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Autore: _moonlight    11/09/2010    6 recensioni
[...]Anche il vicinato, ormai, si abituato a loro; li consideravano una coppia bizzarra e altrettanto attraente, tutti pensavano che lo spirito combattivo di Lily, come un fuoco, fosse l’unica cosa capace di placare quella stronzaggine e quel narcisismo del freddo Scorpius, un autentico pezzo di ghiaccio. Lo stesso valeva per il giovane biondo: solo lui poteva placare i mille bollori della bella rossa. Insomma, una coppia del tutto imperfetta ma perfetta in tutto quello che era la loro imperfezione. Erano praticamente inseparabili, e lo pensavano tutti… prima di quel giorno.
Genere: Comico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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If I’m Romeo
Are you my
Juliet?

 

 

Quando Scorpius aveva chiesto a Lily di convivere, non si sarebbe mai immaginato di inoltrarsi in una specie di Terza Guerra Mondiale. Era scientificamente provato, ormai, che i Potter e i Malfoy non sarebbero mai andati d’accordo, anche se, ad accumunarli, era qualcosa come un “fidanzamento”.
L’unica cosa bella nelle loro litigate era che non si annoiavano mai e che alla fine si ritrovavano sempre a ridere come stupidi.
C’erano tanti vantaggi, pensava Scorpius, nello stare con Lils: parlare ore e ore a letto, fare la doccia insieme, dormire abbracciati sul divano, criticarla per la sua orrenda cucina e a volte anche aiutarla, tanto per divertirsi. Associando ogni cosa che facevano al carattere forte di entrambi, veniva fuori una sorta di misto tra litigi e uno strano amore. Cosa normale per loro: se si parlava di Scorpius Malfoy e di Lily Luna Potter, tutto quello che era fuori dal normale, sia nel mondo babbano sia in quello magico, beh, per loro era pura quotidianità.
Non mancavano, però, per la sfortuna di Scorpius – il quale rischiava la vita quasi ogni giorno- e quella di Lily -costretta a lanciare i piatti della batteria che la mamma le aveva comprato-, i soliti litigi alla “Malfoy&Potter”.
Anche il vicinato, ormai, si abituato a loro; li consideravano una coppia bizzarra e altrettanto attraente, tutti pensavano che lo spirito combattivo di Lily, come un fuoco, fosse l’unica cosa capace di placare quella stronzaggine e quel narcisismo del freddo Scorpius, un autentico pezzo di ghiaccio. Lo stesso valeva per il giovane biondo: solo lui poteva placare i mille bollori della bella rossa.
Insomma, una coppia del tutto imperfetta ma perfetta in tutto quello che era la loro imperfezione. Erano praticamente inseparabili, e lo pensavano tutti… prima di quel giorno.

 

 

