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Autore: _Pulse_    09/09/2010    2 recensioni
Una volta usciti dall’acqua, ancora placcata da i due Jonas, il terzo si avvicinò e passò due asciugamani ai fratelli.
«Tante grazie!», gridai, fuori di me.
«Non iniziare a lagnarti! Vieni qui con me!», gridò il più piccolo, attirandomi a sé e avvolgendomi nel suo asciugamano con lui. Rimasi piacevolmente sorpresa da quel gesto e mi arresi al fatto che ormai non mi restava altro da fare che seguirli e scoprire che cosa volevano da me.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11

 

Quando aprii gli occhi vidi subito il riflesso della luna brillare sulla superficie dell’acqua, la stessa luna che avevo guardato fino a poco prima dalla finestra delle mia cameretta nell’altra dimensione.
Il mare sospirava lentamente e feci un respiro profondo prima di incamminarmi verso la villa dei Jonas.

Attraversai la scogliera e la fitta vegetazione che nascondeva quella fantastica abitazione sul promontorio, poi, finalmente, sbucai nel giardinetto, delimitato da cespugli di rose bianche, in cui si trovava la veranda all’aperto. Era uno dei miei posti preferiti, quello.
Delle torce piantate nel terreno creavano un’atmosfera tutta particolare, il profumo dei fiori si mescolava a quello iodato dell’oceano e gli unici suoni che si udivano erano il frinire delle cicale e i dolci sbuffi delle onde.

Seduto su uno dei quattro divanetti bianchi che circondavano, insieme ad uno sdraio, un tavolino di legno e dal ripiano in vetro, vidi Nick.
Il cuore mi schizzò in gola ed iniziò a battere fortissimo, tanto che ebbi paura che riuscisse a sentirlo.

Volevo avvicinarmi, ero andata lì per quello dopotutto, per parlare con lui, per scusarmi e per chiarire, ma i miei muscoli non volevano collaborare. Fu lui, dopo qualche minuto, ad accorgersi della mia presenza.

«Ary», mormorò, fissandomi incredulo.
Si alzò e fece qualche passo verso di me. Solo allora riuscii a muovermi e diminuii la distanza fra noi, salendo sul rialzo fatto d’assi di legno.

Lo guardai in viso, sollevando di poco il capo, e un velo impercettibile di lacrime mi inumidì gli occhi.
«Ciao, Nick», sussurrai. Lui aprì la bocca per dire qualcos’altro, ma io non glielo permisi, posandogli un dito sulle labbra.
«Mi dispiace per lo schiaffo e per come mi sono comportata oggi, non so cosa mi sia preso… o, meglio, lo so e mi dispiace anche per questo: non avrei dovuto lasciarvi qui in quel modo, ma non ho mai smesso di pensare a voi, non ho mai pensato di non mantenere la mia promessa e il fatto che tu abbia creduto che me ne fossi andata per sempre, senza di voi, mi ha ferita… a parte il fatto che sei uscito con quella cheerleader da strapazzo… ma questo non ha molta importanza, dopotutto io non sono nessuno per decidere chi tu debba frequentare e –»

Quella volta fu Nick ad impedirmi di parlare e lo fece posando le labbra sulle mie, stringendomi fortissimo a sé, tanto che per un momento pensai di soffocare.
Lentamente la sua stretta si allentò e mi accarezzò i fianchi, continuando a muovere delicatamente le labbra sulle mie.
Sorpresa e anche un po’ imbarazzata, ma se non altro al settimo cielo, ricambiai il bacio. Infilai una mano fra i suoi riccioli e sorrisi, respirando tutto il suo profumo. Mi era mancato tanto.

«Non farlo mai più. Non farlo mai più, ti prego», sussurrò ad occhi chiusi, posando la fronte contro la mia e prendendomi il viso fra le mani.

«Che cosa?», chiesi, sbigottita.

«Non sparire mai più così, non so se reggerei ancora il colpo.»

«Non lo farò più, promesso», sorrisi.

 

Passeggiando sulla sabbia fresca a piedi nudi, sotto il chiarore della luna, le nostre mani unite ci facevano avvicinare e allontanare come se stessimo danzando.
Ciò che sentivo dentro era indescrivibile, ero felice al suo fianco e per una volta avevo fatto bene a dare un po’ di fiducia al mio cuore. Mi appuntai mentalmente che appena tornata a casa dovevo ringraziare mamma, perché anche lei aveva la sua parte di merito.
Però, solo all’idea di tornare nell’altro mondo mi veniva la nausea. Non volevo lasciarlo, mai più.

