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Autore: Angel_lily    09/09/2010    6 recensioni
Salve a tutti! Ecco il frutto di una mente malata che di notte scrive invece di dormire XD Siate clementi.Un jared leto (un po' troppo umano direi!XD) alle prese con un nuovo film. Perchè "la linea che divide la finzione dalla realtà è sottile, talmente sottile che a volte ti sembra di non vederla".
Ovviamente i Leto non mi appartengono e non li conosco nemmeno (purtroppo XD) e non scrivo a scopo di lucro. Buona lettura =)
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hellooooo , sono qui di nuovo XD

Bene, che dire? Spero tanto che il capitolo nuovo vi piaccia  e che resterete soddisfatti (anche se io come al solito non lo sono -.-‘).

Ancora una volta, ringrazio con  tutta l’anima le persone che leggono, recensiscono e mettono la storia nei preferiti, nelle seguite o nelle ricordate  ^^ GRAZIE.

Cippyechelon, *_____________* grazia caraaaa, spero tanto che il capitolo ti piaccia, fammi sapere che ne pensi. Bacioneeeee =*

Albicoccacida, *ha ancora gli occhi lucidi per la sua recensione. Grazie tesoro *O* Spero che questo capitolo ti piaccia altrettanto. Tìvìbì mon amour <3

Luna_chan, avevo cominciato a credere che non ci saresti riuscita a lasciarmi una recensione a questo capitolo, quindi immagina la sorpresa quando ho letto il tuo nome stamattina *O* (Tu la devi smettere di lasciarmi recensioni di notte! XD) cooooomunque,  tesoro devi avere un po’ di pazienza, a tempo debito saprai tutto tutto tutto, te lo prometto, ora perdonami se sono un po’ cattiva ^-^’. Bacioni sister e fatti sentire presto eh!! <3<3

Buona lettura ^^

 

 

 

Mi sbatto la porta della sua roulotte alle spalle e mi dirigo verso la mia che mi sembra lontana, il set immerso nella più completa oscurità da sollievo ai miei occhi.

Non ho voglia di vedere nessuno.

Una volta raggiunto il mio piccolo spazio di intimità, mi sdraio sul letto e prendo il mio blackberry, l’intenzione è quella di distrarmi come meglio posso, ma qui non prende, lo lascio cadere sul letto esattamente come mi ci sono lasciato cadere io, mentre fisso il soffitto basso ripenso al perché ho accettato di girare questo film, la storia mi sembrava interessante, i protagonisti mi piacevano e in realtà mi piaceva molto anche David e il suo modo di lavorare con gli attori, volevo mettermi in gioco, sarebbe stata una sfida per me riuscire a calarmi nei panni di un uomo innamorato e distrutto, senza contare che avrei dovuto cercare di farlo facendo appello alla mia esperienza, senza cadere ulteriormente in depressione. La mia paura più grande quando ho cominciato a girare questo film era che tutto questo avrebbe riportato alla mia mente esperienze a cui avevo vietato l’ingresso ai miei stessi pensieri, ma mai avrei immaginato quello che mi sta succedendo.

Non sto passando propriamente uno dei periodi migliori della mia vita.

Non ho mai pensato, come adesso, che seguire uno dei consigli di mio fratello sia stato un errore.

Non ho mai creduto possibile, prima d’ora, di riuscire a capire, anche se in minima  parte, cosa volesse dire desiderare qualcuno che sai di non potere ottenere, per un motivo fottutamente sconosciuto, qualcosa che non riesci a capire.

E più non puoi, più lo vuoi, o la vuoi, nel mio caso, la vuoi più di quanto tu abbia mai voluto qualcuno.

Non posso ancora credere che sia scappata di nuovo, che non mi abbia dato il tempo di dare un nome a ciò che stavo provando, mi fa male ma qualcosa mi dice che avrei dovuto aspettarmelo, avrei dovuto evitare di crederci a quelle parole.

Non ti accorgi che lei vive di te?

Bugie, erano bugie. Eppure lei mi ha baciato, per uno splendido momento ho creduto che quella fosse la verità pura ed assoluta, che lei non potesse vivere senza di me e che io, probabilmente, mi sarei sentito completo per la prima volta dopo anni. Mi sono sempre preso ciò che volevo, senza preoccuparmi di chiedere il permesso o di quelle che sarebbero poi state le conseguenze, non mi è mai importato che qualcuno potesse soffrire per causa mia, ma ora credo di sapere cosa significhi, credo di riuscire a…capire.

