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Autore: Neko no Yume    10/09/2010    6 recensioni
I nostri valorosi eroi si ritrovano a dover mettere in scena una recita per colpa di Polonia, che sembra uno dei pochi entusiasti.
Cosa ne uscirà fuori? Di sicuro niente di buono.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente era tutto pronto per la recita: gli attori avevano imparato le parti, lo scenografo e il sarto aveva fatto faticosamente il loro lavoro e il regista, beh… il regista diciamo che aveva contribuito a fare qualcosa anche se non sappiamo cosa.
La sala era gremita di gente fino all’inverosimile, dato che UgoH aveva promesso in regalo a ogni spettatore un reggiseno di Ucraina ricolmo di budino al tonno.
Putroppo però il teatro era troppo piccolo per ospitare quella miriade di gente, per cui c’era chi stava in piedi, chi appollaiato sui pali e chi usava Sealand come sedia occasionale.
Ad un certo punto si spensero le luci e si fece silenzio. -Ma chi è che russa?-, urlò Vash.
-Quel cretino di Grecia-, rispose Sadiq, mangiando un kebab e facendo colare il ketchup sui capelli di Bielorussia.
-Ma che…?!-, esclamò lei, per poi girarsi con uno scatto felino e agguantare il malcapitato per la collottola, lanciandolo contro un muro.
Seychelles iniziò a strepitare –Quello era un pesce volante! Vero che lo era? Io l’ho visto, era un pesce volante!!-.
Poverina, bisogna capirla: era buio pesto e la ragazza era a digiuno dalla mattina.
All’improvviso però il sipario iniziò ad alzarsi lentamente, mentre una luce rosa stroboscopica illuminava il palco in vari punti.
Il pubblico smise di chiacchierare e concentrò la sua attenzione sull’immenso pony rosa che era apparso sulla scena.
-Buongiorno a tutti, il mio nome è UgoH-.
-Ciaaaao UgoH…-, esclamarono tutti in coro gli spettatori.
-Hey, questa non è una seduta per alcolisti anonimi, brutti deficienti!-, tuonò lui.
Una decina di persone lasciò la sala brontolando.
-Comunque… benvenuti al nostro spettacolo intitolato “La bella addormentata nel bosco”!-, continuò lui.
-Mi state dicendo che questo non è il raduno delle gelatine disadattate?-, chiese uno strano essere verde e tremolante che doveva essere parente di Ravis.
-No! Insomma, questa è una recita! Non è tanto difficile da capire come concetto…-.
-Quando si mangia?-.
Chiunque avesse formulato la domanda si ritrovò spiaccicato contro il muro accanto a Turchia.
-Ora, se riesco ad andare avanti, che si dia inizio allo spettacolo!-, esclamò il pony rosa.
Tutto si fece di nuovo buio per un attimo, poi il palco tornò luminoso mentre Finlandia e Svezia prendevano posto su due troni di cartapesta.
Canada vestito da nutrice portò davanti ai due una carrozzina e mormorò più forte possibile –Udite, udite! La figlia del re e della regina è nata, il suo nome è Aurora!-.
-Una carrozzina parlante che si muove da sola!!-, esclamò Corea, scappando in preda al delirio e cavalcando un pony verso il tramonto.
-Emh…-, azzardò Tino –Che giorno glorioso per il nostro regno, vero mio re?!-.
-Mmh…-, rispose Svezia.
-Eheheh…eh…-, fece il finlandese –Bene! Che entrino gli invitati!-.
Qualche nazione fece il suo ingresso da dietro le quinte, seguita dalle tre fatine (?).
Le quali tre fatine non erano vestite coi vestiti fatti da Berward.
Francia aveva la classica rosa tra le cosce, quindi nessuno fu particolarmente sorpreso.
Spagna invece si era coperto l’inguine con un pomodoro.
Sì, quel pomodoro.
-Jimmy, nooooooooh!-, gridò Lovino inorridito, per poi spiccare un balzo, atterrare sullo spagnolo e strappargli il frutto rosso trionfante.
-Uhuhuh, Antonio è ben fornito…-, ridacchiò Francis.
-Jimmy, cosa ti hanno fatto… Su, su, adesso è tutto passato…-, mormorava Romano in lacrime, cullando il suo pomodoro.
Ma di tutto questo non si accorse nessuno.
Perché?
Perché tutti gli occhi erano puntati su Prussia.
La scena che seguì e ciò che Gilbert aveva tra le gambe sono cose troppo scabrose per venir raccontate in questa sede, ma rimasero nella mente di tutti per molto tempo…
Vi basti sapere che Toris svenne.
Che novità incredibile.
Ad un certo punto (quando la normalità si fu ristabilita sul palco e due delle fatine ebbero modo di dire i loro doni per la principessa), una musichetta lugubre riempì l’aere, mentre Ivan faceva il suo ingresso travestito da strega malvagia e avvolto in un mantello nero.
