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Autore: LaMicheCoria    08/09/2010    3 recensioni
[Star Trek: The Original Series/ Star Trek XI: Il Futuro Ha Inizio]
Anno:2261 - Una missione, la lotta personale di James Tiberius Kirk con il proprio futuro, che è per lui passato e presente, e la minaccia costante dell'Impero Romulano. Spock Prime, assunto il ruolo di Ambasciatore col nome Selek, vuole la pace coi Romulani. Vulcano e Romulus la guerra. Riuscirà o troverà la morte?
Anno: 2387 - La Supernova raggiunge Romulus, distruggendolo. Il destino di Spock è quello di finire trascinato nel baratro di un paradosso temporale causato dal Buco Nero creato dalla Materia Rossa, ma che ne sarà di coloro che hanno perso con lui anche il proprio popolo? La rabbia e il dolore. Un'azione disperata..

-Capitano?-
-Sì? Cosa c’è, signor Spock?-
-C’è un Vulcaniano tra i prigionieri- (tratto dal Capitolo 3)
La tanto promessa Long Fiction di Nemeryal è finalmente arrivata alla Base Stellare di EFP!
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Nuovo Personaggio, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2387(2)

Capitolo 6
Di’Ranov!

Anno: 2387

(Kingdom Hearts I Original Soundtrack – Night Of Fate)
-Ambasciatore! Ambasciatore Spock! Mi sentite?!-
La voce di Berz’uk esplose nel silenzio irreale della Jellyfish. Il tono era urgente, affettato e una lunga nota di terrore e incredulità vibrava nella voce roca del mezzo Klingon.
Spock alzò di scatto la testa, richiamato alla realtà, strappato via con forza dal suo stato di nebbia e dolore, e si rimise in piedi, barcollando appena sulle gambe rese deboli dalla disperazione. Raggiunse la cabina di pilotaggio, ma prima che potesse aprire la comunicazione con Starfleet, il visore accanto cominciò a lampeggiare come impazzito, segnalando che la Narada stava armando i phaser.
-Nero!- boccheggiò, chiudendo il canale di Berz’uk per aprirne un altro con la nave del Romulano.
Mandò la richiesta di un confronto a voce su tutte le frequenze, mentre il pilota automatico portava la Jellyfish a distanza di sicurezza dal Buco Nero, in modo che non fosse attratta inesorabilmente dalla sua forza di gravità.
-Ashenauka fo-dane’hi!1-
Una spia rossa si accese sulla consolle di comando; palpitò per un istante, poi divenne verde, ad indicare che gli scudi erano alzati e al massimo della potenza. Mentre le comunicazioni venivano rifiutate una dopo l’altra, Spock armeggiava con gli altri comandi.
Si preparò a fare fuoco, anche se preferiva non dover ricorrere ai phaser, e spostò la schermata con i dati relativi agli scudi su di un visore più vicino alla cloche.
-Nero..- mormorò –La rabbia ti distruggerà-
Premette un altro pulsante.

Shati-hashek. Ska’at2.
Annunciò la voce metallica della Jellyfish.
Nello stesso istante in cui il primo colpo di phaser partiva dalla Narada, Spock riprese il comando della Nave e virò a destra abbastanza in fretta da subire solo un lieve danno agli scudi.

Fo-dane. Te’to Sateh3.
Il visore che teneva sotto controllo la Narada cominciò a lampeggiare furioso, indicando che altri due colpi di phaser erano stati lanciati dalla Nave.
Spock strinse la cloche e si preparò a schivarne almeno uno.
Riuscì a spostare la Jellyfish in modo da evitare il primo phaser, ma la potenza del secondo lo mandò a cozzare contro la consolle. Il sapore metallico del sangue gli riempì la bocca, colando denso dalle labbra.
L’Ambasciatore raddrizzò le spalle, asciugandosi il volto col dorso della mano e tornò a stringere la cloche fra le dita, cercando di mettere una certa distanza fra sé e la Narada.