Non ti innamorare di lei.

Io non sono innamorato. Non mi ricordo più cosa vuol dire amare qualcuno, credo, piuttosto, che l’amore non faccia per me, che sia un sentimento del tutto estraneo al mio essere. L’unica cosa che so dell’amore è che è una potenza distruttrice, che una volta entrato nel giro ne esci spezzato in due  oppure non ne esci affatto, l’ho provato sulla mia pelle e una volta che ne sono venuto fuori mi sono ritirato a cercare di far guarire le mie ferite sanguinanti, ma il mio cuore ne ha subito le conseguenze e dal mio cuore non sono riuscito a scappare per cui imparare a conviverci è stato d’obbligo. Convivere con il più assoluto rifiuto nei confronti dell’amore.

Io non sono innamorato di lei.

Non potrei esserlo neanche se volessi e non lo voglio in ogni caso.

“Toc, toc” bussano alla porta, mi metto a sedere confuso e una leggera punta di irritazione si fa spazio dentro di me. Non voglio vedere nessuno. Mi rimetto sdraiato con la chiara intenzione di non aprire, chiunque sia, qualunque cosa voglia, posso fingere di dormire, ma non mi interessa, che tutti sappiano che sono di malumore mi risparmierebbero la fatica! Il bussare si fa incessante e insistente, impreco e mi alzo per andare ad aprire, so già che non mi comporterò nel migliore dei modi.

Quando apro la porta della roulotte la visione che mi si para davanti mi blocca il fiato in gola.

È Rose, la felpa larga le cade distratta sulla gonna lunga e altrettanto larga, lei tiene le mani nelle tasche e si morde un labbro, non piange, non si passa nessuna mano tra i capelli, non sembra agitata né triste, il suo sguardo è perso nel vuoto, non mi guarda nemmeno.

“Posso entrare?” sussurra, abbassando il viso, la osservo per qualche attimo semplicemente perché non riesco a dare un senso alle sue parole, lei si limita a non incrociare il mio sguardo, quando decido che è inutile spremermi il cervello mi faccio leggermente da parte in modo che lei possa infilarsi nella roulotte, al suo passaggio mi sfiora leggermente e una scarica mi attraversa il corpo. La voglia di lei non è ancora passata.

Richiudo la porta e l’ambiente cade nel buio più completo, mi volto nel punto in cui so che c’è lei, lascio che il silenzio penetri profondo dentro di noi, che cosa è venuta a fare? A ricordarmi che non la avrò mai? Per un attimo ho voglia di urlarle addosso qualcosa, ma non lo faccio, non lo faccio perché non ne ho la forza. La sua figura è di una dolcezza disarmante, il suo respiro, che riesco a sentire chiaro e forte, è agitato  e nello stesso tempo mi riempie di sollievo.

Restiamo lì a fissarci, non so ancora per quanto, quando lei sussurra “cosa vuoi da me Jared?” le parole scorrono tra i miei pensieri, è una domanda a cui non so dare risposta, cosa voglio da lei?

“Non lo so” bisbiglio e sono sincero, sospira “ti stai prendendo gioco di me?”

“No!” esclamo, non potrei mai farlo, non mi comporterei con lei come ho già fatto con altre in passato, lei è…diversa?

Mi avvicino lentamente fino a fermarmi a pochi centimetri da lei “No” ripeto sussurrando, le sposto i capelli dietro le spalle “Non mi prenderei mai gioco di te”  respiro la sua essenza e la assaporo, mi abbasso quel tanto che basta per baciarla, lei non mi respinge, è come una calamita per i miei sensi, questo bisogno di sentirla scorrermi dentro.  Appoggio le mani sul muro dietro di lei intrappolandola contro il mio corpo, non voglio che scappi ancora, non voglio restare di nuovo solo, tutto questo mi sta uccidendo, vorrei solo assaporare cosa significa stare con lei senza ostacoli a dividerci, nemmeno i nostri corpi, solo anime. Lei geme mentre le sfioro il collo con il viso, è un verso a metà tra il piacere represso e il dolore, mi spinge ad alzare gli occhi, mi guarda supplicante “ti prego” non capisco, cosa mi sta chiedendo? Di lasciarla andare o di prenderla? Ma credo che neanche lei lo sappia. Mi allontano quel tanto che basta perché sia lei a prendere la decisione.

Sia l’una che l’altra mi terrorizzano.

