Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: Ariadne_Bigsby    12/09/2010    2 recensioni
John rimase incantato per un attimo, guardando la foto. Ripercorse ancora una volta con lo sguardo i quattro volti, lasciando il suo per ultimo. Quando alzò lo sguardo si vide riflesso nello specchio appeso al muro davanti, ed avvertì il peso degli anni gravargli sulle spalle come un macigno. Aveva quaranta anni, il giorno dopo avrebbe avuto quaranta anni e due mesi esatti...

"Prequel" della vicenda raccontata in "Here There and Everywhere", ovvero le esperienze vissute da John Lennon prima di prendere la decisione di scendere nuovamente sulla terra. Ff scritta in concomitanza con"Here There and Everywhere" (non ho resistito alla tentazione di pubblicarla adesso..." xD
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, George Harrison, John Lennon , Stuart Sutcliffe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'John in the sky with diamonds'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
uij

You are here

 


“Three thousand miles over the ocean
Three thousand light years from the land of the rising sun”




“Vieni micio..psst ! Vieni micio!” allungo il braccio verso il gattino dal pelo tigratonche è entrato furtivo in camera.

 

Il gatto mi squadra per un attimo, mettendosi tutto composto sulle zampe anteriori, la coda davanti alle zampe posteriori. Il suo sguardo è attento e vigile e sembra studiarmi per valutare sia sia il caso o meno di avvicinarsi.

 

“Betsy! Vieni piccola, sono John…” la invito di nuovo, lasciando la Gallutone Champion accanto alla scrivania.

 

Betsy, il gatto che mia zia teneva quando avevo undici anni si muove verso di me, con lo stesso passo guardingo ed elegante che ricordavo. Sul collo fa bella mostra di sé quel collare rosso che Betsy sfilacciava sempre e che mia zia, puntualmente, ricomprava.

 

La gatta mi piomba sulle ginocchia con un balzo agile e calcolato; si alza sulle zampe posteriori, si appoggia al mio petto ed avvicina il suo nasetto rosa e trapunto di piccoli nei al mio, Mi sta annusando, come faceva sempre quando da ragazzino andavo a cercarla per farle qualche coccola. Dopo essersi sincerata della mia identità, Betsy decide che può davvero stare tranquilla.

 

La mia mano ha già cominciato ad accarezzarle la testa ma, mentre la osservo mentre si acciambella sulle mie ginocchia, mi fermo per un attimo. Betsy mi guarda con aria di rimprovero e spinge la mia mano con la testa, come a dire “Beh? Che fai? Continua, forza!”

 

In breve, Betsy è comodamente acciambellata sulle mie gambe e le sue fuse riecheggiano per tutta la stanza. Mentre la accarezzo penso di nuovo a tutto quello che mi è successo in questi ultimi tempi. La chitarra era riuscita a impedire alla mia mente di vagare ma ora non posso fare a meno di farlo.

 

“E io devo pure abituarmi a tutto questo?” penso “la vedo dura! Se non altro, le oche là fuori hganno deciso di darmi un po’ di tregua e fare silenzio.”

 

Non ho voglia di alzarmi e controllare, un po’ per paura di ciò che potrei vedere, un po’ perché non ho il coraggio di far scendere Betsy che è in estasi sulle mie ginocchia che conficca lievemente le unghie nella mia gamba per esprimere tutto il suo gradimento.

 

“Potrei chiamare Stu…ma sarà senz’altro impegnato a spennellare su una delle sue tele, oppure a bersi un tè con Manet o Magritte..”

 

E io? Cosa posso fare per ambientarmi meglio? Con chi potrei familiarizzare per rendere tutta questa situazione più accettabile?

 

“Vediamo un po’ chi conosco del posto…” penso mentre continuo ad accarezzare il dorso del gatto con gesto meccanico “Stu ha detto qualcosa su Elvis ed un club privato..” faccio una smorfia “Il club dei musicisti morti… sembra il titolo di un qualche filmetto horror..Dunque,k ragioniamo: Stu l’ho incontrato e….” trattengo un respiro per un attimo (buffo, sono morto ma posso ancora respirare…!).

 

Nella mia mente si inseriscono di prepotenza delle note a me familiari. Il testo non ha importanza, finchè non arrivo a sussurrare quel nome che ho gelosamente conservato nei miei ricordi per anni..

 

Julia..

 

Il bussare improvviso mi riporta bruscamente alla realtà, così bruscamente che Betsy scende dalle  mie gambe, protestando con tutta la sua indignazione.

 

“Avanti!” dico io, osservando la porta già socchiusa. Immagino già di vedere Stuart, sporco di pittura, gli occhiali calcati sul naso e tutti storti per la foga con la quale è solito dipingere e la sua solita aria impassibile che ormai lo caratterizza..

 

Oppure potrebbe anche essere….

 

Ma dietro la porta non c’è Stuart (..e neanche Julia, con mio grande disappunto)ma un’altra persona che ha significato tanto per me, per tutti i Beatles: una persona che ci ha aiutato ad uscire dall’ombra, una persona che ci ha tenuto per mano per quasi 6 anni e che ci ha mostrato che esistevano ben altri palchi da calcare, oltre quello del Cavern.

 

“Eppy!” esclamo al culmine dello stupore e della contentezza: fino a pochi secondi prima mi ero ripromesso di non chiamarlo così..ma l’abitudine ha avuto la meglio su di me.

 

Brian fa una smorfia nel quale si legge tutto il suo disgusto per quel nomignolo da zietta nubile che gli avevo affibbiato quando ero un ragazzino.

 

“Salve John.” Risponde Brian con quel tono calmo, posato, senza inflessioni Scouser, quel tono di voce che avevo spesso imitato e sbeffeggiato, ma che ora riesco ad apprezzare.

