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Autore: L_Fy    26/10/2005    10 recensioni
"...E’ vero, ho un problema serissimo. Non è ammissibile, in questo anno di grazia post femminismo, post liberalizzazione sessuale e post emancipazione, arrivare a 16 anni ed avere un Problema come il mio (con P maiuscola e tutto il resto). Problema che va risolto, immediatamente, a seguito di un piano dettagliato e preciso, studiato a tavolino da un’abile stratega, curato nei tempi e nei modi ma veloce perché tra poco compirò sedici anni ed è tassativamente d’obbligo risolverLo prima di quella scadenza. Devo assolutamente trovare un ragazzo, innamorarmene e dargli il mio Primo, Vero Bacio"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5 : La verità ti fa male lo so

Per un attimo penso che sia mia madre e mi sento d’improvviso morire di vergogna. Poi mi giro a guardare. Peggio. E’ Mariàpi. Rimane immobile sulla porta con la bocca aperta tipo traforo del monte Bianco mentre Camillo mi molla come se fossi diventata all’improvviso lava incandescente e si allontana di un passo, incespicando e arrossendo come uno stendardo da corrida.

"Ciao" dico io, tranquilla. Sono ancora sotto l’effetto anestetico del bacio di Camillo: mi sembra di vedere la scena dall’alto, come se non mi riguardasse, come se lo sguardo a metà tra lo sconvolto e lo schifato di Mariàpi non fosse rivolto a me e a Camillo.

"Cosa…state…facendo…?" ripete balbettando Maràpi, sinceramente esterrefatta.

"Io…lei…io…" risponde Camillo inceppato sui pronomi, roteando gli occhi senza riuscire a fermarli su nessun oggetto della stanza.

"Camillo, siediti" rispondo io, sempre pervasa da questa calma innaturale "Ci penso io a spiegare le cose a Mariàpi"

Finalmente i laghetti di porcellana celeste si fermano su di me: sono spaventati e dolenti come quelli di un cucciolo e, se non fossi così congelata probabilmente mi farebbe tenerezza. Anzi, me la fa lo stesso: dev’essere perché ho ancora il suo sapore in bocca e se ci penso non è che mi senta davvero così congelata.

"Anna…" articola lui e io annuisco, saggiamente.

"Tranquillo. Siedi"

Bello. Telegrafico, imperativo, d’effetto. Ma chi è che sta parlando? Camillo ubbidisce trascinando i piedi. Non guarda Mariàpi che è rimasta ferma sulla soglia della mia stanza; guarda me con apprensione e preoccupazione. Mi guarda e io guardo lui. Che strano: è come se i contorni diventassero sfumati se lo guardo negli occhi. Ce li ha così grandi. Così genuini, non adulterati…così azzurri! Ma no, non è quell’azzurro a dare fastidio: è quello che c’è dietro. Così pulito che riflette la luce, abbagliandoti.

"Uh?" mi chiede lui, apprensivo. Che cosa stupida e infantile!! Non posso fare a meno di sentire un sorriso che mi stiracchia le labbra, accidenti a lui.

"Uh" rispondo calma e il sorriso, di riflesso, è comparso anche nei suoi occhi.

Mariàpi, finalmente, ricomincia a respirare rumorosamente e incontro il suo sguardo incredulo e furioso.

"Sbaglio o era la lingua di mio fratello quella che avevi in bocca mezzo minuto fa?" domanda con voce fremente d’ira e di costernazione. Camillo sobbalza e io mi sforzo di non guardarlo.

"Rilassati che adesso ti spiego" rispondo a muso duro "Senti, so che le apparenze potrebbero ingannare…"

Ma Mariàpi, prima di ascoltare, ha bisogno di sfogarsi. E si sfoga, buon Dio se si sfoga!!

"Apparenze! Apparenze!! Camillo è quasi più tuo fratello che mio! Da piccoli sguazzavate nella stessa piscina, quasi quasi vi mettevano anche lo stesso pannolino…Vedervi in posizione di boa costrictor mi ha fatto schifo! Ribrezzo! Raccapriccio!"

"Il concetto era già chiaro al primo schifo" mormoro io debolmente, ma lei ovviamente non ascolta.