«Io non ho mai smesso di avere fiducia in te», esordì Nick, facendomi perdere il filo dei miei pensieri.
Lo guardai in viso e lui sorrise, continuando: «Non ho mai smesso di credere che tu un giorno saresti tornata e che avresti mantenuto la tua promessa.»

«E allora perché… perché sei uscito con quella?», chiesi accigliata, riferendomi alla cheerleader dai capelli rossi.

«Charlotte?», ridacchiò. «Io non c’entro nulla, è stata tutta un’idea di Joe.»

«Dovevo sospettarlo», scossi il capo, divertita.

«È stato lui ad organizzarmi tutti gli appuntamenti con lei, credeva che in questo modo ti avrei dimenticata… ma si sbagliava.» Mi attirò a sé e mi cullò nel suo abbraccio, con le labbra posate sui miei capelli. «Con lei non è mai successo niente.»

Tracciai linee immaginarie sul suo petto, mordendomi un sorriso. «Lo spero per te, Nicholas Jerry Jonas.»

Ci mettemmo seduti sulla sabbia, stretti l’uno nelle braccia dell’altra, a guardare il mare di fronte a noi.
Era come vivere un sogno.

«Ora tocca a te», disse Nick. «Come mai sei sparita, la sera della festa in maschera?»

Ricordai quella sera e una smorfia mi si dipinse sul viso.
«Quando tu hai accompagnato via Joe ubriaco, io sono andata a prendermi da bere e in quel momento una ragazza si è avvicinata a me e ha iniziato a dire cose strane… mi ha stuzzicata e io sono cascata in pieno nella sua trappola.» Abbassai lo sguardo, vergognandomi della mia stessa stupidità.

«Che cosa ti ha detto?», mi chiese lui, corrugando la fronte.

«Mi ha insinuato un dubbio: mi ha chiesto se tu non fossi troppo possessivo nei miei confronti e se ci fosse un altro motivo dietro… mi ha detto che era certa che se io ti avessi chiesto di andare a trovare i miei parenti in prigione, tu mi avresti risposto di no. E, in effetti, tu mi hai detto proprio di no…»

«Ary», sospirò e mi strinse un po’ più forte a sé.

«Per questo io ho fatto quella scenata e ti ho detto che…»

«Ary, io non volevo che tu non vedessi i tuoi parenti… anzi, ti avrei portato io stesso a trovarli e li avrei anche fatti uscire da lì, in un modo o nell’altro, ma sai… la gente si fida di noi, crede che vogliamo restare qui per sempre, crede che ti abbiamo catturata per impedirti di usare il tuo potere… sarebbe stato complicato liberarli senza dare nell’occhio, ma ti assicuro che io, Joe e Kevin stavamo già organizzando un piano e quella sera te ne avrei parlato…» 
Mi raccontò tutto d’un fiato, perdendosi lui stesso nel racconto e gesticolando con lo sguardo rivolto verso il mare. Quando finalmente si voltò verso di me trovò un sorriso commosso ad attenderlo. Ero stata così stupida…

«Quella volta ti ho detto che ti odio», ripresi da dove avevo lasciato, già rossa in viso. «Invece credo proprio di essermi innamorata di te.»

Nick socchiuse le labbra, sorpreso dalla mia confessione, poi sorrise in un modo dolcissimo e mi prese per la nuca, attirandomi a sé. Mi baciò sulle labbra e il mio cuore perse un battito.

«Anche io mi sono innamorato di te. Quasi subito a dire la verità», mi rispose, stando vicinissimo al mio viso col suo, tanto che sentivo il suo respiro mescolarsi al mio.

Boccheggiai, presa alla sprovvista. Era riuscito a tenermelo nascosto così a lungo e io non avevo mai capito veramente i suoi sentimenti? Ero cieca, oltre che stupida.

«Senza parole?», ridacchiò.

«Io… io non so cosa dire», balbettai.

«Allora non dire niente», mormorò prima di rimpegnare le sue labbra con le mie.

Posai le mani sul suo petto, allontanandolo un poco. «Aspetta, aspetta.»

«Che cosa c’è?», mi domandò, incuriosito.

«Non ho finito di raccontarti.»
Corrugò la fronte, ma non intervenne e mi lasciò continuare di mia spontanea volontà: «Quando stavo per tornare nell’altra dimensione, quella sera, ho visto chi era veramente quella ragazza. Hai… hai mai sentito parlare di una vecchia veggente che pare abbia anche lei questo dono?»