 

“Io, tu…non mi aspettavo di vederti qui!” rispondo io, sinceramente meravigliato.

 

“Beh John siamo tutti qui, come ben sai, E’ solo che ci sono talmente tanti posti che qualcuno potrebbe arrivare in ritardo, però, prima o poi arriva…”

 

E’ Brian, esattamente come lo conobbi nel 1962: è lo stesso giovane elegante e dai modi affabili, il gestore di quel bel negozio di dischi a Liverpool. Come allora indossa uno dei suoi immancabili completi giuacca&cravatta (come me del resto, solo che, a differenza del mio completo nero, lui ne indossa uno blu scuro con bottoni leggermente più chiari)

 

“E..qual buon vento ti porta qui?” azzardo, cercando di alleggerire l’atmosfera.

 

“Ho saputo..” risponde lui abbassando gli occhi a terra “mi dispiace molto John. Non meritavi una fine simile…”

 

“Ti ringrazio..” dico io in tono incerto (cosa devo fare, le condoglianze a me stesso o ringraziare?)

 

“Vedo che il tuo amico pittore ti ha già spiegato un po’ di cose..” riprende Brian assumendo di nuovo il suo tono da manager.

Eppy il manager serioso.

 

“Più o meno. Ci sono ancora un po’ di particolari che mi sfuggono ma, credo che con il tempo potrò imparare, no?”

 

Brian annuisce, sempre con quell’aria di distaccata professionalità che mi lascia un po’ spiazzato.

 

“A cosa devo il piacere di questa visita Ep..ehm Brian?” mi correggo all’ultimo secondo.

 

Brian sorride: il suo è un sorriso particolare. E’ affabile ma, come lo Avvertivo anni fa, sento ancora quel distacco che fa la differenza fra un sorriso sincero ed uno di circostanza. Non è cattiveria: Brian è sempre stato così, non si è mai lasciato trasportare dalle emozioni. Ma questi gesti all’apparenza così calcolati mi feriscono.

 

“Che ne dici di metterci un po’ più comodi John? Questo non è il luogo più adatto per parlare..”

 

Lancio uno sguardo preoccupato fuori dalla finestra, Brian intercetta il mio sguardo ed aggiunge.

 

“E non preoccuparti. Ho l’autista..”

 

Penny Lane:

…e dopo due mesi  di “abbandono” riecco le avventure di Johnnino in paradiso. Ora è alle prese con il suo vecchio amico e manager Brian Epstetin. Ho ritardato tanto perché ero molto indecisa sul personaggio da far incontrare a John in questo capitolo: la mia prima scelta era stata Julia, la mamma di John, ma ho accantonato subito l’idea perché mi sembra ancora troppo presto.John deve ancora scoprire alcune cose ed incontrare altre persone…credo che lascerò Julia per ultima ma devo ancora pensarci bene! Il capitolo è un po’ corto e probabilmente fa anche abbastanza schifo, ma mi è venuto in mente leggendo “John” di Cynthia Lennon nel quale lei diceva che Brian, pur essendo un mentore ed una figura amica non partecipava alla vita “tra amici” dei Beatles e ho voluto trasportare questo suo rapporto fra l’amicizia ed il distacco professionale nella storia.

 Ed ora passiamo alle recensioni!

Andry Black: L’incontro fra John e Paul è molto bello da descrivere secondo me. E’ bello cercare di dare una propria “versione” dell’incontro fra quei due adolescenti che, in quel caldo 6 luglio si sono stretti la mano senza sapere che avrebbero..cambiato il mondo (nel vero senso della parola). E’ interessante vedere come due mentalità così diverse si siano “capite” al volo e abbiano dato vita a qualcosa di unico…(a Liverpool, quando ci hanno portato in quella saletta dove si sono conosciuti John e Paul mi si è accapponata la pelle dall’emozione *__*) Grazie per la recensione!

Night: Ah,il sorrisino accattivante di John è una delle cose più belle che esistano! Come si fa a  dire di no davanti ad un sorriso simile? (Fermatemi finchè siete in tempo, sennò mi perdete…Xd) Anche io ho la filosofia di vita del “Lo faccio dopo!” (ed è l’esasperazione dei miei genitori…) e una madre che adora arrotondare sull’ora per convincermi ad alzarmi -.- Sono contenta di aver saputo rendere al meglio tutti i personaggi! Grazie per la recensione!

Thief: Ma grazie! Si sa che John era un pigrone di natura e me lo immaginavo benissimo tutto rintanato sotto le coperte per scroccare quei 5 minuti di dormita in più!  Ti ringrazio per i complimenti, se sono riuscita davvero a “evocare” nella mente dei lettori l’immagine di tutta la scena…allora ho raggiunto l’obiettivo che mi ero prefissata! Di solito scrivo i capitoli basandomi sulle immagini che mi si formano nella mente..ho una memoria fotografica e forse è dovuto anche a questo. Prima “penso” alla scena come se fosse un film e poi la trascrivo…(forse dovrei concentrarmi di più sui particolari però..) Grazie per la recensione!!

Zaz:Ehehe ci sarà una scena con Stuart tutto preso dai suoi dibattiti artistici con qualche pittore ( non so se ci metterò Picasso…mm devo controllare se nell’80’ era già morto sennò non posso inserirlo Xd) Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto e che tu sia riuscita a vedere bene tutta la scena! Mi piaceva l’idea di un Paul timido ed impacciato: dopotutto era solo un ragazzino di 15 anni, John ne aveva diciassette ed era già un “uomo navigato” (se se ) Grazie per la recensione!!

 

GRAZIE ANCHE A CHI HA SOLTANTO LETTO: AL PROSSIMO CAPITOLO (sperando che non debbano passare altri 2 mesi)

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: Ariadne_Bigsby