"E’ come se ti avessi beccata ad amoreggiare con mio nonno Olindo!! Cosa diavolo vi è saltato in mente di fare, eh? Avete per caso preso qualche droga, sniffato troppa naftalina?! Lo sapesse Don Catti, vi revocherebbe immediatamente tutti i sacramenti fino al battesimo…peccatori!!" eccetera eccetera eccetera. Urla come una invasata misurando la stanza a larghi passi e mulinando le braccia come una ragazza pon pon. Quando rimane quasi senza fiato, capisco che è il momento di reagire.

"Se non ti calmi ti parte un embolo" le dico tranquillamente "E se sbavi mi macchi il parquet"

Mariàpi mi guarda con occhi di brace, finalmente in silenzio.

"Hai due minuti per spiegarti" dice poi sedendosi di colpo sul bordo del letto, ignorando Camillo al suo fianco.

"La cosa è molto semplice" esordisco io con la mia migliore voce da maestrina "Io e Camillo avevamo un problema comune: tutti e due non avevamo mai baciato nessuno e dovevamo provare a farlo"

Camillo solleva di scatto la testa e mi guarda con gli occhi sbarrati.

"Vuoi dire che…anche tu non avevi mai baciato nessuno?" trasecola, sconvolto. Mariàpi gli dà una gomitata sullo sterno che quasi lo piega in due. "Zitto" gli sibila a fior di labbra e mi fa cenno di continuare.

"Sia Camillo che io abbiamo capito che potrebbe succedere presto di dover dare il nostro primo bacio d’amore ed entrambi sapevamo di non poter arrivare a quel momento importantissimo per le nostre vite completamente impreparati. Il primo bacio si ricorda per tutta la vita, ti marchia a fuoco per sempre. Non è possibile, alla nostra età, sbagliare in questo frangente!"

Mariàpi annuisce, quasi involontariamente. Camillo è ancora rosa e bianco come un frappè alla fragola.

"Anche tu…non avevi mai baciato nessuno?" ripete, come a sé stesso.

"Ci siamo baciati, è vero, ma non è stato assolutamente niente di sentimentale. E’ stata una pura sperimentazione scientifica, un test, una prova su strada, un rodaggio. Assolutamente, dico, assolutamente niente di sentimentale. Vero Camillo?"

Lo guardo e nei suoi occhioni azzurri vedo una verità che è come uno schiaffo improvviso. Per lui non è stato affatto così asettico e indolore, questo bacio. E poi, cosa ancora peggiore, gli ho mentito, facendogli credere di essere una grande baciatrice quando invece ero inesperta come lui, se non di più. Insomma, l’ho preso per il culo come lo prendono sempre per il culo gli altri e per l’ennesima volta l’ho usato. Lui lo ha capito, e anche io. Di colpo mi sento malissimo: mi rendo conto di essermi comportata come la più grande stronza di questo mondo nei suoi confronti senza nemmeno soffermarmi a pensare che gli stavo facendo del male.

Nonostante tutto questo, lui annuisce all’indirizzo di Mariàpi e guarda da un’altra parte, cercando di mandare giù anche questa umiliazione. Povero Camillo. Povero, povero Camillo…

"Certo. Ah…Anna ha ragione" dice sottovoce con pochissima convinzione. Ma è sufficiente per Mariàpi che ha già capito lo scopo infido e bastardo delle mie azioni e da vera faina rabbiosa, approva incondizionatamente.

"Quindi…l’hai fatto solo per Rodrigo!" esulta, di nuovo amica.

Altra evidente mazzata per Camillo che china la testa come se l’avessi bastonato davvero: com’è che Mariàpi non se ne accorge? Com’è che continua ad infierire senza pietà su quel povero capoccione biondo?

"Ti piace Rodrigo?" sfiata, sottovoce Camillo, dolente.

"E a chi non piace Rodrigo?" sbuffa Mariàpi, precedendomi di un soffio.

Mariàpi, piantala di intrometterti: devo scusarmi con Camillo. Devo provare a sentirmi almeno un pochino meno sporca e bugiarda…devo (voglio!) tentare di togliergli almeno in parte quell’espressione affranta dalla faccia…

Un sonoro bussare alla porta ci coglie tutti assolutamente impreparati e indifesi. Facciamo un salto indietro tanto da raggiungere in men che non si dica tre lati opposti della stanza.

"Chi è?" urlo io, più per riflesso condizionato che altro.

