevo dimenticato il fornello acceso. Fortunatamente era a fiamma bassa e non ci sono state conseguenze spiacevoli > mentii, sorridendogli.
Rise.
< Come si fa a dimenticarsi il fornello acceso? >
< Eh, chi lo sa > ribattei, fingendomi imbarazzata.
< Senti, come mai zoppichi? > chiese, indicando il ginocchio.
< Sono inciampata >
Rise.
< Anche difronte alle difficoltà, tu continui a rimanere la solita sbadata, eh? >
Lo guardai, sgranando gli occhi. Come poteva dirmi una cosa del genere?
Incrociai le braccia, imbronciandomi.
< Sei uno stupido >
< E tu una bambina > ribatté, mettendo la freccia ed entrando nel parcheggio < ti sei offesa? > domandò, dal momento che non gli avevo risposto.
Trattenni un sorrisino e scesi dalla macchina.
< Sì >
E in quel momento fece una cosa del tutto inaspettata: mi afferrò per un braccio e mi fece voltare, stringendomi a lui. Mi accarezzò una guancia e trovai le nostre fronti a contatto l'una con l'altra.
< Scusa, Mitchie, stavo scherzando. Non era mia intenzione offenderti > alitò e il suo respiro mi arrivò fino al collo.
Incrociai il suo sguardo, in quel momento talmente tanto profondo da aver quasi paura di annegare nell'azzurro dei suoi occhi, talmente tanto profondo da smettere di respirare e da avvampare. Che cosa mi stava succedendo?
Mi allontanai immediatamente da lui.
< Stavo scherzando. Non mi sono offesa veramente >
Entrammo dentro al locale e per un momento mi spaventai, temendo che Robert si fosse dimenticato di indossare un travestimento. Mi voltai a guardarlo, sospirando sollevata e allo stesso tempo divertita, quando vidi la barba finta che si era messo, con tanto di berretto dell'NBA.
Gli feci prendere posto e poi andai al banco per prendere le ordinazioni.
< Benvenuta da Burger King, cosa vuole ordinare? > domandò la commessa.
< Prendo due menù baby, entrambi con i toast. Poi un panino al formaggio, l'altro al bacon e due patatine grandi >
< E da bere? >
< Due birre >
< Arrivano subito > rispose sorridendo e poco dopo mi porse il vassoio. < Sono quindici dollari e cinquanta >
Presi in mano i soldi che mi aveva dato Robert e pagai, per poi andare a sedermi al tavolo.
< Hai preso tutto? >
< Sì, mi sono fatta dare anche le patatine grandi >
< Sei un mito, grazie. Non hai idea di quanta fame abbia >
Risi.
< Immagino quanto me >
Cominciammo a mangiare, chiacchierando del più e del meno e mi raccontò un sacco di aneddoti che non aveva mai rivelato in televisione ed io feci lo stesso.
Dopo pranzo ci decidemmo ad aprire le sorprese del menù baby: tra i regali, per le ragazze, c'era la possibilità di avere un braccialetto, un anello, oppure una coroncina, tutto di Hello Kitty. Per i ragazzi, invece, un classico yo-yo.
< Ti prego, fai che trovi il braccialetto, ti prego, ti prego, ti prego > sussurrai, divertendomi a comportarmi come quando ero piccola < no! > esclamai, arricciando il labbro inferiore.
< Beh, è bello anche l'anello > ribatté Robert.
< Sì, ma un braccialetto è pur sempre un braccialetto >
< Se non mi piace il mio yo-yo facciamo a cambio, va bene? >
Risi.
< Sì! >
Impaziente attesi che Robert aprisse il suo regalo.
< Non ci credo! > esclamò, facendo voltare la famiglia accanto al nostro tavolo.
< Abbassa la voce! > lo ripresi, imbarazzata.
< Si sono sbagliati a darti il regalo, mi hanno dato la coroncina di Hello Kitty! >
E in quel momento scoppiai a ridere, aiutata dalla faccia sbigottita di Robert.
< Vuoi che torni indietro a chiederle di darmi un altro gioco? >
< No, fa lo stesso > rispose e indossò la coroncina sulla visiera del berretto.
< Sei molto sexy >
< Lo so, mi da un sacco di fascino! > ribatté, imitando la voce da ragazza, cosa che mi fece ridere ancora di più.
< Vogliamo andare? > domandai mentre mi asciugavo una lacrima.