Si avvicina come se l’improvviso allontanarmi l’abbia disorientata, come se non si aspettasse la possibilità che gli sto dando o come se non la volesse, mi abbraccia poggiando il capo all’altezza del petto, esattamente come aveva fatto il giorno in cui le sue parole avevano dato inizio a tutto e io la stringo incatenandola a me, c’è tutto in quell’abbraccio, ci sono tutte le parole non dette e quelle che sono state fin troppe volte ripetute, c’è tutto un mondo del quale non sono a conoscenza ma che non pesa tra noi, c’è tutto quello che voglio in questo momento.

La appoggio contro il muro e la sollevo in modo che il suo viso sia alla stessa altezza del mio, lei avvolge le gambe intorno alla mia vita ed io lascio andare le mani in esplorazione del suo corpo, spingo delicatamente contro di lei mentre la mia maglia finisce lontana chissà dove seguita a ruota dalla sua felpa grigia . Il mio petto nudo entra in contatto con la sua pelle calda  e quasi strappo quell’ultimo pezzo di stoffa che si pone tra noi due, la visione del suo corpo seminudo mi porta alla mente il ricordo della prima scena che abbiamo girato insieme e di quella strana e insensata voglia che avevo di lei, di una bambina, ma questa volta non stiamo fingendo, io la voglio quanto lei vuole me, è una dolce esigenza questo bisogno che sento, e non mi interessa quanto il suo corpo mi appari fragile in questo momento, quanto la faccia sembrare ancora più piccola di quanto non sia, quanto mi faccia sentire strano stringerla tra le braccia in questo modo così possessivo, il suo sguardo mi parla della stessa urgenza e non esito a soddisfarla.

Le mie mani scivolano sulle sue gambe lisce scoprendole, fino a risalire ai suoi fianchi, frettoloso, libero la mia erezione e quando entro in lei, senza preavviso, le strappo dalle labbra un urlo di dolore inaspettato, lascio che il suo corpo si abitui alla mia violenta presenza, quel tanto che basta per rendermi conto che sono il primo, il primo in assoluto che poggia le mani sul suo giovane corpo, non sono sicuro della natura dell’emozione che mi invade, improvvisa, così come io ho fatto con lei, non mi sono mai sentito in questo modo, non ho mai saputo cosa significasse sentirsi veramente parte di qualcuno, sono stato con donne che erano solo tante tra le tante, come io ero solo uno tra i tanti che avevano messo mani sul loro corpo, ma con lei è diverso, con lei finalmente capisco cosa deve voler dire possedere a tutti gli effetti una donna, sentire la sua appartenenza al mio corpo e alla mia anima.

La osservo, colpito da questa nuova consapevolezza, ha il viso girato verso destra, i capelli disordinati le cadano davanti al volto, rendendola dolce e affascinante allo stesso tempo, gli occhi ancora chiusi in una smorfia di dolore, mi abbasso a sfiorarle il viso per farle capire che va tutto bene, quando sento il suo respiro regolarizzarsi l’espressione si trasforma in una smorfia di piacere e sento l’estrema urgenza di cominciare a muovermi.

Lo faccio ed è il paradiso che si concretizza intorno a me, o l’inferno, non ha nessunissima importanza, niente ha importanza in questo momento, se non i nostri corpi che si muovono bisognosi l’uno dell’altro, e i suoi gemiti e gridolini ad accompagnarci nella nostra danza.

Lentamente il bisogno si fa impellente, le mie mani posate sui suoi fianchi stringono talmente forte che so che le lascerò più di un livido, ma non riesco ad essere dolce, non in questo momento, le sue mani, poggiate sulla mia schiena, graffiano, mentre lei soffoca i gemiti affondando la testa nell’incavo tra il mio collo e la mia spalla, si lascia andare completamente quando comincio a spingere più forte, vicino al limite.

Mi lascio sfuggire un verso soffocato  e per pochi splendidi attimi perdo il senso del tempo e dello spazio e mi aggrappo a lei come unica ancora che mi tiene attaccato alla terra, quando riprendo il controllo del mio corpo mi accorgo che lei sta tremando contro di me, stremata dalla stessa forza. Non l’ho guardata nemmeno una volta mentre mi prendevo il mio piacere e appena i miei occhi si posano sui suoi lo stomaco fa un balzo, è bellissima, come non l’ho mai vista, l’espressione è soddisfatta e le colora il viso, gli occhi lucidi e languidi, le labbra arrossate, il corpo completamente abbandonato al mio, pelle contro pelle, umido del piacere che ci ha appena travolti.

