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Autore: Chamomile    10/09/2010    4 recensioni
Le stelle brillavano luminose come sempre nel cielo di Parigi, ma l'aria odorava ancora di polvere da sparo, e quella notte di luglio si prospettava agitata come le precedenti. Da qualche giorno l'atmosfera era diventata incandescente, lì nelle strade, e la rivoluzione tanto rimandata era ormai definitivamente alle porte. A differenza del sovrano e del suo seguito, Sasuke aveva avvertito un cambiamento nell'atmosfera di Parigi, ed era certo che presto sarebbe stato necessario correre alle armi. Tuttavia, mentre misurava a grandi passi i cortili di Versailles, con gli occhi che ogni tanto andavano a rimirare le stelle, Sasuke non poteva fare a meno di sperare che qualcosa succedesse e gli evitasse di imbracciare il fucile contro la sua stessa gente. [Terza classificata al contest SasuSaku nella Storia di Amaranth93]
Genere: Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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                              Honneur ou Liberté - la choix

 

Ogni persona d'onore sceglie di perdere piuttosto il proprio onore che la propria coscienza {M. de Montaigne}

 

 

Le stelle brillavano luminose come sempre nel cielo di Parigi, ma l'aria odorava ancora di polvere da sparo, e quella notte di luglio si prospettava agitata come le precedenti.

Da qualche giorno l'atmosfera era diventata incandescente, lì nelle strade, e la rivoluzione tanto rimandata era ormai definitivamente alle porte.

Il popolo non ne poteva più di subire le prepotenze dei nobili e di vedere i loro palazzi e le loro carrozze tirati a lucido mentre non si sapeva come fare a sfamare i propri figli.

La stampa clandestina aveva pubblicato in prima pagina la notizia di nuove tasse e quella della convocazione degli Stati Generali, e ancora una volta i parigini avevano avuto prova dell'indifferenza del sovrano per le tragedie che ormai erano all'ordine del giorno.

Dai più oscuri sobborghi ai quartieri borghesi la parola che si sentiva nelle bocche di tutti era sempre la stessa da mesi: fame.

E la risposta che adesso appariva come l'unica vera possibilità di cambiamento era stata anch'essa sempre la stessa: rivoluzione.

Rivoluzione, perché dopo aver tentato di trovare un accordo con i potenti seguendo le strade della democrazia e del dialogo ed essersi visti chiudere tutte le porte in faccia, ai rappresentanti del Terzo Stato non era rimasta altra scelta che abbandonare l'Assemblea.

A che sarebbe giovato assistere ad una discussione quando non si aveva neanche facoltà di parola?

Da allora i rivoluzionari più agguerriti avevano tenuto discorsi e invitato i parigini a prendere le armi e a ribellarsi all'ingiustizia e alla prepotenza.

A Versailles il re e la regina avevano continuato a vivere come se quello che stava avvenendo in tutta la capitale non fosse stato altro che una delle solite sommosse.

Il malcontento era più che normale, e di certo nel giro di qualche settimana si sarebbe estinto.

Era sempre andata così, del resto, e non c'era motivo di credere che invece una rivoluzione era alle porte.

Ma nelle piazze e nei caffè si respirava un'aria di fatalità: il momento era giunto, e adesso non rimaneva che decidere con quale delle due parti schierarsi: se dalla parte dell'onore e del rispetto delle autorità, anche se queste erano colpevoli dei peggiori misfatti, o se dalla parte dei banditi e dei traditori della patria, che però erano pronti a morire mille volte per essa.

La sera del 3 Luglio 1789 le Guardie del Re erano come sempre di pattuglia intorno alla Reggia.

Di solito il compito ingrato era svolto dalle sentinelle più giovani - secondo la legge militare non scritta per cui alle matricole vanno i compiti più pesanti - ma per la prima volta, quella sera, tra i giovani soldati c'era il nuovo Capitano delle Guardie, Sasuke Uchiha.

Era un giovane alto e dagli occhi e capelli neri come il carbone, l'espressione sempre seria e assorta, il portamento diritto e i gesti misurati e precisi: tutti i colleghi provavano un misto di ammirazione e invidia per quel ragazzo che, seppure tanto giovane, era già riuscito ad arrivare tanto in alto.