Fo-dane. To’i’ Sateh.4
Virò a destra, sempre tenendo sotto controllo il pannello della Nave Romulana che aveva rinunciato ad attaccare per quel momento e cercava di raggiungerlo. Spock si apprestò ad attivare la velocità Warp, ma la voce metallica lo informò, crepitando
Tchas-threshan. Qilit’woi vitorau.5
-No..- scrollò il capo, deglutendo a vuoto,e riaprì il canale delle comunicazioni con Starfleet.
Il volto corrucciato di Berz’uk comparve sul visore, scosso a tratti da alcune interferenze.
-Ambasciatore!- esclamò il mezzo Klingon –Cosa sta succedendo?-
-Ho bisogno di parlare con l’ingegnere Wolowitz- lo interruppe Spock, lasciando Berz’uk a fissarlo con sguardo vacuo dal pannello.
-Ambasciatore..-provò, ma la comunicazione venne interrotta e sostituita da uno degli altri computer di Starfleet.
-Spohkhkan!6 – gridò T’Lenna, gli occhi accesi da un biancheggiare continuo di emozioni contrastanti -Qa-ra tor-mu? Sahr-tor’ka sa-tra’!7-  lo implorò.
-Bokelau th’ variben Wolowitzkam’ha8- l’Ambasciatore vide lacrime di delusione scintillare sulle ciglia scure della nipote, come piccoli cristalli di ghiaccio lucente -Nirsht-pon fanweht9-
T’Lenna prese un respiro profondo, col labbro che tremava.
La donna chiuse gli occhi e si girò, coprendo il visore con la mano e trasferendo la chiamata.
Nel momento stesso in cui il volto smunto e affilato dell’ingegnere tremolava sul pannello, l’Ambasciatore ricevette una richiesta di comunicazione da parte della Narada, che troneggiava nera contro l’oscuro Universo.
-Ambasciatore!- ansimò Wolowitz, balbettando, ma Spock spense il visore, mentre la voce tagliente e pregna di rancore di Nero si faceva strada nel silenzio carico di attesa della Jellyfish.
-Ci avete tradito, Spock- ringhiò il Romulano, un rivolo di sangue smeraldo che colava dalla fronte, laddove si era inciso con ira e disperazione volute di inchiostro nero –Voi e Vulcano-
-No!- ribatté l’Ambasciatore, con un movimento deciso del capo –Il Nucleo della Nana ha cominciato a fondersi prima di quanto ci fossimo immaginati, io ho provato..-
-Tu hai fallito- sibilò Nero –Per colpa tua Romulus è distrutto!-
Le urla, i pianti, il dolore, la rabbia palpitarono nella mente di Spock, che sentiva il proprio cuore strappare un battito egoista  per ogni Romulano morto a causa sua. Lui era sopravvissuto, gente innocente aveva perso la vita. Uomini, donne e bambini..cosa avrebbe fatto se anche sua moglie e suo figlio fossero stati sul pianeta?
-Tu non puoi capire- l’astio e la disperazione si mescolavano nella voce di Nero, impossibile capire quale sentimento prevalesse sull’altro –Ma forse..se anche tu perdessi ciò che hai di più caro..tua moglie e tuo figlio, scampati alla distruzione che tu hai provocato..forse capiresti-
A quelle parole, Spock alzò la testa di scatto
-Non puoi farlo, Nero!-

 

***

-Wolowitz, ma cosa succede?- Berz’uk si gettò senza tante cerimonie sulla postazione dell’ingegnere, prendendo l’uomo per le spalle e scuotendolo con forza –Perché hai interrotto la comunicazione?-
-Non sono stato io!- si difese l’altro, soffocando un gemito mentre il mezzo Klingon aumentava la stretta –E’ stato l’Ambasciatore..-
-La Jellyfish ha armato i phaser!- gridò M’Shien, alcune postazioni accanto a quella di Wolowitz –Si sta preparando ad attaccare la Narada!-
-Attaccare?!- Berz’uk lasciò andare di colpo le spalle dell’ingegnere, che cozzò con malagrazia contro lo schienale della sedia.
 –Perché non usa la velocità Warp?- domandò confuso il mezzo Klingon, aggrottando la fronte e schiacciando alcune icone sul pannello  di M’Shien –Perché non si salva la vita?-
-I motori non possono sopportare la velocità Warp- ammise Wolowitz, barcollando verso la postazione della Caithiana e massaggiando le spalle doloranti –L’Ambasciatore ha preteso troppo usando la massima velocità per raggiungere Romulus. Fortunatamente la Nave non è esplosa, ma alcuni circuiti sono fuori uso per il sovraccarico-
-E me lo dici adesso?- abbaiò Berz’uk, voltandosi di scatto e colpendo l’uomo alla mascella, facendolo crollare a terra.
Wolowitz gemette e cercò di rimettersi in piedi, sputando sangue scarlatto e pulendosi le labbra rotte con il dorso della mano.
Un silenzio irreale esplose assordante nella stanza. Gli occhi dei presenti erano tutti fissi su Berz’uk che ansimava come una belva, lo sguardo opalescente per la rabbia, con Wolowitz che, ancora a terra, lo guardava incredulo, le guance arrossate per la vergogna e il colpo ricevuto, la bocca sporca di sangue.
Il mezzo Klingon rimase ancora per qualche istante a ringhiare, poi si voltò di scatto e corse via.