Quando Lily agitò la bacchetta, tutti i suoi vestiti riposti nei cassetti galleggiarono nella stanza per finire direttamente nella piccola valigetta.
Maglie, jeans, quelle poche gonne, tutti i suoi oggetti, con un solo movimento del polso, furono posati nella piccola borsa che, sempre per magia, diventò una pochette. Entrò nel bagno per controllare se avesse dimenticato qualcosa e poi ritornò nel salotto. Andava di fretta, si sentiva soffocare e la rabbia stava per esplodere.
Seduto sul divano di pelle, Scorpius continuava a fissare la televisione, cambiando di canale in canale.
“Tutta questa scenata per niente” mormorò scocciato, fermandosi al canale dove trasmettevano una partita di calcio.
Lily infilò le braccia nelle maniche del cappotto beige, e si arrotolò la sciarpa rossa sul collo, “Tu la chiami niente? Io invece la chiamo ‘fine’, puttaniere da quattro soldi.”
“Ti ho detto che è lei che mi si è attaccata come una cozza” rispose scocciato Scorpius.
La ragazza si sistemò i capelli rossi e prese la borsetta, “Ora non m’interessa. Puoi anche portartela a letto per quanto mi riguarda. Tra noi è finita lo stesso.”
Aprì la porta di casa, uscendo senza guardare il suo ormai ex ragazzo. Prima di riuscire finalmente a metter piede sul pianerottolo, la mano grande di Scorpius la prese, facendola girare di scatto.
“Te ne vai davvero?”
Lily roteò gli occhi, “Hai qualche dubbio?” domandò.
“Se tu te ne vai, io non ti verrò a cercare. Sai che non lo farò… se esci da qui è finita sul serio” rispose serio.
“Cos’è, una promessa?” sorrise beffarda.
Scorpius indurì il volto e lasciò andare il braccio di Lily come se scottasse, “Ma quando cresci?”
“Ma quando cresci tu! Razza di pervertito, ma come ti è saltato per la testa di flirtare con quella ragazzina? Eri fidanzato per Merlino, ti ricordi che esisto o ti servo solo per riempire il letto? … Tu… ah, lascia stare, scopati chi ti pare.”
Sentiva gli occhi pizzicare e l’aria entrare pesantemente nei polmoni. Il ragazzo strinse la mascella e chiuse i pugni, “Ti ho già spiegato che è stata lei. Parlare con te è come parlare con uno stupido Tassorosso… è questo il famigerato orgoglio Grifondoro? Fai davvero onore alla tua casata, Potter.”
Da quanto tempo ormai non si chiamavano più per cognome? Lily sobbalzò, cercando di nascondere il malessere nel sentire il suo cognome pronunciato da quelle labbra con il ribrezzo di un tempo. Si sentì quasi mancare.
“Sembra che non abbiamo più niente da dirci, Malfoy.”
Scese le scale velocemente, non gli andava di prendere l’ascensore: doveva respirare, prendere aria e andare via di lì.
Per la rabbia, Scorpius chiuse la porta così forte da far tremare i muri circostanti. Ispirò profondamente e si lasciò andare.
 “Non hai capito un cazzo.”
 

 

 

