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Autore: samek    14/09/2010    4 recensioni
«Nella buona e nella cattiva sorte…» sussurrò Gellert «Tu credi che sia realistica una promessa simile?» domandò poi.
(Per Chu)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Fandom: Harry Potter;

Fandom: Harry Potter;
Pairing: Albus/Gellert;
Rating: Pg13;
Genere: Introspettivo, Romantico;
Warning: Flash-Fic, Slash;
Beta: Narcissa63;
Summary: «Nella buona e nella cattiva sorte…» sussurrò Gellert «Tu credi che sia realistica una promessa simile?» domandò poi.

(Per Chu)

Note: Scritta un secolo fa per zia_chu, come premio per un giochino sul mio LJ, su prompt “nella buona e nella cattiva sorte” preso direttamente da questo vecchio meme, e a lei dedicata.

 

DISCLAIMER: Sapete di chi sono, ormai lo sanno anche i muri, e non ho ancora trovato nessuno disposto a pagarmi per ciò che scrivo, quindi…

 

 

Nella Buona e nella Cattiva Sorte.

 

Perché quando t'accorgi di voler passare il resto della vita con qualcuno,

 vuoi che il resto della vita cominci il più presto possibile.*

 

Le campane suonavano a festa nella piccola cittadina di Godric’s Hollow, le risa degli abitanti scrosciavano allegre annunciando una nuova coppia sposata.

Due ragazzi riposavano tranquilli all’ombra di un albero, nella campagna alla periferia del paese, ascoltando distrattamente quei suoni di giubilo.

«Nella buona e nella cattiva sorte…» sussurrò Gellert. La luce che filtrava dalle fronde accarezzava lievemente la sua figura rilassata, intrecciandosi ai riccioli biondi posati sulle sue braccia incrociate. «Tu credi che sia realistica una promessa simile?» domandò, voltandosi verso l’amico.

«Certo, due persone che si amano possono fare qualunque cosa. L’Amore è un grande potere» rispose Albus ed osservò perplesso il ghigno beffardo che si disegnò sulle belle labbra dell’amico. «Pensi forse che abbia detto una sciocchezza?» chiese allora, puntellandosi su un gomito e posando la testa su una mano, prima di chiudere il libro che stava leggendo.

«No, hai assolutamente ragione: non c’è sentimento più egoistico dell’amore» replicò Grindelwald, lasciando l’altro interdetto. Gli aveva dato ragione, ma di certo non era quello che Silente intendeva, e lui ne era cosciente.

«L’Amore non è un sentimento egoista, tutto il contrario» lo contraddisse, infatti, senza lasciarsi distrarre dalle dita sottili dello straniero, che catturarono una ciocca dei suoi lunghi capelli fulvi per giocherellarci con fare assorto.

«Ti sbagli, lo è, così come l’amicizia. Perché credi che, quando due amici sono in disaccordo, alla fine uno ceda sempre in favore dell’altro? Forse perché vuole accettare l’amico così com’è? Perché rispetta lui e le sue decisioni? Oh si, questa è la simpatica storiella che racconta a lui ed a sé stesso» osservò affascinato il sole incendiare d’arancio e oro quel ciuffo ramato, prima di riportare lo sguardo agli occhi d’indaco del suo proprietario. «La realtà dei fatti è che cede per paura di perderlo, perché non avere più accanto quella persona sarebbe troppo doloroso; quindi lo fa per sé stesso. In amore è il medesimo discorso: due coniugi si sostengo a vicenda perché non saprebbero vivere senza l’altro e non c’è niente di nobile in questo», gli spiegò.

L’inglese scosse il capo, stordito ed incredulo. «Hai davvero una visione cinica del mondo» sussurrò, chiedendosi tra sé cosa mai avesse vissuto quel ragazzo per pensarla in modo simile. Nemmeno lui, il cui padre era stato incarcerato quando era bambino e la cui madre era morta di recente, aveva una visione tanto pessimistica. Per natura vedeva il bicchiere mezzo-pieno, Gellert, al contrario, tendeva a vederlo mezzo-vuoto.

«Può darsi, ma io credo davvero che il mondo di cui parli giri in questo verso, perciò non ho mai sentito la necessità di trovarmi un amico o un’amante» ribatté, difatti, quest’ultimo.

«Dunque io non significo nulla per te?» domandò l’altro, con una serenità che lasciò il biondo stupito.

«Tu significhi tutto, sei l’eccezione che conferma la regola, ciò che voglio più di qualsiasi altra cosa al mondo» rispose allora.

«Più dei Doni della Morte?» lo interrogò Albus.

«Noi li troveremo insieme quei cimeli» affermò.

Prima d’incontrare quel ragazzo, Grindelwald non aveva mai desiderato di avere qualcuno accanto, ma Silente era diverso dai loro coetanei, era ciò di cui aveva bisogno, una persona che lo completava ed arricchiva, l’unico suo pari.

«Non riesco a vederla come te, non sarò mai d’accordo» ammise l’inglese ed il compagno annuì, in segno d’accettazione.

Quell’ingenuità – quella fede incrollabile – era la sua forza e Gellert non avrebbe mai voluto che cambiasse. Se Albus avesse scoperto fin dove era disposto a spingersi, probabilmente avrebbe cercato di dissuaderlo o l’avrebbe lasciato, forse aveva già dei sospetti, ma lo straniero non gli avrebbe mai permesso di scoprire se erano davvero fondati. Era disposto a fare qualunque cosa pur di tenerlo accanto a sé.

«A cosa stai pensando?» lo riscosse l’inglese con una di quelle occhiate penetranti che sembravano capaci di scavargli dentro.

«A te» rispose l’interpellato, mentendo solo in parte, poi sorrise dolcemente quando lo vide arrossire.

Così innocente, così genuino… a volte gli sembrava impossibile che un ragazzo così intelligente e potente fosse anche altrettanto puro, ma proprio per quello era impossibile non amarlo e desiderarlo. Chissà, forse – e solo forse – se Albus non fosse stato tanto ambizioso, non si sarebbe accorto di lui. Una parte di Gellert desiderava sporcare tutto quel candore con la propria corruzione, fare a pezzi tutto quel buonismo e, quando aveva scoperto la frustrazione che l’amico provava nel sentirsi intrappolato dalla propria famiglia, non si era fatto remore a conquistarlo.

Si alzò in piedi, spazzolandosi via i fili d’erba dai pantaloni, e poi gli tese una mano per fare altrettanto. «Sai, quella promessa di amarsi “nella buona e nella cattiva sorte” con ogni probabilità è solo un’utopia, però mi piacerebbe che tu riuscissi a starmi sempre accanto… malgrado tutto quello che potrebbe succederci» ammise, attirandolo a sé quando l’altro afferrò il suo palmo.

Albus affogò nei suoi occhi chiari, quelle iridi acquamarina che catturavano e rifrangevano ogni scheggia di luce come specchi, rendendo imperscrutabile l’anima del loro padrone a chiunque, ma non a lui. E vide, vide tutto ciò che cercavano di celare: rispetto, bramosia, tensione, amore… «E’ quello che desidero» gli assicurò allora, chinando il capo per posare morbidamente le labbra sulle sue. La sensazione di quella bocca che si arcuava in un sorriso contro la sua e di quelle dita sottili che catturavano manciate dei suoi capelli non l’avrebbe mai dimenticata.

 

FINE.

 

La Frase d’introduzione è tratta dal film “Harry, ti presento Sally”.

   
 
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