 

***

-Vi’proi fasei Yel-Halitra, Seredok’kam10-annunciò T’Len, voltandosi a guardare il Vulcaniano che, alcune postazione più in là, fissava con occhi freddi il pannello con i dati relativi alla Jellyfish.
-Kov-guhsh te’11- rispose flemmatico quello, mentre la donna annuiva e premeva alcuni pulsanti sulla consolle davanti a lei.
-Pace e Lunga Vita, Berz’uk’kam- salutò Seredok con voce neutra, senza nemmeno degnarsi di guardare chi ci fosse effettivamente sullo schermo 7.
-Non sono Berz’uk, Seredok-
Le narici del Vulcaniano si dilatarono per l’ira e le labbra divennero solo una striscia nera sul volto dagli zigomi alti; gli occhi avvamparono e si sgranarono appena, con le dita che artigliavano il bordo del tavolo lucido e le nocche che sbiancavano per la presa ferrea.
-T’Lenna- cominciò con voce tesa, evitando qualsiasi suffisso, persino quello più famigliare. T’Lenna non era nemmeno degna di mostrare il proprio volto agli abitanti di Vulcano, figurarsi avere una qualche considerazione anche a livello sociale. -Qa-ra..-
-Cuciti le labbra e ascoltami- lo zittì la Vulcaniana senza troppe cerimonie.
Seredok serrò la mascella e assottigliò lo sguardo, facendo per controbattere, ma T’Lenna lo interruppe ancora.
-L’Ambasciatore non può più utilizzare la velocità Warp-
-Lo sappiamo- le ricordò il Vulcaniano con un moto di sdegno e parlando come se ogni parola nella lingua terrestre gli costasse un enorme sforzo –Teniamo noi la Jellyfish sotto controllo-
-Bene, bravi- si complimentò con un ringhio T’Lenna –Dovete mandare delle navette di supporto a Spock per aiutarlo contro Nero-
Seredok premette alcuni pulsanti, confrontando i dati degli armamenti della Jellyfish con la potenza dei phaser della Narada, poi attinse agli archivi di Vulcano e calcolò le possibilità che avevano le più veloci di raggiungere l’Ambasciatore in tempo utile.
-Nessuna delle nostre navi potrebbe arrivare nel tempo necessario- ammise, scuotendo il capo –Sono tutte troppo lente rispetto alla Jellyfish. La più veloce delle nostre potrebbe arrivare al Buco Nero di Romulus entro un’ora punto trenta-
Seredok osservò senza parlare la giovane Vulcaniana che si mordeva il labbro inferiore
-Se questa nave andasse al massimo consentito dalla velocità Warp?- chiese T’Lenna, ma il Vulcaniano notò che non si stava riferendo a lui, ma ad una persona che la donna aveva accanto a sé.
Decise comunque di rispondere, visto che aveva i dati delle Navi sul pannello ed aveva già fatto tutto i calcoli necessari.
-A massima velocità Warp, la nostra Nave esploderebbe-
T’Lenna sbatté più volte le palpebre, poi si girò e inarcò un sopracciglio.
-Esploderebbe sicuramente o probabilmente?-
-C’è il 97.5% di possibilità. Il che significa..-
-Che c’è il 2.5% che non lo faccia- concluse la Vulcaniana –Quindi potrebbe farcela-
-Non può farcela, è illogico-
-Il mondo non è basato sulla logica. È fondato sul Caso-
-Non intendo proseguire questa irrazionale discussione- sibilò Seredok –E’ ovvio che io non possa fidarmi del tuo giudizio, così ottenebrato dalle tue emozioni e dal desiderio di salvare a tutti i costi la vita di tuo zio-