Probabilmente sarebbe stato altrettanto spaventoso anche vestito da cheer leader e con un grosso fiocco in testa, ma questo non ha importanza.
-Ho sentito che avete organizzato uno streap party senza avvisarmi…-.
-Veramente è una festa in onore della piccola Aurora…-, abbozzò Finlandia terrorizzato.
-Peggio! Perché nessuno organizza mai streap party qui?! Voglio vedere fiumi di vodka!-, urlò il russo.
-Questo non era nel copione…-, mormorò Estonia con disappunto.
-Ed è per questo che io maledico vostra figlia! Quando compirà sedici anni guarderà un giornaletto porno e morirà per lo shock!-.
-No, la prego! Risparmi la mia bambina!-, pianse Tino.
-No! E ora me ne vado a giocare a poker con gli omini di gorgonzola, addio!-, e sparì.
-Sua maestà, non si disperi. Qui per lei c’è Francis la fatina!-, trillò il francese, tentando di sbaciucchiare la regina e venendo brutalmente colpito dallo scettro del re.
-Ecco… Rimane il mio dono per l’ingenua fanciulla: a sedici anni leggerà il giornaletto ma non morirà, bensì sverrà. La potrà salvare solo il bacio della qui presente fata!-.
-WHAT THE FUCK?!-,si sentì da dietro le quinte.
-Ok, ok… solo il bacio di un idiota americano qualsiasi…-, brontolò Francis.
Il pubblico applaudì con vigore e c’era chi era talmente entusiasta da sbattere Sealand contro il pavimento per fare più rumore.
Sulla scena calò un attimo il buio e poi riapparve la luce, con al centro del palco un Inghilterra vestito da dama d’altri tempi.
-Ecco io…-.
-Vai, bastardo!-, gridò Hong Kong.
-TU, BRUTTO!-, partì l’inglese, ma poi si ricordò che se avesse rovinato l’abito di Berward sarebbe stato ucciso e quindi si ricompose –Ecco, oggi è il mio compleanno! Chissà cosa mi avranno regalato i miei genitori?-.
Così guardò verso il fondo della sala, dove troneggiava in bella vista un giornale.
-Uh, cosa sarà mai quello?-, continuò penosamente Arthur –Ora lo guardo-.
-Nooo, non lo fare!-, urlarono i più emotivi in sala.
-Oh mio dio! La mia mente fanciullesca e pura non può sopportare questa vista sconcia! Svengo!-, e svenne.
Aveva preso lezioni private da Liet, quindi almeno in quello fu credibile.
Rientrarono le obbrobriose fatine che sentenziarono ballando –Ora tutti dormiranno con la bella Aurora, finché non arriverà un principe a svegliarla!-.
Le luci si spensero e si riaccesero su un a dir poco fomentato Alfred, che sventolava la sua spada di legno Ikea gridando di essere l’eroe.
Lui si che sapeva recitare, diamine.
Tuttavia la gaia atmosfera fu spezzata dall’arrivo di Ivan.
-Tu, cosa pensi di fare?-, sibilò armato di rubinetto sempre dell’Ikea.
-Vade retro, strega malvagia! Io salverò il mio Iggy!-, replicò lui, per poi lanciarsi nel singolar tenzone.
-Ma secondo te lui crede davvero a tutto questo…?-, mormorò Lituania a Polonia.
-Cioè, non può essere tipo tanto stupido dai…-.
Invece era tanto stupido.
E detto da Feliks…
La lotta si concluse con Russia che inaspettatamente rispettò il suo ruolo e perse, senza però aver prima distrutto mezzo teatro e fatto crollare parte del soffitto.
-Ora devo salvare la bella principessa!-, esclamò America, avvicinandosi al letto dove giaceva Inghilterra tutto tremolante.
-Ci siamo!-, pensò Ungheria.
-Ci siamo!-, pensò una fungirl leggendo.
-Che palle!-, pensò Sealand, che venne legato a una mietitrebbia impazzita.
L’americano si chinò lentamente sul viso arrossato dell’altro e, dopo un attimo di teatrale esitazione, lo baciò.
La folla esplose in un “Aaaw…” di tenerezza, che presto divenne un “Oooh…” di meraviglia e disgusto mentre Alfred, incurante del pubblico, si intrufolava sotto le coperte del letto assieme ad Arthur.
UgoH si affrettò a far calare il sipario e strepitò imbarazzato –E vissero felici e contenti!! Ora andate via, mandria di tacchini lentigginosi!-.
Nessuno se lo fece ripetere due volte.
-Pony-sama, il mio compito è tipo finito?-, chiese Polonia triste.
-Sì, amico mio-.
-E ora tu dove andrai?-.
-Lontano… Verso un mondo dove i giocattoli ballano la conga alle tre del mattino e vomitano arcobaleni…-.
-Capisco… Spero tipo di rivederla un giorno!-.
-Sono sicuro che accadrà…-.

Fine.


Buonsalve a tutti voi!
Come avrete capito dal finale strappalacrime (?), questo è l’ultimo capitolo di questo scler… emh, di questa fan fiction.
Mi mancherà scrivere stupidaggini su UgoH… T_T, mi ci ero affezionata!
Comunque, andate in pace e recensite!
Adios!
  
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