“Niente urla, niente piatti che si rompono, niente strani incantesimi, meglio di così!”
Scorpius Malfoy, nel salotto solitario di casa sua e Albus Potter, suo migliore amico dai tempi della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, parlavano del più e del meno con finta tranquillità.
Quando si era trovato l’amico alla porta, il biondo non ne fu poi tanto sorpreso: sapeva che Al sarebbe stato uno dei primi a preoccuparsi e magari ad andare da lui per vedere la situazione com’era. Per questo non appena aveva visto la sua faccia, la porta non gliel’aveva sbattuta contro, come invece aveva fatto per Rose e Nott prima di lui, bensì l’aveva accolto -anche se con poco entusiasmo.
Albus sorseggiò lentamente il tè, attento a non scottarsi.
“Mi dispiace che sia finita così” disse piano, mentre soffiava ancora sulla tazzina di porcellana.
 Scorpius alzò le spalle e scosse la testa, “Non sarebbe comunque durata. Almeno abbiamo fatto felici le nostre famiglie.”
“James sta facendo i salti di gioia.”
“Non ne avevo dubbi. Quel bastardo da a me del puttaniere, dimmi lui chi non si è fatto ad Hogwarts!”
Il moro sputò il tè e cominciò a ridere, “Te lo ricordi ancora?”
Scorpius annuì, “Sono passati quattro anni. Mica soffro di mancata memoria come te. Io ricordo tutto!”
“Già, mi ero dimenticato che tu sei la perfezione fatta in persona”
“Non dimenticarlo mai più” disse il ragazzo.
Albus sorrise e continuò a bere indisturbato, “Allora dimmi un po’ che ti ricordi, purtroppo io non sono perfetto come te.”
Scorpius si appoggiò al lavandino e bevve tutto in un sorso il liquore.
“Beh ricordo… mmh, che quando il cappello parlante ti ha smistato a Serpeverde hai fatto una faccia orrenda. Avevi paura per caso?”
L’amico rise.
“Che la prima volta che fui messo in punizione era per colpa di tua sorella.”
“Oh quello me lo ricordo, l’avevi fatta diventare uno scarafaggio.”
Scorpius alzò le spalle, “Lei mi aveva fatto diventare calvo.”
“Ti donava, comunque” ironizzò il moro.
 Scorpius fece una faccia disgustata, “Come no! E ti ricordi quando ci siamo quasi ammazzati sulle scope?”
“Ovvio, siete andati tutti e due in infermeria!” continuò a ridere il giovane Potter.
“Mi aveva quasi ucciso dannazione. Non sentivo più le gambe!”
Albus si fece pensieroso, “Se non sbaglio avevano vinto i Grifoni…”
“Non m’interessa chi aveva vinto! Quell’ottava nana* mi ha quasi riportato dal creatore non so quante volte” sbottò Scorpius, sorridendo.
“Infatti eravate nemici, vi odiavate proprio, eh?” domandò Albus.
Odiare è diminutivo. La detestavo.”
Albus cominciò a ridere.
“Cosa?”
“Beh… se la odiavi così tanto, perché siete finiti insieme?” chiese un'altra volta, con sguardo malizioso.
Quella era una domanda davvero strana.
Scorpius sospirò, “ Ma che ne so. Alla fine era divertente, era diventato il mio hobby preferito prenderla per il culo, e a volte se non c’era pensavo: ‘Ma dove cazzo si è cacciata?’. Nemmeno a pensarlo e puff, eccola lì davanti a me. Mi ricordo quando faceva ancora il terzo anno e mi arrivava al massimo sulla pancia, veniva verso di me tutta incazzata! Era uno spasso, era impossibile non notarla con quei capelli e soprattutto con quella faccia. Poi è cambiata in un attimo… al quinto anno era anche più stronza devo dire… però era… bella.” sbuffò, “Comunque sia, era più alta e molto più matura. Era quel genere di ragazza che non si fa mettere mai i piedi in testa…”
“No, Lils per niente” aggiunse Albus.
“Già. Lei era perfetta per me, lo sapevo. Certo non entrava nei miei canoni di bellezza, ma era bella davvero. Con quei capelli rossi che le erano veramente cresciuti molto, mossi. E quegli occhi, porco Merlino, non farmici pensare. In quell’anno dimmi quale ragazzo non la notava: ero sicuro che si sarebbe fidanzata con qualcuno, a dire il vero, e a volte la cosa m’irritava, anche se non lo davo a vedere. Ma lei rifiutava sempre, ogni invito, ogni sorta di flirt. È in gamba Lily… lei è…”
Rimase in silenzio.
“Lei è cosa?”
Scorpius strabuzzò gli occhi e guardò l’amico, accigliandosi. “Cosa stai cercando di farmi dire?”
“Nulla” negò l’amico visibilmente allarmato, “Volevo solo che continuassi la frase… lei è?”
L’ex Serpeverde si mise una mano tra i capelli e sbuffo, “Lei è andata via. Ecco cosa. Ma mi rifarò, sicuramente!”
Albus sorrise rincuorato, “Bene, allora. Hai già qualche ragazza in mente?”
“EH?” esclamò l’altro.
“Si, è passata una settimana da quando vi siete lasciati… già hai fatto qualcosa?” chiese, finendo di bere tutto il tè.
“…”
“Allora?”
“…”
“Vuoi parlarne?!”
“… Sì, cioè no! Ormai non ho più— non riesco a provarci con altre ragazze, porca troia!” disse mentre il pugno sbatté contro il lavandino.
Albus sorrise ancora, si alzò dal divano e si avvicinò all’amico, “Hai detto più di quanto pensassi”
Scorpius guardò la mano dell’altro posarsi sulla sua spalla, “Vaffanculo” masticò, prima di sentirsi tremendamente solo.
Questo, però, non gliel’avrebbe mai detto.

                                          

 

 

 

Erano passate due settimane da quando Lily lo aveva lasciato. Ogni sera, inconsciamente, Scorpius Malfoy si domandava se stesse bene, se avesse mangiato meglio di quando stava con lui, se era felice e se magari, anche per sbaglio, qualche volta lo pensava.
Si chiedeva se mai Lily Potter piangesse per lui o se almeno in quella circostanza avesse versato qualche lacrima pensandolo lontano da lei.
Una parte di lui voleva che piangesse così tanto da rendersi conto dell’enorme sbaglio che aveva fatto. L’altra parte di Scorpius, invece, sperava il contrario.
Ennesima sera passata da solo.
Si era quasi abituato a quello strano freddo ogni volta che si girava dalla parte vuota del letto: immaginava sempre di ritrovarla lì, con i capelli arruffati e un sorriso sereno, oppure in posizioni strane la mattina appena sveglio.
Pensava a quante volte Lily gli si aggrappava dietro e lo stringeva, quando posava la testa sulla sua spalla o quando dormivano abbracciati.
E la mattina, a fare gli stupidi: portare la colazione a letto quando erano in vena di coccole, le lotte con i cuscini, le litigate che finivano su quel letto.
Era tutto svanito.
Forse, se fosse potuto tornare indietro nel tempo, avrebbe fatto diversamente, l’avrebbe trattenuta.
Solo una volta. Una sola. Per riprendersela.
 

