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Autore: marty_ohba    07/09/2010    2 recensioni
Matt si sposa, invitando amici e compagnia bella al suo matrimonio e li lascia per una settimana a Miami... Peccato che per Mihael questa non sarà una vacanza come tutte le altre e si troverà coinvolto in un segreto a lui sconosciuto.
DALLA STORIA:
"«Il mare ha una potenza che pochi conoscono: è crudele e bellissimo, sì… tanto affascinante, totalmente privo di sentimenti…».
«Cosa?», chiesi disorientato.
«Non trovi anche tu?». Non mi lasciò il tempo di rispondere. «I suoi spiriti mi chiamano, la notte».
"Delira”, pensai, mentre tornava a guardarmi.
«Sai, Mihael, che hai il nome di un angelo?», mi interrogò, serio.
Scossi la testa. Non mi ero mai interessato a certi argomenti e dopotutto non capivo cosa potesse significare.
«E allora?».
Strinse gli occhi.
«Questa notte vieni con me»."
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri personaggi, Mello, Near
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco la fic, completamente rieditata dopo anni, è
passata da una commedia ad un sovrannaturale e ne
sono solo felice! E' un genere che non avevo mai sperimentato.
Dedico questa storia alla mia seme BeyonBday che mi ha sostenuta

e mi ha aiutata con le sue idee. Senza di te la storia non esisterebbe
Susy

Nota: Mello e Misa sono fratelli perché sono entrambi biondi
e per lo stesso motivo Linda, che ha i capelli rossi, è sorella
di Matt.

 

 



Unexpected

 

 


GOLDEN BEACH HOTEL, MIAMI

 

«E così, domani è il grande giorno, eh?», dissi, dando una spintarella al ragazzo stravaccato sul divano accanto a me.
«Non me lo ricordare, sono già abbastanza nervoso...».
«Non pensarci, andrai benissimo, su! Organizzate questo matrimonio da tre mesi, ormai! Non puoi mandare tutto a monte!».

Fissai il mio amico: non l'avevo mai visto così spaventato. In faccia aveva stampato il terrore. Era pietrificato.
«E se...», inghiottì. «E se dimentico le parole?».
Scoppiai a ridere. «Devi solo ripetere quelle del prete!».
Emise un lungo sospiro e chiuse gli occhi.
«Mi sto preoccupando troppo, vero?».
«Ma certo!»
. Non sembrava convinto. Sbuffai.
«Senti, Matt, fidati di me. Se fai così rischierai una crisi isterica!». Mi fissò.
«Ascolta. Tu ami Sayu, no?». Il suo sguardo si fece accigliato.
«Certo che la amo! Moltissimo! Altrimenti perché le avrei chiesto di sposarmi?! ».
Sorrisi. «Ecco. Pensa a quanto sarà bella e radiosa domani! Non vorrai rovinarle l'umore?!». Si morse un labbro.
Eh, no, eh! Ora basta! Accidenti a lui! L'avevo portato pure al night club migliore di Los Angeles, cazzo! Meglio di così!
Poi mi venne un'idea. Afferrai di scatto il Bacardi che stavo bevendo e glielo rovesciai addosso di colpo.
Il rosso, dapprima scioccato, si riscosse in fretta, scrollandosi la bibita dai capelli.
«Me lo sono meritato, vero?». Annuii convinto.
«Grazie, amico. Ed ora … pensiamo a divertirci!».
«Così ti voglio!».

Ciò detto, mi sfregai le mani e ghignai, occhieggiando la ragazza aggrappata al palo più vicino.

 

 

 

La marcia nuziale eccheggiò nel salone e si aprirono le porte. Due ragazze, una bionda e l'altra dai capelli rossicci avanzarono lungo la navata spargendo petali di rosa al loro passaggio. Portavano i capelli raccolti sulla nuca con fiori color avorio, lo stesso dei vestiti.
La musica si alzò di un paio di ottave e in fondo alla sala comparve una giovane donna non troppo alta, di origini orientali. La chioma castano scuro le ricadeva morbida sulle spalle, mentre il velo sostenuto da calle bianche le copriva il volto, ma senza impedirle di vedere.
Nonostante la sua espressione fosse celata, si scorgeva un sorriso radioso.
Accanto a lei stava il padre, un uomo di mezz'età dall'aria seriosa che nonostante i suoi sforzi, non riusciva a trattenere bene la forte emozione.
Giunti all'altare, l'uomo porse la mano della figlia a quella di Matt, per poi tornare a sedersi.
Il mio amico era raggiante. Sprizzava felicità da tutti i pori. Mi sentii estremamente orgoglioso di lui. Finalmente si era deciso a mettere la testa a posto e sposarsi!
Sogghignai, pensando che non avrebbe resistito a lungo senza comportarsi da scapestrato.
Il prete iniziò a parlare, accogliendoci in quel giorno felice ed invitandoci a prendere esempio da loro.
«Vuoi tu, Mail Jeevas, prendere come tua legittima sposa Sayu Yagami, per amarla ed onorarla sempre in ricchezza ed in povertà, in salute ed in malattia per tutti i giorni della tua vita finché morte non vi separi?».
«Lo voglio», promise Matt. Probabilmente era talmente felice in quel momento che non aveva pensato nemmeno lontanamente a quanto fosse barboso il discorso del prete, come invece avevo fatto io.
Il parroco rivolse la stessa domanda a Sayu, che giurò a suo volta il proprio sì.
I due si scambiarono gli anelli, sorridendosi radiosi.
«Ora, Mail, può baciare la sposa».
Ma lei, senza attendere che l'ormai marito si avvicinasse al suo volto, gli gettò le braccia al collo. Matt ridacchiò e la strinse forte. Una decina di secondi dopo si separarono, voltandosi verso di noi tra gli applausi.
Sayu si girò di spalle e lanciò il bouquet che finì dritto tra le mani di mia sorella. Emozionata, corse ad abbracciare la sposa, per poi scostarsi, lasciando passare l coppietta.

