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Autore: war    11/09/2010    5 recensioni
Una sola è la legge che permette l'esisistenza dell'Universo come lo conosciamo: l'equilibrio. Esiste una casta di guerrieri che su di esso vigila e si adopera affinche esso resti immutato nel corso degli eoni. Il compito affidato a Niane è semplice; normale routine di controllo per un post Hades. Ma qualcosa non va come dovrebbe andare e il Santuario sarà di nuovo teatro di scontri...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon, Gemini Saga, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Now we have lived this full
Always we had nothing to prove!
What the soul hides, blood tells!

- Moonspell – Blood Tells



Lancio uno sguardo di puro risentimento a Kiefer.
Quel ‘brucia’ ha tanti significati, che adesso mi appaiono in tutta la loro chiarezza.
Odio quando le parole possono essere così ambivalenti.
Saga pare un po’ spaesato.
Non credo che abbia davvero capito chi lo sta minacciando, o meglio chi minaccia la sua anima. Mi chiedo se dirglielo servirebbe a qualcosa, ma non credo.
Lui è profondamente convinto di essere votato ad Athena.
Forse per certe questione era meglio avere a che fare con quell’altro Saga. Mi pare si facesse chiamare Arles o qualcosa del genere.
La figura prende forma dietro i vetri della porta.
Sebbene nulla sia mutato nello spazio attorno a noi io so che è lei.
E’ come una carezza elettrostatica, una perversa carezza in contropelo.
Non so perché detesto così tanto Otto di Nove. Forse mi ha fatto un grave torto in una delle mie vite passate, in una di quelle che non ricordo.
Perché anche noi Alfieri non abbiamo memoria dei nostri trascorsi. E’ solo che il percorso che abbiamo fatto si imprime nei nostri geni e quando rinasciamo abbiamo maggiori conoscenze e consapevolezze. Ma in realtà non ricordiamo affatto di come abbiamo appreso quelle lezioni. Anche questo fa parte del Patto.
E la meretrice – per non usare il più comune e più offensivo termine che mi era balenato in mente – fa il suo ingresso.
Kiefer se la sta mangiando con gli occhi.
Se non fosse che la sua presenza potrebbe rivelarsi utile per difendere Saga gli avrei sicuramente già tirato un calcio nelle palle.
So che mi si è dipinta in viso una smorfia ostile.
So che lei lo sa e ne gode.
Forse è proprio questo che mi fa sclerare.
I capelli sono una massa vaporosa di onde simili all’infuocato sole de tramonto, gli occhi sono chiarissimi di un grigio sporcato solo leggermente di azzurro e i tratti del viso sono qualcosa di assolutamente perfetto. Le sopracciglia sono solo un cenno sottile, quasi inesistenti e forse sono proprio loro a dare quel senso di incompletezza al suo viso… Le curve sono quelle dove ogni uomo vorrebbe sbandare e il modo succinto in cui è vestita di certo non propende a suscitare pensieri casti.
D’altra parte sua madre è la lussuria perciò… Non è che ci si potesse aspettare qualcosa di diverso! Sono un po’ in tensione quando sposto lo sguardo su Saga.
Ecco, lo sapevo che avrebbe fatto male.
Il desiderio che per un attimo ha acceso il suo sguardo mi ha fatto male.
L’ho già detto ma amare è davvero solo un modo diverso di ferirsi e sanguinare.
- Niane… Sei più sciatta del solito. – mi saluta Otto di Nove con un sorriso perfetto, da bambolina di porcellana.
Vorrei risponderle con un acidata delle mie ma mi limito a stringermi nelle spalle.
Sono certa che ci sarà tempo fra poco per assestare qualche calcio e qualche pugno al suo faccino perfetto. Vorrei proprio vedere lei dopo la notte che è toccata a me che razza di aspetto potesse aver conservato! Di certo il suo abito(!?) di pizzo bianco non sarebbe così candido.