T’Lenna fece per replicare, ma una mano tozza le si posò sulla spalla e il Vulcaniano si ritrovò ad affrontare lo sguardo ardente di Berz’uk.
-Allora continui la discussione con me- replicò, con un ghigno di sfida sulle labbra carnose –Io sono ottenebrato dal desiderio di salvare a tutti i costi una vita innocente-
Seredok non disse nulla, ma si limitò a prendere un profondo respiro, le narici dilatate e bianche per la rabbia e l’indignazione crescenti.
-Qual è la vostra Nave più veloce?- chiese il mezzo Klingon e il Vulcaniano osservò impassibile le dita tozze armeggiare contro il pannello.
-La Goldenhawk- rispose –Ma come vi ho già detto..-
-Sfrutteremo quel 2.5% di possibilità, allora- lo interruppe Berz’uk, alzando gli occhi scuri –Con l’Ambasciatore ha funzionato-
-Ma si è ritrovato senza la possibilità di usare la velocità Warp- gli ricordò Seredok, tentando di mantenere la calma.
-Se Nero venisse eliminato prima di poter creare problemi, la Goldenhawk e la Jellyfish potrebbero arrivare alla prima Base Spaziale a velocità d’impulso e da lì essere recuperati da altre navi-
-Il ragionamento di per sé potrebbe avere una qualche logica, ma c’è solo il 2.5% di possibilità che i motori della Goldenhawk non esplodano e comunque la nave non potrebbe arrivare prima di venti punto quattro minuti, anche a massima velocità Warp-
Era un tentativo debole, Seredok lo sapeva: Berz’uk aveva già preso la sua decisione. Ma lui, lui che era stato messo a capo della spedizione dell’Accademia Vulcaniana, cosa avrebbe fatto?
La logica gli gridava che non c’erano speranze, che l’Ambasciatore avrebbe dovuto combattere Nero da solo e da solo arrivare alla Base Spaziale più vicina. Le parole di T’Lenna erano, però, come il ronzare fastidioso di un insetto: fioco, ma costante, continuava imperterrito a vibrare dentro di lui e già la sua mente lavorava febbrile nel calcolare nuove funzioni ed equazioni per il possibile intervento della Goldenhawk.
-E sia- mormorò Seredok annuendo.
Lo schermo gli restituì il sorriso stanco di Berz’uk e il lampo di soddisfazione di T’Lenna.
-Shitau’ka mek’te hali-kel’te se’kan12- ordinò secco il Vulcaniano, mentre inviava ai cancelli i permessi necessari alla loro apertura al passaggio della Goldenhawk -Seruk’kan, Goldenhawk’ha svi’ri’a sfek ru’a lirt’ke 13-
Accadde all’improvviso.
Inviato l’ultimo permesso, ci fu un crepitare e i visori si spensero, tutti nello stesso momento.
Esclamazioni di stupore si levarono dalle postazioni, unito al ticchettare frenetico delle dita sui pannelli e sulle tastiere e al suono fastidioso e prepotente che segnalava il negato accesso alle funzioni dei computer.
-Qa’ra pamuvesh-tor?14- Seredok abbandonò la sua postazione, scivolando come un’ombra fra gli altri Vulcaniani, gli occhi scuri che saettavano da uno schermo all’altro, confusi.
-Tampring fasei svi-udish’he- gli rispose Syuker, scrollando il capo e provando ogni codice possibile per ripristinare le funzioni del terminale -Vashauzo torektra’hi ri-fainu tumak. Svi-shauzo hali-kel’te sviribaue.16-

 

***

 

