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Autore: Padme86    14/09/2010    5 recensioni
Salve, signori e signore.
Benvenuti alla celebrazione dell’Amore.
Mi presento, io sono il Cantastorie.
In questa raccolta vi narrerò diverse favole d’amore.
Ogni capitolo narrerà una storia diversa.
Per cui mettetevi comodi e lasciatevi cullare dal calore dell’Amore.
-In occasione dei miei tre anni su questo sito, festeggio con questa raccolta.-
Sesta Favola: Amore o Passione? Questo è il dilemma.
Rei, uomo dai sani principi.
Kei, uomo di ghiaccio ma dall’animo bruciante.
La passione li lega.
Ma l’amore li unirà per sempre?

[Dedicata alla mia lover per il suo compleanno]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ben ritrovati, signori e signore, è sempre in Cantastorie che vi parla

Ben ritrovati, signori e signore, è sempre in Cantastorie che vi parla.

Di nuovo qui per narrarvi una nuova storia d’amore.

 

La favola che sto per narrarvi parla di un giovane principe.

Un anima vuota, triste e solitaria.

E della giovane serva che scalderà il suo cuore.

Un amore proibito, mie gentili spettatori.

Godetevelo.

 

 

 

Il Principe e la Serva

 

 

Due corpi avvinghiati nel fuoco della Passione, bruciante e devastante, in un letto di fattura lussuosa. Lenzuola rosse e stoffe pregiate, dalla tessitura molto antica e preziosa per un semplice letto.

Un giovane possedeva senza risparmiarsi una ragazza dai capelli biondi e gli occhi smeraldo, ma non vi era amore in quel atto che avrebbe dovuto averne.

Passione, Lussuria, Desiderio Carnale… Solo questi desideri riecheggiavano in quella stanza, tra un gemito di piacere e l ‘altro.

Alla fine, esausti, i due si unirono in un abbraccio che niente aveva di affettivo: nessun calore traspariva dagli occhi ametista del ragazzo. I capelli argentei leggermente imperlati di sudore, il viso liscio e perfetto e il fisico muscoloso e scolpito… Una meravigliosa scultura greca.

“Mio principe… Siete stato meraviglioso.”

“Lieto che vi sia piaciuto, milady.”

“Siete sicuramente l ’amante migliore che abbia mai avuto.”

“Ora siete voi a lusingare me, ma devo andare.”- il giovane si alzò dal letto, recuperando i suoi vestiti e infilandoseli, mentre la ragazza si alzò, tenendosi il lenzuolo per coprirsi.

“Come mai andate via? Restate ancora un po’ con me.”

“Mi dispiace ma ho altro a cui pensare. E poi voi dovete partire, entro domani voglio che siate tornata a casa vostra.”

“Ma, mio signore…”

“Ora scusatemi, ma devo andare. È stato un piacere, grazie della piacevole compagnia.”- e così dicendo il ragazzo dagli occhi ametista uscì dalla questa, lasciando una fanciulla con il cuore infranto combattere contro la tristezza che lottava per assalirla.

Eccolo qui, signori: vi ho presentato il principe Kei Hiwatari.

Erede di un piccolo ma ben tenuto regno, con la presunzione di poter fare o dire quello che vuole a suo piacimento.

Ma con un animo pieno di enorme tristezza e solitudine.

Freddo come solo il ghiaccio può esserlo.

Nessun legame, a parte una fievole amicizia con il fidanzato della sorella.

Un’anima vuota e senza scopo.

Camminò per il lungo corridoio che dava alla sala da pranzo, finendo di mettersi in ordine prima che suo padre scoprisse che cosa aveva in realtà fatto pur di saltare quella stupida riunione.

Non curandosi di guardare dove andasse, il giovane andò a sbattere contro una fanciulla che portava vaso pieno d’acqua, facendola cadere.

“Ehi, attenta a dove vai, razza di stupida!”- sbraitò Kei, guardando male la giovane, che raccoglieva ad uno ad uno i cocchi del vaso, senza mai alzare lo sguardo.

Una giovane molto graziosa, sapete?

Capelli come l ‘oro, ricci e tenuti in ordine da una coda bassa.

Occhi castani, grandi e profondi.

Un viso scarno, ma comunque liscio e ben fatto.

