Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: _Galadriel_    10/12/2003    12 recensioni
Fanfic su Orlando Bloom.Dove l'amore può manifestarsi nei modi più svariati...
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§Galadriel§
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sola

 

Disclaimer:questa storia è stata scritta con l’unico scopo di divertire.Non vuole assolutamente mancare di rispetto ad Orlando Bloom,attore che stimo ed apprezzo moltissimo. Naturalmente la vicenda narrata è frutto della mia fantasia.

Dedica:a Sun,che mi ha dedicato la sua fic. A Mami,che non finirò mai di ringraziare abbastanza per le sue magiche storie. A Lilly e a Moon,che mi hanno incitato a continuare a scrivere(vi ho preso in parola ^_^).A Kiria ed Elisa che si sono soffermate a leggere le mie fic.GRAZIE A TUTTE!

Come al solito,dopo le dovute dediche,vi lascio alla lettura di questa nuova storia,augurandomi che vi piaccia!

§Galadriel§

 

 

                                  Inaspettato come una doccia fredda

 

 

Sola.Lo scroscio bollente della doccia bagnava il mio corpo teso e stanco mentre le piccole goccioline d’acqua sul mio viso si confondevano con le lacrime che sgorgavano senza fine dai miei occhi arrossati.

Ma quello non era un pianto di dolore,era un pianto di rabbia.Rabbia nei confronti di me stessa.Rabbia per non aver saputo trattenere la mia maledetta impulsività.

La mano con cui l’avevo schiaffeggiato bruciava come se avesse appena colpito.

E la cosa peggiore era che non riuscivo a levarmi dalla testa l’espressione allibita e turbata comparsa sul suo volto non appena avevo impresso le mie dita sulla sua guancia senza un apparente motivo.Ma il motivo c’era eccome,solo che lui si rifiutava vederlo. O semplicemente non riusciva a concepirne l’esistenza.

Chiusi gli occhi e tirai indietro i miei capelli bagnati.Effettivamente non avevo mai fatto nulla per aiutarlo a capire quello che realmente sentissi di provare per lui.

Ero sempre scontrosa,scostante e fredda quando capitava che parlassimo di noi due.Quasi a voler negare a me stessa il profondo sentimento che senza alcun dubbio nutrivo nei suoi confronti.

Quindi dipendeva da me se in mia presenza Orlando faceva battute e apprezzamenti su altre ragazze senza farsi particolari problemi,perché io avevo sempre ascoltato in silenzio ogni sua parola,senza mai lasciar trasparire una minima reazione.

Ma quella mattina tutta la frustrazione che avevo accumulato nel corso di quegli ultimi mesi di accettazione passiva del suo essere inconsapevolmente ignaro del mio amore, era esplosa come un vulcano dopo millenni di inattività.Culminando in quello schiaffo.Quello stupido,stupidissimo schiaffo.

In fondo Orlando non aveva fatto altro che raccontarmi fieramente divertito quanto fosse assillato da una ragazza della sua scuola di recitazione.Non aveva fatto nulla di diverso dal solito.Ma io,satura di quella situazione,l’avevo schiaffeggiato ed ero scappata via indignata.

Posai la mano sulla parete appannata della doccia,seguendo con le dita il percorso delle gocce di vapore che scivolavano su quella superficie liscia. Sospirai, ed esaurite quelle lacrime di rabbia,girai il rubinetto contornato di rosso, interrompendo il getto benefico di acqua calda mentre mi obbligavo a restare qualche secondo sotto l’acquerugiola gelata prodotta dall’altro.Era un modo per rinfrescarmi le idee,pensai sorridendo amaramente della mia stupidità.

Probabilmente la provvidenza volle evitarmi una broncopolmonite,perché proprio in quel momento udii l’insistente suono del campanello spinto a ripetizione.

Se qualcuno aveva deciso di divertirsi aveva sbagliato appartamento,anche perché oggi ero più suscettibile del solito.

Aprii con forza l’anta della doccia e,una volta uscita, per poco i miei piedi bagnati non persero l’equilibrio sulle scivolose mattonelle del bagno.Intanto il campanello continuava il suo irritante concertino. Quell’insistente individuo avrebbe pagato anche questo.

Infilai l’accappatoio legandolo come meglio potevo,vista la fretta che sembrava avere lo sconosciuto “amico”alla porta.Ovviamente trovare le pantofole in mezzo al disordine che avevo creato risultò impossibile,così mi asciugai leggermente i piedi sperando di arrivare integra fino all’ingresso di casa.

Mi piazzai davanti alla porta e la spalancai con sguardo iniettato di sangue mentre pronunciavo parole minacciose:”E’ troppo chiedere di suonare il campanello con educazione?!!!!Ma com”

Il resto della frase mi morì in gola,perché una mano mi si parò davanti al viso in segno di resa.

“Vengo in pace”mormorò una voce che conoscevo fin troppo bene.

