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Autore: willowsgirl    11/09/2010    1 recensioni
durante questa storia vedremo coinvolti gli agenti csi sia dal lato lavorativo che emotivo! infatti combatteranno contro un serial killer ma anche contro i loro sentimenti d'amore e amicizia!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The new arrival

The new arrival

 

 

…..entrerà a far parte della squadra un altro agente!”

“ Gil perché?? La squadra mi sembra già al completo….non mi sembra proprio una bella notizia!” esclamò Sara.

“ E’ una ragazza alle prime armi, diciamo che è un’opportunità per inserirla nel mondo del crimine e dell’investigazione! “ rispose Gil.

“ Ah è una ragazza! “ disse Catherine quasi sorpresa.

“ Perché Cath, vorresti un altro uomo??!! Non ti bastiamo noi??!!” disse Greg in maniera molto ironica, mentre Nick sorrideva e Warrick lo guardava come se Catherine fosse di sua proprietà e non si dovesse toccare.

“ Oh certo che tu mi basti Greg, ma a livello di pagliaccio! “ lo rispose Catherine dandogli una pacca sulla schiena. Greg rimase completamente senza parole.

“ Ragazzi…. Penso che a questo punto potremmo andare tutti a casa a riposare. Non appena ci saranno notizie non esiterò a rintracciarvi ma lasciate i cellulari accesi. E soprattutto non dimenticate ciò che vi ho detto, siate prudenti! “ concluse Gil, prendendo Sara per un braccio lasciandola condurre da lui verso l’uscita.

Tutti rimasero di stucco di fronte a quella scena…. E Warrick e Catherine si guardarono negli occhi pensando che probabilmente Hodges non aveva raccontato una delle sue menzogne.

Erano le sette della sera, e a Las Vegas il cielo era già scuro, così i ragazzi si diressero verso il parcheggio del crime lab, per prendere le loro auto e tornare a casa. L’ultimo a rimanere nel parcheggio fu Nick, che come al solito aveva dimenticato le chiavi dell’auto nello spogliatoio ed era ritornato a prenderle. Mentre si apprestava ad aprire il bagagliaio  della sua auto, per posare il suo kit da lavoro, vide un flash. Sembrava provenisse da una macchina fotografica…. E subito dopo notò un’ombra impressa sul muro del parcheggio. Sembrava un uomo che correva. Si voltò, ma purtroppo quell’uomo era già sparito. Iniziò  a correre per capire chi fosse costui, ma si arrese ben presto, non riuscendo a vedere nessuno. Si precipitò sull’auto per tornare a casa e per riposarsi, date le troppe ore di lavoro.  Ma Nick, durante il tragitto che lo conduceva a casa, non riuscì a fare a meno di pensare alle parole del suo supervisore. O meglio alle raccomandazioni che aveva dato ad ognuno di loro. Si sentì così male, in fondo già aveva sofferto in passato, quando venne sepolto vivo. Era così spaventato che temeva di dover patire di nuovo quella sofferenza, di essere rapito ancora e di dover essere proprio lui il protagonista di quella minaccia arrivata alla scientifica. Arrivato a casa si fece coraggio, aprì con la mano sinistra la porta d’entrata e con l’altra mano stringeva la sua pistola. Appena aprì la porta un forte rumore lo fece sobbalzare, istintivamente accese la luce e vide il suo gatto e a terra un portaoggetti che prima era posto sul tavolino all’ingresso. Abbassò la pistola precedentemente rivolta davanti a lui ed esclamò: “Cazzo Nicky Junior mi hai fatto spaventare! Quante volte ti ho detto di non saltare su questo tavolino!” In ogni caso fece un controllo generale della casa, per vedere se vi era entrato qualcuno. Per fortuna non c’era nessuno a casa sua, ma lui non esitò a chiudere tutte le porte e le finestre. Accese  la tv e si sedette sul divano, ammiccò un sorriso e pensò: “forse è stato solo un caso tutto ciò che è accaduto stasera…. Qualche scherzo da parte di qualcuno.”

 

Al mattino dopo tutti gli agenti della scientifica furono puntuali. Il motivo della loro puntualità era molto scontato, erano tutti molto ansiosi di conoscere la nuova arrivata. L’unica a ritardare fu Catherine, che come al solito sua figlia Lindsey si era svegliata tardi e aveva perso il bus che la portava a scuola, e di conseguenza Catherine aveva provveduto ad accompagnarla. Al suo arrivo Catherine, vide  i suoi compagni nella sala break con dei sorrisi stampati sul volto, pensò che probabilmente erano entusiasti di questa new entry nel team. E infatti aveva ragione. Dopo qualche minuto di conversazione nella stanza calò il silenzio, preceduto dal contatto di una mano alla porta di quella sala. Fu così che Daisy Rodriguez fece il suo ingresso, bussando a quella porta. Le prime cose che si notavano di questa ragazza (o meglio di questa donna) erano la sua altezza, i suo lunghi capelli castano scuro che le arrivavano alla schiena e i suoi occhi color ghiaccio. Dopo qualche istante esordì dicendo:

“ Siete voi la squadra di Gil Grissom, giusto? “

“ In persona! “ rispose Greg alzandosi dalla sedia per stringerle la mano. “ Piacere io sono Greg!”

