Lo scrosciare insistente della pioggia fungeva da malinconico accompagnamento ai pensieri della ragazza, seduta sui fradici scalini di un modesto portico.

La mente della giovane era governata dal caos più totale: sentimenti differenti cozzavano con violenza fra loro, provocandole vertigini e fitte lancinanti all'altezza dello stomaco.

Felicità... rimorso... euforia... tristezza... gioia... senso di colpa. Ecco, ciò che il suo animo inquieto percepiva in quell'istante.

Isabella sospirò, affranta, formando una piccola nuvola di condensa, che si disperse flessuosa nell'aria umida.

I suoi occhi scandagliarono ogni albero, ogni zuppo metro quadrato che invadesse il suo campo visivo. Perché, con vana speranza, desiderava trovarsi un lupo dal folto pelo color marrone rossiccio davanti agli occhi.

Egoista. Ecco come si identificava Isabella Swan. Una grande, insensibile egoista. Già, perché non soltanto agognava a trascorrere tutta l'eternità con l'amore della sua vita, Edward Cullen... ma pretendeva anche la compagnia del suo sole personale, l'unica persona al mondo capace di allontanare le sue nubi: Jacob Black. Senza curarsi dei sentimenti di quest'ultimo, ovviamente. 

Tuttavia, ormai era tutto perduto. E Bella ne era consapevole: aveva scelto. Aveva scelto la perfezione ghiacciata e immobile, il mito di un'eternità idilliaca e felice, il matrimonio in grande stile e repentino. Il ghiaccio al fuoco. Il vampiro al licantropo.

Il cielo ruggì, minaccioso, e un lampo balenò d'improvviso fra le nubi scure.

Mancavano solo due mesi ad agosto, e a Forks continuava ancora a piovere a dirotto. Mancavano solo poche settimane, e Isabella Marie Swan sarebbe diventata la signora Bella Cullen.

Un brivido di puro terrore le percorse la spina dorsale, facendola rabbrividire. Il solo pensiero della parola "matrimonio" la sfiancava. Non ne conosceva con esattezza il motivo, ma trovava quell'atto futile e spaventosamente insignificante: insomma, possibile che una persona dovesse dimostrare il suo amore portando colui che amava all'altare? Non avrebbero potuto vivere pacificamente, senza complicazioni e alcuna incombenza? Ma no, certo, perché Edward Cullen era un uomo d'altri tempi, terribilmente cocciuto. Ma, dopo tutto, andava bene così: Isabella non era mai stata incline a contrastare le decisioni prese dal suo fidanzato.

Persa nei suoi pensieri, non si accorse della figura diafana che -con calma regale- avanzava sicura verso di lei.

<< Bella! >> La voce soave e flautata la ridestò, bruscamente, dal suo rimuginare.

La ragazza -ormai fradicia- osservò il dio greco che aveva richiamato la sua attenzione. Gli occhi perfetti, color ambra, di lui la studiavano attentamente, con fare apprensivo. Poteva esistere sulla terra bellezza più straziante? Lei era convinta che la risposta fosse negativa.

<< Bella, amore, stai gelando. Entra in casa, o ti buscherai un raffreddore! >> Le labbra del ragazzo si spezzarono in un sorriso sghembo, ammaliante. Bella lo studiò con attenzione: malgrado la bellezza disarmante e il fascino che esercitava su chiunque posasse lo sguardo su quelle labbra perfette, non avrebbero mai potuto competere con il sorriso contagioso e abbacinante del suo migliore amico.

Prima di alzarsi dal suo piccolo rifugio, la ragazza giocherellò con il suo anello di fidanzamento. Le pareva di portare al dito una gigantesca insegna luminosa, capace di catalizzare l'attenzione di tutti su di lei. E intanto la sua mente rincorreva il pensiero di Jake, il quale, ferito e umiliato, era scappato da Forks, dai Cullen e dal quel maledetto matrimonio.

Con uno sbuffo pesante, Bella si raddrizzò -non senza difficoltà-, e cercò conforto nello sguardo del suo futuro marito.

Edward osservò il viso della donna che amava, quindi lo accarazzò con delicatezza, accompagnato dal sordo timore di poter sgretolare quelle membra così fragili e -ai suoi occhi- sublimi.

