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Autore: PsicoSoul    14/09/2010    3 recensioni
E' Dedicata A Lei. La Mia piccola grande città Grazie. -L'altra Lei Di Periferia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La guardo. E ne resto come ipnotizzata. Che mai avevo fatto io, creatura solitaria ed  entrata troppo presto in un giro così sbagliato, per meritarmi Lei?

Quella Lei così irascibile, così tenerona e così Città. Si città. Lei è la mia città. Non dorme mai, è sempre sveglia, sempre lì. E’ come Parigi. Romantica e Poeta come Parigi. Il nome però suona meglio in francese. Sì, Lei è la mia Paris. Mi corre in contro come posseduta. Con le sue gambe magre che vanno qua e là, come se non rispondessero a un ordine preciso. Mi è mancata, solo Dio sa quanto.

 

La guardo di nuovo, e solo lì , da vicino, la vidi veramente. Abbraccio la mia Città. Abbraccio la mia Paris. Il suo odore di pulito, di perfetto mi solletica le narici. Un abbraccio che dura un istante, ma che nel tempo resta infinito. La guardo ancora meglio. E’ cresciuta, di molto. Ora mi supera di cinque centimetri abbondanti. Tutta orgogliosa mi dice che è ingrassata. Sì, perché lei è felice quando ingrassa, tanto non si vedrebbe comunque. Scherzando a volte le dico che se si mette di profilo potrebbe scomparire. Mi piace quando fa l’offesa. Arriccia le labbra come una bambina troppo viziata o capricciosa.

 

Indossa una di quelle maglie così menefreghiste, non sono maglie che urlano  “che cavolo guardami!” come la maggior parte delle maglie delle quindicenni. Sono maglie che urlano la sua indipendenza vero un sistema troppo conformato. I suoi vestiti un po’ cadenti, morbidi. A volte Lei mi prende in giro per essere anticonformista. Sono un’anima nera. In un mondo di colori troppo accesi per degli occhi abituati a un’oscurità irreale.

I suoi capelli sono più chiari di quanto mi ricordassi, è un duro colpo. Sì lo so, sono dei semplici capelli, ma sono i SUOI capelli per la miseria. Vuol dire che il tempo è passato, che qualcosa è cambiato. Diminuisce il tempo che staremo insieme questi anni. Pensarci i fa venire la nausea. Non voglio che il pensiero sfiori il mio cervello e lo scanso con una scrollata.

 

Continuo a fissarla imperterrita. Lei crede che l’ascolto. In effetti la sto distrattamente ascoltando, ma mi perdo di  nuovo nei miei pensieri. La vita. Ecco cosa mi ha colpito di Lei la prima volta. La sua vita. La sua voglia di vita. Di non abbattersi mai. Quando è triste o giù di corda mi influenza molto. E’ come se il mio umore dipendesse dal suo. E poi è un libro aperto. Però solo un buon lettore riesce a leggerlo. A leggere fra le sue splendide e complesse righe.

 

La nostra amicizia forse è cominciata in modo bizzarro. Su un sito troppo comune e continuata in una chat troppo affollata. Per ,finalmente, arrivare ad un pullman urlante e a un’aula troppo piccola. Lei, la figlia del MezzoCapo, è diventata amica mia,Ragazza della terra di nessuno. Due anime profondamente diverse ma che camminano all’unisono.

 

Cerco di ascoltarla. E’ un po’ irritata, si è accorta che non l’ascolto. Si accorge sempre di tutto. Proprio come una città, con mille occhi. Mi domanda cosa c’è di più importante nella mia testa che non ascoltare Lei. Si forse è un poco egocentrica, ma a me va bene così. Ora è davvero scocciata perché nota il mio sorrisetto sulle labbra , sa cos’è quel sorriso. Sto internamente ridendo di Lei, ma non per prenderla in giro. Ma perché Lei mi fa sorridere, mi fa venir voglia di sorridere. Mi passa quella voglia di Vita che io raramente ho. E’ così fragile la mia città. Resisterebbe a un tornado, a uno tsunami. Perché Lei lo Tsunami. Ma non resisterebbe a una perdita, lo so. E’ così abbattuta di QUELLA perdita . Il suo Ric. Il suo “finto Irlandese”. Il suo tutto. Ma no, Noi siamo il nostro TUTTO.

 La guardo divertita. Ora si sta sbracciando, piuttosto alterata del fatto che una ragazza con l’aria perennemente imbambolata non la sta ascoltando, e la ignora deliberatamente. Ora alza la voce di un’ottava. Che Lei è dovuta abbandonare la sua cuginetta per stare con una persona che è persa nei suoi pensieri. Sì. Arriccia le labbra. Si offende. Scimmiotta qualcosa. E agita le braccia lunghe e magre. D’istinto l’abbraccio.

 

Sì, Solo Dio sa quanto mi sia mancata la Mia Città.

 

  
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