-Cosa succede?!- Berz’uk diede un colpo al visore, ma quello si limitò a tremolare, con la scritta “Comunicazione Interrotta” che lampeggiava scarlatta contro lo sfondo nero.
T’Lenna premette alcuni pulsanti sulla consolle, tentando e ritentando codici e vie per ripristinare il contatto con l’Accademia delle Scienze di Vulcano, ma ogni cosa risultava inutile.
La scritta non accennava a sparire, ma pareva quasi ridere del loro terrore e della loro inefficienza.
-Non riesco a rimettermi in contatto con Seredok- ringhiò la Vulcaniana, colpendo la consolle con un pugno –Non capisco cosa sia successo!-
-Perché hanno interrotto la comunicazione?- Berz’uk fece spostare T’Lenna di lato, sperando di riuscire a ripristinare le comunicazioni, ma sapeva che se non c’era riuscita lei, lui avrebbe avuto ben poche speranze.
Il mezzo Klingon assottigliò lo sguardo, poi agguantò l’umano seduto alla postazione accanto a quella di T’Lenna e lo spinse via, sedendosi al suo posto. Armeggiò per alcuni istanti sul suo pannello, poi aprì un altro canale di comunicazione.
-Cooper! Hofstader!- abbaiò, mentre il volto allungato del primo si affiancava a quello occhialuto del secondo –Pena la corte marziale, ditemi cosa sta succedendo!-
-Sembra che qualcosa abbia tagliato ogni comunicazione con l’Accademia di Vulcano- gli rispose il dottor Cooper, mentre il suo collega si voltava e tornava velocemente a lavorare sul suo computer.
-Dimmi qualcosa che non so, stupido Vulcaniano senza le orecchie a punta!- il mezzo Klingon riusciva a stento a controllare la preoccupazione e la paura, se si aggiungeva anche la razionale idiozia di quel Vulcaniano mancato che era il dottor Cooper, non era sicuro di poter reprimere l’istinto omicida e la sete di sangue che si stavano già arrampicando con unghie scarlatte lungo la gola.
L’uomo dietro il visore annuì
-Secondo il dottor Hofstader potrebbe essere stato un intervento esterno alla sezione di Seredok e io sono propenso a pensarla allo stesso modo-
-Un intervento esterno?- Berz’uk corrugò la fronte, mentre T’Lenna gli si affiancava e prendeva la parola
-Intendete dire che qualcuno ha deliberatamente manomesso il sistema per impedire alla Goldenhawk di partire?-
-Questa è la nostra ipotesi- annuì Cooper –Adesso il dottor Hofstader sta cercando di entrare nel sistema periferico Vulcaniano per avere la conferma-
-Non posso crederci- la Vulcaniana scosse la testa con forza –Ormai Romulus è distrutto! Che motivo c’è per impedire alla Goldenhawk di andare in aiuto di Spock?-
-Non è logico- sussurrò il mezzo Klingon.
-Sono entrato nel sistema periferico!- esultò la voce di Hofstader dall’altra parte dello schermo.
-Oh, ben fatto Leonard- sul volto di Cooper comparve una smorfia che secondo il suo metro di giudizio doveva essere un sorriso –Passami i codici. Mentre tu cerchi di capire cosa ha mandato in frantumi il sistema, io voglio controllare la situazione nell’hangar-
-Per quale motivo?- T’Lenna inarcò un sopracciglio, e Berz’uk, a quelle parole, alzò la testa.
-E’ proprio come ha detto lei, signore- spiegò il dottor Cooper, accennando al mezzo Klingon –Non è logico-
Berz’uk e la Vulcaniana si scambiarono uno sguardo confuso, poi tornarono a rivolgere la loro attenzione all’uomo dietro al pannello. Quando lo videro sbiancare, un brivido freddo gli corse lungo la schiena.
-La Goldenhawk…- deglutì a vuoto, con gli occhi sgranati –E’ sparita-
-Ma non è possibile!- ribatté T’Lenna –I permessi per l’apertura dei cancelli..-
-Secondo i dati- cominciò Cooper, mentre alcuni schemi gli nascondevano in parte il volto -I computer si sono bloccati non appena l’ultimo permesso è arrivato alla centralina dell’hangar. È stato quello a far scattare..-
-E’ un virus!- gridò Hofstader, togliendosi gli occhiali per poi pulirli con un lembo della maglia e rimetterli con un gesto veloce e goffo –Oh Grande Uccello della Galassia!- imprecò grattandosi la nuca con scatti nervosi delle dita –Non ho mai visto niente del genere!-
-I codici per il canale di comunicazione della Goldenhawk, presto!- gridò la Vulcaniana, quasi gettandosi contro il pannello –Intimate a quel figlio di puttana che ha rubato la Nave di mettersi in contatto con noi, ora!-
Cooper annuì
-Eccolo, trovat..-
Un crepitio e gli schermi si spensero.
-No!- urlò Berz’uk, furioso –Il virus!-
Dietro di lui, T’Lenna rimase immobile, gli occhi sgranati e una lacrima che scivolò silenziosa lungo la guancia.
-Kirk’kam- sussurrò -Paluntunauka ow’kan’hi17-

