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Autore: QueenWaldorf    09/09/2010    1 recensioni
Dato che era una bella serata, fresca, ma serena, decise di aspettare il fattorino, in giardino . Si sedette sul dondolo vicino al vialetto e aspettò. Passò mezz'ora, ma non si vedeva ancora nessuno... La pizza sarebbe arrivata fredda e avrebbe preteso lo sconto. Passò un altro quarto d'ora e l'ordinazione non si vedeva.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Keep It Real Cap. 25 Bonjour! Come stanno i miei fantastici lettori? Lo so il pensiero dell'imminente inizio della scuola riesce a rovinare anche quest'ultima settimana di relax -.-'' Per questo oggi mi sono svegliata presto (addirittuara alle 10 e 30 O.O) e adesso eccomi qui ad aggiornare. Ma bando alle ciance passo ai ringraziamenti.

annina94: tanto hai recensito solo tu quindi... xD Vedi di rimetterti presto, ma tieni le stampelle che potrebbero sempre tornare utili per "tu-sai-cosa" xD Un bacione e alla prossimaaaaa!!

Un bacio a tutti, buona lettura!



Thriller Night






You hear a door slam and realize there's nowhere left to run
You feel the cold hand and wonder if you'll ever see the sun
You close your eyes and hope that this is just imagination
But all the while you hear the creature creepin' up behind
You're out of time

(Thriller - Michael Jackson)





"Bene io ti lascio qui, buona serata." disse Joe, dando un bacio a Lisa, dopo averla accompagnata a casa sua. "E, tanto per la cronaca, questo cappello da strega ti dona."


"E allora perché non resti con noi questa sera?" chiese la ragazza, facendo gli occhi dolci. Non le dispiaceva passare la serata con Anna, ma nessuno poteva biasimarla se preferiva avere anche Joe con lei.


"Mi dispiace ma devo proprio andare, Kevin e Nick mi stanno aspettando." disse lui, avvertendo nonostante tutto una stretta allo stomaco; gli dispiaceva doverle mentire.


"D'accordo allora, a dopo." lo salutò Lisa, con una smorfia. Lo avrebbe di sicuro rivisto più tardi, poiché si era accordata per dormire da loro, a condizione, ovviamente, di stare in stanza con Anna.


La ragazza scese dalla macchina e si avvicinò velocemente alla porta d'ingresso; tutt'intorno dei bambini correvano in giro, suonando ai campanelli dei vicini per il classico dolcetto o scherzetto.


L'ultima volta che aveva festeggiato Halloween in quel modo aveva undici anni e si era travestita da vampira. Sorrise al ricordo di quanto le era occorso per prepararsi, nonostante fosse ancora piccola, e degli sbuffi della sorella maggiore, che avrebbe dovuto accompagnarla come tutti gli anni. Quell'anno però era diverso, perché Rebeca era stata invitata alla sua prima festa e voleva che la procedura fosse il più veloce possibile.


Quella sera, per l'occasione, si era limitata ad un cappello a punta posato sulla testa e di un po' di trucco abbinato.


Suonò il campanello, stringendosi addosso la giacca leggera. L'aria iniziava davvero ad essere fredda, sempre rispettando gli standard della California.


Anna non ci mise molto ad aprire, probabilmente aveva notato il suo arrivo e si era avvicinata prontamente alla porta.


"Era ora. Questa sera hai battuto ogni record di ritardo." disse Anna, prendendola in giro, a mo' di saluto.


"Non mi conosci abbastanza, oggi sono stata quasi puntuale." sottolineò Lisa con un sorriso, togliendosi la giacca e posandola su una sedia della cucina.


"E Joe che deve sempre sopportare i tuoi ritardi... Mi fa quasi pena." affermò l'altra, scuotendo la testa con una finta aria dispiaciuta.


La mora scoppiò a ridere, seguita a ruota da Anna.


"Metto su un po' di musica." disse quest'ultima, avvicinandosi allo stereo.


Lisa la raggiunse velocemente. "Che cosa ascoltiamo? David Guetta? Lady GaGa? Ke$ha?"


La bionda si voltò con un'aria di orrore dipinta in volto. "Ho detto musica, non cozzaglia di suoni."


