Ma quelle stesse macerie, pezzo per pezzo, compongono la tua salvezza.
Perchè, anche se ti sei lacerato strappandoli e gettandoli via, i resti di te li guardi dall’angolo opposto di quel buco, con occhi spenti, vuoti come pozzi aridi, li osservi da lontano con avidità e freddezza inaudita.
Giacciono per terra, congelati, sulla fetida pietra nera di ripugnanza e fredda di apatia. Immobili brandelli di anima e ricordi, a lembi strappati dalla tela del passato, come petali rinsecchiti di una rosa ebano, della quale non conosci linfa, ma sai che sarebbe nera.
Solo lì, morenti, al sicuro nel buio di una pietra sudicia del pavimento, in un angolo della tua cella.
Lì, lontani anni luce dal tuo cuore, li esamini con la freddezza di chi non li possiede e non li cerca, mentendo a te stesso e a loro: i tuoi ricordi, quei pezzi di te, quel che resta della tua lucidità, in pasto al marcio che solo il buio di Azkaban può essere, estirpati come erbaccia insulsa e spregevole dalla tua mente.
E il tuo passato sibila e mormora sempre, lontano da te e lontano da quelli: anime senz’anima, in cerca di ricordi e filamenti di cuore.
Ma solo lì non saranno mai visibili a loro, lì non potranno mai prenderteli, nell’angolo opposto del pozzo di buio che è la tua cella: le tue uniche memorie.
E un giorno lo richiamerai dentro di te, quel passato. Adesso è troppo presto.
Loro non devono sapere.
E loro non lo sanno, ma non ti prenderanno mai completamente.
***
Spazio
Mio.
Non c’è molto da dire; descrive un piccolo momento della lunga prigionia di Sirius.
Parla della sua convivenza particolare con i suoi ricordi.
E’ come se li avesse presi e li avesse congelati in un angolo buio della sua cella, e li osserva, li osserva sempre, nonostante non possa rifugiarvisi dentro. Come se guardasse un film: li vede e sa anche che sono i suoi, ma li osserva con freddezza, senza lasciarsi coinvolgere. Sono i suoi ricordi, ma li ha estirpati e incrostati per terra, nell’angolo opposto della sua cella, per poterli vedere, ma in modo da non lasciarseli portare via.
Si parla anche di creature che conosciamo bene e dalle quali è costretto a dover fuggire, proteggendo le sue memorie: i Dissennatori. Nella storia si trovano sottoforma di ‘quelli’, e di ‘loro’.
In qualche modo dovrà pure aver fatto per difendere le sue memorie, lì dentro: io l'ho immaginata così.
Grazie per l’attenzione se siete arrivati fin qui.
Inutile che ve lo dica (però lo faccio :P), lasciate qualche parola, mi farebbe molto piacere.
Non c’è molto da dire; descrive un piccolo momento della lunga prigionia di Sirius.
Parla della sua convivenza particolare con i suoi ricordi.
E’ come se li avesse presi e li avesse congelati in un angolo buio della sua cella, e li osserva, li osserva sempre, nonostante non possa rifugiarvisi dentro. Come se guardasse un film: li vede e sa anche che sono i suoi, ma li osserva con freddezza, senza lasciarsi coinvolgere. Sono i suoi ricordi, ma li ha estirpati e incrostati per terra, nell’angolo opposto della sua cella, per poterli vedere, ma in modo da non lasciarseli portare via.
Si parla anche di creature che conosciamo bene e dalle quali è costretto a dover fuggire, proteggendo le sue memorie: i Dissennatori. Nella storia si trovano sottoforma di ‘quelli’, e di ‘loro’.
In qualche modo dovrà pure aver fatto per difendere le sue memorie, lì dentro: io l'ho immaginata così.
Grazie per l’attenzione se siete arrivati fin qui.
Inutile che ve lo dica (però lo faccio :P), lasciate qualche parola, mi farebbe molto piacere.