Spero che quello che si intravede sotto la stoffa non sia la sua pelle ma una qualche sottana color carne…
- Toglie sempre il fiato – mormora Kiefer avvicinandosi alla sottoscritta.
Non ne so molto, ma credo che anche lui un tempo si sia fatto soggiogare dall’avvenenza della demone. Ad ogni modo è una faccenda personale di Due di Quattro ed io non volgio metterci il becco.
- Se ti piacciono le conigliette di Play Boy… Credo che Nat sia il suo stilista ufficiale. – borbotto.
- La tua è solo invidia. – sorride la demone – perché certi abiti io me li posso permettere e tu no –
- Se cos’ ti piace credere… - il mio tono pacato è una bella stoccata al suo amor proprio.
- Eppure sotto le mie carezze gemevi di piacere, me lo ricordo bene. – mi sorride melliflua. Credo di essere dello stesso colore dei suoi capelli ma non ho certo intenzione di farmi mettere in fuga o in soggezione dalle sue offensive insinuazioni.
- Mai negato che l’atto in se sia stato molto più che piacevole… - le riconosco
- Ma? – chiede lei percependo il sottointeso inespresso.
- Dopo quasi sette anni ancora non hai capito? Mi stupisco di te! – ribatto con un ghigno. Lei si avvicina, con un sorriso da gatta.
Non ho il tempo di reagire, la sua bocca divora la mia, le sue mani vagano su tutto il mio corpo, tanto che mi viene da chiedermi quante cazzo di braccia abbia… Il suo profumo mi stordisce… Lei sa esattamente dove e come toccarmi per farmi vibrare di desiderio… Tuttavia…
Al confronto con il tocco di Saga il suo perde ogni valore.
Resto passiva sotto il suo assalto.
Lei si allontana di un passo e piega la testa di lato.
- Oh, giusto, stavo dimenticandomene… Forse questo aspetto ti piace di più? – mi domanda. L’aria intorno a lei pare tremolare un po’ e farsi più densa. La sua sagoma perde di definizione per poi ritornare a fuoco.
Kiefer mi sta fissando con un piccolo ghigno.
L’altro Kiefer, quello vero sgrana gli occhi, stupito.
Saga mi si avvicina di un passo.
Sembra intenzionato a proteggermi.



Al tempo in cui sono stata vittima di Exilya avevo appena finito la mia vita di studentessa delle superiori. A differenza di quasi tutte le mie coetanee non ero molto avanti nelle relazioni con l’altro sesso e per dirla tutta nemmeno mi interessava esserlo. L’Ordine mi assorbiva quasi completamente e non perché vi credessi di più o in modo diverso rispetto ad ora ma perché a quel tempo, la mia formazione come Alfiere non era fatta solo di incarichi più o meno piacevoli, ma c’era anche un sacco di teoria da studiare.
Kiefer, come ho già detto, è quello che mi ha aperto gli occhi e per molto tempo una parte di me aveva la profonda convinzione di essere innamorata di lui. Probabilmente lo sono anche stata ma lui non ha mai varcato quel confine… Tranne una sera.
Una sera in cui io ero appena rientrata da una missione difficile, in cui avevo perso non solo l’anima che dovevo salvare ma anche il compagno che mi era stato assegnato. I novellini escono in coppia, è il solo periodo della nostra vita in cui non siamo individualisti incalliti… Bhè tranne quando la montagna di merda da spalare è davvero enorme e allora può succedere che ad uno stesso incarico vengano assegnati due o più appartenenti all’Ordine.
Ad ogni modo, terminato in un modo vergognoso l’incarico di quella volta ero furiosa, con me stessa e con il mondo. Ma ero anche infinitamente triste, quasi disperata.
Vivendo ancora in casa non me la sentivo proprio di mostrarmi con quell’espressione perché di certo mia madre avrebbe capito al volo che mi era successo qualcosa di brutto e mi avrebbe dato il tormento per scoprire cosa fosse e allora… Allora sarebbe potuta finire in modo poco piacevole per tutti.