La bacio, solo per il gusto di assaporare ancora un po’ di lei, le sue labbra sono dolci come miele, sono assuefatto. Quando ci stacchiamo per riprendere aria, poggio la testa sulla sua bisognoso di sentire il suo respiro contro il mio, lei fa un leggero movimento con la schiena e un brivido mi attraversa, ne voglio ancora.

Mi stacco leggermente, sorpreso dai miei stessi pensieri, non so nemmeno perché si sia data a me in questo modo, avrei dovuto comportarmi in modo dolce ma,come al solito, il mio istinto animalesco ha avuto la meglio, vorrei stringerla tra le braccia ma so che non posso farlo perché il solo sentirmi così vicino a lei risveglia il desiderio, non posso e non voglio trattarla come un oggetto, distolgo lo sguardo e mollo la presa, lasciando che scivoli inerte contro il muro e che corra a coprirsi, cosa che faccio anche io. L’improvvisa mancanza del suo corpo mi fa sentire dannatamente vuoto.

“Vuoi che me ne vada?” mi volto di scatto a queste parole, lei mi fissa tranquilla qualche passo lontana da me.

“Perché dovresti?” mi limito a risponderle, guardandola perplesso.

“Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda” sentenzia, senza la ben che minima espressione.

“Rispondi alla mia” non credo che riuscirò mai a capirla.

“Mi vuoi ancora?” la domanda mi colpisce diritto al petto “se mi vuoi ancora, resto”

Cosa cazzo sta dicendo?

“Rose, che diavolo…?”

“Credevo fosse questo il problema, cioè, credevo che ti girasse storto il fatto che non eri ancora riuscito a portarmi a letto” non posso credere alle mie orecchie.

“Cristo, Rose! Credevi che si trattasse di questo?? Credevi che venendo da me e lasciandoti scopare in faccia a un muro avrei risolto tutto?? Per chi cazzo mi hai preso?” prendo a calci la parete mentre mi dirigo verso il letto sedendomi e passandomi una mano tra i capelli. Come ha potuto pensare una cosa del genere? Come ha potuto credere che si trattasse solo di questo?? E per quale motivo avrebbe dovuto lasciarsi prendere da me, anche se vergine, solo per cercare di risolvere un problema mio?? Cosa cazzo le passa per la testa???

“Allora non capisco Jay, non riesco a capire” non la vedo da dove mi trovo, ma la voce mi giunge forte è chiara.

“Non è necessario che tu capisca” mi limito a ripetere con cattiveria le parole che mi ha già detto lei, il silenzio cade pesante tra noi.

Sembrano passati minuti quando sento i suoi passi ovattati dirigersi verso di me, punto gli occhi nei suoi quando mi si para davanti.

“Perché diavolo sei venuto da me stasera?” mi domanda con freddezza.

“Perché sei tornata tu da me se la cosa ti ha dato tanto fastidio?” le rispondo con rabbia.

Lei sospira lasciandosi cadere di fronte a me, mi guarda semplicemente e scopro di non riuscire a sostenere il suo sguardo a lungo, le passo una mano tra i capelli scuri e morbidi “avevo bisogno di te” confesso rapito dalla sua incredibile dolcezza “ma non si tratta di sesso!” sibilo cercando di  non scoppiare sovrastato dalla rabbia repressa.

“E di cosa si tratta Jared?” domanda lei avvicinando le labbra alle mie, le sfiora leggermente ed io la lascio fare mentre sento montare in me il desiderio folle di sentirla di nuovo mia, perché una volta non basta, non basta a capire, è come aver visto di nuovo la luce dopo giorni al buio, gli occhi fanno male ma non si può pensare di tornare a vivere senza.

In un attimo la spingo sul letto, sotto di me, e la prendo di nuovo, con la stessa sottile violenza di prima accompagnata da un urgenza più forte, non mi accorgo delle sue grida e dei suoi tentativi di darsi un contegno, o del semplice fatto di aver pensato, come al solito, sempre e solo a me.

Quando mi libero per la seconda volta del pensiero folle di lei nuda e solo mia, mi accascio ansante al suo fianco assaporando fino in fondo le sensazioni che mi ha procurato, lei si raggomitola su se stessa dandomi le spalle e la sento singhiozzare, il suono mi riporta bruscamente alla realtà, mi volto ad osservarla e mi avvicino facendo aderire completamente il mio corpo al suo, nonostante la veda trasalire al contatto, le accarezzo i capelli spostandoli dal suo viso.