"Non ti piacciono? Ma questa musica arriva da voi in Italia?" chiese l'altra confusa.


"Certo che arriva, purtroppo. Personalmente preferisco canzoni che abbiano un senso compiuto. Sinceramente quella roba piena di sintetizzatori e di tunz tunz non mi attira proprio per nulla." rispose Anna, storcendo il naso.


"Quindi che genere ascolti?" chiese allora Lisa, realmente incuriosita.


"Dire che mi piace la musica pop è troppo generico; io adoro il Re del Pop." disse l'altra, perdendosi un attimo nei suoi pensieri.


"Michael Jackson." mormorò Lisa, fermandosi a pensare a sua volta.


Ovviamente lo conosceva, tutto il mondo lo conosceva; era stato un grande ballerino e sapeva anche qualcuna delle sue canzoni.


Anna le sorrise, contenta del tono che l'amica aveva usato. Troppo spesso le persone, quando lo nominavano, lo facevano con una punta di disprezzo o di totale indifferenza. Lisa, invece, aveva pronunciato il suo nome con un po' di ammirazione. Ovviamente non era una sua fan, ma il fatto che riconoscesse la sua bravura era positivo, soprattutto da parte di una ragazza che ascoltava David Guetta.


"Allora non sei totalmente disacculturata." disse infine Anna.


"Ehi, a me piace la musica leggera, ma ascolto anche altri generi, altrimenti mi scoppierebbe la testa." commentò Lisa, ridendo.


"Beh sono contenta, non sei un caso del tutto disperato. Direi che Thriller è appropriata non credi?" chiese, prima di collegare l'iPod all'amplificatore. "Recentemente sono riuscita ad imparare la coreografia."


"Davvero? Perché non mi dispiacerebbe impararne un pezzo." disse Lisa, levandosi le scarpe.


"Sul serio? Sappi che non è facile." disse Anna, prima di premere play.


"Fammi vedere prima tu." disse la ragazza, sedendosi sul divano.


Appena Anna iniziò a ballare, Lisa si accorse di quanto fosse brava; si muoveva con un scioltezza incredibile e non perdeva il tempo nemmeno per un secondo.


"Tu sei una ballerina." Non era una domanda, non ci voleva un genio per capirlo.


"Beccata." confermò Anna, con un mezzo sorriso.


"Perché io non lo sapevo?" chiese Lisa, ancora sorpresa.


"Perché non me lo hai mai chiesto, credo." rispose l'altra, sollevando le spalle.


"In effetti ci sta." disse la mora sovrappensiero, mettendosi poi di fronte ad Anna, con aria concentrata.


"Credi di riuscire a starmi dietro cheerleader?" domandò quella con tono di sfida.


Lisa non rispose, ma le lanciò un'occhiata che indicava chiaramente che aveva raccolto la sfida.


Iniziarono a provare e riprovare quei passi, fino a quando, sfinite, si buttarono sul divano.


"Niente male." disse infine Anna.


"Grazie." si limitò a dire Lisa. Non aveva la forza necessaria per dire qualsiasi altra cosa.


"Vado di là a prendere qualcosa da mangiare e da bere." fece la bionda, alzandosi suo malgrado in piedi.


"Perfetto, io vado un attimo in bagno." disse l'altra, mettendosi in piedi a sua volta.


Lisa salì al piano di sopra, quando la raggiunse un'imprecazione di Anna.

Da quanto aveva capito era andata via la corrente.

La ragazza, tuttavia, conosceva la casa a memoria e quindi proseguì alla cieca verso il bagno. Non si sentiva al sicuro a camminare nel buio, ma sapeva che non c'era nulla di cui avere paura; casa Jonas era sicura.


Prima che riuscisse ad appoggiare una mano sulla maniglia, qualcuno le afferrò il braccio facendola strillare.


"Shhh, sono io stai calma." disse una voce conosciuta, prima di aprire una porta e farla entrare.


Dopo che ebbe richiuso la porta, accese una piccola torcia a batterie.


"Cosa...?" iniziò a urlare Lisa, nonappena le gambe divennero più salde.


"Ti prego abbassa la voce o salta tutto." sussurrò il ragazzo, avvicinandole una mano alla bocca.


