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Autore: just_silvia    15/09/2010    1 recensioni
Ho iniziato a scrivere Micol (ai tempi Niki- nome prontamente cambiato dopo che Moccia l'ha utilizzato scrivendolo proprio a modo mio!) poco più di dieci anni fa. Completato nel 2004, è sopravvissuto a molte versioni e cambi di scenario. E' semplicemente uno Shojo, senza pretese, vi farà ridere...vi farà diventare tristi ed a volte vi annoierà! Io mi auguro solo che vi piaccia...almeno un pochino! ^_^ Buona lettura.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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È domenica della mattina seguente, dovrebbe essere la mia festa -15 febbraio, giorno solenne per i single!- e invece non ho nulla da festeggiare. Ilaria ed io siamo in aeroporto, ad aspettare il ritorno di Paola, e mi sto sfogando un po’.

‹‹Ha detto “Brutta stronza” ed ha attaccato! Ho provato a richiamarla ma ha il telefono spento.››

‹‹Perché non l’hai detto che hai baciato Luca?››

‹‹Per evitare che anche voi mi definisse “Brutta Stronza”!››

‹‹Noi non ti avremmo giudicata, ma capìta!››

‹‹Sì lo dici ora! Comunque mi sento una mer**na secca! Non so come riuscire a parlare con lei e quando lo saprà Andrea. Oddio non mi parlerà più!››

‹‹Non ci pensare! Che ti frega di Andrea?! Pensa che hai baciato Carlos, no? Ti è piaciuto?››

‹‹In realtà no, bacia troppo...no! Non è vero, bacia bene, il problema è che “durante” pensavo ad Andrea!››

‹‹Oh madò, sei caso disperato! Ti comunico una bella notizia dai. Mi sono messa con Federico!›› sputa fuori d’un fiato.

‹‹Cosa? Quando? Come? Perché?››

‹‹Ieri, come? Gli ho chiesto di frequentarci! Perché? Mi ha baciata e mi è piaciuto!››

‹‹Ussignùr! Anche tu nascondi le tue cose, allora!›› le sorrido ammiccando.

‹‹Non nascondo le cose! Volevo esserne certa, ho chiesto consiglio ad Andrea!››

‹‹Ne hai parlato con Andrea? Come lo hai trovato? È sempre bellissimo?››

‹‹Maledettamente bono! Non c’è niente da fare con lui›› scoppia a ridere.

‹‹Lo sapevo, oddio, a volte mi verrebbe voglia di fare un sit-in fuori casa sua: AMAMI,AMAMI!›› posso essere di nuovo punto e accapo?

‹‹Meno male che non so dove abita…››

Ci informano che l’aereo di Paola sta atterrando, ci affrettiamo per raccontarle le nostre novità. Chissà lei, che è la saggia tra noi, come reagirà?

*

Paola scrolla semplicemente le spalle, dicendomi che cercherà di intercedere a mio favore con Annie.

La tragedia è che devo andare pure a una riunione –extra- al corso di ballo e non mi va tanto di vedere Carlos.

Purtroppo appena entro mi raggiunge e mi chiama in disparte.

‹‹Micol devo dirti una cosa importante!››

‹‹Eh anch’io!›› devo dirti che non può funzionare.

‹‹Non può funzionare così›› me l’ha detto lui.

‹‹Il motivo non è che non mi piaci anzi…blabla››, non bacio bene forse, si starà giustificando. ‹‹Sono fidanzato!›› azz e me lo dici ora?

‹‹Ah che sorpresa!›› dico.

‹‹Si chiama Lara!›› no, no, no, non ha detto quel nome!

‹‹Non so come lasciarla! Non lo so.››

‹‹No, ascolta, a me non piacciono queste cose. Non mi va di fare l’altra›› ora ci monto una storia, per sentirmi meno in colpa, sono un mostro.

