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Autore: Dolce Kisa    13/09/2010    1 recensioni
Il bad touch trio, riunito nella bella villa di Spagna a Cartagena, si annoia e si prospettano quindi guai. Sfortunatamente per le nostre nazioni, il nostro inglese preferito (scartando Peter ed altri nazioni molto più socievoli, ovviamente) sarà solo la prima delle tante vittime.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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His eyes are bewitched



Ore 00.14 Residenza del Governatore - Biblioteca
Se ne stava rintanato nella piccola biblioteca del boss di Gibilterra, i sottili occhiali appoggiati sul naso, davanti a due occhi verde smeraldo concentrati.
Aveva dato la buonanotte a quelle due pesti che, prima di addormentarsi, avevano voluto spiegare quanto quella serata era stata divertente e ringraziarlo per averli portati in quel locale.
Arthur avrebbe tanto voluto replicare che per lui era stata una serata distruttiva, che la rana non lo aveva lasciato in pace un solo secondo, che sentiva che quei tre stavano progettando qualcosa alle sue spalle, che avrebbe preferito trovarsi nella sua sicura Inghilterra – o persino da Alfred – e molte altre cose ancora, ma non ebbe cuore.
Così adesso, con la speranza forse di potersene stare in santa pace, Inghilterra si era accoccolato su un divanetto dalla vecchia stoffa verde con davanti un libro ed affianco un'ottima tazza di the.
Aveva promesso ai bimbi che sarebbe andato a dormire anche lui poco dopo, ma il libro l'aveva dolcemente trasportato nel suo mondo in modo tale da non lasciarlo più allontanarsi.
Favole.
Per quanto le conoscesse a memoria più o meno tutte, non gli dispiaceva mai rileggere quelle magnifiche favole provenienti dalla sua madrepatria.
Stava giusto seguendo le avventure di un povero unicorno quando, a causa le luci piuttosto soffuse, degli occhiali calati leggermente più in basso dei suoi occhi o forse di quel dolce aroma di the sempre capace di rilassarlo, socchiuse gli occhi ormai lucidi di stanchezza.
Senza nemmeno accorgersene si acciambellò meglio sui soffici cuscini e lasciò andare la testa su un braccio appoggiato ad un bracciolo. Il libro, ormai chiuso e dimenticato, presto scivolò lungo il suo stomaco e finì nella piega del divanetto.
Il mattino dopo probabilmente avrebbe avuto un bel torcicollo...
Certo, lo avrebbe avuto...se solo tre figure scure non si fosse premurate di trascinarlo via da quello scomodo giaciglio.


Ore 8.48 Residenza del Governatore – Sala da pranzo
La tavola era ben preparata, una tovaglia bianca con alcuni allegri fiorellini rosa ricamati era stata appoggiata appoggiata su un prezioso e decisamente lungo tavolo di mogano ma, nonostante la grande scelta di cibo, che sembrava presagire una colazione per molte persone, la stanza era quasi completamente vuota, se non per un Gilbert e un Antonio intenti a mangiare ed a discutere su qualcosa. Tenevano il tono di voce basso e sembravano piuttosto preoccupati.
-Fratellone!!- Proruppe allegra la vocina di Gibilterra che andò subito ad abbracciare Spagna, il quale la appoggiò sulle sue ginocchia deciso a viziarla per tutto il tempo che avrebbe passato da lei.
-Ciao a tutti...- arrivò solo in un secondo momento la voce un po' stanca di Peter che si andò a sedere accanto a Prussia, ormai quello era diventato il suo posto. Ascoltava tutte le sue awesome imprese con un interesse che sfiorava l'adorazione.
Con sorpresa dell'albino il bambino invece di cominciare a porre domande su domande appoggiò la testa contro la spalla decisamente assonnato.
-Leti...ha voluto che le leggessi storie per gran parte della notte...- spiegò socchiudendo gli occhi esausto -...e...dov'è mio fratello?- chiese poi, si era svegliato e non l'aveva trovato nella stessa stanza. La casa del governatore - per ennesima sfortuna dell'inglese - non era decisamente un hotel e le nazioni si erano dovute pigiare in quattro stanze contate. Ovviamente tre per gli ospiti stranieri e una sola per Peter ed Arthur, ringraziando il cielo Letitia aveva una stanza per conto suo ma, come era accaduto anche quella notte, aveva sempre avuto la brutta abitudine di infilarsi nel letto di Arthur per farsi raccontare qualche fiaba.
-Tuo fratello è stato richiamato in patria, ieri sera sul tardi, un problema da niente, tornerà fra due giorni al massimo...- spiegò Francis entrando finalmente nella sala.
Si avvicinò al tavolo, i vestiti stropicciati del giorno prima, i capelli spettinati e persino due occhiaie violacee sotto agli occhi.
-Francis...non sei riuscito a trovare uno specchio stamattina?- gli chiese ridacchiando Antonio mentre i due bambini parlottavano riguardo al fatto che il fratello non li aveva nemmeno salutati.
Il francese sbottò qualcosa di poco chiaro andandosi a sedere accanto all'amico spagnolo che teneva ancora la bambina in braccio.
-Non sei riuscito a dormire?- chiese Antonio accarezzando i capelli della bimba che li fissava perplessa.
-No...ero un po' preoccupato...- ammise in uno sbuffo, non ci faceva una gran bella figura ad uscirsene con frasi simili.
-Susu...- lo rassicurò Antonio posandogli un braccio attorno alle spalle e facendolo appoggiare alla sua spalla. Francis vi si accoccolò tranquillamente mentre Prussia era perso nei suoi discorsi con Peter, parlava di qualcosa come grandezze, metri o giù di lì, forse si era udito anche un cinque ma decisamente il francese non aveva voglia di ascoltarlo, stanco com'era.
Francia riaprì gli occhi pesanti ed incontrò gli occhi verdi penetranti – così dannatamente simili a quelli dell'inglese – della bambina e deglutì.
-Ha-hanno chiamato anche me ieri sera...ma non occorreva la mia presenza...- rispose alla chiara ma muta domanda di Letitia forse un po' frettolosamente. Quegli occhi era sempre stati la sua maledizione! Si chiese per a millesima volta come facesse quel verde a stregarlo, doveva essere colpa di qualche maledizione di Arthur! Si, ne era sicuro! Aveva sentito che il biondino si “dilettava” nella magia nera e doveva aver stregato i suoi occhi! Ecco la spiegazione a tutto!