“Non si tratta di sesso Jay?” domanda singhiozzando e mi spezza il cuore in due, no, non si tratta di sesso, no, ma non riesco a dirglielo. Lei continua a non guardarmi mentre le lacrime le scendono sul naso per poi finire a bagnare le lenzuola del mio letto. È un suo piccolo attimo di dolore, personale e intimo, come se io stessi assistendo a qualcosa di troppo puro, come se non ne fossi degno e forse non  lo sono davvero.

Mi limito a sfiorarle il viso con la punta del naso  e aspettare che si calmi, sono il solito mostro, il solito egoista, non sono bravo a dimostrare ciò che provo, non lo sono mai stato, il più delle volte mi lascio andare all’istinto, mi lascio guidare da ciò che voglio e viene fuori sempre qualcosa di diverso e sbagliato. Il problema è che fino ad ora non mi è mai interessato cosa gli altri potessero pensare del mio comportamento, ma non voglio assolutamente che lei creda di essere solo una valvola di sfogo per me, perché non ci sarebbe niente di più falso.

Niente di più falso.

“Non si tratta di sesso” le ripeto mentre il suo respiro torna regolare, mi metto seduto ad osservarla, c’è qualcosa nella mia voce che la fa muovere di scatto verso di  me, si mette seduta “lo vuoi sapere un segreto?” sospira “mi piacerebbe tanto crederci”.

“Nessuno te lo impedisce” non riesco a nascondere un po’  di amarezza.

La sua risata è cristallina quando mi giunge alle orecchie “allora lasciami sognare Jared Leto” replica, cado all’indietro sul letto mentre lei si mette a cavalcioni su di me, mi lascio baciare ed esplorare, lascio che sia lei a prendersi il suo piacere questa volta beandomi del suo viso, del tutto privo dell’innocenza che le ho rubato, sono rapito da lei, dal suo modo di essere, dal suo modo di fare. Quando la sento irrigidirsi e urlare il mio nome, per la terza volta in poche ore mi lascio andare alle sensazioni che ho tanto cercato e voluto, credendo che potessero mettere fine a tutto ciò che stava prendendo forma nella mia mente, credendo di riuscire a strapparla via da me, lei si accascia sfinita e ansante su di me “mi piacciono le tue bugie Jared Leto” ansima, magari lo fossero.

Scivola via dal mio corpo per sdraiarsi al mio fianco e guardarmi con due enormi occhioni da bambina “Non ha importanza, vero? Tutto questo lascia il tempo che trova”

“Cosa vuoi dire?”

“Domani mi sveglierò e tu non ci sarai, non è così?” la sua espressione è seria.

“Io sono qui, ora” le sposto i capelli dalla fronte umida.

“Già” sbadiglia lei chiudendo gli occhi, è bellissima “invidio Helen, lei sa che il suo Alan non scomparirà mai, è più concreta la finzione che la realtà”.

“Io non invidio Alan, la sua Helen scomparirà prima che riesca a rendersi conto di amarla” lei fa una piccola smorfia e sbadiglia di nuovo.

“Cosa provo per te Rose?” sussurro e spero che non mi abbia sentito.

“Cosa provi per me Jared?” mi fa eco lei, mentre scivola nell’incoscienza. Non le rispondo, non saprei cosa dirle.

“E tu? Cosa provi per me?” le domando ansioso, lei mugola qualcosa di insensato che non afferro, poi il suo respiro si fa lento e regolare e so che non è più qui con me.

La guardo mentre si agita nel sonno, la desidero ancora, non mi sembra vero di averla qui, cosa provo per lei?

Vorrei averla sempre con me, vorrei sentire il suo corpo contro il mio, vorrei saperla felice, vorrei non scomparisse mai.

Il ticchettio dell’orologio scandisce, come al solito, il tempo di una delle mie tante notti insonni, resa dolce dalla sua piccola presenza.

“Amore?” sussurro a pochi centimetri da lei, so che non può sentirmi, ma mentre continuo ad osservarla, perso, non mi accorgo del piccolo sorriso che le illumina il viso.

Forse ho trovato la risposta.

 

 

Bene, bene, bene mmmm, che ne pensate??

Finalmente lo ha ammesso a se stesso (che poi è la cosa più difficile da fare quando si è innamorati) ^^

Volevo semplicemente  sottolineare che tutte le parole non sono messe lì a caso, ognuna di loro ha un significato che poi vi sarà chiaro, non che io voglia portarla per le lunghe XD. Abbiate solo un po’ di pazienza ^^

Vi mando un bacio enorme!! Alla prossima

<3<3

 

   
 
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