Labbra rosee e sottili e un corpo tonico, seppur molto magro.

“Vi chiedo perdono, mio signore.”- sussurrò la giovane, finendo di raccogliere tutti i pezzi del vaso. Kei la osservò, dall ‘alto in basso, con un piccolo moto di disgusto.

Non ricordava quella serva, ne avevano parecchie al loro servizio. Erano tutte molto magre e alcune fragili, ma lei sembrava diversa.

La giovane finì il suo lavoro e si alzo, tenendo sempre gli occhi bassi… Era proibito alle serve guardare un nobile o i loro padroni dritti negli occhi.

“Vi chiedo ancora perdono, mio signore.”

“Vedi di guardare dove vai, qualcun altro avrebbe reagito in maniera peggiore”

“Certo, principe Kei.”- la giovane fece un lieve inchino e superò il ragazzo, che prima di lasciarla andare le porse una domanda…

“Come ti chiami? Al momento mi sfugge il tuo nome.”- la fanciulla voltò appena il volto, tenendo sempre gli occhi bassi.

“Mi chiamo Aline, mio signore.”- mormorò dolcemente, rifacendo di nuovo l ‘inchino e sparendo lungo il corridoio.

Kei la vide andare via ed entrò nella sala da pranzo dove suo padre e sua sorella, in compagnia del fidanzato nonché capitano delle guardie, lo stavano aspettando.

“Kei, finalmente! Si può sapere dov’eri finito?”

“Sono stato occupato, scusate il ritardo.”

“Immagino cosa ti ha tenuto occupato, fratellone.”- mormorò maliziosa la giovane principessa.

A differenza del fratello aveva i capelli castani, lunghi fino alle spalle, ma gli occhi erano gli stessi del principe. Un bel viso, liscio e ben curato e un corpo piccolo ma comunque perfetto: una bellissima principessa.

“Fatti gli affari tuoi, Malisa!”- esclamò irritato il giovane principe, suscitando una risatina alla sorella.

“Yuri, ma come fai a sopportarla? Altro che capitano, devi essere un santo.”

“Diciamo che la so gestire meglio di te.”- Yuri Ivanov, capitano delle guardie che, nonostante la giovane età, aveva fatto carriera grazie al suo talento e al suo valore.

Era l ‘unico amico che Kei potesse definire tale e per “amico” intendiamo una persona che lo sopportasse. Da quando si era fidanzato con la principessa Malisa il loro rapporto si era intensificato dal fatto che presto sarebbero stati parenti.

Il matrimonio ovviamente era stato combinato, ma quei due avevano finito per l ‘innamorarsi sul serio, cosa che a Kei in fondo faceva piacere.

Ma per quanto lo riguardava non aveva alcun interesse per l ’amore.

Lo considerava un sentimento stupido e privo di significato, aveva giurato che non si sarebbe mai innamorato.

Ora vi spiegherete il perché del suo comportamento con il gentil sesso…

Un caso davvero pessimo, signori.

“Kei, figliolo, voglio cogliere l ’occasione che siamo tutti qui per annunciarti che ho preso una decisione.”- il re, Sosuke Hiwatari, un uomo severo e rigido, ma un buon sovrano per il suo regno. Capelli argentei come il figlio, fisico possente, un leggero accenno di barba e viso dai lineamenti marcati, ma non duri.

“Quale decisione, padre?”

“Ho firmato un contratto con il re del regno vicino, per solidificare questa unione abbiamo deciso che tu e la sua primogenita vi sposerete.”- il principe fece cadere la forchetta, fissando con astio il proprio genitore, mentre la sorella e Yuri lo guardavano preoccupati.

“Spero che sia uno scherzo.”

“Nessuno scherzo. Incontrerai Camille domani a pranzo e per il tuo bene ti conviene essere cortese.”

“Io non intendo sposare una perfetta sconosciuta!”

“Tu farai come ti ordino, o saranno guai, capito?!”- una caratteristica del caro Re: tutto quello che dice è legge. Normale per un sovrano, non trovate?

Lo sguardo del giovane principe era in preda alla collera: mai al mondo avrebbe sposato una donna di cui conosceva solo il nome. Non voleva fare come sua madre, che aveva vissuto infelice per tanti anni accanto ad un uomo che non amava.