«Sì, eccome se ne ho sentito parlare. Ma perché ha fatto tutto questo?»

«Vedi, io… prima che noi ci incontrassimo, sentendo parlare di questa donna mi sono voluta informare e le ho chiesto aiuto… lei ha detto che ero speciale e voleva catturarmi, non so per quale motivo… Però sono riuscita a scappare e da quel giorno non l’ho più vista, eccetto quella sera. Credo che l’abbia fatto per accertarsi che io abbia il dono… Non so come abbia fatto, ma mi ha stimolata a tal punto da crederci e…»

«E sei riuscita a trasportarti di là», annuì, pensieroso.
«Hai rivisto la tua famiglia?», mi chiese ancora, dopo qualche secondo di silenzio.

«Sì… mia madre andrebbe su tutte le furie se sapesse che sono tornata di qua.» Mi strinsi ancora di più a lui, incominciando ad avere freddo.

«E tuo fratello?»

«Oh, lui sta benone. Era già a casa, quando mi sono trasportata di là… Anche lui ha questo dono e lo sa utilizzare addirittura meglio di me», gli spiegai. Osservai la sua espressione sbalordita e sorrisi.
«E sai chi ho visto, anche?»

«Chi?», domandò a bassa voce, gli occhi tristi che fissavano il mare.

Avvicinai le labbra al suo orecchio e sussurrai: «Vostro fratello.»

Sobbalzò e mi prese le spalle fra le mani, guardandomi intensamente negli occhi. «Frankie? Tu hai visto Frankie?»

«Sì», ridacchiai. «E anche vostra madre e la vostra super guardia del corpo…»

«Tu… mia madre e Rob?»

«Sì, mi pare si chiamasse così… è un armadio! Stava per buttarci fuori senza riguardi, ma Ale si è impuntata ed è riuscita a farci incontrare vostra madre. Ah, Ale è la mia migliore amica.»

«Tu hai visto mia madre, mio fratello e Rob!», gridò ancora – non aveva ascoltato nemmeno una parola di quello che avevo detto – e mi strinse fortissimo al suo petto. «Come stanno? Raccontami tutto!»

«Stanno tutti bene… certo, sentono tutti la vostra mancanza e vostra madre è molto triste, però stanno bene… Gli ho raccontato di questa dimensione parallela e, anche se all’inizio erano un po’ scettici, dopo avermi visto scomparire in salotto e ricomparire in piscina ci hanno creduto… È stato quando Joe mi ha vista.»

Nick ricordò quel pomeriggio e spalancò gli occhi. «Allora Joe non mentiva, eri davvero qui…»

«Perché avrebbe mentirti in quel modo? Nemmeno Joe è così insensibile…»

Ci guardammo negli occhi e ridemmo, prima di abbracciarci e di baciarci di nuovo.

Poco dopo, nella camera di Nick, non avevamo smesso di fare ciò che facevamo in spiaggia.
Mi baciava sulla bocca senza più nessun timore ormai, andavamo a briglia sciolta e cademmo sul letto, io sopra di lui.
Mi sentivo andare a fuoco e, allo stesso tempo, ogni volta che le sue mani mi sfioravano sentivo mille brividi percorrermi la schiena.

Gli accarezzavo i capelli con una mano e con l’altra gli sfioravo il collo, inebriandomi del suo profumo, quando realizzai che il tempo che potevo passare con lui stava per scadere.
Non potevo assolutamente trattenermi in quella dimensione fino al giorno dopo perché se mia madre mi avesse scoperta sarebbero stati dolori e, sempre per non farmi scoprire, dovevo scendere dal mio letto, fare colazione e andare a scuola.
Non volevo assolutamente tornare a casa, volevo solo stare con Nick in quel momento e mi si spezzava il cuore ogni qualvolta aprivo un occhio e vedevo sulla sveglia i minuti che passavano.

Se fossimo entrambi nell’altra dimensione sarebbe tutto più facile… pensai e qualche istante dopo Nick mugugnò sotto di me.

«Che cos’hai?», gli chiesi, preoccupata. Il suo pallore non era affatto rassicurante.

«Improvvisamente… non mi sento tanto bene», biascicò. «E ho qualcosa sotto la schiena che…» Si sollevò di un poco e si levò da sotto la schiena un ciondolo a forma di stella. Me lo porse, mentre faceva respiri profondi per controllare quella nausea improvvisa.