Le malelingue dicevano che era un raccomandato, perché da generazioni i membri della famiglia Uchiha rivestivano ruoli di prestigio nell'esercito, ma in realtà tutti sapevano che Sasuke quel posto se lo meritava.

Era stato chiamato a rivestire quella carica poco più di un anno prima, in seguito alla morte del fratello maggiore in un attentato ai danni del sovrano.

Itachi, il primogenito dei Conti Uchiha, era stato un soldato di straordinario talento e valore, e si era distinto fin dall'inizio all'interno dell'esercito per il suo coraggio e la sua dedizione al dovere.

Così, quando si era visto davanti quell'uomo armato di un lungo pugnale farsi largo tra la folla festante per avventarsi sul Re, Itachi si era immediatamente lanciato a fare da scudo al sovrano, sacrificando la vita per lui.

A occupare il suo posto era stato chiamato proprio il fratello Sasuke: brillante, coraggioso e serio, era parso subito il degno successore di Itachi, e in verità nessuno dei suoi superiori si era pentito di quella scelta.

Sasuke aveva subito preso sul serio il suo incarico e si era guadagnato la stima e il rispetto dei soldati più giovani con la sicurezza che lo caratterizzava.

Prendeva tutte le decisioni in breve tempo, di qualunque genere si trattassero, ma nonostante ciò sembrava avere la fortuna dalla sua, perché fino a quel momento non si era mai sbagliato.

Perciò quella sera, quando aveva abbandonato la scrivania per seguire le sentinelle, nessuno aveva obiettato né fatto domande.

Sasuke era sempre sicuro del fatto suo, e tutti accettavano in silenzio i suoi comandi come se fossero stati quelli del padre, il temutissimo Generale Uchiha.

Il motivo di questa scelta inconsueta era che, a differenza del sovrano e del suo seguito, Sasuke aveva avvertito un cambiamento nell'atmosfera di Parigi, ed era certo che presto sarebbe stato necessario correre alle armi.

Tuttavia, mentre misurava a grandi passi i cortili di Versailles, con gli occhi che ogni tanto andavano a rimirare le stelle, Sasuke non poteva fare a meno di sperare che qualcosa succedesse e gli evitasse di imbracciare il fucile contro la sua stessa gente.

Questi sentimenti di compassione verso i nemici non esistevano, perché quando si trattava di combattere per una causa giusta non era da lui desiderare di evitare lo scontro, ma quella volta era tutto diverso.

Forse per la prima volta Sasuke si era trovato a dare, dentro di sé, torto al sovrano e ragione ai suoi nemici, e per questo l'idea di uccidere chi condivideva le sue stesse idee lo atterriva.

Eppure, in caso di rivolta, non avrebbe avuto scelta: il suo dovere era obbedire al re, e quindi, per quanto doloroso, avrebbe dovuto battersi contro i suoi stessi ideali in nome di un'ideale più forte: l'onore.

Fin dalla più tenera età il padre gli aveva insegnato a rispettare quel valore sopra ogni altro, e a sacrificare anche la sua stessa vita in suo nome.

Così avevano fatto i suoi antenati più illustri, così aveva fatto Itachi e così, se fosse stato necessario, avrebbe dovuto fare anche lui.

Con questi tristi pensieri Sasuke camminava avanti e indietro da più di un'ora, quando uno stormire di foglie lo fece voltare bruscamente.

Stringendo gli occhi per vedere attraverso il buio, si avvicinò di qualche passo all'albero...

"Bonsoir!"

A quel saluto Sasuke rivolse subito lo sguardo in mezzo al fogliame , e come previsto intravide a cavalcioni su un ramo la figura di una ragazza.

C'era troppa poca luce per distinguere i particolari, ma Sasuke la conosceva da una vita e non poteva sbagliarsi: la figuretta sull'albero era quella di Sakura Haruno; loro due erano stati allevati dalla stessa balia, molti anni prima.

''Sakura! Come te lo devo dire che è pericoloso venire qui? Se i soldati ti scoprono..'' Tutt'a un tratto aveva abbandonato il suo contegno rigido e serio ed era tornato ad essere un ragazzo di vent'anni.