Si alzò di scatto dal tavolo, uscendo dalla grande sala e avviandosi verso la biblioteca, certo del fatto che nessuno li lo avrebbe disturbato.

Entrò sbattendo  forte la porta, facendo però sobbalzare la persona che in quel momento si trovava lì, intenta a fare pulizia.

“Mio signore…”

“Ah, sei tu Aline.”- mormorò scocciato, sedendosi di peso sulla prima poltrona e sbuffando sonoramente. Aline gli rivolse occhiate fugaci, cercando di non farsi notare… Si domandava cosa mai poteva turbare tanto il suo principe.

Continuò le sue mansioni, continuando ad osservarlo… Lei lo trovava bellissimo.

“La smetti di fissarmi di sfuggita?! Mi dai sui nervi!”- esclamò adirato il giovane principe, facendola spaventare.

Non trovate che questo giovane sia totalmente all ‘oscuro di cosa siano le buone maniere?

Aline si scusò e fece per andarsene, quando una mano grande e calda le afferrò delicatamente il polso… Si voltò e vide il principe trattenerla.

“Scusami, lo so che tu non c’entri.”

“Non preoccupatevi altezza, ma se posso permettermi cosa vi affligge?”- Kei la osservò, incuriosito: quella fanciulla aveva qualcosa che nelle altre non aveva mai visto, ma non riuscì a capire di cosa si trattasse. Forse parlare con qualcuno non gli avrebbe fatto peggio di come si sentiva in quel momento… Non si sfogava mai con nessuno.

“Posso parlarti senza problemi? Insomma, non sei una persona che spettegola.”

“Signore, l ’unica persona con cui posso parlare è me stessa, non abbiate timore.”- il giovane principe colse molta tristezza in quella frase, ma cercò di non badarvi e invitò la ragazza a sedersi accanto a lui. Le rivelò la decisione di suo padre di farlo sposare con una donna mai conosciuta, il suo rifiuto e anche la sua paura.

Paura di non avere scelta, di essere destinato per sempre all ‘obbedienza.

Aline lo ascoltò, paziente e gentile, come una vera ascoltatrice.

“Mio signore, comprendo il vostro turbamento, e penso che abbiate ragione.”

“Ma non posso ribellarmi, mio padre ha già deciso tutto. Mi negherà la corona se non faccio ciò che mi ordina.”

“E la corona è più importante della vostra felicità? Non pensate che forse dovreste anteporre voi stesso al vostro titolo?”- mai Kei aveva sentito tanta saggezza venire da un semplice servo. Quella ragazza sembrava quasi una nobildonna, se non fosse stato per gli abiti spogli e l ‘aspetto trasandato.

“Si, probabilmente dovrebbe essere così.”

“Non siete mai stanco di stare nella vostra gabbia dorata?”

“Ci sto bene, ho tutto quello che desidero.”

“Ne siete sicuro?”- quella domanda lo colse impreparato? Era davvero sicuro di essere felice? Di avere tutto quello che voleva? Ora non lo sapeva più.

“Si, almeno credo…”

“Verreste con me in un posto? Non è lontano, è qui nel castello.”- domandò dolcemente Aline, mentre Kei continuava ad osservarla: cosa aveva quella giovane da provocargli il turbamento che sentiva in quel preciso istante?

La giovane serva gli porse la sua mano, lui la afferrò e lo condusse in sul retro del castello, aprendo una piccola porta di legno e arrivando in un posto dove il sole batteva radioso e il prato era pieno di fiori in sboccio.

C’erano delle rovine, ma davano un tocco di antichità a quel posto così suggestivo.

Kei si guardò intorno, pensando che era già stato in quell ‘angolo del suo palazzo, ma non lo ricordava…

“E’ un bel posto.”

“Non vi ricordate? Da bambini venivamo qui.”- il giovane principe la guardò stupito: lui andava in quel posto con quella serva? Gli era difficile crederlo.

Aline lo fissò, sorridendo tristemente: si era dimenticato dei momenti passati insieme quando erano poco più che fanciulli e non lo biasimava…

Chi voleva ricordare il tempo trascorso in compagnia di una misera serva?

“Veramente? Non lo ricordo.”

