Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Frank94    12/09/2010    0 recensioni
Non è una serie di capitoli, è una storia vera. Ho scritto quello che ho scritto (non riesco a definirlo, scusatemi), due anni fa, in prima superiore. Il brano parla di una suicida del nostro liceo, che ha deciso di abbracciare la morte ben prima del tempo, lasciando un vuoto fra noi. La ragazza aveva preannunciato il folle gesto tempo prima, senza compierlo. Un anno dopo, forse per non essere stata abbastanza seguita dalla famiglia o dai compagni, si è sdraiata sui binari, aspettando che il treno la cogliesse. Non voglio inspirare pietà nel lettore, non è mia intenzione. L'unica cosa che voglio evidenziare, perchè mettere in rilievo è il compito di ogni scrittore, è il vuoto che una persona lascia dopo la sua scomparsa prematura. Francesca non ha avuto quella che si dice 'una bella morte'. Se n'è andata a soli 18 anni, lasciandosi dietro sogni, speranze, aspettative. Il mio appello al lettore, quindi, non è rivolto alla sua pietà fine a se stessa, quanto alla sua autostima. Gli capiterà, come capita, di guardarsi allo specchio e di credere di valere quanto vale un fazzoletto usato, e, spero che non succeda, troverà una fonte di liberazione il suicidio. Vi prego di non farlo. Spesso non ce ne rendiamo conto, ma valiamo più di quanto crediamo, sia per la nostra famiglia, che per i colleghi e per gli amici. Spero che vi piaccia
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 27.02.2009
Stamattina non volevo andare a scuola: ero piuttosto malaticcio, ma avrei dovuto recuperare il compito di matematica con la confusione della classe. Ridevo come al solito,attaccato al muro, avevo come  compagno di banco Riccardo. Mi disse che una ragazza nel liceo si era suicidata. Non mi colpì tanto da star male, eppure fui stupito da quel fulmine a ciel sereno che percepiì lievemente.
Il bidello Bruno entrò, nervoso; comprendo il suo stato d'animo solo adesso; è sorprendente come i bidelli si affezzionino a noi. Reinterruppe la lezione per controllare di averci dato il foglio, doveva consegnarlo a tutta la scuola.
La Turroni cominciò a leggere la circolare portata, a mente. Ce la riassunse sorridendo, giudicando incommentabile l'insano gesto. Non voleva coinvolgerci, povera cara. Conosceva bene Francesca, la ragazza. Si mise a piangere diventando rossa in volto. La Turroni sarà anche una professoressa, ma è prima di tutto una mia amica, passiamo le ora scherzando con tutta la classe, rimango tuttora provato dalla sua commozione. Ci disse che anche la Montanari l'aveva come sua studente. Avrei voluto dire qualcosa, ma sarei stato inopportuno. Cosa potevo dire io ad una donna matura, che si era costruita una famiglia, cosa che io non saprei fare? Avrei voluto prendere il mio quadernetto e scrivere, volevo prendere il primo foglio che mi capitava per scrivere. RImasi immobile quando la prof lasciò momentaneamente l'aula per ricomporsi, conservai il solenne e funereo silenzio creato in tacito accordo dalla classe. A fine lezione osservai il corridoi per cercare i compagni di Francesca ma Giulia, una mia amica di bilinguismo, mi aveva preceduto. I banchi erano occupati da zaini e libri posati qua e là, gli alunni e l'insegnante non erano presenti. Avrei voluto dirle 'hanno subito un lutto, non sono qui'. Non l'ho fatto, non sarebbe servito. La incrociai per i corridoi ma non ci feci caso, salivo al terzo piano per cercare qualche viso amico. Scherzai con una mia amica di quinta. Detesto ridere per nascondere la tristezza, non avevo molte alternative.
Non credo di essere stato toccato dalla vicenda in maniera diretta; quello che mi preoccupò maggiormente, e che tuttora mi mette ansia, è stata la reazione della Turroni. Similmente a statue di gesso la guardammo, mentre senza volerlo lei ci univa al suo travaglio. Il problema della morte non è la mancata possibilità di vedere la persona amata, è la sua caratteristica principale.
La morte è un processo irreversibile, dice il vocabolario. Se possiamo riparare ad ogni sbaglio, o decidere della nostre azioni, non possiamo impedire ad una persona di lanciarsi da un grattacielo, o rimediare, eppure la scuola, e la famiglia, si sentono colpevoli di tali scelleratezze.
Domani Don Giovanni ci parlerà della vicenda. La Turroni partirà per Roma in gita con una seconda, andrò a dire al mio amico di parlarle. La prof che parlava con loro due fra la nostra classe e la 1Af aveva, fino a due giorni fa, Francesca come allieva, qualcun'altro si preoccuperà di consolarla. La Montanari era sconvolta. Rideva in classe, scherzava con noi fin dal primo minuto. Ha sempre aspettato prima di fare un poco di spirito, il venerdì entra sempre stanca o arrabbiata, ci mette mezz'ora per ritrovare il sorriso. Nonostante il suo comportamento doveve essere shockata dalla notizia. La Cangialeoni, di norma dura, camminava freneticamente, con la malinconia sulle labbra.
Ogni giorno triste è un errore, una pennellata sbagliata sul quadro stupendo della nostra esistenza.
 Vi ringrazio per l'attenzione
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Frank94