La ragazza sull'albero ammiccò e rise, una risata cristallina e allegra da bimba.

''Me l'hai detto un milione di volte e non capisco perché non ti arrendi all'inevitabile'' rispose dondolando i piedi nudi ''piuttosto, com'è che non mi getti le braccia al collo? Non ci vediamo da un po', mi pare''

''Non è il momento di fare la spiritosa'' sussurrò Sasuke concitato ''né il luogo. Se qualcuno ti avesse vista, saresti stata arrestata con l'accusa..''''Di aver attentato alla vita del re''

''E allora perché diavolo non la smetti di cercare guai, una buona volta?'' soffiò il ragazzo avvicinandosi all'albero e guardandosi intorno.

La ragazza alzò le spalle ''Non so, a volte non mi capisco. Forse avevo solo voglia di vederti.''aggiunse sbattendo le ciglia con fare seducente e sporgendosi in avanti.

''Sì, va bene, ora mi hai visto'' tagliò corto lui, che a quanto pareva era abituato a quelle avances ''c'è altro che dovevi dirmi o sei davvero venuta a rischiare la vita per un motivo così stupido?''

''Come sempre hai visto giusto, tesoro'' il tono della ragazza era cambiato, si era fatto serio, e anche sul suo viso era scomparso il sorrisetto di un attimo prima ''ci sono notizie da Rue *** Notizie che ho ritenuto potessero interessarti''

''Bene, allora'' annuì Sasuke ''scendi di lì e seguimi. Non possiamo discuterne all'aperto''

''Agli ordini, caro'' e con un salto la ragazza si ritrovò a terra, a due passi da lui.

''Ma che ti sei messa addosso?'' chiese Sasuke ora che poteva vederla meglio.

Sakura indossava, al posto del solito vestito di cotone pieno di rattoppi, un paio di pantaloni da uomo due taglie più grandi del dovuto e una specie di camicia bianca, anche questa da uomo e anche questa decisamente più grande del dovuto.

I piedi erano nudi come sempre, in compenso portava un berretto calato fino agli occhi e aveva raccolto i capelli in una treccia arrotolata intorno al capo.

"Mi sono dovuta travestire" spiegò mentre lo seguiva nel buio "se mi avessero vista i miei, di compagni, avrei rischiato grosso. Se per te è pericoloso incontrarti con una popolana, per me lo è altrettanto svignarmela dal mio covo per venire a fare queste chiaccheratine con un sostenitore di Sua Maestà"

"Non sono un sostenitore di Sua Maestà, sono un soldato che si limita a fare il suo dovere" disse Sasuke senza guardarla in faccia e allungando il passo.

"Anche quando questo comporta andare contro quello in cui credi, giusto?'' lo attaccò lei raggiungendolo in due salti e piazzandoglisi di fronte.

Sasuke la fissò negli occhi per un attimo prima di voltarsi e ricominciare a camminare.

"E tu che ne sai di cosa credo?" chiese.

Un lampo di impazienza brillò negli occhi di Sakura "Siamo cresciuti insieme, abbiamo giocato insieme, se questo non significa niente per te!"

"Non ho detto questo" precisò lui "ho detto solo di non credere di sapere tutto di me. Ci sono cose che non conosci, e soprattutto cose che non puoi capire"

"Stai cambiando discorso. Magari ci sono cose che non capisco, ma ci sono anche cose che capisco e credimi, sono molte"

Sasuke non rispose e seguitò nella sua marcia verso le stalle del palazzo, dove di solito avevano luogo gli incontri clandestini tra lui e Sakura.

"Sasuke!" la ragazza lo raggiunse di nuovo e lo costrinse a fermarsi, prendendolo per le maniche della divisa con entrambe le mani. "Lo vedi?" disse " E' come dico io, ti stanno usando, lo sai eppure non te ne importa! Credi che perché tuo fratello è morto per il re anche tu debba combattere per lui? E' questo? Devi tradire i tuoi ideali per dare un senso alla vita di Itachi?"