 

***

(Star Trek XI Original Soundtrack – Labour of Love)
L’ignoto lo chiamava.
Le stelle vibravano e danzavano al ritmo di una canzone senza voce, che disperdeva nel vento siderale le sue mute parole. Il gorgo nero turbinava e allungava verso di lui le lunghe spire d’oscurità che schioccavano come le mandibole di una belva dagli occhi scarlatti nel nero dell’Universo.
Spock sapeva, l’aveva sempre saputo.
Il suo destino era legato a quelle spire di tenebra che si stagliavano ringhianti e scure contro la densa oscurità dello spazio: un nero ancora più profondo della notte, punteggiato di stelle, ma privo del loro bianco palpitare, affiancato dalla luna, ma senza il suo bagliore argentato.
Non aveva altra scelta.
Una vita per una morte, una morte per una vita. Un eterno ciclo di rinascita che già una volta lui aveva ingannato, ma solo perché la sua morte, in quel momento, non sarebbe servita. La morte su Genesis, cosa avrebbe cambiato? No, lui doveva vivere per abbandonare la vita anni e anni dopo, quando il ricordo di quel pianeta pulsante di vita non sarebbe stato che un’immagine sfocata e dolorosa del passato, dove la sua stretta forte e disperata non sarebbe diventata altro che soffio sottile della memoria e la sua voce un’eco crepitante e debole in una nicchia dell’animo.
Ora era giunto il momento che il sacrificio di David Marcus giungesse alla fine. Solo con la morte avrebbe permesso ad altri di vivere. Se voleva la salvezza per gli altri, avrebbe dovuto rinunciare alla sua.
Chiuse gli occhi, stringendo forte la cloche tra le dita e respirando a fondo, raccogliendo attorno a sé l’energia che risplendeva invisibile, come scie di luce cristallina, nelle pieghe dello spazio.
Era pronto, pronto per quel gesto così irrazionale ed impulsivo da essere la massima espressione della logica.

Perché le esigenze di uno, Spock, contano più di quelle dei molti.Non in quel momento, o forse sì, anche in quello.
L’esigenza di salvare i molti avrebbe sopraffatto il desiderio di rimanere e vivere e invecchiare e morire con loro. Ci sarebbe stato il ricordo, il dolore, la disperazione, ma sarebbero stati salvi.
Era egoista, perché voleva salvarli ad ogni costo, anche se per farlo era necessaria la sua vita.
Aprì gli occhi e nella sua mente si stagliò con violenza il bianco tremolante delle stelle.
Le stelle..l’Universo..Casa.
L’ultima immagine che avrebbe visto prima di lasciarsi cadere nel buio, sarebbe stata quella. Perché era in mezzo alle stelle, avvolto nel manto dell’Universo, che lui poteva dire di aver davvero vissuto.
Nell’Universo, fra le stelle, aveva amato, aveva odiato, aveva sentito l’affondo bollente della disperazione dentro di sé e il calore rigenerativo di una mano sempre pronta a posarsi sulla sua spalla per dargli coraggio, a stringergli il braccio per fargli sentire la vicinanza, a sorreggerlo quando stava per cadere.
Fra le stelle aveva conosciuto lei e con la sua vita nello spazio aveva forgiato il nome e la mente di suo figlio.
Nell’Universo, essere Umano e essere Vulcaniano non importava: si era uno e si era mille, ogni cosa e nulla, si era soli e si era insieme, lì, nel biancheggiare degli astri.
Quella era stata la sua casa e lo sarebbe stata per sempre, nella vita, come nella morte.
Come lui, il suo ultimo respiro solitario si sarebbe perso senza rumore nel respiro universale della Galassia.
-Io sono stato- cominciò e non diede importanza alle due lacrime che scivolarono bollenti lungo le guance scavate –E sarò sempre..tuo amico- prese un altro respiro, mentre un ansimo rinchiuso tra due veli scarlatti e il pianto di un neonato, colmo di vita, gli esplodevano nella testa –La mia vita e la tua. Ora e per sempre- un altro respiro, l’ultimo, prima del gelo –Tai nasha no karosha-
L’ignoto lo chiamava.
E lui sarebbe accorso, senza più esitare.
Solo, nel buio freddo dell’Universo, avrebbe spinto la Narada verso il Buco Nero, perché la forza di gravità lo trascinasse via, e con essa, anche lui sarebbe stato catturato da quel vortice violento e gorgogliante che lo chiamava a sé.
Questa volta, avrebbe affrontato l’ignoto da solo.
Era giunto il momento.