“ Piacere mio, io sono Daisy! “ rispose lei mentre gli stringeva la mano. Aggiunse poi scostandosi da Greg: “ Tu devi essere il fantomatico Gil Grissom!” gli porse la mano e lo guardò negli occhi….

“ Vedo che ti sei informata bene Daisy.” Rispose Gil offrendole la mano e guardandola negli occhi a sua volta. In quel momento Sara presa dalla gelosia le disse: “ Ciao, ti sei informata su tutta la squadra o solo sul supervisore?!” Sara dopo questa affermazione fu appoggiata dallo sguardo complice di Catherine. Daisy le spiegò sorridendo e sentendosi un po’ a disagio:

“ In realtà mi sono informata un po’ su tutti ma faccio un po’di confusione a ricordare i nomi…. Tu sei??!! “

“ Sara!” le strinse la mano e ritornò a sedersi.

“ Quindi tu per esclusione devi essere Catherine?” domandò la ragazza rivolgendosi alla bionda.

“ A quanto pare si!” ribattè Catherine.

“ E voi siete??!!” disse Daisy rivolgendosi a Nick e Warrick che erano in piedi di fronte a lei.

“ Io sono Nick, benvenuta a bordo!”

“ Grazie mille….. e tu sei Warrick vero?!”

“Direi di si! E’ un piacere conoscerti!”

“ Anche per me! Ragazzi sono spiacente… giuro di averli ripassati i nomi prima di arrivare! “ si scusò lei.

“ Non devi scusarti. Tranquilla avremo modo di conoscerci! “ le disse gentilmente Gil.

“ Grazie mille per l’appoggio Grissom!” disse Daisy con molta sincerità al supervisore.

“Non c’è di che, sei la benvenuta qui! Adesso Greg ti farà fare un giro per conoscere tutti coloro che lavorano qui e per mostrarti tutto il lab!” suggerì Gil.

I due lasciarono la sala break e Gil suggerì i compiti da svolgere agli altri.

“ Catherine e Warrick andate a controllare come procede l’interrogatorio del padre di Selena Clark, ci sarà Brass ad attendervi! Invece Nick esamina tutte le corde prelevate sulla scena del caso di Taylor Stone!”

“ Certo, prima però vado a prendere il mio cerca persone in macchina!” esclamò Nick.

“ Nick ultimamente sei proprio sbadato!” scherzò Warrick.

Uscirono tutti dalla stanza e rimasero solo Gil e Sara. Lei domandò:

“ E noi che facciamo?”

“ Sara non mi è piaciuto il tuo modo di dare il benvenuto a Daisy!” mormorò lui.

“Evidentemente lei non ti ha tolto neanche un secondo gli occhi di dosso, e questo può avermi fatto innervosire non trovi?”

“ Da quando è che sei diventata così gelosa?” le domandò lui con un sorriso.

“ Da quand’è che flirti con le nuove arrivate?” lo provocò lei.

Gil sorrise e disse: “Ti fidi di me?”

“ Credo di si!” Sara ricambiò il sorriso e si abbracciarono.

 

Warrick e Catherine arrivarono giusto in tempo per partecipare alla conversazione tra Brass e il padre della vittima.

“ Signor Clark l’abbiamo fatta venire qui perché magari può aiutarci a capire ciò che è successo a sua figlia e alla sua ex moglie.” Esordì Brass. Poi continuò: “ Come mai le due donne si trovavano a Las Vegas?”

“ Per quanto mi ha detto mia figlia erano venute solo per godersi qualche giorno di vacanza, poiché la madre aveva appena ottenuto qualche giorno di ferie dal suo datore di lavoro.” Rispose il signor Clark.

“ Sa dirci se c’era qualcuno che aveva minacciato le due donne o che le aveva disturbate in qualche modo?”  insistette Brass.

“No come le ho detto per telefono non ho molte notizie riguardo mia moglie, mentre per quanto riguarda mia figlia quando ci incontriamo non facciamo altro che parlare dell’università e di ragazzi. Anche se quest’ultimo argomento non è di mio gradimento. E poi non credo che lei si sarebbe confidata con me!” concluse l’uomo.

“Capisco” sospirò Brass.

Warrick non fece a meno di notare dei lividi sui palmi delle mani dell’uomo così la domanda venne spontanea.

“ Signor Clark, posso sapere come si è procurato quei segni sulle mani??!!”

 

Intanto Nick si era recato nel parcheggio per prendere il suo cercapersone che distrattamente aveva dimenticato sull’auto. Arrivato al punto in cui aveva parcheggiato la sua macchina, sentì un leggero rumore, sembrava il suono dovuto ad una carta che veniva mossa dal vento. E infatti era così. Nick notò che incastrato al tergicristallo  del vetro anteriore della sua auto c’era un foglietto. Prima si guardò intorno, poi si fece coraggio e lo prese lentamente. Dopodiché lo aprì…..

 

To be continued……

 

  
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