"Siamo Jack lo Squartatore ed il suo commercialista" dice mio fratello di là dalla porta, tranquillo "C’è Camillo lì?"

Il primo impulso è quello di negare e mentire e se fosse per Mariàpi lo farei anche, ma tra me e Camillo non siamo capaci di dire una bugia nemmeno per salvare il mondo, così metto in moto febbrilmente il cervello per trovare una scusa per giustificare la presenza di Camillo in camera mia (un Camillo che attualmente è ancora in stato catatonico).

"Sì, è qui" dico, cercando di parlare con tono di voce colloquiale. Prendo un CD, il primo che mi capita in mano e lo schiaffo decisa in mano a Camillo subito prima di aprire la porta. Dietro la porta c’è mio fratello che non è solo: c’è anche Rodrigo "il bronzo" con lui, che mi sorride saputo. Tutti a casa mia, oggi?, penso con un moto di rabbia. Cosa c’è, una riunione della Tupperware? Andrea mi guarda e per un attimo ho il terrore che mi veda tatuato in faccia che io e Camillo ci siamo baciati (a scopo didattico). Invece, il sospetto è tanto lontano da lui che nemmeno si accorge né della mia agitazione né del mutismo di Camillo.

"Gli dovevo dare un CD" spiego quasi balbettando "Questo tizio è una forza" dico poi a Camillo spingendolo quasi fuori dalla porta. Lui non fa nemmeno sì con la testa. Andrea dà un’occhiata scettica al CD e sghignazza furbescamente.

"Una forza…il CD della prima lezione di inglese di Panorama?"

La faccia mi diventa di tutti i colori.

"Sai l’accento è molto importante" balbetto senza guardare nessuno "Se vuoi anche le altre lezioni te le presto volentieri"

"Grazie" dice finalmente Camillo con voce pacata.

Sollevo gli occhi su di lui: nei suoi laghetti azzurri non c’è condanna né rabbia né accusa: solo una tristezza atavica, rassegnata. Stavolta il cuore mi si spezza davvero tanto sento male.

"Prego. Grazie…a te" riesco solo a dire mentre Andrea lo trascina via. Rodrigo si appoggia indolente allo stipite della mia porta e mi guarda sornione.

"Fatto tutti i compiti?" mi domanda scherzoso, ma io non ho una gran voglia di scherzare, adesso.

"E tu?" rispondo seria.

"Tutto fatto. Sono pronto a proporti di uscire con me, piccoletta" dice con voce abbastanza alta per farsi sentire sia da Andrea (sguardo esasperato) che da Camillo (senza sguardo: tiene gli occhi bassi).

"Visto le compagnie che frequenti, la mamma mi direbbe di evitarti come la peste" gli rispondo, sovrappensiero. Sto pensando alla nuca abbassata di Camillo e sono abbastanza distratta da poter rispondere senza troppo orgasmo addosso.

"Quindi è un no?"

Alzo gli occhi su di lui. E’ bellissimo. E’ anche abbastanza simpatico, insomma…per lo meno non se la tira troppo, ecco. E qualsiasi femmina italiana eterosessuale farebbe carte false per essere al mio posto. Che diavolo sto aspettando, allora? La stella cometa?

"Quindi è un sì" rispondo decisa.

Sembra quasi sorpreso: di sicuro lo è Andrea che si gira a fissarmi sinceramente esterrefatto.

"Stasera, allora?"

Camillo, perché diavolo non ti giri a guardarmi? Bè, è meglio così. No che non è meglio. Uffa!!!

"Stasera va benissimo" rispondo con una sicurezza che non sento nemmeno lontanamente. Ma non ho più il coraggio di guardare verso la nuca di Camillo ancora abbassata.

