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Autore: PrincesMonica    08/09/2010    14 recensioni
Una versione decisamente differente della fina della saga. Draco ed Hermione, Lacrime e Sangue.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Titolo: Lacrime e Sangue
Autrice: PrincesMonica
Rating: verde
Disclaimer: i personaggi citati, i luoghi, le magie, non mi appartengono, ma sono della Signora Rowling e di chi ne detiene i diritti. Non scrivo a scopo di lucro, ma solo per divertimento personale.
 
Note: FF scritta per la prima prova di “Fino all’Ultimo Respiro” concorso in più round indetto dal Forum Dreams Writers.
 
A Giulia, perché so che le sarebbero piaciuti storia e personaggi.
 
La giornata è fresca, nonostante il sole picchi forte. Dovrei uscire, ma non ho voglia di stare in mezzo alla gente. Si sa, le serpi non amano molto la compagnia e dato che io sono il Principe dell’intera casata, mi sembra d’obbligo mantenere questa facciata.
Ma a chi voglio darla a bere.
Fuori mi guardano tutti: Draco Malfoy, il figlio del Mangiamorte, colui che presto entrerà nelle grazie di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Pensino pure quello che vogliono, basta che non mi rompano le scatole.
Solo che ad Hogwart è praticamente impossibile passare inosservati. E quindi me ne scappo nell’unico posto in tutta la scuola, dove nessun studente entrerebbe di propria volontà.
La biblioteca.
Apro la porta di pesante legno massiccio e ritrovo il familiare odore di libri vecchi: sa di tempo. A casa mia ho una biblioteca di famiglia, ma non è, ovviamente, minimamente paragonabile a questa. I libri che ci sono qui spaziano su qualsiasi argomento, vecchi quanto Salazar Serpeverde in persona. E’ un piacere venire qui, almeno così evito anche le lamentele di Pansy su quanto poco sto con lei ultimamente. Scopa bene, ma quando inizia a farsi i suoi viaggi mentali su matrimoni e figlie… beh, diventa pericolosa in primis e noiosa in secundis.
Mi siedo vicino ad una delle finestre: in lontananza vedo il campo di Quiddic e qualche scopa che vola: mi manca come sport. Ormai lo sto abbandonando, come ho abbandonato tutto. Non ho tempo, non ho la testa necessaria per andare a fare il Cercatore per la mia casata. Le cose sono cambiate drasticamente e soprattutto troppo velocemente. La cosa incredibile è vedere che qui la vita sembra andare avanti come se non fosse successo nulla. Potere di Hogwarts. In fondo questo castello è il luogo più sicuro del mondo. Lui non verrebbe mai qui, c’è Silente e si sa che lui ne ha paura. Sa che il vecchio è di gran lunga più forte di lui.
Sbam.
Un libro viene chiuso con violenza: maledizione, non sono solo. Mi alzo e vado a vedere chi osa disturbarmi: magari è solo uno studente del primo anno, di quelli che vogliono dimostrare di essere i migliori fin da subito, un secchione. Sarà facile farlo sloggiare.
Supero uno scaffale e la vedo… è intenta a sfogliare febbrilmente le pagine di un enorme tomo, di sicuro di magia nera, visto che la copertina sta grondando sangue. I capelli mogano sono raccolti da uno chignon, dal quale sono sfuggite un paio di ciocche ribelli che sembra non gli diano fastidio.
Indossa solo la camicetta bianca, dato che sta iniziando il caldo torrido, e la gonna che lascia intravedere le belle cosce. La Mezzosangue si è fatta incredibilmente bella dopo il ballo del ceppo. Si è sistemata i dentoni da castoro e già questo le ha portato ad avere un sorriso scintillante. E poi i capelli sembrano meno crespi e ho il sospetto che la piccola Weezly c’entri qualcosa. Comunque ha sempre avuto dei bei lineamenti, solo che li nascondeva. Senza dimenticare il corpo che si è nettamente allungato oltre che formato. Ha un bel seno, non troppo grande e con le curve tutte al posto giusto.
Insomma, da piccolo Snarl che era ad undici anni, si è fatta bella come una Veela.
E pure io non riesco ad esserne tutto immune.