“Venite, vi mostro una cosa.”- lo prese di nuovo per mano e lo condusse dietro ad una colonna, dove vi erano incise due lettere: una K e una A.

“Sono le nostre iniziali.”

“Le abbiamo fatte noi con un sasso, dicendo che questo sarebbe stato per sempre il nostro posto segreto.”

“Perché l ’ho dimenticato?”- mormorò il giovane principe, più a se stesso che alla giovane accanto a lui. Si sedette su una delle rocce, cominciando a guardarsi intorno… Era tranquillo, nessun rumore, se non quello del vento e di qualche uccellino che cantava la sua gioia al sole.

Come avrebbe voluto essere come loro, poter volare libero, senza nessuno che lo comandasse.

“Mio signore, vi ho turbato portandovi qui?”

“No, è solo che… Mi rendo conto che ho dimenticato i momenti più belli della mia infanzia e sapere che li ho passati con te, una serva che ho sempre trattato male… Mi rende infelice.”- la giovane sorrise lievemente: per un attimo le era sembrato di rivedere il Kei fanciullo cresciuto insieme a lei.

Era molto diverso, sapete?

Un bambino molto taciturno, è vero.

Ma quando era con lei liberava la sua felicità e la sua voglia di vivere celate sempre dentro di se.

“Vi lascio solo, devo tornare al lavoro.”

“No, ti prego. Resta ancora un po’, per favore.”- Aline lo guardò negli occhi e vi lesse una specie di supplica a cui non seppe dire di no.

Si sedette accanto a lui, osservando il cielo…Era azzurro, solo alcune nuvole ne turbavano il colore, ma era sempre bellissimo.

“Davamo un nome alle nuvole, vero?”- chiese all ‘improvviso Kei alla giovane accanto a lui, che lo guardò sorridendo: forse cominciava a ricordarsi qualcosa.

“Si, lo ricordate?”

“Vagamente. Tu ne avevi chiamata una “palla di neve” perché si sembrava un’enorme palla di neve.”- i due cominciarono a ridere di gusto.

Non sono belli insieme?

Il chiaro esempio de “gli opposti si attraggono”.

Una gioia per gli occhi e per il cuore.

Smisero di ridere, fissandosi intensamente… Per la giovane il tempo sembrava essersi fermato. Tante volte aveva sognato quel momento…

Di essere lì, insieme a lui, di averlo così vicino.

Sentire il suo respiro, il suo profumo inebriarle le narici.

Le sue mani accarezzarle la pelle…

Ma era un sogno impossibile, almeno per lei.

Kei stava già avvicinando il suo viso a quello di Aline, quando la ragazza abbassò il volto e scese dalle rocce, dirigendosi verso la porta da cui erano entrati.

“Aline, perché scappi?”

“Perché non voglio essere ingannata, non da voi.”

“Come sai che voglio ingannarti?”

“So quello che fate con le ragazze, non sono una stupida.”- Kei la guardò colpevole: forse era per quello che aveva dimenticato tutto, che aveva dimenticato Lei.

Crescendo era diventato un uomo stupido e immorale, che usava le ragazze solo per gioco e divertimento personale.

Non voleva amore e non lo ricercava. Così come la felicità, non gli importava.

Tranne che in quel momento, con quella ragazza.

Con lei voleva.

“E’ vero, io sono come dici tu, ma con te è diverso.”

“Non potete saperlo e non voglio che l ’unica persona che abbia mai amato si prenda gioco di me. Ora scusatemi, ma devo tornare al lavoro.”- Aline, con gli occhi lucidi, fece un lieve inchino e sparì oltre la porta, lasciando solo Kei con i suoi pensieri.

Quella giovane lo aveva amato.

E forse lo amava ancora.

E lui, sciocco ragazzo immaturo, lo aveva dimenticato.

L ‘unica che lo avesse mai amato era sua madre.

E aveva vicino un’altra persona che poteva davvero dargli l ’amore.

Ma lo voleva?

Non faceva che chiederselo, quel giovane principe smarrito che restò ancora qualche minuto ad osservare il cielo azzurro e le nuvole.

 

*

 

Passò una settimana da quel giorno e per tutto il tempo Aline cercò di mantenere, per quanto le fosse possibile, le distanze dal principe Kei.