 

 

Il Gold Beach Hotel di Miami era il più lussuoso albergo della West Coast, proprio a 100 metri dalla spiaggia, il cui lido era riservato ai soli clienti.
Era di forma semicircolare, dotato di tutti i comfort, inclusi piscina ed idromassaggio.
La hall era ben arredata e situata proprio sotto il ristorante: questi era una sala circolare coperta da una cupola in vetro.
Si gustavano tre ricchi pasti al giorno ed il bar era sempre aperto per aperitivi, cocktails, caffè ed ammazzacaffè.
Le stanze vantavano la presenza di un balcone vista mare, servizio in camera, toilette privata, TV satellitare e telefono, collegato alla linea interna dell'hotel.
A mezzanotte apriva il Night Club, ovviamente vietato ai minorenni.
E la cosa migliore: le famiglie di Matt e Sayu ci avevano concesso di poter rimanere una settimana in quel paradiso a loro pagamento. Non li avrei mai ringraziati abbastanza.



Il rinfresco era stato organizzato nella grande sala ricevimenti.
I due sposini aprirono le danze, seguiti da me e Linda, la sorella di Matt, e Misa col fratello di Sayu. Quel ragazzo non mi andava molto a genio, perciò lo tenni d'occhio mentre stringeva la ragazza.
Fu davvero una cosa carina. Avevo sempre odiato la frivolezza dei matrimoni, ma dovevo ammettere che questo era tutto tranne che pieno di fronzoli. Di sicuro meglio dei “matrimoni del secolo” in TV.
La giornata trascorse tra danze e risate e a sera inoltrata Matt e Sayu ci salutarono, prima di partire per la luna di miele.
«Ciao, amico. Grazie per essere venuto».
«Matt, non potevo mica mancare il giorno più importante della tua vita!».
«Sì, in effetti non te l'avrei fatta passare».

Risi con lui e ci abbracciammo.
«Divertitevi a Sharm El Sheik», augurai a lui e alla moglie, che mi guardò con occhi pieni di commozione.
«Grazie, Mello. Senza di te questo qua avrebbe avuto un attacco di panico».
Ridacchiai. «Figurati, rompeva anche me!».
Baciai la ragazza sulle guance e i due entrarono nella lunga auto nera che era stata fatta portare all'ingresso. In pochi secondi sparirono. Sorrisi tra me e me, poi mi voltai a guardare gli ospiti.
I genitori degli sposi stavano salutando Linda e Light, dato che non avevano il permesso di restare: solo noi ragazzi avevamo avuto la fortuna della settimana gratis.
Mi rivolsi a mia sorella, raccomandandole di fare attenzione a Light. Lei odiava quando facevo così, ma era l'unico membro della famiglia che mi restava, essendo orfani.
«Non preoccuparti, Mihael! Ho diciott'anni, so badare a me stessa!», mi rassicurò.
Entrammo nella hall e ci facemmo consegnare le chiavi delle stanze. La mia si trovava in fondo all'ala ovest. La inserii nella toppa e la serratura scattò. Aprii la porta e mi guardai intorno.
Sulla sinistra c'era la porta del bagno privato, mentre il letto era ad un piazza e mezza, appoggiato alla parete di destra. Sul materasso trovai una trentina di tavolette di cioccolata fondente, divisi in pacchi da cinque. In cima, un biglietto.

 

Non finirle troppo in fretta,amico.
Matt
P.S: ti allego il VIP Pass. Domani c'è un concerto
degli Shinigami, tu e gli altri
ci potete andare in limo.

 

A seguito, uno smile mi faceva l'occhiolino.
Sorrisi, risposi le tavolette nel mini frigo e mi spogliai per andare a dormire, com'era mio solito, in boxer.
Poi mi diressi al balcone e lo aprii, facendo passare un po' d'aria e alle narici mi giunse l'odore della brezza marina.
Restai un po' a fissare la luna riflessa sull'Oceano e quando cominciai a sentire l'effetto dei Martini, volsi le spalle alla finestra e mi accostai al letto. Scostai le lenzuola di lino, fresche e profumate e mi immersi in quelle coltri, ascoltando lo sciabordio delle onde che si infrangevano sulla riva.

   
 
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