Mi ero così rintanata in un capanno per gli attrezzi che stava poco lontano da casa mia, in compagnia di una torcia, una bottiglia di Batida de Cocco, un pacchetto nuovo di sigarette e un mazzo di carte.
Non ci misi molto ad ubriacarmi… e per la verità ho ancora ricordi confusi di quello che è accaduto con esattezza. Ricordo che sentivo la musica in testa, che tutto il mondo girava e che io volevo solo dissolvermi in qualche spazio dove non vi fosse coscienza, ricordi e pensieri. Poi ricordo che qualcuno era entrato nel capanno.
Kiefer.
Gli ero letteralmente saltata addosso, strappandogli gli abiti di dosso, con frenesia, con rabbia e con dolore.
Volevo solo una stasi.
Lui mi aveva allontanata da se e aveva detto qualcosa che non mi sarei mai più dimenticata. - Non si fa l’amore quando si è nella tua condizione… -
- Non me ne frega niente! Voglio solo una stasi, un attimo di oblio! Scopami o riempimi di botte, se la mia mente si sconnette vanno bene entrambe le cose! – avevo gridato il lacrime e poi era successo.
Avevo dato la mia verginità a Kiefer.
Salvo poi realizzare, poche ore dopo, che Kiefer era Exilya, Otto di Nove. Lo stesso demone che aveva ucciso il mio collega e che si era preso l’anima che io avrei dovuto salvare… Lo stesso demone che mirava a prendersi la mia vita.
Mi sono sempre chiesta perchè avesse deciso di fare sesso con me piuttosto che uccidermi. Se mi avesse picchiata a morte, non credo che avrei reagito... Soprattutto perché la credevo Kiefer…



Saga mi guarda, con un misto di stupore e incredulità.
Forse nei suoi occhi passa anche un lampo di gelosia ma non ne sono certa e non mi voglio illudere inutilmente.
- Le illusioni sono illusioni, Exilya. Tuttavia ancora mi domando perché, dato che ne avei l’opportunità, non mi hai uccisa? Hai preferito prendere l’aspetto di Kiefer e ... – inizio ma lei fa un cenno della mano interrompendomi poi con le sue parole
- Prendere la verginità di Uno di Quattro è stato molto meglio che prendersi la sua vita. Alle persone come te è molto più bello schiacciare l’orgoglio e distruggerle moralmente e psicologicamente che non ucciderle. Cadere sotto i colpi che l’avversario vi infligge vi renderebbe un onore che non voglio vi sia attribuito. –
Se non mente, cosa di cui non posso ritenermi certa, al momento non mirerà alle nostre vite.
- Eppure, avresti dovuto prevedere che non sarei rimasta a piangermi addosso per tutta la vita e che prima o poi ti avrei incontrato di nuovo. – le faccio notare.
- Per la verità non avevo previsto nemmeno che tu divenissi un problema di questa portata per noi… Sei stata meglio di quanto potessi sperare. Erano secoli che non mi divertivo così! – ridacchia sguaiatamente riprendendo le sembianze di donna.
- Questa me la devi spiegare! Sei stata a letto con lei!?! – sbotta Saga che deve aver finalmente compreso quello che era già chiaro come il sole.
Mi chiedo perché i neuroni maschili ci mettano un po’ ad assimilare le cose un po’ anticonvenzionali? Chissà se è stato Arles a dare un suggerimento o se i tredici anni di governo del Santuario sono stati solo un caso fortuito dovuto al fatto che i suoi interlocutori erano semplicemente meno svegli di lui (il che la dice lunga sull’intelligenza dei sottoposti altrui…) ?
- Non ti riguarda, Saga! – sibilo.
I suoi occhi da azzurro passano ad una sfumatura violetta.