"Togli questa mano o ti mordo." sbottò, contro le sue dita.


Joe si affrettò a spostarla, notando che la ragazza non scherzava; ci teneva alle sue dita.


"Come mai tutta questa rabbia?" chiese lui, sempre a bassa voce.


"Mi hai fatto prendere un colpo! Ti sembra il modo di comparire quello?" disse Lisa, mentre il suo cuore riacquistava un ritmo regolare.


"Era necessario." spiegò lui, prima di raccontarle tutto il suo piano.


"Geniale Jonas, non c'è che dire. Ma perché non me lo hai detto prima?" domandò la mora, sentendosi leggermente offesa per essere stata esclusa.


"Beh perché c'è una cosa che non ti ho ancora detto." le sussurrò all'orecchio, dopo essersi spostato dietro di lei. Il ragazzo puntò lentamente il fascio di luce, verso il centro della stanza.


Si trovavano nella stanza di Joe, se era certa, ma qualcuno doveva aver messo lì un tavolo e lo aveva apparecchiato per due.


"Sbaglio o oggi una coppia fa tre mesi insieme?" mormorò sempre nel suo orecchio.


La luce della torcia si faceva sempre più debole, segno che le batterie stavano per finire e, all'improvviso, si spense del tutto.


"Fantastico. Aspetta, adesso tiro fuori il cellulare." disse lui, lasciando cadere la torcia e mettendo poi una mano in tasca.


"No, va benissimo così" lo fermò la ragazza, voltandosi verso di lui e bloccandogli la mano.


Joe si fermò all'istante, restando immobile mentre sentiva il suo respiro sul viso. Nonostante il buio sapeva esattamente dove si trovavano le sue labbra ed era chiaro che per Lisa era lo stesso.


Il ragazzo chinò il capo leggermente per permetterle di baciarlo. Era un bacio lento, dolce che trasmetteva perfettamente il sentimento che provavano.


Dopo un po' Lisa si scostò, mordendosi il labbro inferiore. Stava vivendo un sogno, ne era certa.


"Buon mesiversario, amore." disse Joe, sorridendo con dolcezza.


"Buon mesiversario. Ti amo." disse Lisa a sua volta.


A quel punto Joe sciolse con dolcezza l'abbraccio, tenendole la mano, e estrasse dalla tasca il suo iPhone e un accendino e si avvicinò al tavolo. Dopo aver fatto accomodare la sua ragazza si sedette e iniziarono a mangiare.


***


Dannazione era andata via la corrente. Senza sforzarsi di soffocare le dolci parole, che in quel momento stava esclamando si diresse a tentoni verso il lavello. Dovevano pur avere una torcia elettrica da quelle parti.


Non lo avrebbe mai ammesso, ma non si sentiva per niente a suo agio. Mentre continuava a cercare alla cieca le giunse uno strillo di Lisa. In quell'istante trasalì, cercando di controllare i battiti del suo cuore; se non si fosse calmato le sarebbe schizzato fuori dal petto.


Si avviò il più velocemente possibile verso l'uscio della cucina, quando le venne in mente un'idea; e se si trattava di uno stupido scherzo? Joe e Lisa si sarebbero divertiti molto di fronte alla sua espressione spaventata.


Quello strillo però non sembrava per nulla finto, anzi. Quindi, sperando per loro che non si trattasse di una messinscena, prese la borsetta di Lisa posata nell'ingresso e la aprì. Iniziò a rovistarci dentro con una mano; ma a cosa serviva avere borse così grandi?


Sapeva che c'era, ci doveva essere; si trovava in America! Finalmente avvertì con la mano una bomboletta.


Certo, lo spray al peperoncino non era il massimo contro un pazzo armato di un coltello o, peggio ancora, di pistola, ma almeno lo avrebbe distratto per un po'.


Tenendo saldamente in mano la sua arma di difesa personale, continuò a camminare fino al soggiorno. Era ormai giunta presso le scale quando sentì qualcuno muoversi dietro di lei.


Quando sentì che quella presenza si era avvicinata alle sue spalle, fece un respiro profondo, si voltò e spruzzò.


"Ahia ahia brucia!" esclamò una voce, particolarmente dolorante.