"Basta così, Sakura" ringhiò Sasuke liberandosi dalla sua presa con uno strattone. I suoi occhi lanciavano fiamme. "Vedi di darci un taglio con queste sentenze da quattro soldi se ci tieni a parlare con me. Non sopporto che qualcuno pretenda di capirmi, e meno che mai sopporto chi crede di darmi degli ordini"

"Bene, fa' come credi" ribatté lei allontanandosi di un passo "Non sono venuta qui per litigare"

E lo seguì in silenzio nel percorso, facendo meno rumore possibile e guardandosi intorno con circospezione.

Sasuke da parte sua non mostrava di avere nessuna voglia di parlare, camminava sicuro e silenzioso come sempre, perso nei suoi pensieri.

In realtà ribolliva di rabbia: quella ragazza lo conosceva più di quanto gli piacesse ammettere, e la cosa lo infastidiva parecchio.

Lui e Sakura erano stati bambini insieme, e crescendo il loro rapporto era diventato qualcosa di strano e indefinibile. Persino chi li conosceva bene non sapeva dire cosa ci fosse tra loro. Alcuni li credevano amanti, altri fratelli, e nessuno sapeva dare una motivazione che non fosse basata sulle proprie idee. Li vedevano incontrarsi di notte, di nascosto, e chiudersi in una stanza per ore. Che cosa avvenisse in quella stanza non era dato sapere, a volte si sentivano risate, altre volte urla, altre discussioni che duravano per ore. A volte i due rimanevano in silenzio e i soldati che li avevano creduti amanti non sapevano come spiegarselo. Capitava che non si vedessero per mesi, ma c'erano anche periodi in cui la popolana sgattaiolava nella stanza del Capitano per tutta una settimana di seguito.

Il fatto era che neanche loro sapevano spiegarsi che cosa fossero l'uno per l'altra.

Sakura lo amava praticamente da sempre, e non gliel'aveva mai nascosto.

Sasuke non aveva mai dimostrato di ricambiare quell'amore, l'aveva sempre protetta e difesa, era sempre stato felice di vederla, nient'altro.

Sentiva che Sakura gli era necessaria, in fondo rappresentava la sua infanzia, e si era abituato all'amore che Sakura professava come se fosse stato parte della personalità dell'amica.

Il loro rapporto era sempre stato contrastato, ma da quando Parigi era sul piede di guerra si era fatto ancora più incandescente: Sakura aveva tentato fin dall'inizio di portare il ragazzo dalla sua parte, e gli aveva fatto innumerevoli discorsi sulla giustizia, sulla libertà, sulla necessità di cambiare il corso degli eventi. Sasuke le aveva dato ragione sul piano teorico, ma tutte le volte che erano giunti alla parola 'rivoluzione' aveva fatto cadere il discorso, visibilmente in imbarazzo.

In pochi minuti Sasuke e Sakura furono di fronte alla porta di legno delle stalle reali. Dopo aver gettato un'ultima occhiata intorno i due entrarono e se la richiusero alle spalle.

La stalla era come sempre al buio, solo da una finestra entrava la luce della luna.

"Bene, adesso siamo al sicuro" esordì Sasuke appoggiando la schiena contro la parete di legno e incrociando le braccia "che novità?"

"Non so dirti quanto siano nuove queste notizie" rispose Sakura "e considerando la tua posizione credo che tu ne sia già a conoscenza. Tuttavia ho pensato che l'intervento di una vecchia amica potesse servire a farti aprire gli occhi"

"Bando ai convenevoli, Sakura" la interruppe lui impaziente "di che si tratta?"

Sakura si sedette a terra a gambe incrociate e guardandolo seria da sotto in su disse "La rivoluzione è alle porte"

"Tutto qui?" chiese Sasuke inarcando un sopracciglio "che notizia! Sakura, la rivoluzione è alle porte da anni, a quanto dicono i tuoi amici giacobini. Ad ogni nuova tassa si grida alla rivoluzione, poi per un giorno o due si prendono fucili e pistole, si fa baccano e si torna a casa fino alla prossima tassa. Conosco i francesi, so che non vogliono una guerra civile" concluse.

"E' questo che credi?" chiese Sakura infervorandosi "pensi davvero che il popolo abbia timore di una guerra civile? E perché mai? Che cosa ci è rimasto da perdere? Non abbiamo soldi, non abbiamo vestiti, ci tolgono al casa e i terreni perché siamo indebitati fino al collo, ci vengono imposte tasse e ancora tasse per pagare i capricci della nobiltà...Sasuke, ti rendi conto che oggi la gente non ha più paura di niente? Persino la forca è preferibile alla prospettiva di morire di fame per strada!"