Ore 15.23 In una piccola stanzetta imprecisata
Arthur riaprì piano gli occhi e ciò che vide fu buio.
-Ma quanto diavolo durerà?! Non l'avrai mica ammazzato?!- chiese una voce piuttosto isterica.
Avvertì parecchie ossa doloranti, doveva essersi addormentato su quello scomodo divanetto, peccato che non gli sembrava di essere disteso...piuttosto...seduto...?
-Nein!!! La scatoletta diceva due pillole per qualche ora di sonno, l'awesome me NON sbaglia mai!!- gli rispose un'altra ombra forse offesa dalla poca fiducia dell'altra.
Appurato che era seduto tentò di mettere a fuoco la stanza, anche se, attuato il lungo e difficile processo, si ritrovò comunque a non vedere quasi nulla.
Giusto tre ombre più scure in uno sfondo scuro.
-Ma...che...?- chiese mezzo intontito, sentiva la testa pesante, quasi come se fosse stato tramortito.
-Visto?- chiese allora una voce tranquilla e calda.
Arthur alzò appena la testa ma gli impulsi sembrarono non arrivare ai muscoli che si rifiutarono di fare il loro dovere provocando un inizio di panico e di nervosismo nell'inglese.
-Bonne soir, mon petit chenille...- disse una voce con un tono volutamente beffardo.
-Ça  va bien?- chiese ancora quella voce che finalmente la sua mente sembrava aver riconosciuto.
C'era Francis davanti a lui, con un sorriso sbieco per nulla rassicurante, per di più!
Il francese gli sollevò il mento usando alcune dita in modo che potesse guardarlo in faccia.
-You...Stupid frog!!- gli diede contro e, cercando di scacciarlo con la mano, capì un piccolo dettaglio che finora gli era sfuggito.
Legato.
Era legato...
Braccia e piedi erano legati stretti ad un sedia piuttosto scomoda.
-Shit!- ringhiò agitandosi e la risata sadica di Gilbert riempì la stanza.
-Che diavolo volete da me voi bastardi?!- urlò e la sua bocca venne prontamente tappata da una specie di pallina con due fili che vennero legati dietro la sua testa.
Ovviamente lo strano “aggeggio” era stato portato da Francis ora decisamente divertito.
-Allora...Spagna, a te...- ghignò il francese ed Arthur cominciò a tremare.
Aveva sempre saputo di essere troppo buono!!!
Che diavolo gli era venuto in mente di lasciare che Gibilterra li ospitasse a casa sua?!
Li maledisse preso dal panico e non riuscì nemmeno a deglutire quando sentì un motorino accendersi.
No...non aveva per nulla una bella sensazione...
Biascicò qualcosa incavolato.
-Dice: non osate nemmeno pensarci.- tradusse il francese con fare saputo.
-Capisci quello che dice?- chiesero sia lo spagnolo che il tedesco sorpresi.
-Secoli di allenamento.- spiegò agitando il polso in un gesto elegante.
Intanto il prigioniero continuava a dimostrare tutto il suo disappunto urlando improperi che ovviamente venivano censurati dal “bavaglio”.
-E adesso...si comincia...- ghignò Spagna avvicinando lo strano aggeggio che vibrava ed emetteva un rumore piuttosto sinistro all'inglese.
Le urla disperate di Inghilterra si sparsero per la stanzetta, in cui era stato rinchiuso, ora illuminata sinistramente da una lampada.


