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Autore: Glance    08/09/2010    2 recensioni
La notte respira nella tranquillità di una stanza e sfiora timidi gesti e parole di un tempo che è solo l'attimo appena trascorso.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SOLDIER



La notte respira nella tranquillità di una stanza e sfiora timidi gesti e parole di un tempo che è solo l'attimo appena trascorso.
Giochi di ombre dai contorni astratti. Con gli occhi della mente percorrere un corpo addormentato e riconoscerne ogni dettaglio.
Ascoltare il ritmo di un cuore e godere di momenti in cui l'immensità e l'eternità tenendosi per mano si sanno confondere l'una nell'altra, dove ogni istante è dilatato all'infinito, oltre il tempo e lo spazio così da diventare un attimo trattenuto tra confini di ricordi che la luce del giorno restituirà chiamandoli passato.
La voce della notte è il suono di un respiro che canta tra l'odore della sua pelle che ti lascerà segni indelebili e invisibili.
Vegliare quel sonno distinguendo il ticchettio del passare dei minuti, allungare una mano per bloccare in anticipo il suono molesto e metallico di un risveglio non voluto.
Concedergli ancora un attimo, un attimo soltanto, in cui sarà solo tuo e poi sfiorarlo appena e vederlo sotto la punta delle dita.
Vedere il suo viso e ogni piccolo dettaglio che terrai con te in mesi di assenza dove non sarà più solo tuo, dove la paura sarà l'unica compagna.
E poi concederti ancora un attimo, ancora uno, per ricordare tutti i momenti condivisi, ogni sorriso, ogni gesto.
Ma si muove come se avesse sentito, volta appena il viso e sembra ancora un bambino lì, nell'incoscienza del sonno.
Un bambino dove a tratti compare l'uomo con i suoi doveri, le sue responsabilità.
Ti concedi ancora un attimo in cui la sua mano cerca la curva morbida dei tuoi fianchi, in cui lui ti cerca e tu sai che è lì per te tra la danza di quelle poche ore.
Poi apre gli occhi e ti guarda come se fosse sorpreso di trovarti lì, ti sorride un po' confuso come fosse la prima volta e ti dice: ciao.
Sorridi a tua volta ingoiando le lacrime che lui respira e ti accarezza come a implorarti di non liberarle.
L'alba tra le persiane chiuse e un bacio scivola sulla fronte e lontano da te.
Lo scroscio dell'acqua, la vestaglia accarezza la pelle che brucerà a lungo prima di poter avere il refrigerio delle sue mani nuovamente generose di carezze.
Il profumo del caffè, l'ultimo sguardo ad uno zaino color deserto e ad una mimetica poggiata indolente sulla spalliera di una sedia, in attesa di vestirsi di fiero orgoglio.
Le dita accarezzano un piccolo rettangolo di stoffa con delle lettere a comporre un nome, accanto lo stemma di una bandiera che non sventolerà per un goal, ma colpita dal vento e dalla sabbia di un paese lontano.

  
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