Ad Eliana.
La mia più assidua
lettrice ed amica insostituibile.
Ti voglio tantissimo bene Ely!
Capitolo 7
Dave
-Buongiorno bellissima! Come stai?-
una voce melodiosa entrò nel campo uditivo di Sunny e, quando aprì gli occhi,
l’altro suo senso le confermò quale padrone avesse quella voce.
David Lawrence era seduto al suo
capezzale. L’oblò dietro di lui lasciava entrare i timidi raggi solari della
prima mattina che andavano a schiarire i ricci castani. La guardava e
sorrideva. Di un sorriso sincero, quasi sollevato. Sotto lo sguardo di quegli
occhi Sunny si sentiva bruciare e, intimidita, non resse a lungo il suo
sguardo.
–Grazie- disse solamente in un
sussurro.
–Di niente, Sunny. Mi sono sentito
in dovere di salvare una fanciulla in pericolo.
Caspita!
pensò
Sun ma da dove viene questo? Da un libro
delle favole?
Gli sorrise radiosa al
sopraggiungere di quel pensiero.
Dave, al comparire del suo sorriso
sembrò rimanere quasi incantato.
Per levarsi d’impiccio farfugliò un
- A dopo- e uscì dall’infermeria con il cuore a mille.
Sun rimase lì. Immobile. Non si
aspettava che fosse fuggito così in fretta.
Doveva essere un ragazzo veramente timido.
Fissò l’oblò dal quale prima
provenivano i raggi che illuminavano Dave. Ripensandoci le era sembrato quasi
un angelo. Un angelo che era stato mandato a salvarla dalla sua tristezza.
Poggiò la testa sul cuscino e
ripensò al suo sorriso.
Impagabile.
Non vedeva l’ora di rivederlo di
nuovo.
***
In tre giorni di navigazione, la
nave era arrivata al foce del Nilo e gli studenti ora si apprestavano a
visitare l’intera Valle dei Re.
Il caldo era soffocante per quei
ragazzi abituati alla temperatura londinese.
Ginny era molto preoccupata per
Sunny perché la ragazza si ostinava a voler scendere dalla nave, affermando di
sentirsi meglio.
Quasi tutti i suoi compagni erano
venuti a trovarla in infermeria, tranne Venicia.
Sunny non si spiegava il perché,
semplicemente era un po’ dispiaciuta di non averla vista e nella sua buona fede
credeva che non fosse potuta venire per un motivo valido.
Da quando si era svegliata non era
venuto più Lance, e Sunny cominciò a pensare che Gin si fosse inventata tutto
riguardo al fatto che venisse ogni giorno ma non la accusò: sapeva che anche se
avesse mentito l’aveva fatto per il suo bene.
Invece fu piacevolmente stupita dal
fatto che Ricky stava sempre con Ginny, quando in seguito Gin le disse che si
erano messi insieme, mostrò uno dei suoi sorrisi a 32 denti.
Era.. contenta, si, ma non
pienamente felice, anzi! La mancanza di Lance le lacerava il cuore ma non
poteva fare nulla per ricucire quel suo cuore martoriato.
Gli unici momenti in cui si sentiva
in pace con sé stessa era quando veniva David.
Riusciva a farle dimenticare tutti
i suoi problemi quando erano insieme.
Con un sorriso riusciva a
riscaldarle quel cuore ghiacciato dal dolore.
Lui era il suo piccolo spiraglio di
felicità.
-Hey Sun, come stai?- Dave era
appena entrato nell’infermeria. Tra le braccia teneva un sacchetto di carta,
stampato in faccia un sorriso smagliante.
Sunny alzò gli occhi dal libro che
stava leggendo e gli restituì il sorriso.
Notò il sacchettino che portava tra
le braccia e chiese: -Che mi hai portato?
-Brioche e gelato.
Gli occhi le si
illuminarono.-Davvero?
-Ehm … si.
-Oh, Dave, che pensiero carino!
Vieni qui.
Il ragazzo le si avvicinò appoggiò
sul comodino il sacchettino e si sedette sul letto.
-Che c’è?
La ragazza l’abbracciò e gli
sussurrò: -Grazie.
Dave avvampò ma non lo diede a
vedere.
La strinse forte mentre lei
continuò:
-Mi chiedo perché tu faccia tutto
questo per me!
Dave non rispose.
Come avrebbe potuto dirle il vero
motivo per cui tutti i giorni andava da lei?
Come avrebbe potuto confessarle che
lei era sempre tra i suoi pensieri di giorno e nei suoi sogni di notte?
-Sei un vero amico.
Queste ultime quattro parole che
Sun pronunciò lo ferirono.
Allora lei lo considerava
semplicemente un amico, niente di più.
Sapeva che a lei piaceva Lance, lo
sapeva tutta la scuola, ma preferiva non pensarci troppo.
Voleva godersi ogni attimo passato
con lei senza preoccupazioni inutili.
Ma quelle quattro parole gli
rabbuiarono il volto.
-Beh, mangiamo?- chiese Sunny
titubante visto che Dave non le rispondeva.
-Mangia pure tu, io devo andare.
E uscì fuori dalla porta
dell’infermeria deciso a sapere di più su quella storia.
Qualcosa di più su quello che c’era
tra Sunny e Lance.
Il corridoio era vuoto e silenzioso
perché erano le sei e tutti erano nelle proprie cabine a prepararsi per la
serata o semplicemente a riposarsi dopo una giornata di studio sull’Egitto
faraonico.
E lui sapeva benissimo dove andare.
A perdifiato percorse i metri che
lo separavano dalla sua verità.
Una falcata, e poi ancora un’altra
e si ritrovò davanti alla porta della cabina di Lance e Ricky.
Bussò insistentemente fino a quando
qualcuno non gli aprì la porta.
E quel qualcuno era proprio Lance.
-Hey Dave cos..
Lance non ebbe il tempo di finire
la frase perché gli arrivò un pugno in piena faccia.
-Tu … farabutto che non sei altro.-
disse David mentre martoriava Lance di pugni.
-D – dave, io non capisco … -
sussurrò Lance, cercando di schivare i colpi.
- E’ colpa tua se ora Sunny è su quel letto in infermeria, non è vero?- lo
provocò il riccio, guardandolo negli occhi, livido di rabbia.
Lance ebbe un tuffo al cuore e fu
preso per l’ennesima volta da quello strano senso di colpa.
-
Io non le ho fatto nulla.- affermò celando
quell’emozione.
-
Fisicamente no, ma le hai straziato il
cuore.- concluse Dave.
Lance
era distrutto ma non lo diede a vedere:
-
Non è colpa mia se si è innamorata di
me. Ho dovuto dirle che tra noi non avrebbe mai funzionato dato che sto con
Martha.
-
Ma tu non la ami, o sbaglio?- proclamò
David sfacciato.
-
Non
è affar tuo se la amo o no.
David lo guardò
intensamente e poi sputò a terra: -Mi fai schifo, Lance Stephen!- disse prima
di andarsene.