Sgranai gli occhi:Orlando stava fermo,in piedi davanti a me,guardandomi con aria preoccupata,la guancia destra ancora lievemente arrossata per il ceffone di quella mattina.

Cosa avevo fatto?!Non solo mi ero comportata in modo avventato,ma avevo anche rovinato il suo bellissimo viso d’attore!

Fui assalita dai sensi di colpa e dalla vergogna:un binomio micidiale.Avrei voluto sparire dalla faccia della terra.

“Orlando,io…”

“Silenzio, prego”mi zittì posandomi delicatamente un dito sulle labbra.

Lo guardai stizzita. Cos’era venuto a fare se non per ricevere le mie scuse?

“Non sono qui per ricevere le tue scuse”asserì lapidario.

Ecco,appunto.Adesso non avevo proprio idea di cosa volesse. E la cosa mi turbava non poco.

Lo guardai con aria interrogativa non osando parlare, visto il suo dito ancora lievemente poggiato sulle mie labbra.

“Piuttosto,volevo chiederti il nome del tuo allenatore di boxe,perché ha fatto un ottimo lavoro con te…”disse mentre un mezzo sorriso ironico sollevava un angolo delle sue labbra.

E pensare che io avevo persino i sensi di colpa.Come al solito era solo venuto per deridermi con quell’aria da essere superiore verso la quale nutrivo un sentimento misto di amore-odio.

Gli morsi il dito che m’impediva di parlare e feci per sbattergli la porta in faccia,proposito reso vano dalla prontezza con cui bloccò l’uscio,che poi richiuse dietro di sè.

“Hai anche i dentini affilati a quanto pare…”disse sempre con lo stesso tono canzonatorio mentre si massaggiava il dito arrossato.

Mantenni la mia aria sostenuta e mi voltai verso di lui mostrandogli la lingua in segno di stizza.

Fu in quel momento che sentii il pavimento mancarmi sotto i piedi:a quanto pare la piccola pozzanghera che avevo creato gocciolando mentre ero rimasta lì ferma in piedi aveva deciso di aiutarmi letteralmente per la discesa.

Stavo per diventare un tutt’uno con il pavimento quando mi sentii afferrare saldamente dalle forti braccia di Orlando,e non potei fare a meno di arrossire tirando un sospiro di sollievo.

Solo non capivo per quale motivo adesso non volesse lasciarmi andare. L’equilibrio ormai l’avevo recuperato,eppure continuava a stringermi a sé impedendomi qualunque movimento.

“Ehm…non cado più…”mormorai imbarazzata.

“Lo vedo…”mormorò con il suo solito sorrisetto beffardo.

“Dunque?Vuoi lasciarmi adesso?”

“No.”

“E perché mai?!”

La situazione cominciava ad infastidirmi notevolmente dato che ero consapevole di essere paonazza in modo piuttosto evidente.

“Voglio evitare di ricevere altri colpi a sorpresa dopo che avrai ascoltato quello che sto per dirti,tutto qui.”

“D’accordo,ti ascolto.Ma sii celere.Non sopporto questa posizione”mormorai sfuggendo il suo sguardo penetrante.

“Beh,mi stavo chiedendo,quante altre fantomatiche ammiratrici avrei dovuto inventare per avere una prova della tua gelosia…”

Gelosia:quella parola si ripeteva incessantemente nella mia testa mentre sentivo la rabbia e il rossore aumentare in me di pari passo.Lui voleva una prova della mia gelosia?!Per tutto questo tempo non aveva fatto altro che inventarsi storie di altre ragazze per provocare una mia qualche reazione?!!

“Ammiro il tuo ingegno,hai fatto bene a bloccarmi,altrimenti adesso ti ritroveresti con un’altra guancia tumefatta…”gli dissi tentando di reprimere la voglia che avevo di schiaffeggiarlo.

“Ho un buon maestro di boxe anch’io,so come contrattaccare.Soprattutto quando si tratta di dover contenere le tue strambe manifestazioni d’amore…”

Impallidii.Lui sapeva,aveva capito tutto fin dall’inizio.Ed io che lo credevo inconsapevole.Ero stata una stupida.

“Ho voglia di prenderti a pugni…”brontolai fissandolo seria.

“Ed io di baciarti..”sussurrò aspettando il mio consenso.

Lo osservai per un istante in silenzio:i suoi occhi color nocciola così pieni d’amore e il suo tenero sorriso mi fecero sciogliere nel vero senso della parola.

Abbandonai l’espressione accigliata per lasciare il posto ad un luminoso sorriso bonario,con cui tacitamente gli davo il permesso di posare le sue labbra sulle mie.

Fu così che le nostre labbra cominciarono un lungo dialogo fatto di baci,mentre il mio accappatoio continuava a gocciolare sul pavimento.

Forse avrei potuto rimandare il mio proposito di picchiarlo a dopo,perché adesso l’unica cosa che volevo erano i suoi baci,e lui sembrava felicissimo di potermene finalmente regalare…

 

FINE

 

 

 

  
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