‹‹Non saresti l’altra, mi serve un po’ di tempo.››

‹‹Anche a me piace un altro, Carlos! Ecco te l’ho detto!›› mi ha fatto uno sguardo da “ Brutta Stronza” ed io ho ricambiato con uno altrettanto “Brutto Stronzo!” e allora ha taciuto, non salutandomi nemmeno. Che ci posso fare? Inciampo sempre nei ragazzi delle altre.

*

Sto tornando a casa, voglio segregarmi, vivere per me oggi è davvero troppo stancante. Riprovo a telefonare ad Annie, ma niente. È acceso ma vede il mio numero e non risponde, con l’anonimo è lo stesso. Mi sento tremendamente in colpa. Appena attacco ricevo una telefonata in entrata: è Luca.

‹‹Pronto?››

‹‹Un funerale anche tu?›› silenzio.

‹‹Hai saputo?››

‹‹Ho saputo! ›› silenzio.

‹‹Bene!››

‹‹Bene›› silenzio.

‹‹Aspetta Luca, non so cosa dire...››

‹‹Neanche io, volevo solo chiederti scusa!››

‹‹Non ti preoccupare›› silenzio.

‹‹Credevo che pensassi che fossi un “Brutto Stronzo”›› mi viene da ridere per quante volte ho ripetuto questa “esclamazione” oggi.

‹‹No Luca, non lo penso. Lo so che sei un bravo ragazzo.››

‹‹Vorrei lo pensasse anche Annie!››

‹‹Per ora è un po’ difficile ma vedrai, un giorno. Forse.››

‹‹Forse›› silenzio.

‹‹Luca, ti ripeto, non so cosa dirti! Sono nella mer*a quanto te, lo capisci? Anzi, mi considerava un’amica e quindi sono un girone sotto di te.››

‹‹È colpa mia!››

‹‹No Luca, CI SIAMO BACIATI! È colpa di entrambi e scusami se ora attacco non mi va tanto di parlare.››

*

Per strada mi viene da piangere, mi fermo e cerco nella borsa da palestra i miei occhiali da sole per sfogarmi in un bel pianto liberatorio in modo che nessuno possa vedermi.

‹‹Guarda che il sole non c’è!›› chi è? ANDREAAAAAA CAVOLO! Si ferma col motorino, accosta ed io, che avrei voluto vederlo da tutto il giorno, ricordo improvvisamente tutti i motivi per cui sono arrabbiatissima con lui.

‹‹Mi bruciano gli occhi, li copro dal vento ma poi...perché mi sto giustificando? Fatti i cavoli tuoi!›› continuo a camminare.

‹‹Ti stavo cercando,voglio parlarti›› avrà saputo da Annie e vorrà anche lui cucirmi addosso la lettera “A” scarlatta. Ebbene sì Andrea sono un’adultera. Non mi va di parlarne.

‹‹Non voglio parlarti.››

‹‹Vedi le panchine? Ora vado là, ti aspetto e se te ne vai...›› mi dice con tono minaccioso.

‹‹Che cosa fai?››

‹‹Mmm, t’investo con il motorino›› scoppio in una risata, ridicolo, sorride anche lui. È questo che mi convince. Se sorride, vorrà dire che non è poi tanto arrabbiato con me.

Attraverso la strada e arrivo alle panchine, lui è seduto sul motorino ed io mi colloco di fronte a lui sulla panchina. Il ricordo di una me tanto sofferente mi fa sorridere, lui lo nota.

‹‹E ora perché sorridi?››

‹‹Ti ricordi? È la stessa panchina su cui io mi struggevo per Franz tempo fa.››

‹‹Sì che me lo ricordo, piangesti sulla mia giacca di pelle. C’è voluto tempo per levare tutto il rimmel.››

‹‹Che bastardo! Non avevo il rimmel, di certo quel giorno non avevo tanta voglia di truccarmi, come oggi! Non lo vedi come sono orrenda?››

‹‹No che non lo sei!››  afferma ed io sento all'istante le farfalle nella pancia. ‹‹Comunque››  continua.

