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Autore: Nyappy    10/09/2010    5 recensioni
Nathaniel è un semplice ragazzo che lavora nel negozio di bici del padre.
Una notte incontra in sogno un affascinante uomo di nome Lyane che indossa uno strano gioiello a forma di drago...
Il sogno si ripete ogni notte, e Lyane gli chiede di scoprire cos'è un uomo. Perchè vuole saperlo?
[One-shot partecipante al concorso "Original Concorso 8: la Stazione ed il Drago" indetto da Elys]
Genere: Fantasy, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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{_  Uomo
-Cosa ci faccio qui?-
Nathaniel si guardò intorno, smarrito.
Dove si trovava?
Sembrava una stazione, una vecchia stazione molto luminosa. Alle pareti erano attaccati vecchi avvisi sbrindellati, e la polvere vorticava fitta nell'aria.
-C'è nessuno?-, chiese ancora con voce incerta.
Gli rispose l'eco delle sue stesse parole, e Nathaniel rimase immobile al centro della stanza.
Si sentiva... inerme.
Perchè era lì? Non conosceva quel posto, eppure aveva l'impressione di averlo già visto da qualche parte, serbava nella memoria frammenti di ricordi, di immagini.
Scrollò il capo e si diresse verso l'uscita. Che strano... perchè sapeva dove fosse l'uscita?
-No, non lo fare.-, sibilò una voce alle sue spalle, minacciosa.
Nathaniel si girò di scatto, spaventato, quando...

-Naaate! Svegliati!-, la voce di sua madre gli fece aprire gli occhi.
Si trovava nel suo letto, sdraiato in modo scomposto con le coperte tutte sulla faccia, e aveva addosso una brutta sensazione.
-Arrivo!-, le urlò in risposta.
Si vestì velocemente, passò dal bagno e scese velocemente le scale, fiondandosi a tavola.
Dopo la sua solita colazione -latte e fiocchi d'avena al cioccolato- afferrò lo zainetto che poggiava vicino al frigorifero e uscì salutando la madre.
Aprì il garage e salì sulla bici, sfrecciando verso il centro di River Creek.

Il negozio di bici di River Creek era piccolo ma ben fornito, e cosa più importante, disponeva di un computer.
Era una delle principali ragioni per cui Nathaniel ci andava ogni giorno. Certo, per lui era quasi un obbligo, dato che il negozio apparteneva a suo padre, e che doveva
rimanere aperto anche quando il signor Benson era in giro a fare riparazioni.
Nate accese subito computer e monitor, e notò solo dopo il post-it a forma di foglia attaccato ad una delle casse.
-Chiamare Jeremy per ordinare... lo faccio subito.-, prese il cordless e fece il numero del vecchio Jeremy, che gestiva la filiale più grande della zona.
-Pronto... ciao, sono Nate. Si, te ne ha già parlato papà?-
La cosa bella di quel lavoro era l'incredibile pace del negozio.
Certo, ogni tanto entrava qualche turista o un semplice curioso, o magari ancora un ciclista sfortunato con una ruota bucata...
Quel giovedì mattina si preannunciava già tranquillo e senza clienti. Non che fosse un bene...
Nate si mise a navigare in internet, e capitò per caso su un articolo che parlava di sogni.
Sogni... giusto! Quello strano sogno che aveva fatto. Era sicuro di aver visto quella stazione da qualche parte, ma non sapeva dove...
Decise di fare una ricerca.

Incredibile, erano già le una. Nate venne interrotto dalla sveglia del suo cellulare, che lo invitava a chiudere il negozio e tornare a casa.
Non aveva trovato nulla sulla stazione -in compenso si era divertito un po' a trucidare zombie.
Tornò a casa con calma, godendosi le vie circondate di giovani alberi dalle fresche foglie verdi