"Nick ma che cosa ci fai tu qui?" chiese Anna, sollevata ma allo stesso tempo estremamente arrabbiata.


"Io, ecco, volevo solamente... Non lo so Anna, mi fa male!" disse il ragazzo, in preda al bruciore agli occhi.


"Scusa, mi dispiace. Ma comunque ti sembra questo il modo di avvicinarti a una ragazza indifesa?" domandò ancora la bionda.


"Indifesa mica tanto mi sembra." borbottò il ragazzo leggermente più calmo, notando che il dolore si stava affievolendo.


"Fratellino va tutto bene?" chiese Joe, correndo giù dalle scale con Lisa al seguito.


"Certo Joe, me la sto spassando alla grande." rispose quello, decisamente sarcastico.


"Ho capito, vado a riattaccare la luce." disse il mezzano, facendosi spazio e uscendo velocemente.


"Jonas ora mi puoi spiegare che diamine ci facevi qui e perché tu e quell'idiota di tuo fratello avete avuto la splendida idea di lasciarci al buio?" domandò Anna, ora abbastanza irritata.


"Beh diciamo che era tutto programmato per..." iniziò Nick, incespicando continuamente e faticando a trovare le parole giuste.


In quel momento la casa ritornò ad essere illuminata.


"Ora si sta decisamente meglio non trovate?" disse Lisa con un sospiro, sedendosi sull'ultimo gradino della scala e osservando Nick e Anna.


I due la guardarono a loro volta, aspettando in silenzio.


"Oh certo, capisco. Volete un po' di privacy... Beh, io vado a vedere dov'è Joe. Voi continuate pure senza di me."  disse la ragazza, lanciando agli altri uno sguardo complice e alzandosi nuovamente in piedi, prima di uscire velocemente dalla stanza.


"Dove eravamo rimasti?" chiese Anna, sedendosi dove poco prima c'era Lisa.


"Eravamo rimasti al motivo per cui ho fatto tutto ciò. Vedi Anna io..." si fermò nuovamente per cercare le parole giuste. "Io non so bene perché ho deciso di fare tutto questo, ma so perché volevo fare qualcosa. In questi giorni, con te, mi sono accorto che tu per me sei diventata..."


Anna, decisamente in imbarazzo in quella situzione così insolita e così nuova per lei, era a sua volta ammutolita.


"Al diavolo. Tu sei speciale e volevo organizzare qualcosa di altrettanto speciale per te; l'idea me l'ha suggerita Joe, ma penso che tutto questo possa andare bene per una come Lisa. Io so che con te bisogna arrivare subito al sodo, che non apprezzi le cose troppo smielate. E per questo, e per q
uando dici il mio nome, quando ti vedo sorridere, quando riesci ad abbandonare quella tua facciata scontrosa e mostri la vera te, come in questo momento, io capisco che per te farei di tutto. Non so che cosa mi stia succedendo e non sai in questo momento quanto mi senta vulnerabile, perciò ti chiedo di essere sincera con me. Se tu non provi lo stesso per me io..."


"Jonas, stai di nuovo parlando troppo." gli fece notare Anna, con un mezzo sorriso. E' vero, anche in quel momento stava cercando di mantenere una facciata, ma dentro di lei c'era un subbuglio di emozioni e le stavano decisamente tremando le gambe.


Nick sorrise e si chinò verso di lei, per prenderle le mani tra le sue e aiutarla ad alzarsi.


In quel momento si avvicinò lentamente al suo viso; la ragazza poteva sentire il suo respiro.


Il ricciolino le posò una mano dietro la nuca e eliminò quel soffio che li separava.


Quando le loro labbra si unirono i due si scambiarono un bacio molto dolce. Al secondo tocco, invece, i due infusero tutto ciò che in quel momento provavano: gioia, ma soprattutto, amore.


Non si accorsero nemmeno che altri due innamorati si battevano il cinque, dopo aver osservato con tenerezza tutta la scena.



Se vi interessa sapere come è vestita Lisa per questo capitolo eccovi il link :)

http://www.polyvore.com/halloween_da_anna_lisa_style/set?id=22974893

Potrete vedere anche gli altri look che avete incontrato fino ad ora!

XOXO
  
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