 

***

 

-No!- l’Ambasciatrice si alzò di scatto e gettò via le lenzuola, balzando con uno scatto felino verso la grande finestra e aprendola, incurante del vento, della debolezza, di Lady Perrin che aveva scagliato a terra con un ringhio, quando aveva provato a fermarla.
Si accasciò senza forze sulla ringhiera del balcone, boccheggiando, priva di fiato, con l’ossigeno che le incendiava la gola e i polmoni. La testa pulsava per il dolore, mentre il Legame si spezzava con uno schiocco secco e la disperazione e la solitudine si riversavano in lei come una cascata di fiamme incandescenti.
-No..- le ginocchia cedettero e scivolò lentamente a terra, con le dita ancora artigliate sopra la testa e gli occhi, sgranati, rivolti al cielo.
Nemmeno il ruggito del vento poteva sovrastare il silenzio assordante che l’aveva sopraffatta.
-La mia anima e la tua- sussurrò, la voce flebile, roca, ma senza una lacrima a rigarle il viso pallido e tirato –Ora e per sempre-

 

***

-Di’Ranov! Di’Ranov!-
-Tenetelo fermo! Tenetelo fermo!-
-Di’Ranov! Di’Ranov!-
Shral rimava immobile, la spalla pulsante dove le unghie del compagno erano affondate senza pietà, inorridito dalla scena, dai cinque infermieri che lottavano in un ondeggiare furioso di lenzuola, tentando di bloccare il Romulano sul lettino, dal dottor Aartsengel che abbaiava e latrava come una cane, con una siringa di sedativo tra le dita grassocce, dal lampeggiare continuo dei segni vitali sul monitor, dalle grida di orrore degli altri pazienti, dagli occhi folli del Romulano, dalla sua bocca spalancata, dal suo sangue verde che ribolliva nelle guance e colava lungo le labbra, mista alla saliva, bianca e schiumosa, dai suoi denti affilati simili a quelli di una bestia, dalle vene che svettavano gonfie sul collo, sulle tempie e sulla fronte.
Ma più di tutto, lo inorridiva quel lamento, quell’urlo, quella preghiera che usciva a rantoli e a pezzi e a frammenti insensati dalla bocca sanguinante e deformata dalla follia.

Di’Ranov.
“Padre”..

 

***

-Addio-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1”Alzare gli scudi!”

2”Pilota Automatico. Disattivato.”

3”Scudi. 98%”

4”Scudi. 80%”

5”Velocità Warp. Impossibile attivare”

6Qui T’Lenna invece dell’onorifico –kam utilizza il suffisso –kan, più famigliare

7”Cosa fai? Va’ via da lì!”

8”Devo parlare con Wolowitz”

9”Non c’è più tempo”

10”Una chiamata da Starfleet, Seredok”

11”Schermo 7”

12 “Mettetemi in contatto con l’hangar”

13”Seruk, alla Goldenhawk fra uno punto cinque minuti”

14 “Cosa sta succedendo?”