Quest’ultimo invece cercava in tutti i modi di parlare con lei, con scarsi risultati: quella giovane sapeva essere anche più testarda di lui.

Il giovane principe aveva incontrato la sua futura sposa: una sciocca nobildonna che aveva come unico interesse il prestigio e il suo trono. Come poteva passare tutta la vita con una persona come lei? Se lo domandava spesso il nostro principe, chiedendosi se avrebbe avuto gli stessi pensieri anche senza parlare con Aline.

Pensava a lei molto spesso, quasi tutto il tempo della sua giornata… La vedeva lavorare, sorridere, anche affaticarsi. E ogni volta sentiva una strana morsa allo stomaco e al petto, qualcosa che non aveva mai provato prima.

Un vero colpo di fulmine, miei gentili spettatori.

Del resto anche la giovane era in preda agli stessi sentimenti.

Il suo principe le mancava, terribilmente… Ora che finalmente aveva ritrovato quel lato di lui che tanto amava, era costretta a stargli lontano.

Sapeva che presto si sarebbe sposato, con una bellissima principessa.

Aveva visto Camille: capelli castani, tenuti alla perfezione, labbra rosse e sottili, un viso a dir poco stupendo, occhi smeraldo e un eleganza innata ad ogni nobildonna.

Come poteva competere con lei? Lei, una misera serva senza un briciolo di classe o bellezza.

Tanti pensieri e molteplici emozioni percorrevano gli animi di questi due giovani destinati ad incontrarsi.

Quando un giorno il fato decise che era il momento di entrare in scena.

Aline stava raccogliendo i fiori in quel angolo di castello che era il posto suo e di Kei, quando lo vide arrivare dalla piccola porta di legno.

Kei sgranò gli occhi: finalmente, dopo giorni, aveva la possibilità di parlarle e non se la sarebbe lasciata scappare.

La giovane serva si alzò per andarsene, ma lui la trattenne per un braccio, fissandola intensamente con quei suoi occhi ametista che lei tanto amava.

“Mio signore…”

“Smettila di scappare da me, Aline. Sono qui per chiederti aiuto…”- la voce del principe era roca e triste, la giovane serva lo fissò intenerita: la situazione in cui si trovava doveva pesargli molto.

Davanti ad una richiesta come quella, la ragazza non seppe resistere e a costo di lasciarsi andare e infrangere ogni regola prese il suo principe per mano e lo fece sedere accanto a lei, sul prato.

“Ditemi, mio principe.”

“Kei. Per favore, non vedermi come un principe in questo momento…”

“Va bene… Kei.”- era bellissimo poter pronunciare il suo nome, il cuore di Aline era in preda alla gioia. Il giovane le sorrise riconoscente, per poi rivelarle tutti i suoi tormenti… Quella principessa che non sopportava, suo padre irremovibile, il matrimonio già organizzato e nessuno che chiedeva cosa ne pensasse.

“Sai, io posso essere uno a cui non importa di niente e di nessuno, so di essermi creato questa fama, ma da quando ho parlato con te e ho ricordato i momenti passati insieme sento di voler essere diverso.”

“Sono lusingata, mio signore.”

“Non devi esserlo, davvero. Aline… Io voglio stare con te.”- il cuore della giovane mancò di un paio di battiti: voleva stare con lei. Ma cosa intendeva? Doveva saperlo o sarebbe impazzita.

“Che cosa intendete dire, mio signore?”

“Io credo, anzi sono sicuro, di averti amata quando eravamo fanciulli ma crescendo la mia immoralità mi ha fatto dimenticare quel bellissimo periodo della mia esistenza. Tu devi averne sofferto e questo pensiero mi fa male…”

“Kei, voi non dovete… E poi una relazione tra noi sarebbe comunque sbagliata. Voi siete un principe, io una serva.”

“Non mi importa!”- tuonò il principe, alzandosi in piedi e costringendo la giovane a fare altrettanto. Ma quando la fece alzare la cinse in un caldo abbraccio, inebriandosi del profumo di fiori di campo che la giovane emanava. Così come Aline si lasciò cullare dal calore e dal battito del cuore del suo principe.

“Principe…”

“Vieni via con me, Aline. Scappiamo insieme.”

“Cosa?”

