Find a way ~
{ to let you have your way with me }
Circa un’ora
dopo, la luce era completamente scomparsa, ed essi si trovarono a incespicare
di continuo nell’oscurità. Dorothy non vedeva proprio più
nulla. Ma per fortuna Totò si orientava bene, perché era di quei
cani che vedono bene anche al buio. Quanto allo Spaventapasseri, egli
dichiarò che ci vedeva tale e quale come di giorno. Allora Dorothy si
aggrappò al suo braccio e così non le fu difficile proseguire. […]
Allora lo
Spaventapasseri la guidò attraverso il bosco, finché raggiunsero
la casupola. Dorothy entrò e trovò un letto di foglie secche in
un angolo. […] Lo Spaventapasseri, che non era mai stanco, rimase in
piedi in un altro angolo della stanzetta e attese pazientemente lo spuntar del
giorno.
Lyman Frank Baum, Il meraviglioso mago di Oz,
capitolo IV
« Spaventapasseri?
»
Gli
occhi assonnati della ragazzina, distesa sul giaciglio con la guancia
sprofondata nel pelo soffice di Totò, nel buio splendevano più
della luce del sole. Il fantoccio rimase fermo nel suo cantuccio –
chissà di chi era quella casa; sarebbe stato quantomeno educato da parte
sua ringraziare lo sconosciuto ospite grazie al quale lei poteva riposare – a guardarla e ad attendere. Proprio quello
che aveva sempre fatto, prima di scendere dal palo.
«
Che cosa farai, quando avrai un cervello? »
«
Oh, tante cose, Dorothy. Innanzitutto tornerò al campo e terrorizzerò
tutti i corvi che mi voleranno dinanzi al naso; oh sì, vedranno, si
pentiranno di avermi deriso. E poi diventerò qualcuno. Un filosofo, un
poeta, non so ancora. Ma di sicuro, quando saprò tante cose, vivere per
me non sarà più tanto umiliante. »
Dorothy
sorrise. Chiuse gli occhi, già sul punto di addormentarsi, il respiro
sempre più lento e regolare.
«
E poi? »
E lui
le rispose. Lo disse con sincerità, perché nella sua testa
imbottita di paglia non c’era abbastanza pudore o abbastanza accortezza
da consentirgli di mentire. Lo disse, semplicemente, perché lo sapeva – perché era vero.
«
E poi, cercherò un modo per farti tornare. »
Ma
Dorothy già dormiva; e lo Spaventapasseri attese nel buio chiaro e nel
silenzio che la notte passasse e che alla luce del sole lei riaprisse gli
occhi.
{ you know I’m gonna find the
time to catch your hand and make you stay }
Spazio dell’autrice
Non so
se vi rendete conto della mia [allarmante] situazione. Io sono arrivata a sognare lo Spaventapasseri. o__ò
Paglia, cappello, naso marrone e tutto il resto. Va dunque da sé che
questo pairing è evidentemente diventato il
mio OTP, e tant’è. Per quanto strano possa essere tutto
ciò. Uhm.
Oh, beh!
Questa all’inizio avrebbe voluto essere una drabble,
ma non ho potuto fare a meno di sforare – e di tanto – il
limite delle cento parole, per cui girerò intorno al cespuglio chiamandola
invece double drabble xD 222 parole di fluff sconclusionato, per l’appunto.
Che posso farci se li amo? <3
Per chi
non avesse letto il romanzo o non ricordasse, il momento descritto è
quello in cui Dorothy si addormenta nella casetta abbandonata dell’Uomo
di Latta, nel quale lei e lo Spaventapasseri si imbatteranno il mattino dopo
nel bosco.
Il
titolo ed il verso finale sono spudoratamente tratti dalla canzone Find a way dei Safetysuit.
E il brano dal romanzo, se non fosse chiaro. xD
Ringrazio
con un inchino svolazzante Syranjil Sarephen, Shadow Eyes e DiraReal per aver commentato la mia storia precedente
su questa coppia tanto crack da essere canon:
onestamente cotanto entusiasmo mi ha sorpresa °///° Grazie di cuore,
ragazze – e, Sarephen, ordinerò il marmo
soltanto se potrò usarlo io in tuo
onore.
Hope you liked it. God bless you all <3