* * *

La mia consulente d’immagine, Mariàpi nella fattispecie, ha voluto vuotare completamente l’armadio per non lasciare assolutamente niente di intentato per la sera dell’appuntamento col bronzo Rodrigo. Siamo partite con un look molto gran dame (taiulleur della mamma) passando da uno chic-freak-etnico per arrivare a un classico jeans e maglietta. Alla fine abbiamo optato per un equo mix di stili: ho ancora i jeans e la maglietta ma ai piedi ho gli zatteroni anni 70 e sopra tengo la giacca del taiulleur aperta. Allo specchio l’effetto è leggermente inquietante, una specie di metamorfosi di kafkiana memoria. Sono in bagno a truccarmi mentre Mariàpi in camera tenta di mettere ordine. Ancora non me ne capacito: sto per uscire con il ragazzo più bello d’Italia! Non per peccare di superbia, ma secondo me Rodrigo è addirittura il più bello dell’intera galassia, e questa sera esce con me. Mi porterà al pub dove tutto l’Olimpo (comprese Cavallini e Bentivogli) mi vedrà scendere dalla sua macchina, scuotere la chioma come una Charlie’s Angel e, appesa al suo braccio, ridere spensieratamente mentre saluto la gente seduta ai tavoli che mi chiama a destra e a manca. Sarò elegante, sorridente, altezzosa ma magnanima, una specie di Lady Diana molto poco inglese. Sarò invidiatissima da tutte!!

E allora, cos’è sta roba dentro al cuore? Perché non è pieno e pesante di attesa come dovrebbe essere? Mi guardo allo specchio con aria assassina, cercando la risposta dietro allo strato di trucco sapiente. Non che pensi veramente di trovare la risposta del mio malumore quando a malapena riesco a trovare le calze nel cassetto del comò…E invece, d’improvviso, la trovo lì la risposta, a metà tra il fondotinta e il glitter dorato, lì, semplice e insulsa come la minestra scotta di nonna Pina…la risposta più banale che potesse esserci, così stupida che non voglio nemmeno prenderla in considerazione.

"Dimmi che non è vero" dico a quella deficiente al di là dello specchio che si permette di ammettere che non è innamorata del Dio Apollo fattosi carne e ossa (e che carne e che ossa!) . Eppure, eppure, eppure…togliendo l’ovvio orgoglio di poter far schiattare d’invidia l’Olimpo per la forse unica volta nella vita, il pensiero di uscire con Rodrigo non è che mi entusiasmi poi così tanto. Mi sforzo di pensare a me e lui seduti davanti ad una coppa di champagne con i violini che suonano e le luci delle candele che tremolano e invece vedo me e Camillo davanti ad una frittura di pesce da Pasillo con le zanzare che vengono brutalmente fulminate dalla scatoletta nell’angolo e l’odore di olio di semi di mais che permea le seggiole impagliate. Vedo lui che mi tiene la mano, vedo il suo sguardo gentile e fragile, come se bastasse una parola cattiva per sbriciolarlo come cristallo, vedo i suoi capelli biondi da cherubino e io che mi chiedo sempre come sarebbe infilarci dentro le dita…e per quanto tutto questo sia sicuramente aberrante, assurdo e contro natura, mi si stringe il cuore di tenerezza e capisco che quello che voglio è solo lui: Camillo, il povero Camillo. Con le sue gambe da fenicottero, con la sua goffaggine e i suoi libri…con la sua aria da sfigato, così tenera, così segretamente falsa. Perché Camillo non è uno sfigato. E’ distratto, refrattario alla moda e goffo, ma anche intelligente e buono, grande e meraviglioso. Oddio…ho detto davvero che Camillo è intelligente e buono, grande e meraviglioso? L’ho detto!! E adesso?

* * *

La mamma apre la porta del bagno e infila dentro la testa.

"Anna, è arrivato Rodrigo" dice con voce neutra. Io la guardo come se mi avesse annunciato lo sbarco degli alieni sul tappeto del nostro salotto.

"Oh" faccio sentendo la nausea che sale "Devo andare in camera un attimo…"

Esco dal bagno e mi precipito in camera dove Mariàpi sta diligentemente buttando i vestiti dal letto all’armadio.

"Bè?" chiede piuttosto sorpresa di vedermi ancora senza scarpe "Il bronzo è arrivato, no?"

Io la guardo a lungo, cercando di trovare il coraggio di confessarle la verità (e cercando di non vomitare sui miei vestiti).

"Non posso farlo" dico alla fine mitragliando le parole fuori dalla bocca "Lui…non mi piace"

Mariapi mi guarda come se fossi un cucciolo di Beagle che ha appena fatto la cacca sul tappeto.

"Ma dai, Anna, la tua è solo fifa" tenta di convincermi mentre io vado a sedere di schianto sul bordo del letto "Ricordati l’OPB! Ormai sei in dirittura d’arrivo..."

