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Autore: Witch_Hazel    08/09/2010    2 recensioni
Un vestito di velluto rosso, un ballo e un paio di occhi di ghiaccio.
Genere: Dark, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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malinconico_valzer Avevo  letto di  quelli  come lui  su  un  libro che si usa  per  spaventare i bambini. La  sala  da
ballo era gremita di gente al suo arrivo. Mi sentivo terribilmente goffa fasciata  in quellʼabito
di velluto rosso, mentre le altre dame si muovevano danzando come delicati fiori al centro
del  salone dallʼaltissimo soffitto  io mi  ero  tenuta  in  disparte,  sperando di  sparire,  chissà,
prima  o  poi,  dietro  una  delle  finestre  come  per  magia.  Il  suo  ingresso  nella  sala  fu
impossibile da lasciare inosservato: bello di un fulgido fascino, con uno sguardo del colore
e della  consistenza del ghiaccio. Si muoveva quasi fluttuando,  lʼunico rumore a  segnare il
suo passaggio erano i  sospiri  delle dame che lo osservavano palpitanti. Nessun mistero:
nessun  uomo  gli  era  pari  a  quel  ballo.  Gli  sconfitti  tentavano  invano  di  contenere  gli
sguardi languidi delle loro compagne, di una notte, di una vita, di un giro di danza.
Mentre lʼorchestra continuava a suonare un valzer malinconico e stonato.
Il  suo sguardo vagliava con attenzione ogni volto, mentre io mi concentravo con vivo zelo
sul davanzale marmoreo di unʼalta finestra: tentavo di non badargli, sicura che comunque
egli non avrebbe avuto sguardi per me. Volevo riparare alla delusione che già premeva  in
fondo allo stomaco. Guardavo il cielo invernale sperando di  trovarmi ovunque eccetto che
in  quel  luogo,  quando  sentii  il  tocco di  una mano  gelida,  che  riuscì  a  farmi  rabbrividire
anche attraverso il velluto del  lungo guanto che fasciava  il mio braccio. Trattenni  il  respiro
voltandomi lentamente, pensando che, se avessi osato troppo, tutto sarebbe scomparso.
<< Mi fareste lʼonore di unirvi a me per questo ballo? >>
Disse, porgendo la mano.
Mentre lʼorchestra continuava a suonare un valzer malinconico e stonato.
La mia mano si unì alla sua, mentre improvvisavo un  impacciato inchino di cortesia, senza
riuscire a staccare gli occhi dai suoi, con quellʼespressione di  fredda malizia  che saettava
sul  viso affilato. Quanto dovevo sembrare  impaurita  e confusa  in  quel momento, quanto
impacciata dovevo muovermi mentre camminavo al suo fianco per  raggiungere la pista da
ballo! Sguardi dʼinvidia, come aghi  accuminati, si  conficcavano nella mia schiena  nuda  al
mio passaggio, mentre sogghignava  estasiato dal mio  imbarazzo. Con  una  spinta  sicura
del  braccio mi  fece  voltare,  facendomi  ritrovare  tra  le  sue  braccia.  Nonostante  la  posa
rigida che ci  teneva separati, avvertivo comunque la  solidità del suo corpo asciutto che mi
trascinava nel turbinio della danza.
Mentre lʼorchestra continuava a suonare un valzer malinconico e stonato.
<< Siete un bellissimo fiore questa sera, mylady >>
Sussurrò al mio orecchio, mentre le mille giravolte mi avevano stordito quasi quanto il suo
profumo inebriante.
<< Vi  prego signore,  non  prendetevi  gioco  di me.  Non  saprei  più  distinguere  tra  serio e
faceto, dopo tutto questo piroettare. >>
La  sala  era  scomparsa  intorno a  noi,  le persone erano piccole macchie  indistinte che a
malapena avvertivo volteggiando stretta a  quellʼuomo di cui ancora non sapevo il nome e
che mi aveva  fatto un complimento decisamente sfacciato per  avermi vista solo una volta.
E  mi  teneva  decisamente  troppo  stretta.  E  cʼera  una  reputazione  da  difendere.  Ma
rimanevo appesa a lui, girando, girando...
Mentre lʼorchestra continuava a suonare un valzer malinconico e stonato.
<< Non mi prendo gioco di voi, siete un  raro fiore da cogliere ed odorare con voluttà, e   a
lungo. >>
Abbassai lo sguardo venendo meno.
<< Osate molto, senza nemmeno conoscere il mio nome. >> riuscii a borbottare.
<< Il  rossore  sulle  vostre  giovani  gote  però  sembra  dʼimbarazzo  più  che  di  rabbia,
mylady >>.
Aveva un leggero accento gallese e una presa dʼacciaio. Fredda come il ghiaccio. E occhi
trasparenti e impenetrabili come gocce di vetro.
Mentre lʼorchestra continuava a suonare un valzer malinconico e stonato.
Più  danzavamo,  più  desideravo  che  quellʼuomo  mi  facesse  sua,  incurante  di  ogni
decenza.  Era  un  desiderio che  andava  al  di  là  di  ogni  razionalità  a  cui  non  riuscivo a
oppormi. Ci spostammo gradualmente e dal  centro della  pista mi  resi  conto che eravamo
su  un  grande  balcone,  illuminato  solo  dalla  luce  della  luna  e  invaso  da  una  leggera
foschia. Lʼumidità improvvisa e la sorpresa mi  fecero stringere di più a  lui, che mi versava
le sue parole come melassa nelle orecchie irretendomi come una povera mosca colpevole
di essersi avvicinata  troppo al vasetto del miele. Non potevo più  fuggire, né, realmente,  lo
avevo  mai  voluto.  La  sua  voce  scivolava  sulla  mia  pelle  impunemente,  mentre
volteggiavamo sul balcone, ancora  immersi nella musica fioca e suadente della sala che ci
eravamo lasciati  alle spalle.  La  sua mano salì al mio collo,  libero da  ogni  impiccio grazie
ad unʼelaborata  acconciatura,  gelida  come  il marmo delle statue greche che avrei  potuto
vedere nel giardino se solo avessi avuto la  forza di sporgermi un poco. Il suo viso perfetto
si avvicinava sempre più al mio, intrappolata in una dolce rete.
<< Un  dolce fiore  da  odorare  con  voluttà  -  sussurrò  di  nuovo  a  pochi  millimetri  dal  mio
orecchio - per sempre. >>
I suoi canini  affondarono nel mio collo provocandomi uno spasmo silenzioso.  Lo cinsi  con
le braccia dʼistinto mentre sentivo le forze abbandonarmi. Appena prima di cadere nel buio
dellʼoblio,  le  sue  labbra  sulle mie,  ancora  umide  del  mio  sangue.  Come  in  un  terribile
sogno.
Mentre lʼorchestra continuava a suonare un valzer malinconico e stonato.

è la prima volta che uso un vampiro come personaggio, siate clementi ;)
Questa OS partecipa al contest FINO ALL'ULTIMO RESPIRO di Dreams Writers.

   
 
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