-Voglio quell’uomo, lui- Additò l’uomo che la interessava. Lo folgorai con lo sguardo, tolsi i guanti neri che mi coprivano le mani e gli camminai incontro. L’uomo mi guardava accennando dei passi indietro, tremante.  –Stia calmo, non si agiti- Gli dissi impassibile. L’uomo si voltò e cominciò a correre, peccato la via fosse lunga e retta per chilometri e chilometri, escludendo ogni tentativo di fuga. Mi misi a correre seriamente fermandomi dinanzi a lui in non molto tempo. –Mi dispiace, ma devo fare il mio lavoro- Premetti i polpastrelli dei pollici sulla sua fronte, facendolo cadere a terra, con gli occhi spalancati, le lacrime agli occhi, lacrime di sangue. -Mi perdoni, davvero mi dispiace di dover mettere fine alla sua vita- Lo caricai su una spalla e tornai indietro dalla mia signora, che ancora mi attendeva spazientita. –Scusi l’attesa Milady. Ho portato a termine il mio compito- Misi a terra l’uomo, che ancora piangeva. Non avevo fatto altro che paralizzarlo, ma sapeva già che fine lo attendeva. Continuai ad osservarlo con fredda tristezza mentre la mia signora gli squarciava il collo. Alzai lo sguardo non appena ella ebbe terminato il suo banchetto, riprendendo l’uomo, in braccio stavolta e portandolo dietro un cespuglio di rose nere. Lo poggiai in un letto d’erba chiara. –Spero che possa salvarsi, almeno lei, e che non passi più di qui, o la principessa potrebbe ordinarmi di ucciderla, signore- Mi alzai e tornai indietro a passi spediti, fino a raggiungere la mia Dama Sanguinaria.

Alzai lo sguardo sul suo viso sorridendo. Aveva una leggera macchia di sangue sulla guancia, come le succede quando è imprudente nel compiere certe azioni violente. Presi un fazzoletto bianco dalla tasca dei pantaloni e le pulì la guancia bianca, candida.

-Ora possiamo tornare a casa-

-Yes Milady-