"Non è fifa" ammetto angosciata "Ci ho pensato tanto, ho fatto anche la scenetta mentale della passeggiata sulla spiaggia, dell’anello con brillante…niente, non c’è sogno che tenga. Non voglio terminare l’OPB con lui. Non voglio andare fuori con lui. Non voglio baciarlo, non voglio toccarlo, non voglio nemmeno dover dividere la stessa coppetta di gelato"

"Tu sei malata" mi avvisa Mariàpi impaziente "Tu sei da lobotomizzare!! Un quarto di manzo come quello non ti capiterà mai più nella vita, lo capisci? Piglia l’occasione e tienila stretta, disgraziata!"

"Non posso!" strillo, e la voce mi si riempie di pianto "Non posso concludere l’OPB con lui! Io non sono innamorata di lui!"

Mariàpi cambia di colpo espressione: si siede vicino a me con la faccia che è tutta un punto interrogativo.

"Lui? Vuol dire che ti sei innamorata di qualcun altro?"

Vorrei mentirle, ma Mariàpi quando vuole è la reincarnazione di Torquemada e la mia testa annuisce, vinta.

"Per farti innamorare quando potevi uscire con il bronzo più bronzo di tutto l’emisfero boreale, il tizio di cui parli deve essere un figo della Madonna. Vero che è un figo della Madonna, Anna?"

"Non posso dirtelo" supplico con gli occhi peni di lacrime, ma Mariàpi è inflessibile.

"Dimmi chi è"

"Non posso…"

"Dimmi chi è o giuro su Dio che pubblico su Internet la tua foto in topless!!"

"E va bene!!" grido coprendomi la faccia con le mani "E’ Camillo!! Camillo, contenta?"

Mariàpi è senza parole: prima e unica volta nella nostra vita. Se non fossi così sconvolta correrei a prendere la macchina fotografica per immortalare il momento.

"Lo sapevo!" strilla Mariàpi, incredula "Lo sapevo!"

Si mette ad aggirarsi per la stanza salmodiando sottovoce mente io mi devo ancora capacitare del fatto di aver ammesso con qualcuno che mi piace Camillo. No, non che mi piace: che ne sono innamorata! E’ la prima volta che ci penso seriamente e sento contemporaneamente tanto caldo e tanto freddo.

"Mio fratello!!" borbotta Mariàpi, schifata "Ti sei davvero innamorata di mio fratello? Quella sottospecie di bradipo cerebroleso?"

"Proprio lui" ammetto affranta sempre con le mani sulla faccia.

"Quella pertica di saggina con la testa piena di baggianate letterarie? Quella mezza sega che per rilassarsi legge i fratelli Karamazov e non gli viene nemmeno voglia di suicidarsi, alla fine?"

Mi monta dentro una specie di rabbia da leonessa con il suo cucciolo: tiro via le mani dalla faccia e guardo Mariàpi cercando di non far vedere quanto sono irritata.

"Camillo…non è affatto…"

Non è cosa? Quello che ha detto Mariàpi è tutto vero, dalla prima all’ultima definizione. E, dalla prima all’ultima definizione, tutto di lui mi piace, compresa la testa fra le nuvole…intelligente, buono, grande e meraviglioso Camillo.

"Anche lui si voleva suicidare quando ha letto i fratelli Karamazov" mento coraggiosamente in sua difesa, sapendo di mentire.

Mariàpi mi fissa sempre più allucinata.

"Madre Santa, lo difendi anche…allora è vero!" strilla alla fine, sedendosi di schianto sul mio letto "Dopo tutto il lavoro che ho fatto per fare in modo che uscissi con Rodrigo…"

"Che lavoro?" domando io , sospettosa. Lei fa un cenno vago con la mano, affranta.

"Lavoro, lo sai! Pubbliche relazioni, studio della posizione migliore in macchina per farti guardare, opera di convincimento con Andrea perché invitasse qui Rodrigo oggi…tutto in vacca!! Perché lei se ne sbatte del più bel moro che abbia mai varcato la soglia di questa casa! No, lei è innamorata di Camillo…il povero Camillo!!"

Sembra sull’orlo delle lacrime…mi fa quasi pena, povera Mariàpi.

