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Autore: Waterfumes    07/09/2010    0 recensioni
Il mistero mi aveva sempre affascinata ma non avrei mai immaginato di poter arrivare a vivere dentro un mistero. Tutto girava vorticosamente. Non riuscivo più a distinguere il cielo plumbeo dal mare burrascoso. Sentivo chiamare il mio nome da voci familiari. Quanto avrei voluto poter riuscire a parlare! La mia vita era sempre stata piena di sicurezze, di punti fissi. Ora avevo decisamente perso la bussola.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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bigjbkbaj

Ad Eliana.

La mia più assidua lettrice ed amica insostituibile.

Ti voglio tantissimo bene Ely!

Capitolo 7

Dave

-Buongiorno bellissima! Come stai?- una voce melodiosa entrò nel campo uditivo di Sunny e, quando aprì gli occhi, l’altro suo senso le confermò quale padrone avesse quella voce.

David Lawrence era seduto al suo capezzale. L’oblò dietro di lui lasciava entrare i timidi raggi solari della prima mattina che andavano a schiarire i ricci castani. La guardava e sorrideva. Di un sorriso sincero, quasi sollevato. Sotto lo sguardo di quegli occhi Sunny si sentiva bruciare e, intimidita, non resse a lungo il suo sguardo.

–Grazie- disse solamente in un sussurro.

–Di niente, Sunny. Mi sono sentito in dovere di salvare una fanciulla in pericolo.

Caspita! pensò Sun ma da dove viene questo? Da un libro delle favole?

Gli sorrise radiosa al sopraggiungere di quel pensiero.

Dave, al comparire del suo sorriso sembrò rimanere quasi incantato.

Per levarsi d’impiccio farfugliò un - A dopo- e uscì dall’infermeria con il cuore a mille.

 

Sun rimase lì. Immobile. Non si aspettava che fosse fuggito così in fretta.

Doveva essere un ragazzo veramente timido.

Fissò l’oblò dal quale prima provenivano i raggi che illuminavano Dave. Ripensandoci le era sembrato quasi un angelo. Un angelo che era stato mandato a salvarla dalla sua tristezza.

Poggiò la testa sul cuscino e ripensò al suo sorriso.

Impagabile.

Non vedeva l’ora di rivederlo di nuovo.

 

***

In tre giorni di navigazione, la nave era arrivata al foce del Nilo e gli studenti ora si apprestavano a visitare l’intera Valle dei Re.

Il caldo era soffocante per quei ragazzi abituati alla temperatura londinese.

Ginny era molto preoccupata per Sunny perché la ragazza si ostinava a voler scendere dalla nave, affermando di sentirsi meglio.

Quasi tutti i suoi compagni erano venuti a trovarla in infermeria, tranne Venicia.

Sunny non si spiegava il perché, semplicemente era un po’ dispiaciuta di non averla vista e nella sua buona fede credeva che non fosse potuta venire per un motivo valido.

Da quando si era svegliata non era venuto più Lance, e Sunny cominciò a pensare che Gin si fosse inventata tutto riguardo al fatto che venisse ogni giorno ma non la accusò: sapeva che anche se avesse mentito l’aveva fatto per il suo bene.

Invece fu piacevolmente stupita dal fatto che Ricky stava sempre con Ginny, quando in seguito Gin le disse che si erano messi insieme, mostrò uno dei suoi sorrisi a 32 denti.

Era.. contenta, si, ma non pienamente felice, anzi! La mancanza di Lance le lacerava il cuore ma non poteva fare nulla per ricucire quel suo cuore martoriato.

Gli unici momenti in cui si sentiva in pace con sé stessa era quando veniva David.

Riusciva a farle dimenticare tutti i suoi problemi quando erano insieme.

Con un sorriso riusciva a riscaldarle quel cuore ghiacciato dal dolore.

Lui era il suo piccolo spiraglio di felicità.

 

-Hey Sun, come stai?- Dave era appena entrato nell’infermeria. Tra le braccia teneva un sacchetto di carta, stampato in faccia un sorriso smagliante.

Sunny alzò gli occhi dal libro che stava leggendo e gli restituì il sorriso.

Notò il sacchettino che portava tra le braccia e chiese: -Che mi hai portato?

-Brioche e gelato.

Gli occhi le si illuminarono.-Davvero?

-Ehm … si.

-Oh, Dave, che pensiero carino! Vieni qui.

Il ragazzo le si avvicinò appoggiò sul comodino il sacchettino e si sedette sul letto.

-Che c’è?

La ragazza l’abbracciò e gli sussurrò: -Grazie.

Dave avvampò ma non lo diede a vedere.

La strinse forte mentre lei continuò:

-Mi chiedo perché tu faccia tutto questo per me!

Dave non rispose.

Come avrebbe potuto dirle il vero motivo per cui tutti i giorni andava da lei?

Come avrebbe potuto confessarle che lei era sempre tra i suoi pensieri di giorno e nei suoi sogni di notte?

-Sei un vero amico.

Queste ultime quattro parole che Sun pronunciò lo ferirono.

Allora lei lo considerava semplicemente un amico, niente di più.

Sapeva che a lei piaceva Lance, lo sapeva tutta la scuola, ma preferiva non pensarci troppo.

Voleva godersi ogni attimo passato con lei senza preoccupazioni inutili.

Ma quelle quattro parole gli rabbuiarono il volto.

-Beh, mangiamo?- chiese Sunny titubante visto che Dave non le rispondeva.

-Mangia pure tu, io devo andare.

E uscì fuori dalla porta dell’infermeria deciso a sapere di più su quella storia.

Qualcosa di più su quello che c’era tra Sunny e Lance.

 

Il corridoio era vuoto e silenzioso perché erano le sei e tutti erano nelle proprie cabine a prepararsi per la serata o semplicemente a riposarsi dopo una giornata di studio sull’Egitto faraonico.

E lui sapeva benissimo dove andare.

A perdifiato percorse i metri che lo separavano dalla sua verità.

Una falcata, e poi ancora un’altra e si ritrovò davanti alla porta della cabina di Lance e Ricky.

Bussò insistentemente fino a quando qualcuno non gli aprì la porta.

E quel qualcuno era proprio Lance.

-Hey Dave cos..

Lance non ebbe il tempo di finire la frase perché gli arrivò un pugno in piena faccia.

 

-Tu … farabutto che non sei altro.- disse David mentre martoriava Lance di pugni.

-D – dave, io non capisco … - sussurrò Lance, cercando di schivare i colpi.

- E’ colpa tua se ora Sunny è  su quel letto in infermeria, non è vero?- lo provocò il riccio, guardandolo negli occhi, livido di rabbia.

Lance ebbe un tuffo al cuore e fu preso per l’ennesima volta da quello strano senso di colpa.

-          Io non le ho fatto nulla.- affermò celando quell’emozione.

-          Fisicamente no, ma le hai straziato il cuore.- concluse Dave.

Lance era distrutto ma non lo diede a vedere:

-          Non è colpa mia se si è innamorata di me. Ho dovuto dirle che tra noi non avrebbe mai funzionato dato che sto con Martha.

-          Ma tu non la ami, o sbaglio?- proclamò David sfacciato.

-          Non  è affar tuo se la amo o no.

David lo guardò intensamente e poi sputò a terra: -Mi fai schifo, Lance Stephen!- disse prima di andarsene.

  
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