‹‹Comunque›› ripeto.

‹‹Io volevo che tu avessi la parte di Giulietta! Non mi hai chiesto di aiutarti e poiché sei orgogliosa con me, spesso e volentieri, non te l’ho proposto io per non offendere il tuo ego e magari per non ricevere un “Me la so cavare benissimo da sola IO, che credi?”›› mi scimmiotta ed io sorrido. È vero non sono sempre stata una simpaticona con lui. Continua. ‹‹Non so perché, ma in un modo o nell’altro riesco sempre a farti arrabbiare! Non voglio che tu non mi rivolga la parola, non mi va! Ricomincia a parlami Micol, per piacere.››

‹‹Hai ragione! Sono fatta in modo sbagliato! È così! Mi sforzo per nascondere quello che ho dentro e me la prendo con le persone. A cui io…›› devo dirglielo.

‹‹E poi cos’era quella scenata per la sciarpa? Secondo te io davo un tuo regalo ad un’altra?››

‹‹Non lo so, io non…›› oddio ma perché mi risulta così difficile esporgli i miei sentimenti? Mi alzo per farmi forza e mi avvicino al motorino.

‹‹Hai saputo di me e Luca?››

‹‹Sì›› abbassa lo sguardo.

‹‹Cosa ne pensi?›› Andrea, non dirmi che non te ne importa.

‹‹Hai intenzione di metterti con Luca?››

‹‹No.››

‹‹Allora,  le passerà!›› eccolo il glaciale Andrea! Non ti importa niente e di nessuno.

‹‹Ma io l’ho baciato? Te ne rendi conto? Quando stava ancora con Annie! Mi sento incredibilmente in colpa! Annie non vuole sentirmi ed ha ragione ma solo ora capisco…›› sto piangendo di nuovo davanti a lui, non mi deve vedere così, non deve vedermi così vulnerabile.

‹‹Cosa capisci? Continua.››

‹‹Che la colpa non è di nessuno, che colpa ne ha Luca se non riesce ad amarla come lei lo ama? Perché arrabbiarmi con te? Che colpa ne hai tu, se non provi quello…›› che provo io quando ti sono vicina? Ma non riesco a concludere la frase.

‹‹È qui che ti sbagli Micol, tu non hai capito proprio niente! Non so quello che provi tu, perché non lo capisco! Io quando ti vedo e ti sono vicino, come ora, vorrei stringerti forte e tenerti con me. Non sopporto il fatto che non mi rivolga la parola, non ce la faccio a sostenere questa situazione. Credo di essermi innamorato di te, Micol, e lo sono da un bel po’ di tempo.››

Non ci credo, non può essere! Cosa stai dicendo Andrea? Continuo a piangere ancora più forte.

‹‹Ecco, vedi, perché piangi? Dico sempre la cosa sbagliata.››

‹‹No, no, è che sono felice›› dico singhiozzando.

Ride di gusto, si alza dal motorino e mi abbraccia.

‹‹Cosa devo fare con te?›› sussurra mentre mi perdo nel suo petto. Vorrei rispondergli “BACIAMI” ma, come se mi avesse letto nel pensiero, mi fa alzare il viso verso di lui, lo osservo: è bello come il sole mentre mi asciuga una lacrima. Mi guarda negli occhi, non siamo stati mai così vicini (a parte quella parentesi nel magazzino). Mi bacia teneramente prima e poi man mano con più impeto. Non ha intenzione di fermarsi e nemmeno io, credo che questo primo bacio durerà un bel po’. Non credo di averne mai ricevuto uno così bello, finalmente! Andrea, era una vita che ti cercavo…

‹‹Aspetta non ti ho detto…›› riprendo fiato ‹‹che anche io ti amo, Andrea! E molto!›› sorride compiaciuto e mi bacia di nuovo. 

   
 
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