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Autore: LadyDenebola    09/09/2010    2 recensioni
Ecco qui il seguito dei Due cristalli!^O^ Sono passati due anni dalla sconfitta di Tenugh, e alla Torre arriva un giovane che porta con sé una sfera, l'unico oggetto che ha ritrovato tra le macerie della sua casa. Ma lui ancora non sa che nella sfera è contenuta parte dell'anima di un dio e che dev'essere riportata al Tempio di Xara per essere sigillata. Denebola e Rio lo accompagneranno, e lungo la strada incontreranno vecchi e nuovi amici ^^ Buona lettura! ^___^
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cavallo si arrestò con un nitrito brusco, e il cavaliere smontò, guardando fisso davanti a sé.

Oltre le cime degli alberi si innalzava lenta una spirale di fumo nera, che andava a confondersi con le nubi violacee del tramonto. L'aria era tiepida: né in cielo né in terra c'era anima viva.

Il cavaliere si guardò attorno; era atterrito, incredulo, aveva bisogno di informazioni. Non era così che si immaginava il suo ritorno. L'angoscia cominciava a farsi largo nel suo cuore. Senza pensare, montò di nuovo a cavallo e insieme si addentrarono nel bosco.

Non si godette il paesaggio familiare che da tanto tempo non rivedeva: la sua attenzione, ogni fibra del suo corpo, era concentrata sul pensiero di cosa avrebbe trovato una volta uscito dal bosco. Cosa poteva essere successo, e quando? Come mai non c'era nessuno in giro? Solitamente quel posto pullulava di boscaioli, e ora sembrava che perfino gli alberi fossero privi di vita. Gli alberi si fecero più rari e Jeff uscì dal bosco, ritrovandosi davanti una piccola collina. Il sentiero era ricoperto di rami spezzati e foglie ancora verdi. In cima alla collina, c'erano i resti spettrali di un palazzo sopravvissuto a fatica ad un incendio. Jeff avvertì il cuore sprofondargli, mentre nella testa aveva un ronzio che gli impediva di sentire qualunque cosa, persino i suoi pensieri.

Smontò da cavallo e corse su per la collinetta. Qualche pietra era ammucchiata nel cortile; l'unica cosa che non aveva riportato danni era l'erba, ancora verde, ma alta. Jeff si aggirò disperato tra le macerie. Il fumo nero si stava diradando in cielo, ma sottili fili di fumo trasparenti si sollevavano ancora e si andavano a confondere nel viola del crepuscolo.

Le mura del palazzo erano annerite, le piante bruciate. Ciò che rimaneva delle tende si muoveva fuori dalle finestre ad arco, brandelli inceneriti che fino a poco tempo prima erano state stoffe pregiate e invidiate da tutti. Il pesante portone di mogano scuro si era staccato dai cardini e ora giaceva a terra, attraversato da piccole crepe dalle quali spuntavano schegge. Jeff vi posò un piede sopra, lo sguardo fisso davanti a sé, nella penombra dell'atrio. Prese un respiro per farsi coraggio, ma un urlo alle sue spalle lo costrinse a rimanere lì. Si voltò.

Un uomo dal volto ricoperto di rughe e con un cappello di paglia si era fermato all'inizio del sentiero. Jeff lo riconobbe all'istante: era l'oste, Peter Testacalda. Senza nemmeno rendersi conto di quel che faceva gli corse incontro. L'oste continuava a guardarlo a occhi sgranati.

<< Peter! >>ansimò Jeff, fermandoglisi davanti. L'oste sbatté le palpebre.

<< Signor Jeff >>balbettò intontito, << siete voi, allora. Non vi avevo riconosciuto >>

<< Cos'è successo, Peter? >>chiese Jeff.<< Cosa è successo alla mia casa? E dove sono tutti? >>

Peter Testacalda gettò un'occhiata afflitta al di sopra della spalla di Jeff, e sospirò.

<< Eh, una disgrazia >>rispose.<< E' accaduto tutto così in fretta, signor Jeff...Due notti fa. La casa è andata a fuoco, e con essa tutto ciò che conteneva. Nessuno è riuscito a fare niente. Le fiamme sembravano essere state create con la magia, non siamo nemmeno riusciti ad entrare, e i vostri genitori sono... >>Tirò un sospiro, << sono rimasti intrappolati >>

Jeff sentì le ginocchia tremargli. Cadde in ginocchio, immobile, lo sguardo perso nel vuoto. L'oste gli si inginocchiò svelto di fronte e gli posò le mani sulle spalle, ma non gli venne niente da dire. Jeff comunque non voleva ascoltare altro. La notizia l'aveva colpito come una bastonata in piena faccia. Il sangue gli pulsava nelle orecchie.

<< Signor Jeff >>mormorò Peter, << venga con me, venga a bere qualcosa. Potrà sfogarsi quanto vuole >>

Jeff annuì, la testa rigida, e si alzò. L'intero mondo sembrava vorticare ai suoi piedi. Peter, gli alberi e la casa erano sfuocati.

<< Non è stato ritrovato nessun corpo? >>chiese con voce sorda.

<< Alcunché, signor Jeff >>rispose desolato Peter. Lo prese per il braccio, ma Jeff non si mosse. Aveva visto qualcosa brillare nell'erba secca. Era una sfera trasparente. Jeff la prese: era leggera e trasparente, eppure una nebbiolina biancastra vi aleggiava dentro. Senza farsi vedere dall'oste, Jeff la intascò. Era il suo unico indizio.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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