< Certo, Mitchie >
Portammo i vassoi a svuotare, li appoggiammo sul bidone e poi ci incamminammo verso la macchina.
< Ora che si fa? >
< Io dovrei andare a preparare la valigia >
Lo guardai, delusa.
< Oh, certo. E a che ora hai il volo? >
< Alle otto >
< Sono già le due, è meglio tornare a casa allora >
< Ma se ti va puoi venire a farmi compagnia mentre faccio la valigia >
< Sì, volentieri > risposi sorridendo.


< Posso farti una domanda? > chiesi una volta entrata in casa.
< Certo > disse, prendendomi la giacca e appendendola sull'attaccapanni.
< Grazie > dissi sorridendogli < ma che fine ha fatto il tuo scimmione? >
< L'ho licenziato dopo che l'ho beccato a drogarsi > rispose, facendo cenno di seguirlo in sala.
< Cosa? > chiesi sconvolta.
< Ora è in un centro di disintossicazione >
< E l'hai denunciato? >
< No. Ma gli ho detto che l'avrei fatto se non fosse andato a disintossicarsi. E lui mi ha dato retta. Morale della favola: sono senza guardia del corpo > ribatté, accendendosi una sigaretta < davvero, io non capisco cosa ci sia di bello nel drogarsi. Lo trovo vergognoso. Ti sputtani un sacco di soldi per cosa, poi? Per morire >
< E non credi che la sigaretta sia una cosa simile? > domandai, leggermente alterata.
< Certo, ma sicuramente non è così dannosa come drogarsi >
< E come farai? Senza guardia del corpo, intendo > chiesi per cambiare discorso.
< Ne assumerò un'altra non appena tornerò a Los Angeles. Voglio godermi una vacanza in tranquillità, stare con la mia famiglia e incontrare i miei amici… >
< Sembra divertente >
< Sì, lo è. Specialmente se non vedi la tua famiglia da un sacco di tempo >
Sorrisi, intenerita dalla sua risposta. Era bello vedere che era così legato alla sua famiglia, che amava stare con loro. Avrei dato qualunque cosa pur di essere al suo posto.
< A cosa pensi? > domandò d'un tratto.
Scossi il capo, sorridendo.
< A niente di preciso, davvero >
< Aspettami qui > mi ordinò e corse fuori dalla stanza e, a giudicare dal rumore che faceva, stava salendo le scale.
Aprii la borsa e presi il regalo di Robert: gli avevo regalato il primo CD, introvabile, dei Kings of Leon. Avevo letto in un'intervista che era una delle sue band preferite e che purtroppo non era ancora riuscito a comprare i loro vecchi album; così una sera, invece che studiare trigonometria, mi ero messa a cercare un sito dove potessero vendere il CD, riuscendo a comprarlo su E-bay a cinquanta dollari.
< Pattinson, ti sei perso? > domandai ridendo, notando la sua assenza prolungata.
Non sentii alcuna risposta, così mi alzai dal divano e salii le scale per dirigermi in camera sua. Sfortuna volle che lui era al telefono e ascoltai gli ultimi minuti della conversazione.
< Mi dispiace, Kristen, ma ho l'aereo alle otto, quindi non riusciamo a vederci…Cosa?…No, ora non puoi. C'è qui Michelle e…oh, andiamo, lo sai che è solo una mia amica. E poi ti ricordo che andiamo solo a letto insieme, non è una cosa ufficiale la nostra…non provare ad incolparmi, sei stata tu la prima a dire che volevi che fosse una cosa così, quindi io sono libero di vedermi con chi mi pare e piace…va bene, basta, non ho voglia di litigare. Ci vediamo quando torno. Buon Natale >
Okay, mannaggia a me e alla mia curiosità! Perché avevo deciso salire di sopra per sapere che fine avesse fatto? E per cosa poi? Per farmi umiliare così?
Strinsi il pugno talmente tanto forte da sentire le unghie perforarmi la mano. Sanguinavo? Non sanguinavo? Non mi importava. Il dolore che provavo dentro era ancora più grande. Com'era possibile che mi stessi innamorando dell'ultima persona di cui volevo innamorarmi? Cosa avevo combinato per essere stata così sfortunata? Io volevo bene a Robert, ma non volevo innamorarmi di lui. In quel momento avevo bisogno di un amico, ma non di un fidanzato. Jenny aveva ragione, non ero io a cercare i problemi, erano loro a trovare me.