“Me lo hai detto tu: la mia felicità e la mia vita vengono prima di una corona o di un titolo. Ed io voglio rinunciarvi per essere felice… Insieme a te.”

“Ma io…”

“Grazie a te ho riscoperto quanto è bello provare sentimenti e il bellissimo sapore della vita. Sono innamorato di te, e voglio vivere insieme a te. Non rifiutarmi, ti prego…”

Per la prima volta in vita sua il giovane principe Kei stava aprendo il suo cuore.

Un cuore che per troppo tempo era stato chiuso ai sentimenti.

Un cuore inaridito dalla stupidità e dall ’immaturità.

Un cuore che stava venendo riscaldato dal tiepido amore di un’adorabile serva.

“Va bene, mio signore. Voglio fuggire con voi e vivere al vostro fianco per sempre…”

“Mi ami, Aline?”

“Sempre, mio principe.”- Aline sollevò il volto, sfiorando le labbra del principe con le proprie… Kei sentiva un calore mai provato prima e non ci mise molto a ricambiare il bacio, stringendo a se quell ’angelo che gli stava donando l ’amore che lui per anni, inconsciamente, aveva sempre cercato.

Il bacio si fece lungo, appassionato, disperato…

Caddero sull ’erba e in quel posto dove un tempo il loro amore era solo una fievole luce…  Ora era sbocciato, sfociando nel fuoco della Passione.

Erano una cosa sola, che niente al mondo avrebbe separato.

 

*

 

Padre, ho preso una decisione che spero comprenderai. Io vado via, portando con me Aline… La amo e voglio passare la mia vita con lei. Tu non mi avresti mai permesso di farlo, per questo rinuncio alla corona… Dalla a Yuri, sicuramente sarà un re migliore di quanto io avrei potuto esserlo. Forse un giorno ci rivedremo e mi avrai perdonato… Di a Malisa che le voglio bene e che sono certo sarà una splendida regina per il tuo regno.

Per quanto riguarda te, Yuri, sappi che sei stato e sarai sempre il migliore amico che abbia mai avuto. Abbi cura di mia sorella, falla felice e sii un buon marito, fedele e leale al sentimento che vi unisce.

Padre… Vorrei dirti tante cose, ma temo che ogni mia parola sarebbe sprecata.

Non ti ho rinnegato, né ti odio per avermi costretto ad un matrimonio forzato, ma non posso essere come tu mi vuoi.

La mia felicità, la mia vita e il mio cuore vengono prima di un titolo.

Ti sembrerà assurdo che io, il tuo immaturo figlio, ti stia parlando in maniera così saggia.

Il merito è di Aline… Quella giovane serva che ha passato con me l‘infanzia e di cui ora sono talmente innamorato da rinunciare a tutto.

Spero che capirai la mia decisione e non ci cercherai. Forse un giorno torneremo e magari tu sarai pronto ad accettare il fatto che tuo figlio ha solo voluto vivere libero.

Anche se non te l ‘ho dimostrato, sappi che ti voglio bene.

Ne voglio a tutti voi.

Addio.

 

                                                                                  Kei.

 

 

 

“Se n’è andato… Quel disgraziato di un figlio.”

Il Re Sosuke aveva ricevuto quella lettera da una delle serve che si occupavano di rassettare le stanze. E a quanto si diceva tra la servitù anche Aline sembrava essere sparita, così come Phoenix, il cavallo di Kei.

Quei due erano davvero scappati insieme.

Malisa era stretta al suo amato Yuri, cercando però di confortare anche il padre, conscia del fatto che quest’ultimo probabilmente aveva sbagliato.

Obbligarlo a sposare una sconosciuta, per giunta una persona non meritevole, era stato un gesto sbagliato ed ora doveva pagarne le conseguenze.

Sapeva dell ’affetto, sfociato in amore, del fratello per quella serva e adesso erano insieme.

In fondo era felice per loro, se Kei fosse rimasto non lo sarebbe stato e non era giusto.

Perché lei poteva essere felice e lui no? Solo perché era il maggiore? Non lo aveva mai capito.

“Padre, in fondo era prevedibile.”

“Malisa…”

“Lo hai obbligato ad una scelta troppo grande, ha solo agito di  conseguenza, andando via con la persona che ama davvero. Non possiamo fare nulla, cercarli sarebbe inutile.”