- Tu sei mia! – ringhia con una voce molto, molto virile, strattonandomi per un braccio e stringendomi contro il suo corpo.
- Non ho firmato nessun atto di compravendita! – ribatto ma sono così felice di averglielo sentito dire! Sto così bene spalmata su di lui…
- Tsk! Dopo ciò che mi hai fatto solo io posso decidere se e quando devi morire! – sbuffa ancora lui e a questo punto non ho dubbi che sia l’altra personalità ad agire.
Mi detesta e mi vorrebbe morta, ma nello stesso tempo è possessivo nei miei confronti… E’ affascinante.
- Another Dimension -
Lo scontro ha inizio.



Conosco il modo di combattere di Exilya, so che è molto forte. Se non lo fosse, non avrebbe mai raggiunto l’Ottava posizione in graduatoria. Solo Nove di Nove potrebbe batterla e non ci scommetterei che non debba sudare sette camicie.
Il fatto che noi siamo in tre non conta un fico secco.
Ho paura di lei e questo non riesco ad accettarlo.
Per il mio orgoglio è inammissibile.
Però per la mia ragione so che faccio bene ad aver paura. Se non l’avessi sarei cadavere già da un sacco di tempo.
Exilya in realtà è una creatura ermafrodita. Non so se per scelta sua o volere del Fato, ma ho sempre più la certezza che per i demoni il sesso, inteso come distinzione fisica tra maschio e femmina, non significhi granchè. Nell’altro senso invece il discorso cambia completamente. Resta un dato di fatto che molti di loro sono asessuati, e altrettanti sono entrambe le cose. Questo genera un po’ di confusione, qualche volta…
Ad ogni modo dopo pochi scambi di colpi ci troviamo tutti e tre a terra, più pesti di quello che eravamo prima di iniziare lo scontro e ognuno in un angolo diverso.
A Saga si sono riaperte le ferite.
La mano con cui si stringe l’addome è rossa del suo stesso sangue…
E quel liquido cremisi ha un odore particolare…
La demone si lecca le labbra rosse come ciliegie mature e altrettanto lucide.
- Sei delizioso… - mormora avvicinandosi pericolosamente a Saga.
Deve averlo sentito di certo il potere che il suo sangue racchiude… E lo vuole.
Non permetterò che se lo prenda.
Cerco Kiefer con lo sguardo, più che altro per essere certa che dopo il mio attacco lui riesca a reggersi in piedi e guadagnare un po’ di tempo…
Mi scaglio contro l’avversario e come ho previsto non sono nemmeno in grado di vedere il colpo che mi centra in pieno sterno.
Penso che nella migliore delle ipotesi mi abbia incrinato un paio di costole e intorpidito il braccio.
Exilya si sta chinando su Saga, fra poco infilerà le dita nella sua ferita, ne tirerà fuori le budella e se le mangerà… O magari partirà direttamente dal cuore, sfondandogli la cassa toracica con un pugno.
Il Saint in questo momento non può nemmeno contare sulla sua Cloth…
Kiefer la colpisce in testa, fracassando la sua chitarra.
Io mi sono in qualche modo rimessa in piedi. Sfortunatamente il braccio destro pende al mio fianco inutilizzabile.
Mi preparo ad un altro assalto solo che sono preceduta sul tempo.



Ai piedi del nemico cade un rosario, con i grani rossi come chicchi di melograno.
Centootto grani.
Un rosario buddista.
Poco dopo due Cosmi si manifestano.
Uno lo riconosco, appartiene a Milo.
L’altro è di Shaka, lo so per intuizione ed esclusione.
Credo che la nazionalità indiana di Shaka sia dovuta al fatto che sia nato in tale Paese, non certo derivata da discendenza biologica. I capelli biondissimi, l’incarnato pallido… I tratti cesellati del volto quasi aristocratico… No, non ha nulla di Indiano, tranne il chacra scarlatto in fronte che fanno di lui un uomo di grande Saggezza. La reincarnazione del Buddah.