Aprì gli occhi lentamente: si ritrovava in quella stazione. E, cosa più strana, sapeva che quello era un sogno... non gli era mai successo.
-Ancora qui...-, squadrò critico i muri e gli angoli dell'edificio, pieni di ragnatele.
Fece per andarsene, quando sentì un fruscio alle sue spalle. Come la volta precedente!
Decise di non voltarsi, dopotutto quello era il suo sogno. Decideva lui cosa fare, no?
-Non farlo.-
Sentì un fiato caldo sull'orecchio, e una mano che si era appoggiata gentile sulla sua spalla.
-E tu chi sei?-, in fondo, non aveva motivo di spaventarsi.
Sentì l'uomo dietro di lui -era un uomo, di sicuro- sbuffare.
Cercò di girare il capo, ma l'uomo si mosse rapidamente e non riuscì a scorgerlo.
Intravedeva appena le lunghe dita della mano fasciate in un guanto bianco.
Si girò dall'altro lato, ma ancora una volta non riuscì a vederlo.
-Uffa...-, si lamentò alzando gli occhi al cielo.
-Da quand'è che sono così masochista? Voglio vederti.-, Nate non era una persona paziente.
-Bastava dirlo.-, soffiò l'uomo con la sua voce bassa.
Sempre tenendo poggiata la sua mano sulla spalla di Nathaniel, gli si pose innanzi, mostrandosi al ragazzo.
Aveva un che di... stranamente conturbante. Ed era un uomo.
I suoi tratti affilati e gli occhi scuri erano incorniciati da capelli neri come l'inchiostro, vagamente ribelli, che contrastavano con la pelle lattea.
Indossava abiti anonimi, color grigio, e l'unico gioiello che portava era uno strano monile smaltato a forma di dragone che gli avvolgeva il polso e che
terminava poggiando le fauci dorate sul dito medio.
-Come ti chiami?-, chiese Nate curioso ed un po' in soggezione.
-Il mio nome è Lyane, ed il tuo è Nathaniel, dico bene?-, chiese fissandolo negli occhi.
Nate distolse lo sguardo, imbarazzato. Che tipo...
-Esatto, come fai a saperlo? E... perchè porti un solo guanto?-, era stupito dalla fantasia che possedeva. Quel dragone d'oro così riccamente decorato...
era sensazionale.
-Lo so perchè sono parte di te.-, rispose semplicemente l'uomo. -Porto questo...-, sollevò la mano per mostrargli il dragone, -perchè ho bisogno del tuo aiuto.-
Lyane aveva un'espressione malinconica e terribilmente triste.
-Dimmi pure.-, Nate tolse un po' di polvere da una panca e ci si sedette sopra.
-Voglio che tu mi insegni cos'è un uomo.-, chiese Lyane con tono serio.
-Io sono un uomo.-, rispose sicuro Nate, facendo storcere il naso all'uomo davanti a sè.
-Se tu fossi un uomo, io non sarei qui. Immagino che ora tu debba andare.-
Nate si sentì risucchiare da un vortice, e chiuse gli occhi istintivamente, riparandosi il viso con le braccia.
Quando li riaprì, era di nuovo sdraiato nel suo letto, con le coperte ammassate ai suoi piedi e le mani a coprirgli il viso.
Si sedette sul letto lentamente. Quindi, doveva scoprire cos'era un uomo...

Nei giorni seguenti, Nate riempì la cronologia del computer del negozio con pagine e pagine di filosofia, citazioni dei grandi personaggi storici, profili di
eroi di guerra e nobel, eppure nessuna di quelle informazioni sembrava soddisfare Lyane, che gli appariva ogni notte in sogno, in quella vecchia stazione
polverosa, con quello strano dragone attorcigliato al polso.
Nate si sedeva sulla panca e si metteva a citargli a memoria aforismi, stralci di opere filosofiche e letterarie, eppure Lyane osservava malinconico le finestre
della stazione, senza dire nulla.
E Nate... si sentiva inutile. Un fallito. Aveva capito che quello strano uomo non era del tutto un prodotto della sua fantasia. Quando gli parlava, emanava
una tale aura di saggezza che metteva in soggezione Nate, inducendolo a bersi ogni parola che quella calda voce pronunciava.
Ne era affascinato.
E intanto, continuava a fare ricerche, a leggere di filosofi e pensatori, religiosi ed artisti, cercando una definizione di uomo che potesse andare bene per lui.
Non aveva nemmeno smesso di occuparsi di quella stazione. Sapeva di averla già vista, si... ma dove?