Senza fare troppo rumore feci dietrofront per tornare di sotto, dargli il mio regalo e poi sparire lontano da lui, ma come sempre la sfortuna mi attendeva dietro l'angolo, tant'è vero che inciampai sui miei stessi piedi e caddi per terra, sbattendo il gomito.
< Merda! > sussurrai a denti stretti.
< Mitchie, sei tu? > sentii domandare da Robert < ehm…cosa ci fai lì a terra? > chiese con un mezzo sorriso.
< Io…sono inciampata > risposi passandomi una mano tra i capelli. Mi misi a sedere per terra mi alzai in piedi, ignorando la mano che Robert mi stava porgendo.
< Che cosa ci facevi qui di sopra? >
< Non ti ho più sentito arrivare e volevo venire a vedere che fine avessi fatto >
Alzai gli occhi e nell'esatto momento in cui vidi che anche lui mi stava guardando, abbassai lo sguardo.
< Senti, Mitchie, io… >
< Tranquillo, Robert > ribattei, interrompendolo < tieni, Buon Natale > gli dissi prendendo da terra il pacchetto e porgendoglielo < fai buon viaggio >
Mi allontanai e scesi di corsa le scale. Odiavo quello che mi stava accadendo. Odiavo sentirmi gelosa, odiavo stare male per lui e soprattutto odiavo Kristen Stewart, anche se a dir la verità non mi era mai andata a genio. Ma odiavo il fatto che la invidiassi.
< No, aspetta un momento! > esclamò, bloccandomi per il polso < Michelle, che ti prende? Ho fatto qualcosa di male? >
< No, ma credo sia meglio che ora torni a casa. Si è fatto tardi e credo che tu debba finire la valigia >
Sospirò.
< Sì, penso che tu abbia ragione >
Presi la giacca ed aprii la porta.
< Chiama Kristen >
Lo guardai negli occhi e gli sorrisi. Lui era innamorato di lei e volevo che fosse felice. E se questo voleva dire che Michelle Waldorf doveva solo essergli amica…beh, così sarebbe stato.
Rientrai in casa e mi lasciai andare un lungo, lunghissimo sospiro. Perché doveva essere tutto così maledettamente difficile?
< Perché adori incasinarti la vita > sussurrai, dandomi una risposta.
Andai in cucina e tirai fuori dal frigorifero gli avanzi del cibo greco della sera prima con l'intenzione di mangiarli, ma l'odoraccio che proveniva dai contenitori mi convinse a buttarli nel bidone; così afferrai il telefono e telefonai alla pizzeria d'asporto vicino casa, ordinando una pizza ai quattro formaggi. Odiavo quel tipo di pizza, ma ero talmente tanto triste, imbarazzata e allo stesso tempo arrabbiata che la ordinai senza pensarci troppo. Oh, sì, inutile dire che ero anche masochista.
E dopo venti minuti il porta-pizza me la consegnò, nonostante non fossero nemmeno le sette di sera. Nell'aprire la porta vidi Kristen Stewart e Robert uscire da casa sua.
Sgranai gli occhi e pagai velocemente il ragazzo, cercando di non farmi notare da Robert, ma ovviamente non fu così.
< Michelle! > esclamò, correndo sotto la mia veranda.
< Ecco il resto, buona serata >
< Grazie > risposi sorridendo al porta-pizza e poi tornai a guardare Robert < sei in partenza? Ma non saresti dovuto andare prima per fare il check-in? >
< Già. Infatti sono in completo ritardo. Mi sa che andrò in aeroporto e aspetterò il prossimo volo, se per quello delle otto non mi accettano più. Ma volevo sapere se tra di noi era successo qualcosa >
Mi irrigidii e probabilmente impallidii come uno straccio.
< Ch…che vuoi dire? > balbettai.
< Beh, vedi…mi sei sembrata un po' strana prima >
< Ah. Ma no, non è successo niente. Stai tranquillo > mentii sorridendo.
< Bene. Ecco, te ne sei andata e non mi hai dato modo di dartelo > ribatté, consegnandomi un pacchetto verde < buon Natale >
< Anche a te. Fai buon viaggio >
Entrai in casa e portai la pizza in cucina, ma non appena tolsi il coperchio mi pentii di ciò che avevo preso. Avevo comunque troppa fame per lamentarmi, così la mangiai.