«Oh, è solo il mio ciondolo», dissi, portando subito la mia attenzione su di lui.
Poi corrugai la fronte, confusa. Ero sicura di aver lasciato il mio ciondolo sul mio letto, prima di andare nella dimensione in cui si trovava Nick, quindi…

Mi alzai di scatto e mi guardai intorno. Nick fece lo stesso, mettendosi seduto sul bordo del letto ed ancorando i piedi a terra, e se la sua espressione era di confusione allo stato puro, io ero incredula e sconcertata.

«Dove siamo?», mi domandò.

«Nella mia camera!»

Un silenzio tombale ci avvolse e mi costrinsi a rimanere calma. Chiusi la finestra, che avevo lasciato aperta, e poi lo guardai con le mani fra i capelli.

«Siamo… siamo nell’altra dimensione?», mi chiese ancora, la voce tremante.

«Scusami Nick, mi dispiace, io non l’ho fatto volontariamente… ancora devo prenderci la mano e mi sono distratta un momento… Forse la nausea è un effetto collaterale del viaggio dimensionale.»

Quella scoperta non lo tranquillizzò. Si alzò dal letto, barcollando, e si avvicinò a me. Lessi nei suoi occhi l’indecisione e forse anche un po’ di preoccupazione.

«Devo… devo tornare di là, da Joe e Kevin. Devi riportarmi nell’altra dimensione.»

Lanciai un’occhiata alla mia sveglia sul comodino e sospirai, annuendo. Non potevo dirgli di no, era stata colpa mia infondo se l’avevo trasportato in quella dimensione senza preavviso, anche se questo mi sarebbe costato un altro po’ di tempo da poter dedicare al sonno.

Lo presi per mano e gli sorrisi rassicurante.
«Chiudi gli occhi», sussurrai e un momento dopo i nostri piedi affondavano nella sabbia e il vento ci scompigliava i capelli.
Di nuovo in spiaggia.

Rimasi qualche istante a guardare Nick, ancora ad occhi chiusi, e, chiedendomi come potessi essere stata tanto sciocca da non accorgermi prima di ciò che provavamo l’uno verso l’altro, gli diedi un bacio.
«Ora puoi aprire gli occhi», dissi sulle sue labbra.

Lui mi strinse a sé e mi sorrise lievemente.
«Resta qui con me ancora un po’», mormorò, accarezzandomi la guancia e guardandomi negli occhi.

Aveva uno sguardo così dolce e caldo, come potevo dirgli di no?
E poi ero stanca. Quel giorno mi ero allenata parecchio, avevo fatto di qua e di là fra le due dimensioni diverse volte e solo adesso sentivo sulle spalle tutta la stanchezza di quei viaggi. Un po’ di riposo non mi avrebbe fatto male.

«Ok, solo per un po’.»

Solo per il sorriso che mi rivolse sarei rimasta per tutta la vita.


Qualche ora dopo…


Mi svegliai accarezzata dal sole dell’alba e da un’arietta frizzante che mi fece venire la pelle d’oca.
Aprii gli occhi e, steso al mio fianco con un braccio che mi stringeva a sé, vidi Nick che ancora dormiva beatamente.
Sorrisi, accarezzando con lo sguardo il suo profilo. Ma la consapevolezza che, nonostante mi sentissi al posto giusto al momento giusto, quello non fosse il posto in cui dovevo essere in quel momento mi fece schizzare seduta sulla sabbia.

L’acqua del mare che brillava sotto i raggi del sole mi accecò e mi coprii il viso con un braccio.
Non potevo sparire senza avvisare Nick, quindi, visto che non avevo né foglio né penna, gattonai verso la riva.
Una volta finito di lasciare il mio messaggio, chiusi gli occhi e quando li riaprii di fronte a me vidi solo una piccola fessura dalla quale entrava un po’ di luce nell’oscurità più totale.
Tastai intorno a me per qualche secondo e capii di essermi catapultata nel mio armadio.

 

***

 

Nick si svegliò e si accorse subito che al suo fianco lei non c’era più. Ancora mezzo addormentato si mise seduto sulla sabbia e difese i propri occhi dalla luce del sole facendosi ombra con un braccio.

Rimase diversi istanti ad osservare il mare di fronte a sé, poi con un sospiro rassegnato si alzò e solo allora notò ciò che c’era scritto sulla riva, pericolosamente vicino a dove si stavano infrangendo le onde.

Non sono sparita di nuovo, io mantengo sempre le mie promesse.
Ora devo andare a scuola, torno stasera. Riuscirai a resistere? :D
Ary

Quando un’onda cancellò quelle parole, Nick sorrideva.