"E credete che uccidersi a vicenda risolverà le cose? E' sul sangue e sull'anarchia che volete costruire il vostro Stato Ideale? Gli Illuministi non sono contro la pena di morte e l'uso della violenza?" Il tono di Sasuke si era fatto duro. La rivolta contro l'autorità era un pensiero che non riusciva a concepire: l'educazione militare che aveva ricevuto era troppo radicata in lui per permettergli di andarvi contro. La distruzione delle istituzioni avrebbe gettato lo Stato nel caos, la violenza indiscriminata avrebbe trovato il terreno giusto per diffondersi; in che modo tutto ciò avrebbe aiutato la Francia a risollevarsi? Prendere le armi non era forse un suicidio per il popolo stesso?

"Questa rivoluzione è una follia" disse.

"Sarà pure una follia" rispose Sakura alzandosi in piedi, con i pugni stretti, il viso rosso dalla rabbia "ma sono stati il tuo re e i tuoi superiori a trascinare i francesi in questa follia. Non credere che io non sappia che cosa ci aspetta. Lo so benissimo.Ma so anche che continuare così è impossibile. Quella che abbiamo oggi non è vita, e non sappiamo che farcene. Tu sai il perché di tutto questo, l'hai visto, l'hai sentito. Le madri che abbandonano i figli perché non hanno niente de dargli, ragazzini che si danno alla malavita perché non hanno scelta...Sasuke, non venire a dirmi che queste non sono ragioni sufficienti per desiderare un cambiamento!"

"Lo so" sospirò Sasuke passandosi una mano sul volto "lo so, tuttavia non posso accettare la violenza come soluzione. Il mio dovere mi impone di considerare le cose con la ragione"

"Non è ragione questa! Non è considerare le cose con calma!" la voce di Sakura tremava "E' codardia! Tu preferisci agire dalla parte del male pur di avere la consolazione di stare compiendo il tuo dovere. Ma dove ti porterà questo? Tra pochi giorni ti diranno di imbracciare le armi e sparare sui tuoi ideali e tu lo farai!"

"E che alternative ho?" chiese Sasuke indignato "Dovrei unirmi a voi, forse? Diventare un disertore?"

"Sì!" gridò Sakura "se essere un disertore significa combattere per la giustizia e per la libertà"

"Mai. Se devo morire in questa guerra, morirò con onore!"

"Onore" sibilò lei stringendo gli occhi "sempre te. Non è di te che stiamo parlando, ma della Francia. Ma questa non vale niente..."

"Io ho giurato fedeltà alla Francia! Ho combattuto guerre per la Francia!" si difese Sasuke "E' il mio primo pensiero!"

"E allora seguilo!" gridò Sakura esasperata "battiti insieme a noi per il bene della Francia!"

"Perché ti importa tanto se tradisco i miei ideali, Sakura, si può sapere? Le mie scelte non ti riguardano" disse Sasuke cercando di suonare freddo e deciso.

"Mi riguardano, certo che mi riguardano!" ribatté Sakura con energia "non ti permetterò di tradire te stesso perché ti amo"

"Se mi ami mi dovresti lasciare libero di scegliere"

"E' quello che sto cercando di fare da quando sono arrivata, idiota! Voglio toglierti dalla teste queste storie sull'onore che ti tengono legato"

Sasuke abbassò lo sguardo e mormorò "Non posso rinnegare quello che sono, Sakura. Gli Uchiha sono soldati da generazioni, io sono stato cresciuto con l'onore come unico valore: non posso cancellare vent'anni in una notte"

A Sakura sfuggì un singhiozzo, mentre le lacrime cominciavano a bruciare negli occhi verdi "E' così, allora? E' la tua ultima parola?" chiese con un filo di voce.

"Sì"

"Questo vuol dire che da domani saremo nemici, te ne rendi conto, vero?"

Sasuke non rispose, si limitò a guardarla con tristezza. Lo sapeva, eppure non poteva farci niente.