"Ok, se vuoi crocifiggermi fai pure" le dico col mento che trema "Io sono più sconvolta di te. E se potessi obbligarmi a togliermelo dalla testa, lo farei, eccome! Ma non posso farci niente se di colpo penso sempre a lui… a come riesce a essere dolce e carino…a come mi fa sempre sentire bella…e a come mi ha ba-baciata durante la le-lezione…"

Mariàpi si alza da sedere di scatto con la faccia schifata.

"Senti, risparmiami i particolari splatter, ok? Ricordati che con Camillo ci condivido il bagno da una vita. Non posso pensarlo intento a baciare la mia migliore amica senza aver bisogno di un supporto psicologico. E’…orribile"

"Dillo a me. E’ contro natura…mi sembra quasi di commettere un incesto" piagnucolo con la faccia ancora affondata nei palmi delle mani .Mariàpi passeggia per un po’ su e giù per la stanza, cogitabonda, poi si ferma di nuovo davanti a me.

"E adesso cosa pensi di fare?" mi chiede dubbiosa e io scoppio di nuovo in singhiozzi, dondolandomi avanti e indietro come in preda a crampi intestinali.

"Non lo sooooo…." Ammetto sconsolata e finalmente Mariàpi mi circonda le spalle con un braccio. Sta cercando le parole per consolarmi quando la mamma si affaccia di nuovo alla porta.

"Anna, Rodrigo aspetta…"

Io schizzo in piedi come se mi avessero punto il sedere con uno spillo.

"Voglio morire!" strillo drammaticamente colta da un improvviso conato di vomito.

"Anna, rilassati" mi blandisce Mariàpi e vedo che sta quasi per scapparle un sorriso "Si risolverà tutto, stai calma"

Mamma mi guarda blandamente incuriosita dal mio aspetto congestionato.

"Problemi con il bambolotto di là?" chiede alzando un sopracciglio.

"Anna non lo vuole" sospira Mariàpi con un ultimo sottofondo accusatorio.

"Incredibile" commenta mia madre chiudendo la porta "Finalmente un grammo di sale in quel cervello bacato…"

"Ok, adesso vado di là e gli dico che non posso uscire con lui perché…ho…contratto il morbo di Parkinson" dico prendendo il coraggio a due mani e Mariàpi alza gli occhi al cielo.

"Anna, tu non sei capace di mentire nemmeno se ne va della tua stessa vita" dice lapidaria "Piuttosto, anche se quello che sto per dirti va contro la mia natura, vai di là e sii sincera. Probabilmente non capirà. Secondo me nemmeno Einstein la capirebbe, questa cosa…però è l’unica cosa sensata da fare"

La guardo a lungo in silenzio, e lei mi sorride, complice.

"Ti piace Camillo…" mormora sottovoce "Da Johnny Depp a Camillo Castelletto…non c’è una barzelletta che faccia schiattare dal ridere più di questo!"

"Gli ho fatto molto male con le mie bugie" mormoro sottovoce affranta.

"A Rodrigo? Va là, quello domani ha già un esercito di donne in sostituzione"

"Dicevo a Camillo" rettifico io, sospirando e Mariàpi fa una faccia curiosa, come se non si fosse mai posta il problema della sofferenza di Camillo.

"Ah…bè, basta che gli parli, no?"

Sembra dubbiosa, però: evidentemente il fatto di stare in mezzo tra la sua amata migliore amica e l’odiato fratello scemo e sfigato le pesa un po’.

"Non ne avrei mai il coraggio" dico affranta tornandomi a sedere "Dopo le bugie…e la mia aria di superiorità…adesso nei suoi confronti mi sento come una cacca ancorata alla suola della scarpa"

"Allora glielo dico io" afferma Mariàpi, più sicura.

"No" decido su due piedi "Tu gli faresti credere che lui non è degno di me…"

"…cosa peraltro verissima…"

"…cosa peraltro sbagliatissima" ribatto, convinta "Se c’è qualcuno che merita rispetto quello è Camillo"

"Non capisco una fava di quello che vuoi dire" afferma Mariàpi, arraffando su la sua giacca "Ma d’altronde, la tua vita sentimentale è solo tua. Per fortuna, perché mi sembra un macello da qualsiasi parte la si guardi"

"Grazie tante" borbotto io, acida.