Tiene gli occhi chiusi ma si muove come se ci vedesse benissimo. E’ aggraziato ed elegante in ogni gesto che compie, un po’ come lo sono tutti gli orientali con una certa cultura.
Milo è il Milo di sempre.
Solo più sobrio rispetto all’ultima volta che l’ho visto.
Mi fa l’occhiolino, con una buona dose di malizia e fascino.
Exilya non esita ad attaccare e a nulla serve Antares o il Tenbu Hourini che i due Saint scagliano.
Basta un calcio del demone e finisco tutti e due come quadretti sulla parete.
Devo chiudere in fretta questa battaglia.
Kiefer me lo aveva suggerito prima di aggregarsi a noi.
Penso che in tre possano guadagnarsi i due minuti che mi occorrono per compiere il tutto e su questa certezza, data più dalla mia fiducia in loro che d un reale e calibrato calcolo, inizio il processo.
All’inizio, come ogni volta, è piuttosto doloroso.
Si ha sempre l’impressione di venire rovesciati come un calzino. Pare che il sangue fluisca in senso inverso nelle vene del corpo e che ogni singola cellula protesti per questo.
Poi vi è il gelo assoluto.
Poi inizia lentamente ad emergere un po’ di calore.
Una scintilla.
Lentamente, quasi timidamente, come una fiammella che abbia appena attecchito il calore si diffonde.
E poi le fiamme che ardono.
Allegre, selvagge e prive di controllo.
Fiamme affamate che non si fermano davanti a nulla.
Il fuoco, il potere del fuoco.
Imprevedibile, indomabile, ingestibile.
Il fuoco che non conosce limiti di espansione nella sua exalation…
Io sono fuoco.
Il mio stesso sangue me lo svela.
Percepisco gli altri dal loro calore corporeo, perché in realtà non li vedo più.
Gli umani sono piccole fiammelle rosse, arancioni ed infine gialle. Come se fossero fatti a strati. Il demone è una massa unica. Generalmente nera o blu. Qualche rara volta azzurra.
Sono fiamma che guizza, che lambisce, che ridescrive le forme secondo la propria volontà. Non posso spingermi troppo oltre, potrei rischiare di non essere più in grado di far regredire il processo. Potrei diventare una Sconfinata. In tal caso passerei alle dipendenze di Lui.
Nove di Nove, a quanto raccontano, era prima Tre di Quattro.
Prima che vi fosse Iris.



La massa nera diminuisce sotto i miei attacchi e poi, ad un tratto sparisce.
E’ ora di far regredire il processo.
Non so che devo essere apparsa ai ragazzi, non ho mai avuto modo di vedermi quando sono in quello stato.
Mi è capitato di vedere Tre di Quattro nella sua forma Elementale ma non era spaventosa. Io non l’ho trovata tale. Insolita forse, ma comunque sempre bellissima.
Vedo le mani fatte di fuoco che stanno lentamente riprendendo la loro forma originale. Le fiamme che avvolgono le dita si stanno spegnendo. Restano solo dei tizzoni incandescenti su cui iniziano a distinguersi le unghie, le nocche…
Ho di nuovo le mie mani.
Ma per il momento, la mia pelle è ancora bollente.
Mi accorgo che sto stingendo convulsamente quella che era una manica di pizzo bianco.
Apro le dita e la stoffa, ormai cotta si sfalda.
Kiefer sta prestando i primi soccorsi a Saga.
Anche Milo è chino sul suo compagno d’arme mentre Shaka mi sta fissando.
Occhi azzurro cielo.
Calmi, sereni e tranquilli.
Non ho mai visto occhi più consapevoli e più belli di quelli.
- Stai bene? – mi chiede dubbioso.
Apro la bocca per rispondere ma le gambe mi cedono di colpo. Non percepisco nemmeno la vaga sensazione di cadere.
Solo buio.
  
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