“Oh, ci mancava solo il Furetto.”, fa lei appena mi vede. Non sembra stupita di trovarmi qui, ma di certo è infastidita. La osservo mentre muove le dita in maniera convulsa, quasi avesse voglia di andare avanti nel suo lavoro, ma non davanti a me.
“Che vuoi Granger? Mica penserai di essere l’unica qui a saper leggere, vero?”
“Tra i due di certo.”
Le nostre bataglie verbali sono una delle cose che rende interessante questa scuola.
“Quel libro non fa per te, Mezzosangue.”
Si irrigidisce, pronta ad un nuovo diverbio. “Dici che è buono per te, Malfoy?”
Faccio spallucce e mi siedo davanti a lei, un braccio indietro sullo schienale e le gambe aperte. Una posa che normalmente fa svenire un nutrito gruppetto di ragazzine, ma questa volta ha il risultato di farle solo salire un brivido lungo la schiena. Beh non male, visto chi ho davanti. “No, neppure per me.”, sospiro, guardando fuori dalla finestra.
“Mi stupisci, proprio tu che sei il principe della magia nera qui ad Hogwarts.”
Tiro fuori una sigaretta e ci gioco, quasi perso dietro alla morbidezza del tabacco, la ruvidezza della carta, il leggero fruscio che fanno le mie dita su di essa e poi punto i miei occhi direttamente nei suoi.  “Tu credi di sapere tante cose, Granger e forse dopo anni passata china a studiare, le sai pure. Ma non pensare di potermi conoscere… non sai nulla di quello che sono io.”
Lei ride sfrontata, cattiva, levando finalmente le mani da quel libro maledetto: “So quanto mi basta sapere. So che sei figlio di un maledetto Mangiamorte e che tu non vedi l’ora di lavorare per Voldemort. Sei esattamente come gli altri, ma finchè c’è Silente non potrete fare nulla, ricorda.”
Non l’ho mai detto nessuno, ma ho sempre ammirato questo suo coraggio di dire il Suo nome senza paura. È incredibilmente coraggiosa, del resto è una Grifondoro, non potrebbe essere diversamente. Eppure quell’idiota della Donnola non lo fa mai. Lei si, con fierezza e chiarezza, in modo che tutti possano sapere che lei, Hermione Granger, non si fa intimidire da nessuno.
Mi sposto velocemente, mi chino sul tavolo, mani giunte verso di lei: non credo che siamo mai stati così vicini in sei anni di scuola.
“Le tue sono solo parole, Hermione.” La vedo mentre spalanca gli occhi, sorpresa che potessi usare il suo nome, come se fossi uno del magico Trio. “È facile parlare quando si è al sicuro nella Torre di Grifondoro, protetti da nobiltà e belle intenzioni. È facile quando dietro di sé si hanno solo gesti eroici e pieni di bontà da poter sfoggiare al pranzo della domenica con i parenti. Cosa ne sai tu della incredibile casata dei Malfoy?”
Continua a fissarmi immobile, come se non capisse quello che sto cercando di dirle.
Quello che io stesso sto realizzando solo ora.
La mia vita è una bugia.
“Sai tu, bella Grifondoro, che cosa vuol dire vivere con l’infamia addosso, ora che tuo padre è in galera a marcire per una follia dettata solo dalla stupidità di un uomo che si crede Dio. E lui, Lucius, a seguirlo per cieca devozione, anche se questo lo ha portato ad Azkaban.”, dico con rabbia, quasi sputando le parole in faccia a lei, sempre troppo pronta a giudicare. “Oppure lo sai cosa significa vivere con la paura che Colui-che-non-deve-essere-nominato piombi in casa tua torturando o volendo uccidere l’unica persona che ti è mai stata cara in vita? Lo sai che vuol dire farsi Marchiare per salvare qualcuno da una Avada Kedavra?” L’orrore passa nel suo sguardo  e cerca di nascondersi, di scappare. Si alza di scatto, lascia il libro sul tavolo e tenta di raggiungere la porta, ma io sono più veloce: le prendo un braccio e l’attiro verso di me. Sento il suo respiro affrettato sulle mie labbra, vedo il suo petto alzarsi ed abbassarsi di fretta: mi sembra di avere tra le mani un passerotto spaurito.
“Lasciami subito, Malfoy.”