15Una manomissione dall’interno”

16 Un programma sconosciuto ha corrotto il sistema. Le comunicazioni con l’hangar sono state interrotte”

17 “Kirk..Veglia su di lui”

 

 

 

 

Diario di Nemeryal, Data Astrale 64188.4
Non so cosa dire di questo capitolo. Non so, boh, è uscito così, da solo, soprattutto l’ultima parte.
A voi giudicare XD
No, forse una cosa c’è. Mi sa che i capitoli che posto sono un po’..corti ecco. Non so..boh. Aaaaah! Basta! L’avvicinarsi della scuola mi rende apatica, non va bene.
Forse un po’ troppe frasi in Vulcaniano? Ho paura di sì..però volevo mantenere l’illusione scenica. Però è una fan fiction..in una fan fiction si può mantenere una illusione scenica? Me confusa.
Nuooooooo! Ultima cosa..Tampring e met'ke non esistono davvero in Vulcaniano. Ma non trovavo il loro corrispettivo, e così...

 

Angolo delle Recensioni
 

Lady Amber
: Awwww! Me arrossisce! Il carattere di Scotty nel’XI credo si difficile perché, per quelle poche volte che compare, è una macchietta acerba, molto divertente, ma con poco spessore psicologico. Oh bhè, attenderemo il XII per il prossimo anno! (Sì, credo che sia nel 2011 che uscirà il XII..le ultime notizie che avevo sentito parlavano del ritorno di un grande Villain della saga. Alcuni dicevano anche Khan. Oh Great Bird of the Galaxy, help us!)
Eh eh, adesso il nostro Kirk dovrà vedersela con McCoy e anche col nostro amichetto con le orecchie a punta! Chissà come se le caveranno insieme McCoy e Dante? Due medici nello stesso territorio, chissà l’Ufficiale alfa? XP
E conosci anche Kingdom Hearts!
Ho le lacrime agli occhi per la commozione ç_ç
Oddeo O_O Mi vuoi davvero dire che ho chiamato il marito di Ida proprio come Russia?!..ho solo una cosa da dire a mia discolpa..VODKAAAAAA!

 
Persefone Fuxia: Spock è libero come l’aere! Naa, non riesco a scrivere delle Uhura/Spock, non riesco a gestirla come coppia >.< (XP)
Quella è una delle mie scene preferite! Tra le altre cose, sul Tubo c’è un video-parodia con una scena con le battute di Spongebob in inglese (se cerchi Spock obsession with chocolate dovresti trovarlo subito) e ogni volta che vedo la faccina di Kirk (quando dice “Ah, la mia mancanza di rispetto la fa arrabbiare, non è vero?”) non riesco a trattenermi dal piegarmi in due dal ridere. E poi la scena è fAIga. Mi fa venire in mente The Naked Time e The Other Side of Paradise (Tiè, Leila! Tiè!!!)

 Thiliol: Evvai! La mia lotta contro l’OOC si sta rivelando vittoriosa! Sono la fanwriters Spirkiana, sono Nemeryal! Sono qui per punirti, in nome dell’IC! (Okay, basta sclerare per Sailor Moon..Milord!!! *BIOTT*)

Persefone Fuxia(II): Ma grazie! Chissà, se mi viene l’ispirazione ne potrei fare altri simili ^^

 
Risoluzioni al giochino del capitolo precedente!

 
Nota 3: “Non fidarti del Romulano che porta doni” – Leonard “Bones” McCoy, Star Trek II: The Wrath of Khan
Nota 7:  And the Children Shall Lead”, Episodio 5, Terza Stagione

 

Ringrazio inoltre Rei Hino, Pimplemi_Chan e Persefone Fuxia per aver commentato “Ten Songs Challenge: Kirk/Spock”                                 

 E RICORDATE! IL PROGETTO “WHERE NO MAN HAS GONE BEFORE” HA BISOGNO DI VOI! NESSUNO SI E’ ANCORA PRENOTATO PER IL NUOVO EPISODIO! PARTECIPATE NUMEROSI!
(questa pubblicità non alcun fine di lucro..XD)

 

Grazie a tutte!
Tai Nasha No Karosha!

 

   
 
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