Dopo aver finito la pizza mi incamminai fino all'albero di Natale per appoggiarvici sotto il regalo, con l'intento di aprirlo a Natale. Ma io e il tradizionalismo non siamo mai stati molto amici, senza contare che sono sempre stata una gran curiosona, perciò mi sedetti sul divano e scartai il regalo: dentro una scatola color oro c'era un libro con tutte le opere teatrali di Shakespeare.
Sorrisi e aprii la prima pagina, trovando una dedica di Robert.

Così finalmente imparerai ad amare la letteratura classica. Merry Christmas, Mitchie. Con affetto, Rob.
< Scemo > sussurrai con un sorriso stampato in faccia e riposi il libro nella scatola, appoggiandola sotto l'albero.


Oh, oh, oh, sono di nuovo qua!
Ebbene, ecco di nuovo un nuovo capitolo, con i miei sclero a fondo pagina. Ho indugiato parecchio a postarlo a dire la verità. Non mi convince per niente. Forse perché nel capitolo prima Robert comincia a provare qualcosa che Michelle e in questo lei scopre di essere innamorata di lui. Non mi piace che sia passato un solo capitolo, nonostante siano passati mesi. Bah. Avevo anche pensato di cestinarlo, ma non mi erano venute in testa idee migliori. Spero possiate perdonarmi, anyway.
Il fine settimana è stato uno schifo, mi sono arrabbiata con mio padre perché mi sono sentita presa per il culo, ma poi ci ho passato sopra.
E ieri parlando con un mio amico ho scoperto che lui a Natale andrà agli open-day delle università a Londra. Io l'ho buttata lì a mia madre e lei mi ha risposto che se voglio andare, lei di certo non mi fermerà e che non è nemmeno contraria. Ma che così facendo si fa violenza xD Quando la adoro *___* Davvero, io ero convinta che non volesse mandarmi a studiare fuori, e invece…
Ebbene, basta sproloqui mentali inutili! Mancano esattamente 14 giorni all'inizio della scuola e io sono INDIETRISSIMO con i compiti! Ma prendiamoci tutto in pollege xD
Ringrazio chi ha letto, chi ha inserito la storia tra i preferiti, le seguite e chi ha commentato. I love you so much ♥
Visto che ho finito di scrivere la storia, da sabato 18 prenderò a postare settimanalmente. Oh, mi sembra di essere tornata indietro nel tempo xD
Un bacione, Giulls

Railen, santa donna, mia amata…non immagini nemmeno quanto mi fai felice quando so che apprezzi ciò che scrivo ♥ Un semplice grazie non basta. GRATZIA ci sta meglio xD
SweetCherry, se sei contenta che Robert si stia schiarendo le idee, immagino che anche questo capitolo ti abbia soddisfatta :) Io adoro Michelle, penso sia uno dei migliori personaggi che abbia mai inventato!
angiiie, il capitolo scorso è di parte. Bisogna che cambi il nome xD Tu li hai letti praticamente tutti i capitoli, smettila di vantarti xD Ti voglio bene anche io, non immagini quanto ♥
Jodie, se tu dici di vergognarti così tanto io poi comincio a darmi delle arie…e non è un bene xD Non hai letto prima, ma tanto hai rimediato ora, quindi non c'è da vergognarsi. E poi ora sai che aggiornerò ogni sabato, quindi sei a posto :P Spero ti sia piaciuto questo capitolo, un bacio!
Sognatrice85, tu mi hai appena definita meravigliosa??? E tu allora, cosa sei? Sono così contenta di essere riuscita a trasmettere quella sensazione di libertà tramite le mie parole. Davvero. Grazie tesoro ♥ Ti voglio bene anche io :)
doddola93, tu non immagini la mia faccia quando ho letto la tua recensione. Tu non hai idea di quanto mi manchi. Ma comunque ti strozzo! Che fine hanno fatto tutti i tuoi capolavori? Li hai cancellati? MA SEI MATTA?!?!?!? Mitchie è la tua buddha, così come tu lo sei per me. Stop. non lo so perche`, ma questa storia fa davvero bene, hus. nel senso che fa bene leggerla. e qui partì il luccichio negli occhi. Quanto sei buona con me? Ti adoro immensamente e non vedo l'ora di risentirti.
valentina_black_cullen, mi spiace averti spezzato il cuore, ma…davvero, se adori Kristen non so quanto ti convenga continuare a leggere, perché…beh, sarà un po' cattivella con Michelle. La mia Michelle è brava, tu sei una depravata! Ma ti voglio bene anche per questo ♥

   
 
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