Ore 01.48 Medesima posizione
Si, era preoccupato.
Cosa c'era di male?! Infondo lo avevano lasciato lì...così...da solo...al buio...
Scosse la testa fermandosi al centro del corridoio, stava provando pietà per il nemico!
Una vocina fastidiosa gli spiegò che però era anche la vittima di quel crudele gioco.
Francia sospirò sofferente diviso fra il suo bisogno di dimostrare tutto l'amore che la propria nazione aveva da offrire e la vendetta così piacevole ed attesa a lungo.
Sbottò qualcosa contro l'inglese – tutta colpa di quegli occhi! - e si diresse verso lo stanzino dove lui e i suoi compari lo aveano rinchiuso.
Entrò e il buio lo avvolse insieme all'odore di polvere e vecchio, accese la lucetta e si avvicinò all'inglese con la testa penzoloni.
Si chinò per vedere il suo viso e capire come stesse, sembrava sognasse qualcosa, gli occhi che si muovevano agitati sotto alle palpebre.
Gli tolse pietosamente il giochino dalla bocca e lo sentì sospirare un po' più rilassato.
Ridacchiò vedendolo così stanco, in effetti doveva essere stato un trauma per lui...
Gli accarezzò gentilmente il volto e dopo poco incontrò due occhi verdi appannati.
-Arthur...- lo richiamò con voce soffice per non risvegliarlo troppo bruscamente, la sua mano sempre dolcemente appoggiata alla guancia.
-Tu...- mormorò Inghilterra senza forze -Tu...-
Rimase per alcuni istanti in silenzio, giusto per avere il tempo per mandare giù un po' di bile ed osservarlo attento.
-TU BRUTTO BASTARDO MANIACO! TU NON HAI NEMMENO IDEA DI QUELLO CHE TI FARÒ USCITO DA QUEST-!!- il suo sfogo, piuttosto improvviso e violento, venne interrotto subito dalle mani di Francia che gli tapparono la bocca.
-S.Sta buono!! È notte!! Di là stanno dormendo...- gli spiegò pregandolo di abbassare la voce piuttosto agitato. Certo...non si aspettava un Inghilterra di ottimo umore – quello sarebbe stato impossibile in ogni caso – ma non immaginava che l'avrebbe presa così male.
E Francia ebbe giusto il tempo per fare queste riflessioni quando egli stesso dovette trattenersi dall'urlare a causa dei denti di Inghilterra che avevano stretto forte la pelle della sua mano.
-AHIA!! T-Tu maledetto teppista inglese, fa male!!- gli spiegò massaggiandosi la mano dolorante e si stupì non poco quando vide i segni degli incisivi dell'inglese sul suo palmo.
-MALE?!- chiese beffardo -Dopo quello che mi avete fatto...?!- ringhiò poi in un sibilo preoccupante.
-Oh! Arthùr adesso non farla più grande di quello che è...non abbiamo fatto niente di che...- sminuì la faccenda agitando la mano sana e ritrovandosi a doverla ritirare velocemente prima che l'altro gli mordesse pure quella.
In quel momento i due assomigliarono talmente tanto a un cane ed a un gatto che Francis giurò di aver sentito persino un ringhio lasciare le labbra di Inghilterra. Passarono persino alcuni istanti in completo silenzio, Arthur a fissarlo in cagnesco ed a cercare un modo – più doloroso possibile – di vendicarsi immediatamente e lui che ricambiava con lo sguardo più innocente e colpevole che sapesse sfoderare. Ovviamente non funzionò.
Francis, decidendo che era abbastanza, si alzò in un sospirò ed andò a liberare le braccia e le gambe dell'inglese che impaziente sbuffava.
-Voi...voi avete...- mormorò tremante l'inglese e massaggiandosi i polsi arrossati dalle corde.
-Oui, ti abbiamo sfoltito le sopracciglia...i ringraziamenti puoi tranquillamente farceli più tardi.- tagliò corto il francese forse anche piuttosto ilare verso l'ultimo pezzo della frase.
Da come stava parlando sembrava che lo avessero stuprato, cielo!!
-Ma...Ma te li sogni i ringraziamenti!!- ringhiò portandosi le mani alle sopracciglia ora decisamente fini. -Le mie sopracciglia...- mugulò dispiaciuto e facendo per alzarsi, voleva andarsene il più presto possibile da lì e magari pure denunciarlo per...per...bhè! Qualcosa avrebbe trovato!
Infondo il sequestro di persona ci stava...per non parlare di aggressione e danni fisici...
Certo era che quando si ritrovò a barcollare e ad essere costretto a sorreggersi al francese ogni suo proposito di non parlargli mai più in vita sua fu forzatamente abbandonato. Almeno fino a quando non sarebbe arrivato alla sua camera da letto, s'intende!
Francis, decisamente preoccupato, riuscì a sostenerlo grazie ai suoi ottimi riflessi e forse anche all'abitudine di vederlo barcollare per l'alcool -Oh cielo...non mi dire che le sopracciglia sono tipo la criptonite per Superman, solo che al contrario?! Senza di quelle non funzioni...- abbozzò forse credendoci veramente, infondo erano talmente strane che a un qualcosa dovevano pur servire!
-Ma sta zitto!- ringhiò subito imponendosi di ignorare il paragone per mantenere un minimo di calma. -Prova te a stare legato su una sedia, in uno sgabuzzino per...per...- si bloccò non sapendo cosa dire.
-più o meno ventiquattro ore...- lo informò l'altro prontamente.
-Ah grazie...dicevo, in uno sgabuzzino per...ASPETTA!! VENTIQUATTRO ORE?!- chiese allucinato e Francis si maledisse per la sua lingua lunga.
-TU! TU! Ti farò sbattere in prigione!!- lo minacciò, e forse era più una promessa che una minaccia.
-Ma...Iggy...era solo un innocuo scherzetto...- tentò di difendersi Francia in un pigolio.
-...e poi Letitia e Peter saranno preoccupatissimi...ed anche in patria si chiederanno dove sono finito...sky! Che diavolo racconterò...- Continuò Arthur senza nemmeno degnarlo di attenzione e, perso nelle sue riflessioni catastrofiche, aveva già inconsciamente eliminato l'idea di parlare della terribile “mutilazione” infertagli, si vergognava troppo per ammettere che era stato sconfitto da tre imbecilli.
- No. Abbiamo raccontato una balla.- spiegò semplicemente Francis ed Arthur lo fissò con uno sguardo avverso.
Inghilterra si ritrovò stupido quando capì che lo stanzino dove stava era uno sgabuzzino della residenza...non si erano nemmeno sforzati a portarlo fuori...
-Non puoi portarmi in camera, allora...- sospirò l'inglese appoggiandosi ancora di più all'altro mentre muoveva passi incerti lungo il corridoio a causa dell'intorpidimento.
-Ehi! Non sei così leggero...- gli fece notare scettico -E perché poi? È forse una scusa per farti ospitare nel mio letto...- aggiunse non nascondendo assolutamente la malizia ed abbassando pericolosamente il braccio, che lo sosteneva, sempre più in basso.
-NO! Ma se entro adesso li sveglio...e dovrai raccontare un'altra balla per il fatto che non sto in piedi.- gli spiegò con la pazienza al limite.
-Oh d'accordo mon amour...stanotte staremo vicini vicini...- Francis, ignorò completamente l'occhiataccia di Arthur e cominciò a ridacchiare fino ad entrare nella sua stanza.