 

***

 

«Lo sapevo. Io lo sapevo che si sarebbe cacciata nei guai», borbottò Ale, appoggiata alla propria bicicletta, rivolta verso gli enormi cancelli della scuola per poter scorgere in ogni momento la figura della sua migliore amica. «Dove cacchio è finita!?»

Un paio di ragazzi si voltarono verso di lei, accigliati, chiedendosi come mai stesse parlando da sola, e lei li trucidò con lo sguardo.
Non era proprio giornata.

 

***

 

Scesi di corsa dall’auto, mettendomi in bocca ciò che rimaneva della brioche preconfezionata che avevo sgraffignato dal tavolo della cucina, e salutai goffamente mia madre, poi corsi all’interno del giardino della scuola.

Vidi subito Ale, appoggiata alla propria bicicletta e con un’espressione furente sul volto.
La raggiunsi e non riuscii nemmeno a salutarla decentemente, fra la brioche che molto probabilmente mi si era incastrata nell’esofago per la fretta, il fiato che mi mancava per la corsa, la stanchezza che avevo accumulato a causa di quel via vai fra le due dimensioni e le poche ore di sonno.

«Mi hai fatto prendere un infarto!», gridò, stringendomi in un forte abbraccio.
Mi guardò in viso, prendendomi le spalle fra le mani. «Ma stai bene? Hai una faccia…»

La rassicurai con un leggero movimento del capo e un mezzo sorriso, poi il suono della campanella ci fece correre nella nostra aula.
Alla prima ora avevamo storia e io posai la testa sopra il banco mentre prendevo appunti su quello che spiegava il professore.

Vedevo Ale che ogni tanto gettava un’occhiata nella mia direzione, indecisa se chiedermi o no che cosa fosse successo quella notte, ma alla fine non mi domandò niente e ne fui molto lieta: non avevo voglia, ma soprattutto la forza, di raccontare.

Osservai il foglio su cui stavo scrivendo e mi accorsi che ormai avevo iniziato a scarabocchiare. In ognuno di quegli scarabocchi, però, c’era il suo nome infilato da qualche parte.
Sorrisi e poi chiusi gli occhi.

 

***

 

Ale, del tutto disinteressata alla lezione di storia, si voltò nuovamente verso la propria magica migliore amica e la scoprì a dormire come un angioletto con la testa sul braccio e la penna ancora fra le dita.
Gliela levò, intenerita, e l’occhio le cadde sulla pagina di quaderno su cui stava prendendo appunti. Sorrise nello scorgere il nome di Nick e ancora di più quando lo rese la causa principale del sorriso dolce che in quel momento regnava sulle labbra di Ary.
La sua amica era felice grazie a lui e lei non poteva che essere altrettanto contenta e ringraziarlo.

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Ciao a tutti! :)
Questo è l'ultimo capitolo che posto prima della mia partenza per l'Inghilterra *-* Mi dispiace per voi, ma per due settimane non vedrete questi personaggi :( Beh, ne avete superate di peggiori, potete resiste for two weeks! xD Fate le brave, mi raccomando u.u
Questo capitolo, fin'ora, è uno dei miei preferiti! Mi piace davvero tanto, soprattutto perché le cose fra Ary e Nick si sono sistemate e sono davvero due piccioncini teneri
*.*

Però, povera Ary, non può continuamente fare avanti e indietro, non riesce a reggere! :( Per cui, chissà ora che cosa succederà u-u
Mentre vi scervellate e aspettate di leggere il prossimo capitolo per scoprirlo, lasciate una recensione e ditemi, oltre se il capitolo vi è piaciuto o meno, che cosa secondo voi accadrà! ;D

Ringrazio di cuore chi ha recensito lo scorso capitolo:

music__dreamer : Ciao! :) Sono come al solito contentissima *-* Joe ci ha provato, per amore del suo fratellino, ma ha decisamente sbagliato metodo xD Nick ha reagito d'istinto con Charlotte, poverina :( Ma sì, tra Nick e Ary si è sistemato tutto! *-* 
Grazie mille per i complimenti. Il mio modo di scrivere che migliora? o.o Beh, grazie comunque xD Spero di aver aggiornato presto! :D Alla prossima, ciao!

nes65 : Sì, mi piace lasciare la suspance, ma non sono cattiva e non credevo foste così malfidenti xD Vi avevo detto che ne avevo un paio già pronti, quindi è inutile scaldarsi tanto u.u Spero di aver aggiornato presto e che ti sia piaciuto! Grazie :D

E ringrazio anche chi ha letto soltanto! :) Un bacio, alla prossima!
Vostra,

_Pulse_

   
 
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