I
personaggi di Bones non sono miei ma
appartengono a quanti ne detengono i diritti. Io non li uso a scopo di
lucro,
ma per puro divertimento.
volevo
ringraziare gabrycullen
che
mi ha messo tra le seguite, wta87
che mi
ha messo tra le storie tra ricordare ed ha recensito il secondo
capitolo
e tutti i lettori silenziosi
P.S. i
capitoli d'ora in poi saranno più lunghi
ma posterò solo una volta a settimana, perchè
adesso ricomincia la scuola.spero
che questo vi piaccia e sia abbastanza realistico. cerco di mantenere
il più
possibile il carattere dei personnaggi: se sbaglio, ditemelo!
a presto
Capitolo
2
Verso mezzanotte
decisero di salutarsi, anche perché quella era
l’unica ora in cui riuscivano a
chiamare di mattina i loro cari senza doversi svegliare ad orari
impossibili
durante la notte… Hanna voleva chiamare sua madre, Booth
invece Parker prima
che andasse a scuola.
Si avvicinarono
per
abbracciarsi e baciarsi sulle guance, quando Hanna girò il
viso verso Booth e
lo baciò sulle labbra. Lui si irrigidì e lei si
allontanò timorosa abbassando
gli occhi. Non fece in tempo ad alzarli e a guardare in volto
l’uomo che le
stava di fronte, che questo le si era avvicinato e l’aveva
baciata con
passione.
Era stato uno di
quei baci dolci che crescono pian piano, fra due bocche che
devono ancora
conoscersi ma che quando si riconoscono non vogliono più
lasciarsi.
Era stato bello,
giusto. Era stato semplice tenerla stretta mentre poggiava il capo
nell’incavo
del suo collo, come tante volte prima aveva fatto Bones.
Dopo il lavoro era
andata al bar dell’hotel a bere qualcosa, e seguendo le
regole di booth su come
ci si ubriacava aveva ordinato un super alcolico e aveva
detto al barista di
lasciare pure lì la bottiglia… ma dopo
due bicchieri aveva rinunciato. Non
era da lei affogare i pensieri nell’alcool, lei si sfogava
col lavoro…
sbuffando si alzò dallo sgabello da bar e per poco non
travolse un pover’uomo
che stava dietro di lei “oh, mi
scusi…” “no, non si
preoccupi… ma lei è
Temperance Brennan??” oh no, un fan..
“ si sono io… senta se vuole un
autografo lasci il suo nome al portiere e glielo farò
avere.. ora però sono
molto stanca… e non sono certa di riuscire a scrivere
correttamente” e senza
dargli il tempo di rispondere si diresse verso l’ascensore
che portava alla sua
camera.
Il giorno
successivo si alzò con un forte mal di testa e quasi 20
minuti di ritardo. sapevo
che non avrei dovuto bere
Ingoiò
due aspirine
con un bel bicchiere d’acqua, indossò i primi
vestiti che le capitarono a tiro,
si truccò e scese di corsa nella hall dell’albergo
per recarsi al sito
archeologico.
Bum! “oh
mi scusi”
“ le piaccio così tanto che mi viene addosso in
continuazione? Non ce n’è
bisogno, davvero” alzò la testa per guardare il
suo interlocutore “Si ricorda
di me? Ci siamo incontrati, anzi scontrati ieri sera. Non mi ha dato il
tempo
di presentarmi… George Crowford” Brennan lo
guardò allibita “George Crowford?
Il massimo finanziatore degli scavi? Era lei ieri… mi
perdoni, non me ne ero
proprio resa conto” “non fa niente e poi non si
è sbagliata… io sono un suo
fan” gli rispose il signor Crowford ammiccando.
“stava andando agli scavi? Le
va un passaggio?” “si, la ringrazio”. La
portò ad una mercedes nera
parcheggiata lì vicino, le aprì la
portiera galantemente e mise in moto.
Mentre viaggiavano, Brennan non poteva fare a meno di osservarlo; aveva
davvero
una bella struttura ossea: alto, muscoloso, dagli
occhi chiari e il
sorriso da ragazzino… “come mai è qui,
signor Crowford? Pensavo che i ‘grandi
capi’ si limitassero a chiedere informazioni via
fax… non che si sporcassero le
scarpe venendo fin qui” “la prego mi chiami
George… comunque sbaglio o c’è una
vena tagliente nella sua voce?” non si sbagliava. Temperance
aveva avuto un
disguido con un finanziatore degli scavi, che le aveva fatto recapitare
una
lettera dove spiegava di essere oltremodo deluso dal fatto che gli
scavi
fossero così poco rilevanti da aver suscitato un basso
interesso nei media…
assurdo. Questo gli aveva fatto capire che Booth non si
sbagliava più di
tanto quando diceva che i ricconi pensavano
soprattutto ai soldi e alla
fama. “Ho avuto modo di constatare che
c’è chi usa i ritrovamenti antropologici
per avere un po’ di notorietà, non
perché ha davvero interesse per le scoperte
che stiamo facendo…” “beh, io non sono
così” le disse guardandola dritto negli
occhi “mi interessa davvero. Mi ha sempre affascinato la
storia dell’uomo e
all’università avrei voluto prendere una laurea in
antropologia ma poi… ma poi
l’ ho presa in economia” concluse sorridendo
“e per quale motivo? Non credo che
il campo economico sia più interessante di quello
antropologico, anzi… ” se in
quel momento ci fosse stato Booth affianco a lei, si sarebbe beccata
una delle
sue solite occhiatacce che stava a dire bones, fatti gli
affari tuoi. “
ha ragione dottoressa, ma per dirigere un’azienda
è il titolo di studio più
adatto e io dovevo dirigere quella di famiglia” “
Ma ho cercato di volgere la
cosa a mio favore: con i soldi guadagnati da un lavoro che , diciamolo,
non è
certo quello dei miei sogni... finanzio quella che è la mia
vera passione”
Temperance lo guardò ammirata “davvero molto
generoso da parte sua”.
Continuarono il
viaggio in silenzio e in pochi minuti erano arrivati a destinazione.
Grazie al
passaggio del sua aitante accompagnatore era anche riuscita a
recuperare il
ritardo.