Passarono i giorni, passarono le settimane.
Ad un mese esatto dal loro primo incontro, tra la polvere e le ragnatele, Lyane accolse Nate calorosamente, come al solito.
Si misero seduti vicini sulla panca e iniziarono a discutere, come sempre.
Al momento di andarsene, Lyane mise la mano guantata sulla spalla di Nate, come al loro primo incontro.
-Nathaniel, questo è un addio.-, gli sorrise dolcemente, con il suo solito sguardo malinconico.
-Come?-, chiese allarmato Nate, -Come? Non devi scoprire cos'è un uomo?-
Lyane inclinò leggermente il capo.
-Si, ma in un mese non sono riuscito ancora a capirlo.-, gli rispose.
-Non è possibile!-, la voce di Nate sembrava quasi isterica.
-Mi dispiace. Nathaniel, spero che tu un giorno possa scoprirlo...-, Lyane interruppe il contatto con la spalla del ragazzo e si girò lentamente.
-Al diavolo!-, Nate si sentiva frustrato, incapace, inutile...
Il dragone attorno al polso dell'uomo luccicò, in quello che a Nate sembrava un avviso. Un invito...
Senza pensarci due volte, si lanciò contro Lyane, afferrandogli la mano guantata.
-Lo senti? Questo è un uomo. Lo senti quello che ho dentro?-, Nate iniziò a respirare a fatica, emozionato.
-E'... sgomento. Incredulità. Voglia di aiutarti, di non perderti, voglia di sapere, bisogno di conoscenza, è questo...-
Lyane gli sorrise. -E anche più.-, aggiunse.
-Sei sconvolto da una tempesta di emozioni differenti, Nathaniel, eppure ognuna è autentica e completa l'altra.-
-Questo è un uomo.-, ribadì Nate stringendogli più forte la mano.
-L'uomo. L'essere in grado di convogliare tutte le emozioni di un'intera vita nell'amore...-
Lyane sottrasse gentilmente la mano, e lo abbracciò.
-Grazie. Mi hai fatto finalmente capire cosa diventare.-
-Di nulla.-, rispose Nate fissando il drago dorato, che si era staccato dal polso di Lyane e scivolava via verso l'uscita della stazione.

Nathaniel si svegliò all'improvviso, con le lacrime agli occhi e le braccia che stringevano il nulla davanti a se.
Gli parve di sentire una voce sussurrargli dolce parole di ringraziamento e di scuse.
Si alzò a fatica e andò in bagno.
Accese la luce, e si fissò per un momento allo specchio.
I tratti dall'accento ancora morbido, il suo viso imberbe, quei capelli castani arruffati che non si facevano metter sotto nemmeno dal gel più resistente...
Fuori era un ragazzo come tanti altri.
Ma grazie a Lyane e al drago, dentro era un uomo.

Ciao! :D allora, quest'originale partecipa al contest "Original Concorso 8 - La Stazione e... il Drago"
Mi è subito piaciuto e mi sono data da fare per sviluppare qualcosa di un po' inusuale per me :) per Nathaniel mi sono basata molto su me stessa {soprattutto la parte
del negozio di bici xD} anche se l'ho fatto maschio perchè fa figo {e adoro il nome Nathaniel}. Lyane nella mia mente non è bello, è affascinante. Wow XD
Ovviamente, il concetto di uomo espresso da Nate e Lyane è il mio. Credo che l'uomo sia l'unico essere in grado di fabbricarsi l'amore, nel senso che non è un sentimento semplice.
E' costruito da tutte le emozioni provate nella vita, che vanno a costituirlo, tutte le sensazioni e i pensieri.
Spero vi piaccia, ci ho messo molto impegno nello scriverla, volevo che comunicasse qualcosa :)
Nyappy
   
 
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