“Altezza, temo che vostra figlia abbia ragione.”- Yuri, mise una mano sulla spalla del re, che li osservò: che avessero davvero ragione? Quella lettera parlava chiaro, ma era pur sempre suo figlio, il suo unico erede maschio. Doveva davvero lasciarlo andare?

“Forse avete ragione e poi, come ha detto lui stesso, un giorno forse tornerà.”

“E tu lo avrai perdonato, padre?”- il Re guardò sua figlia, poco prima di uscire dalla porta e le rivolse un sorriso triste.

“Solo il tempo saprà dircelo, mia cara figliola.”

Il Re Sosuke uscì da quella stanza, tenendo stretta quella lettera, ormai unico ricordo di un figlio perduto che aveva anteposto la sua vita al trono.

Scelta che nemmeno lui stesso aveva avuto il coraggio di compiere, tanto tempo fa.

 

*

 

“Siete sicuro che non ci cercheranno?”

“No e comunque non ci troveranno, domani ci imbarcheremo sulla prima nave diretta in Italia.”

“Perché proprio l ’Italia?”

“Non era tuo sogno andarci?”- Kei sorrise radioso alla sua Aline, che lo abbracciò stretto, baciandolo. Si erano rifugiati su una collina, lontano dal castello del principe, in una baita abbandonata. Non rimpiangevano quella scelta, ora erano insieme e niente li avrebbe divisi…

“Aline?”

“Si, mio signore.”

“Vuoi farmi un grande regalo.”

“Quale?”

“Chiamami Kei e dammi il tu. Non sono più il tuo principe, ora sono semplicemente il tuo uomo e tale voglio essere.”- Aline gli sorrise dolcemente, baciandolo a fior di labbra e abbracciandolo… Era vero, adesso era solo il suo Kei.

Il suo compagno.

Il suo amore.

La sua vita.

“Va bene… Kei.”- i due risero, quando il giovane prese la sua amata per mano, continuando ad osservare il sole che, lentamente, andava a coricarsi dietro la collina dove avevano trovato rifugio.

“Aline, devo dirti un’altra cosa.”

“Ovvero?”

“Io ti amo.”

Tre semplici parole che possono colpire più di ogni altra cosa il cuore di qualcuno.

La giovane sorrise radiosa, stringendosi ancora di più a lui, sentendo il suo cuore battere e il suo profumo pervaderle l ’animo.

“Ti amo anch’io, mio dolce principe.”

Il sole davanti a loro sorgeva.

Ma l ’alba del nuovo giorno avrebbe illuminato il cammino della loro nuova vita.

Insieme.

Come anime legate da un destino indissolubile.

 

 

 

 

*The end*

 

 

 

 

 

 

 

 

E così anche questa favola si è conclusa, signori e signore.

La storia di un amore nato per caso, rafforzatosi solo con le emozioni.

Un amore che ha spinto due giovani a compiere una grande scelta pur di stare insieme.

Il tramonto di un principe.

La nascita di un uomo.

Spero tanto che questa storia abbia colpito i vostri cuori tanto quanto ha colpito il mio e spero tanto che me lo farete sapere con le vostre preziosissime opinioni.

Anche per un Cantastorie è bello sapersi apprezzato e anche criticato o consigliato.

 

Il cantastorie vuole ringraziare di tutto cuore la sua lover Ika, la sua tesora Lirin Lawliet, la dolcissima Avly e la sua carissima Saruwatari_Asuka. Grazie per il sostegno che non mi fate mancare mai in questa mia raccolta di favole. Vi ringrazio dal profondo del mio cuore, vi voglio bene <3

 

E per deliziare i vostri occhi ecco a voi le immagini di Aline, Malisa e Camille. Spero vi piacciano^^



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Questa tiepida favola è dedicata alla mia cara Asuka per il suo compleanno^^ Il tuo Cantastorie spera tanto che possa farti piacere questo piccolo regalo e ci tiene a dirti che ti augura il compleanno migliore del mondo e che ti vuole tantissimo bene <3 Buon compleanno, tesoro, ti voglio tanto bene <3

 

 

 

Alla prossima favola, miei carissimi spettatori.

 

 

Il vostro Cantastorie.

 

  
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