☼JESCE
SOLE☼
Salve
a tutti. Mi chiamo Luce e ho 16 anni. Il mio nome è ridicolo, me ne rendo
conto, ma mia madre è una persona.... originale. Quando sono nata mi chiamò
Luce perché per lei ero talmente bella da risplendere di luce propria. Fa
l’archeologa, quindi è facile intuire che fin da quando ero bambina non l’ho
mai vista molto, dato che era continuamente in viaggio. Oltre a templi e
mausolei, adora l’occulto: vampiri, lupi mannari, streghe e chi più ne ha più
ne metta. Quando ero piccola, al posto di leggermi storie come Biancaneve o
Cenerentola, lei mi raccontava le leggende e i miti riguardanti le creature
della notte, come amava definirle lei. Un tempo mi emozionavano, ma crescendo
questa passione in comune è scemata in me. Io non voglio farmi notare; l’unico
desiderio che ho è quello di poter essere una normalissima ragazza, bella,
solare, allegra e brava in tutto, con amici fantastici e con un futuro già in
mente. Mentre io, sono esattamente l’opposto. Non sono brutta, anzi le mie
amiche dicono che sono bellissima; ma io non trovo niente di così speciale da
poter essere definito splendido in me. Sono alta 1.68 e non sono la classica
Barbie. Ho i capelli lunghi fino alle spalle marrone scuro con riflessi ramati
al sole e gli occhi grandi marrone scuro con tocchi più chiari dentro la
pupilla. Le mie labbra non sono ne molto carnose e ne molto sottili. La mia
pelle è olivastra. I lineamenti del mio viso non sono delicati anzi; sono molto
marcati e decisi. Per quanto riguarda il mio corpo, non sono molto magra; le
mie curve sono molto rotonde e dolci. A detta di mia madre, ho un fisico
bellissimo, di gran lunga migliore di quello scheletrico delle modelle. Ma si
sa, le madri ti vedono una dea anche se pesi 100 Kg e hai l’acne.
Mio
padre ci ha lasciato quando io ero piccola, seguendo “il suo vero amore”. Una
fotomodella in erba di soli 21 anni. Non mi ricordo molto di lui, ma sapere il
dolore che ha provocato a mia madre mi manda in bestia.
Per
quanto riguarda me sono una ragazza che sa cavarsela da sola, anche perché mia
madre non è quasi mai a casa. Sono abbastanza simpatica, divertente e allegra
con le mie amiche, ma quando non sono con loro divento timida e silenziosa. Fortunatamente,
grazie al loro aiuto, sto lentamente togliendo questi difetti.
Le
mie amiche sono la mia vita. Essendo timida, le persone con cui ho legato molto
sono solo 3. Si chiamano Aurora, Nina e Rosa e sono una l’opposto dell’altra.
Aurora è dolce e gentile ma quando si arrabbia diventa acida e vendicativa.
Nina è la classica pigrona, testarda e con la battuta pronta. Rosa è la più
vanitosa; pensa solo ai vestiti e al make-up, ma quando c’è bisogno di lei, è
sempre presente.
Insomma,
una vita normale scandita da scuola, uscite con le amiche, sport e compiti.
L’amore? Quello non l’ho mai incontrato. Sono molto difficile in fatto di
gusti, sia per quanto riguarda l’aspetto fisico sia per il carattere. Tutti i
ragazzi che ho incontrato sono stupidi e desiderano solo divertirsi, mentre io
cerco l’amore vero. Ho solo 16 anni e già penso a queste cose. In fondo non
sono proprio normale. Ma la mia vita non perfetta ma appagante, stava per
cambiare completamente…
29
Aprile 2010
-
quindi domani partiamo per l’emozionante avventura che ci condurrà a Volterra.
Non vedo l’ora! - disse, con poco entusiasmo, Nina.
-
dai Nina, non dire cosi, vedrai che ci divertiremo. E poi, sono solo 8 giorni -
risposi io.
-
8 giorni senza computer per me, sono 8 anni! - replicò straziata dal dolore
Nina.
-
ahah suuu, vedrai che voleranno in un attimo. Io sono curiosa di vedere Palazzo
dei Priori. Dicono che sia molto bello –
-
cavoli Aurora! Come fai a pensare alla cultura quando ci sono cose più
importanti come la cura del proprio viso? Tu 6 proprio strana. Rinunceresti ad
un pomeriggio di shopping per andare a vedere Palazzo dei Priori?! –
-
si Rosa. La storia è più importante dei vestiti –
-
ma per favore! –
-
ragazze smettetela, lo sapete come va a finire poi vero? –
-
uff si hai ragione Luce, finiamola qui. Anche perché da domani convivremo tutte
sotto lo stesso tetto, quindi dobbiamo andare d’accordo.
-
esatto! –
…
-
allora ci vediamo domani alle 6.40 fuori scuola. Ciao! –
-
certo, se mi alzo –
-
ahahah, vedi di farlo o sarà peggio per
te! –
Dopo aver salutato le mie amiche, andai a casa. Mia madre come sempre non c’era. Penso che fosse andata in India o in Cina per non so cosa andare a scavare. Dopo aver mangiato velocemente un panino, preparai la mia valigia. 2 paia di jeans, 4 o 5 magliette, il cellulare e il beauty case contenente dentifricio, spazzolino, trucchi e creme. Presi un borsello e ci misi qualche soldo, giusto per prendere un souvenir o una bottiglia di acqua nel caso avessi sete. Mentre posavo la valigia accanto la porta, ebbi un capogiro. Di colpo la stanza prese a girare vorticosamente fino a cambiare dimensione. Le pareti si ingrandirono e si innalzarono a dismisura, decorate e addobbate come se fosse la sala di un palazzo. E infatti era proprio quello. Poco più avanti a me, vidi 3 grandi troni d’oro. Vi erano seduti degli uomini incappucciati. E poi, sentii delle persone.
E una porta che si apriva.
Quelle persone erano i miei compagni di classe. C’erano le mie amiche che
ridevano e scherzavano, Rosa e Aurora che litigavano mentre Nina si guardava
intorno con fare annoiato. La professoressa le zittì. E dopo sentii solo delle
urla strazianti. Non riuscivo a girarmi. Sentivo indistintamente le mie amiche
che urlavano e piangevano dal dolore. Dicevano frasi senza senso come “ti prego
non mi uccidere” oppure invocavano il mio aiuto. Ma io non riuscivo a muovermi
e non potevo girarmi. Ero bloccata. No. Qualcuno mi bloccava. Un’ombra
imponente mi teneva le spalle e non mi faceva spostare. Un ultimo urlo e tutto
finì. Quando aprì gli occhi la sala del palazzo era piena di cadaveri, tra cui
quelli delle mie amiche. Non ebbi nemmeno il tempo di urlare che un rumore
strano mi bloccò. Sembrava… una sveglia…
…
Di
colpo mi alzai. Erano le 6.00. Ma… com’era possibile? Io non ero andata a
dormire a quanto mi ricordo. E infatti, ero sdraiata scompostamente sul
pavimento. Che cosa diamine era successo? Un incubo? Una premonizione? Noo,
queste cose succedono solo nei film pensai. Quanto mi sbagliavo…
Senza
tener conto dell’episodio accaduto, mi lavai, mi vestii, mi pettinai, presi la
mia valigia e m’incamminai verso la scuola.