"Io adesso vado a casa: tu devi liquidare il bronzo e io devo aggiornare il bollettino del "Pettegulezz" su Internet…nessuno ci crederà a questo scoop!"

"Niente foto in topless, ricordi?" rido io con voce tremolante "E…non dire a Camillo…."

"Tranquilla" risponde lei, allegra "Non gli parlerò, se è questo che vuoi. E comunque, quello nemmeno a marcargli le chiappe a lettere infuocate si accorgerebbe di quello che gli capita intorno. Madonna, che cosa impossibile…"

Ride, mi abbraccia stretta e scappa via. E io so che, pensandoci su, rivangando nei meandri del suo cuore un po’ perso tra vestiti, pettegolezzi e banalità, troverà il bene che mi vuole e quello che ha inconsciamente sempre voluto anche a Camillo. E, nonostante tutto quello che ha detto, nonostante sembri assurdo che questa situazione porti qualcosa di bello, sarà felice per me.

 

 

 

 

Ringraziamenti:

Il prossimo capitolo è l’ultimo…e già sono pentita di aver fatto questa storia così corta, perché mi sto drogando pesantemente con le vostre stupende recensioni e sono sicura che finirò immediatamente in crisi di astinenza! Comunque, non sciogliamoci in lacrime, per ora. Ringrazio con tutto il cuore:

 

Haydee : Il fratello piccolo promette bene…guarda, non ti chiedo nemmeno se è maggiorenne! Impacchettalo così com’è e mandamelo con UPS. In cambio, visto l’astronomico sconto del 70% concessomi, ti manderò una cassa di lambrusco di quello che "macchia il bicchiere". Il mio dottore, un giorno che era a pranzo a casa mia (e che era completamente sbronzo), mi ha assicurato che il vino di uve rosse fa bene alla salute. Avrà omesso qualche controindicazione…? Un brindisi a te, e grazie per l’apprezzamento.

 

Damynex: Camillo la versione maschile di Barbi? Noooo…Camillo è troppo svanito, troppo etereo per assomigliare a Barbi. Lui è la proiezione di una parte piuttosto consistente del mio inconscio, quella rarefatta e sognatrice che legge un sacco di libri. Personalmente, lo adoro! Rodrigo è già in viaggio, sta solcando la penisola in lungo e in largo in cerca di te…mandagli un piccione viaggiatore per dirgli dove trovarti, o mi consuma tutta la benzina!!

 

Kira83: Tu hai letto la storia mentre eri al lavoro…io l’ho scritta mentre ero al lavoro! E credimi, non sai quanto sia stata dura pensare al primo bacio di una sedicenne mentre ero affogata negli SQL di aggiornamento del magazzino fiscale!! Comunque, grazie mille per le belle parole, fa davvero piacere essere apprezzati. A presto, spero!!

 

Cloudy-chan : Gli scambi di battute tra i miei protagonisti provengono quasi tutti dalla vita reale: io e la mia amica (alter ego di Mariàpi) attiriamo la sfiga come la c…a attira le mosche, quindi abbiamo sviluppato nell’ironia un ottimo meccanismo di difesa dell’ego. Magari non siamo le ragazze più popolari d’Italia, ma per lo meno ridiamo un sacco! A presto, e grazie per la recensione!!

 

Serintage: Sono commossa…. Impressionata… in estasi!! Che Signora Recensione, perbacco e poffarbacco! Il tuo scritto (notevolissimo nella forma e nella sostanza) ha fatto affiorare nell’incolta palude della mia psiche domande cosmiche della portata di: "e se don Rodrigo fosse stato davvero una specie di Zorro tenebroso, la Lucia avrebbe rivalutato seriamente il suo personale OPB?" Comunque, a parte tutto…ti assicuro che la maggior parte delle figure di legno (verbali e non) collezionate da Anna sono realmente successe nella vita reale dell’autrice, che nella sua lontana gioventù ne ha fatto scorta per almeno dieci romanzi. In compenso, realizzando un colpo di culo pari alla vincita della lotteria, sono riuscita non so come ad accalappiare l’uomo che amo che è un Rodrigo esteriore e un dolcissimo Camillo interiore. Non posso quindi che essere ottimista, sul frangente amoroso…Chiudo in bellezza, ringraziandoti sentitamente per la lusinghiera recensione, sperando di poterti risentire presto. Grazie, davvero!

  
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