Serro maggiormente la presa e le lascio un leggero, stranissimo bacio sulla fronte. Il suo dolce profumo, qualcosa che mi ricorda la cioccolata di Mielandia, entra prepotente in me. “No, è evidente che tu non lo sai, Granger.”
“Cosa vuoi farmi?”
“Che cosa potrei riuscire a fare alla più brillante studentessa di Hogwarts? Niente, volevo solo farti capire che molto spesso la vita non è bianca o nera. C’è una grossa varietà di grigio nel mezzo.” Gioco pigramente con una sua ciocca di capelli. Non oso dirlo neanche a me stesso, ma resterei così per sempre.
“Puoi aggiungere quanto bianco vuoi in te, Malfoy, ma sempre grigio resterai.”
Non c’è pietà in lei, non c’è considerazione, non c’è possibilità di riscatto.
Sono una Serpe e per lei questo resterò.
Sorrido per un breve istante.
Le sue labbra sanno di miele, dolce e forte, tipo il miele di fiori selvatici. Inizialemente è sorpresa, è rigida, senza volontà. Poi si lascia andare ed accetta questo leggero contatto quasi fosse anche lei finalmente avesse deciso di assaporare questo momento, l’unico che ci è dato prima della inevitabile fine.
Le lascio il braccio e mi stacco: mi concedo una lieve carezza sulla sua guancia, prima di vederla scappare via, rossa in viso.
Mi volto un’ultima volta verso la finestra e vedo in lontananza gli anelli del campo di Quiddich: qualche scopa vola leggera, mentre il sole splende sulle acque del Lago Nero. Studenti ammassati sul prato a prendersi questo tepore, che si lanciano incantesimi proibiti, che ridono, scherzano.
Che facciano fino a quando possono… domani notte, nel bene o nel male, tutto cambierà.
 
*_*_*_*_*_*
 
La foresta mi ha sempre fatto paura.
Non importa tutte le volte che ci sono stata con Harry e Ron in questi anni, è un luogo tetro, che non dovrebbe stare ad Hogwarts. Questa scuola dovrebbe essere semplicemente quello che è, una scuola. Sarebbe dovuta essere per sempre teatro di lezioni, ramanzine e premi per i bravi studenti e non ospitare una delle più cruenti battaglie del mondo magico. È qualcosa di inconcepibile per me, perché Hogwarts è sempre stata una seconda casa, fin da quando la McGrannit mi ha fatto entrare nella Sala Grande.
Sento una civetta: la Guferia è stata distrutta e gli animali sono tutti scappati. Non di molto, alla fine non vogliono abbandonare i loro padroni, ma il loro verso mi sembra troppo lugubre.
Cammino vicino al Lago Nero, silenzioso ed immobile, rischiarato dalla luce di una luna quasi al suo massimo, ma non ancora del tutto piena. La luce è una maledizione per me, perché mi rende visibile, del resto anche io riesco a guardarmi intorno…
E la vedo, laggiù, una figura che cammina barcollando. La sua bacchetta cade e lui cede cadendo con un tonfo morbido sull’erba. Guardinga mi avvicino e capisco ancora prima di vedere il suo volto chi è: i suoi capelli biondo platino, assolutamente naturali, parlano per lui.
Draco Malfoy.
Un nome, una condanna.
Quando sono vicino a lui, vedo un sinistro luccicare a livello dell’addome: è sangue.
“Malfoy?”, sussurro piano. Ho paura: se non fosse lui, sarei finita. Eppure non riesco a crederci che qualcuno possa fingersi ferito ed un’altra persona solo per uccidere una come me.
Lui geme, ma non risponde. Sembra stia borbottando qualcosa, ma mi risulta del tutto incomprensibile. Mi inginocchio e gli passo la mano sulla fronte: è bagnata, fredda… lui trema.
“Mezzosangue…”
“Malfoy, che ti è successo?”.
Lui cerca di ridere, ma tossisce e un po’ di sangue gli macchia la bocca. “Vita o morte… non ci sono altre vie.”
“Non capisco, cosa stai dicendo?”
“Non c’è scelta. O con Lui o contro di lui. E se sei contro di lui, muori.”