Quel pomeriggio era riuscito a prendersi una pausa dal Ministero. Non era nemmeno sicuro del perché si era recato in quel parco, ma da tutta la mattinata l’idea di andare in quel piccolo posto, l’allettava. Come se dovesse andarci per forza.
Era una sensazione strana a dire il vero, ma per istinto si era preso un permesso ed era uscito dal lavoro il più presto possibile. Così, senza un motivo ben preciso.
Si era munito di un cappotto pesante, di scarpe da ginnastica e si era intrufolato in quel luogo pieno di alberi e fango.
Doveva essere proprio una cosa grave per portarlo a entrare in quel parco; ogni volta che la Potter glielo chiedeva, negava sempre. Troppi babbani in un solo luogo contemporaneamente.
E invece ora eccolo lì, con le mani nelle tasche e la cerniera del cappotto alzata fin sopra il mento per il freddo, a girare senza meta come un barbone.
C’erano tantissimi odori in quel posto: muschio, fango e anche odore di pioggia. Il terreno era fangoso e giravano solo persone anonime, con cappotti che variavano dal nero, al grigio, o addirittura al marrone.
Mai nessun passante con un capo di colore colorato, come giallo, rosso o anche il verde. Tutti anonimi e neutri, compreso lui.
Solo una ragazza con un cane aveva un cappotto rosso sopra una maglia che portava piuttosto lunga: al posto dei jeans aveva dei fuseaux neri e degli stivali che gli arrivavano al polpaccio. Portava un cappello fatto a maglia da dove uscivano varie ciocche rossastre.
Impossibile non notarla, soprattutto se poi si pensava: ma è il cane che porta lei o è il contrario?
Era così presa da quel cane che si faceva trascinare ovunque, facendo facce strane ogni qual volta qualche passante si fermava e rideva. Imprecava e poi sorrideva all’animale, come per rassicurarlo.
A volte mostrava l’indice alla schiena delle persone che la deridevano, era davvero una scena comica.
Scorpius rimase a fissare quella ragazza, a lui nota, per così tanto tempo che si ricordò tutte le cose che si era dimenticato di lei.
Come quanto il naso le diventasse rosso ogni volta che sentiva freddo, che quel berretto l’aveva cucito la nonna apposta per lei e che quel vizio di spostare i capelli ogni volta con la mano destra non gli era ancora passato.
Mosso da qualche strano spirito, forse lo stesso che l’aveva indotto in quel parco e soprattutto l’aveva portato da lei, si ritrovò a poca distanza da quel corpicino esile intento ad accarezzare il cane con vigore.
“Potter.”
Riuscì a dire, dopo averle fissato la schiena per più di cinque minuti.
Alla voce profonda che chiamava il suo cognome, la ragazza si fermò di scatto dall’accarezzare il cane; posò la mano sulle ginocchia e si fece forza per alzarsi da quella posizione scomoda.
“Malfoy.”
Disse fredda, mentre si puliva le calze pesanti alla bella e meglio.
“Devo parlare con i tuoi capelli o posso vedere la tua faccia da demente?”
Se doveva attirare l’attenzione su di sé, quello era il modo migliore.
“Mi sembra che di aver detto che io e te non…” appena si girò, rabbia e irritazione si lessero chiare sul suo volto, ma pian piano che parlava e mentre fissava gli occhi di Scorpius, sembrava quasi che le gambe le stessero cedendo, tanto che il ragazzo pensò di dover trattenerla per non farla cadere.
Gli occhi azzurri di lei diventarono vacui mentre si specchiavano nei suoi, sembrava che stesse per avere uno strano malore.
“… Abbiamo più niente… da dirci” si riprese giusto in tempo per continuare la frase.
Scorpius sorrise beffardo mentre, dentro di sé, un urlo di vittoria rimbombava all’incirca al centro del suo petto.
Era sicuro che il suo cuore saltò un battito quando vide che lei lo stava guardando, come? Con desiderio?
Forse le era mancato sul serio.
“Ehi, respira” le ricordò, ghignando.
Vide che la stretta intorno al collare del cane si fece più salda, mentre Lily si mordeva un labbro per trattenersi. Quanto erano belle quelle labbra, leggermente carnose e rosee.
Scorpius si chinò sull’animale, rigettando dentro tutto il ribrezzo che aveva in corpo e lo guardò muso a muso. Alzò un sopracciglio e fissò Lily.
“Di chi è?”
Con riluttanza la rossa rispose. “È di Jamie.”
Rise, “In effetti gli somiglia molto.”
“E’ una femmina” rispose Lily, roteando gli occhi.
“E allora?”
“… Lascia stare.”