<< A cosa pensi? >> mormorò, premuroso.

Negli occhi di Bella, per un istante, lampeggiò una luce inquieta, e la sua mascella fremette impercettibilmente. Le guance lattee si velarono di un leggero rossore:<< Bhe... pensavo a Charlei e a Renèe. A come reagiranno al mio abbandono... >> Isabella lasciò che le ultime parole della sua bugia le trascinassero via il vento e le gocce d'acqua, che le sferzavano violente il viso, consapevole di essere una pessima attrice.

Il vampiro la guardò, con preoccupazione. Anche se la sua compagna era l'unica persona al mondo sd essere immune al suo speciale potere, in quel momento Edward ebbe l'assoluta certezza di aver indovinato i pensieri inquieti della giovane:<< Stai pensando a Jacob, non è vero? >>

Bella arrossì violentemente, inclinando il capo, colpevole:<< Edward... io... >>

Il vampiro sospirò, e avvolse il corpo bagnato e infreddolito della ragazza fra i suoi arti ghiacciati. Isabella represse brividi di freddo che le solleticarono l'epidermide:<< Bella, tu non devi sentirti in colpa. Vedrai, quando Jacob tornerà, sarà felice e forse avrà trovato il suo imprinting. Non devi darti tanta pena per lui: in fondo, è un ragazzo forte e sa quello che fa. >> Isabella era ignara dell'immane sforzo, compiuto dal suo ragazzo, nel cercare di  parlare in modo educato del suo peggior nemico. Tuttavia, Edward sapeva che al licantropo glielo doveva: aveva salvato la vita del suo unico amore.

Bella congiunse dolcemente le sue labbra a quelle marmoree di lui, ignorando la stretta del freddo che si faceva sempre più intensa e lancinante. La sua mente, però, continuava a vagare lontana, anelando, con una muta preghiera, al ritorno del suo sole personale.

Il bacio durò poco, e lasciò nella bocca di Bella il familiare gusto ghiacciato di fresia e vaniglia . Inconsapevolmente, lo paragonò al bacio che lei e Jacob si scambiarono in montagna, prima della battaglia con i neonati; gli scoprì molto differenti: uno, freddo e delicato, l'altro caldo e appassionante. 

<< Bella, amore, che cos'hai? >> La dolce voce di Edward, incrinata dalla preoccupazione, continuava a sembrare musica alle orecchie umane di lei.

Isabella accantonò quei pensieri, scuotendo leggermente il capo:<< Niente, Edward, davvero. Dai, entriamo in casa, se non vuoi che la furia di mio padre si scateni su di te! >> Ridacchiò, cercando di apparire tranquilla. 

Fece il suo ingresso in casa, con il crepuscolo che lasciava spazio ad una notte tempestosa. Edward la seguì, turbato, ma con una maschera di serafica tranquillità dipinta sul viso idilliaco.

E nello stesso istante, parecchi chilometri di distanza, un ululato straziante squarciò la quiete di un fitto bosco.

Angolo autrice

Salve a tutti!

Con la morte nel cuore, vi annuncio che domani -almeno per me- inizierà la scuola T.T Che immenso dispiacere! Voi mi risponderete:<< E chi se ne frega? >> Non lo so, avevo voglia di sfogarmi con le vostre anime pie ù_ù

Comunque, passando a cose più interessanti: TATATAN! Ecco la mia nuova storia! E si, una J\B ù.ù. Non fatevi incantare dal primo capitolo, perchè in questa FF sperimenterò tutti i modi possibili per torturare psicologicamente Edward Cullen, MUAHAHAHAHAHAHAHAHAH! *Risata diabolica*

Quindi, la nostra amata tonna si sta per sposare con il pinguino, ma il pensiero straziante di quel figaccio di Jake la continua a tormentare. Tenete presente, che non terrò in considerazioni i fatti accaduti in quel pugno allo stomaco di libro, chiamato BD. ù.ù

Detto ciò, vorrei sapere se vale la pena continuare questa storia e se la trovate interessante! :D

Bhe, commentateeeeeeeeeeee! 

Cate :D