Gli alzo la leggera camicia in origine di un bianco candido, ma ora cremisi e del tutto zuppa. La ferita è profonda, sicuramente di origine magica e Nera come la notte. Ci provo a curarlo, ma le mie capacità sono decisamente inadeguate. Forse neanche Madama Chips ci riuscirebbe. Inoltre a scuola ne abbiamo studiata pochissima di Cura Umana. Non posso far altro che prendere la sua testa e poggiarla sul mio grembo. Lo sento già lontano, come se non ci fosse nessuna possibilità di salvarlo.
“Coraggio Malfoy, adesso ti porto al castello, lì troveremo qualcuno che ti curerà.”
“No… non voglio…”
“Ma…”
“Voglio il mio sogno.”
La ferita sta smettendo di sanguinare, forse il corpo di Draco è più forte di quello che immaginavo. Lo stringo a me, mi bagno di sangue, ma non importa.
“Quale sogno?” Cerco di tenerlo sveglio, di fare in modo che non mi abbandoni. Intanto lancio in alto un segnale rosso: è pericoloso, perché chiunque potrebbe vederlo e se fossero i Mangiamorte a trovarci non oso pensare che cosa mi farebbero.
“Ah Hermione… è così semplice… “, rabbrividisce e la voce si fa ancora più sottile. Perché ogni volta che dice il mio nome, mi scende un brivido lungo la schiena? Successe anche in biblioteca, un anno fa…
“Non è semplice, niente lo è.” Dico guardando verso il castello. Niente, non arriva nessuno.
“Credi? Non è già questo un bellissimo sogno? Sono tra le tue braccia e posso far finta, per l’ultimo istante della mia vita, che tu possa vedere qualcosa di buono in me.”
“Stai blaterando, Malfoy, smettila… tieni le forze rimaste fino a quando non verranno a prenderci.”
“Non faranno in tempo, mia piccola e dolce Mezzosangue. Sto morendo e lo faccio tra le tue braccia. Pensa che smacco per Pansy.” E ridacchia. Ormai sta delirando, come può chiamarmi dolce? “Sai, avrei voluto vivere questa situazione in maniera diversa, magari alla fine degli esami del settimo anno per festeggiare la nostra sicura promozione. Magari un bacio o qualcosa di più… conoscendoti è impossibile.”
Se non fossi così vicino non lo sentirei.
“Draco, di cosa stai parlando?”
“Mi piace quando mi chiami con il mio nome, lo riesci a rendere dolce.” Gli prendo una mano, non ha più forze, non me la stringe neppure. “Sono contento che ci sei tu con me… ho meno paura. Sei sempre stata la coraggiosa tra le due.” Chiude gli occhi con un leggero sorriso e so, lo capisco immediatamente, non li riaprirà più.
Mi abbasso e gli sfioro le labbra: il bacio sa di lacrime e sangue.
Mie le lacrime, copiose per un ragazzo che ho sempre trovato insopportabile, da cui ora, però, non mi riesco a staccare.
Sangue, il suo, che ormai copioso lo copre.
La maledizione è peggiore di quanto credessi, Voldemort lo voleva proprio far morire tra atroci sofferenze.
Lentamente sento che si abbandona del tutto ed è così che Ron ed Harry mi trovano, abbracciata a quello che credevo per anni fosse il mio nemico numero uno, a piangere copiose lacrime per lui e non solo.
Piango per me e per i miei amici, perché la morte di Draco segna un confine netto e preciso, quello tra la fine dell’innocenza, delle risate gioiose e gli scherzi di Zonco, e la vita reale, quella che ci catapulta in una realtà fatta di morte e distruzione, tutto per volere di un uomo vile e piccolo, che vuole sentirsi grande.
Un uomo che per alzare il proprio ego non ha esistato a calpestare tutto e tutti.
Ed io, Hermione Jane Granger, lo giuro, farò tutto quello che è in mio potere perché Voldemort non vinca. Lo farò in primis per me, perché io voglio un futuro migliore e lo farò per Draco, perché morto lui, è morta anche una parte di me, quella della brillante studentessa di Hogwarts, quella della fiera Grifondoro e quindi voglio vendicarmi con quanta più forza ho in queste mie mani, dovessi metterci tutta la mia vita.
Te lo prometto, Malfoy.
Te lo prometto, Draco.
   
 
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