Uno spagnolo e un tedesco fissarono piuttosto divertiti tutta la scenetta svoltasi alle 2 spaccate di notte.
-Ho vinto io, Gilbert, sgancia i soldi...- ghignò Antonio aprendo la mano.
-Tzè...stupido francese smielato...se avesse aspettato un'ora in più per andare a salvare la sua principessina avrebbe vinto il magnifico me...vi siete messi d'accordo!!- si lamentò capriccioso l'albino defilandosi nella sua stanza, non prima ovviamente di rifilare un'awesome linguaccia al moro.
Spagna sospirò divertito e rientrò nella sua stanza accanto a quella di Francis scuotendo la testa.
C'avrebbe scommesso che sarebbe finita così...




[Capanna dell'autrice]
E con questo capitoletto finisce lo scherzo ad Arthur, prestissimo i nostri eroi ripartiranno...ed andranno....lo saprete nella prossima puntata...però non andranno molto lontano...non usciranno nemmeno dal continente. ù-ù
Si, sto litigando coi codici, gli spazi cambiano...i titoli pure... ç__ç Almeno il font resta lo stesso... x°D  MA portate pazienza...^^"
E stavolta aggiorno dopo due giorni... *comincia già a perdersi* e mi sa che da ora in poi...un aggiornamento ogni 3 giorni sarà tanto...ma spero di riuscirci...

Liris: Non credo di voler sapere quale tuo trauma sia legato alle palline... O-o Comunque, come puoi vedere, stavolta ho saltato un giorno... xP Ma il cap è lungo il doppio x°D E con il tuo commento mi hai fatto venire una brutta idea per Peter.....sisi...lo metto il copyright... ù___ù

Grazie a chi l'ha messa fra le seguite e legge semplicemente.^^
Bye bye *saluta con la manina*
  
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