Scorpius avvicinò la mano al cane, sorrise e cominciò ad accarezzarlo!
Uno sbuffo, “Sei venuto per provarci anche con il cane?”
Senza guardarla, sentendo gli occhi puntanti sulla sua testa, Scorpius continuò a fissare il cane.
“Vorresti che ci provi con la padrona?”
Un altro sbuffo, “Se vuoi rischiare la vita, accomodati.”
“Non pensi che” alzò il viso, “L’ho già rischiata un po’ troppe volte per stare con te?”
Lily lo fissò, “Se mi hai fermato per dirmi questo, potevi risparmiarti il disturbo io---..”
“Stai bene?”
“Che vuoi dire?”
Scorpius si alzò, arrivando di fronte a lei. I dieci centimetri in più si sentivano tutti. Lily lo fissò con tristezza, poi si passò una mano sul viso, per svegliarsi, “Si” sussurrò, “Sto bene.”
Lui annuì, senza un sentimento ben preciso. Felicità, tristezza… che cosa?
“Anch’io sto bene.”
“Mi fa piacere.”
Dei bambini passarono con la bici e due gocce di pioggia caddero sull’asfalto.
Scorpius mise le mani in tasca, mentre la pioggia si faceva sempre più fitta. Non si mossero di un passo.
I passanti cominciarono a correre, alcuni avevano gli ombrelli con sé, loro, invece, rimasero fermi immobili, uno di fronte all’altro, aspettando qualcosa. Qualsiasi cosa.
“Sai, infondo lo sapevo già che sarebbe finita così” cominciò Lily, bagnata dalla pioggia.
Il ragazzo fece una smorfia che parve un sorriso, “Lo pensavo anch’io… insomma, che fine poteva esserci per uno come me e una come te?”
“Siamo nemici fin dalla nascita” sul volto della rossa si dipinse un sorriso amaro, “Ma va bene così.”
Scorpius scrollò le spalle, i panni zuppi di pioggia e i capelli gocciolanti. Sorpassò Lily e sospirò.
“Stammi bene, Lily.”
La ragazza annuì.
“Addio, Scorpius Malfoy.”
Cominciò a camminare lentamente, aveva promesso a se stesso di non girarsi… non doveva guardarla. Basta, era finita.
Cazzo doveva assolutamente rivederla. Anche se di spalle, una volta sola. Poteva cambiare tutto, tutto!
Si girò e la vide ferma proprio dove l’aveva lasciata prima, con una mano sulla faccia.
Sorrise.
“Ehi Potter.”
Digli che la rivuoi con te, digli che ti manca, che vuoi che tornate insieme, digli che sei innamorato di lei, digli che la ami e che ti manca. No! Non puoi dirlo Scorpius, sei un Malfoy… il tuo orgoglio.
Non dirglielo. Stai zitto. Non dire niente.
Lei si girò con fatica, mentre si asciugava il viso bagnato da pioggia e lacrime.
“Non sapevo che i Grifoni fossero così piagnoni.”
Bravo.
Lily sorrise, mostrò il dito e si girò incamminandosi sotto la pioggia, dal lato opposto al suo.
Lontana da lui, lontana da loro.

♥__________________________

* Era un'insulto che mi fanno a me perchè dicono che sono bassina (che poi non è vero xD). I Sette Nani di Biancaneve sono 7 e io visto che sono nana, sono l'ottava <3

Ringrazio le due persone che l'hanno letta in anteprima e mi hanno dato un mare di consigli! Vi voglio bene.
Ci sarà solo un altro capitolo per vedere come va a finire questa storia... tragica o meno.
Un grazie a tutti quelli che leggeranno questa fiction e un ringraziamento speciale anche a chi me la recensirà.

<333
robs

   
 
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