La ragazza cominciò a piangere, con il volto tra le mani.

"Sakura..." cercò di dire qualcosa, di farle capire che strazio gli provocasse quella scelta, ma con un altro singhiozzo Sakura gli prese il viso tra le mani e lo attirò a sé.

Sasuke non si mosse: sentendosi invadere da uno strano dolore mai provato prima lasciò che la ragazza lo baciasse tra le lacrime, ancora e ancora.

E all’improvviso sentì che lui, il Capitano delle scelte immediate e infallibili, stava per compiere un madornale errore, forse il più grave della sua vita.

Tradire se stesso e obbedire ad ordini che disprezzava, significava davvero serbare il proprio onore?

No. L’onore non è vendere la propria anima. Onore è andare fino in fondo, e combattere per i propri ideali a dispetto di cosa gli altri possono aspettarsi.

Mentre le labbra di Sakura gli baciavano la bocca e il viso, capì, per la prima volta, di non aver fatto bene i suoi conti.

E quando lei allontanò tremando il volto dal suo, Sasuke aveva fatto la sua scelta.

 

 

Spazio Autrice

Quella che avete appena letto era la mia prima SasuSaku e la mia prima AU, quindi vi prego di perdonare eventuali imprecisioni > <  Nonostante scriverla sia stato decisamente impegnativo, mi sono comunque divertita molto, e sono piuttosto soddisfatta del risultato ottenuto. Spero che vi sia piaciuta, e vi invito a lasciare il vostro parere, mi farebbe molto piacere <3   Riporto qui di seguito il giudizio di Amaranth93.

Terza Classificata

Correttezza Grammaticale 10; Nessun errore grammaticale.


Stile e lessico; 9
La storia fila liscia senza incertezze o intoppi con un ritmo incalzante. Ogni tanto ci sono delle scelte lessicale che non sono scorrette, ma che un po’ stridono. Hai definito i pensieri di Sasuke "tristi", ma secondo me stava meglio "cupi" o, ancora meglio, "opprimenti". Qua e là ci sono delle piccole ripetizioni, la più notevole è: "Persino chi li conosceva bene non sapeva dire cosa ci fosse tra loro. Alcuni li credevano amanti, altri fratelli, e nessuno sapeva dare una motivazione che non fosse basata sulle proprie idee." Data la vicinanza sarebbe stato meglio un sinonimo per il secondo "sapeva".


Originalità; 10

Questa storia mi ha fatto tornare in mente i bei vecchi tempi in cui da piccola mi guardavo Lady Oscar, cartone che ho sempre molto amato. Leggendo la tua storia mi è sembrato di ritrovarlo. Mi è piaciuta molto l’idea di rendere Sasuke e Sakura in qualche modo divisi dai loro schieramenti, lui un nobile al servizio del re, lei una popolana che aspira alla rivoluzione.

 IC; 7.5

Sasuke di tanto in tanto non mi sembrava proprio lui, soprattutto riguardo alla loquacità che ha con l’amica: mi sembrava un Sasuke dal carattere smorzato, più addolcito di quello che in realtà ha. Sakura è invece un po’ più "frizzante" del solito: l’intimità che ha con l’Uchiha è dettata dal legame di amicizia che li unisce, una cosa un po’ strana dato il carattere del giovane; inoltre non riesco a vedermela Sakura che gli dice "tesoro". Anche le avances a cui dici che Sasuke è ormai abituato, rivedo poco in queste il carattere dell’Haruno, che sì, nella prima parte del manga lo corteggia spudoratamente, ma senza malizia, con molta infantilità.
 

Attinenza al tema; 9

Mi è piaciuta molto l’ultima scena, davvero molto in tema: intrisa di SasuSaku.
 

Destrezza nel descrivere l’epoca storica; 4.5

Mentre leggevo la storia mi sembrava di essere lì e di vivere quel periodo storico di turbolenze e ribellioni. È papabile il nervosismo dei francesi, l’ansia che li attanaglia: sono come una corda troppo tesa che presto si spezzerà. Hai delineato un buon quadro della situazione generale.
 

Giudizio personale. 4 /5

Non c’è che dire, una storia davvero bella e intensa e il tuo finale aperto è ben giocato.

 

  
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