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Autore: LadyRoad    15/09/2010    0 recensioni
Giorno dopo giorno, la mia coscienza scivola in pasto alla claustrofobia.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In quell’istante, mentre il mio ultimo soffio di vita scivolava lento tra le sue dita, mentre la mia coscienza si assopiva nelle lacrime che mi bagnavano il volto, tenevo stretto nei miei ricordi quel Sogno.

E nel silenzio, nel buio perfetto che precedono la fine, compresi finalmente cosa significava la parola …

 

Primo giorno.

Non ho paura di morire, perché ciò che per voi è vita, per me è Morte.

 

Le notti si susseguivano lente, malinconiche: per me era quello il momento più difficile.

Esiste una cura per la Follia? Voi sostenete di sì: secondo voi, lasciarmi qui a morire soffocata è una cura?

Giorno dopo giorno, la mia coscienza scivola in pasto alla claustrofobia.

Notte dopo notte, brucio all’Inferno per poi tornare in superficie con le mie sole forze.

E ogni singolo, maledetto istante, sento che un pezzo di me stessa tocca il fondo del mio baratro personale.

 

Ottavo giorno.

 

Soffoco. Liberami da questi incubi.

 

Mi sono svegliata urlando: dietro le mie palpebre spalancate nell’oscurità, i colori vividi del sogno attendevano solo che io tornassi a dormire per assalirmi nuovamente.

Riesco ancora a sentire le tue urla, riesco a vedere il tuo sangue.

Ho paura che tutto stia peggiorando. Perché non sei qui?

Perché non mi tendi la mano, perché non mi porti via da questa pazzia?

 

Ventesimo giorno.

Ho sognato di guardare le stelle, il cielo ne era pieno, bello come non l’avevo mai visto. Cosa sono le stelle?

Chi sei?

Quando sento un po’ più di lucidità, inizio a chiedermelo: chi sei? Esisti davvero?

Temo che tu sia solo un altro frutto della mia Follia, ma al tempo stesso sento che sei importante per me, che sei reale.

Ma se sei reale, perché non sei qui con me, a salvarmi da tutto questo?

La gente ha paura di me.

 

Ventisettesimo giorno.

 

Addio cuore inutile, così debole, così fragile, così insostituibile.

 

Amore.

Questa parola ha un suono delizioso: sembra una promessa di serenità, sembra quella gioia un po’ malinconica che fa sempre sentire meglio..

Cos’è Amore? Nel mio sogno, una voce continua a sussurrare questo nome, ha un tono di voce così sereno, così spensierato.

Forse Amore serve a riempire il Vuoto? Forse con lui non mi sentirei più così sola, magari guarirei dalla mia malattia, oppure porterebbe con sé quella persona.

Vorrei tanto conoscere Amore, credo proprio che io e lui andremmo molto d’accordo.

Se solo qualcuno mi rivolgesse la parola, almeno una volta ogni tanto, potrei chiedergli di farmelo incontrare.

 

Trentaduesimo giorno.

 

Mi sento cadere, ma alla fine i miei piedi sono ancora sul pavimento.

 

Stanotte, Amore mi tendeva la mano e mi chiedeva di seguirlo.

Io gli chiedevo di portarmi da Lui, volevo capire chi fosse quel ragazzo: Amore rideva, ma era un risata talmente dolce, che non potevo fare a meno di ridere con lui.

Ha detto che presto incontrerò quel ragazzo, che anche lui non vede l’ora di incontrarmi: chi sarà mai?

Sarà sicuramente qualcuno in grado di accettarmi anche così, una persona che non abbia paura di me. La gente dice che non ho sentimenti, la gente dice che sono stata io ad ucciderli.

 

Quarantacinquesimo giorno.

 

Una volta, per sbaglio, ascoltai una di quelle favole un po’ sciocche, con la principessa ed il ranocchio..

 

Se conoscessi questo sentimento che provo, lo definirei gioia.

Ma è troppo estraneo al mio cuore per avere una definizione: so solo che sono Felice, che allora non è vero che sono malata, non sono pazza, io ho dei sentimenti!

Mi sento viva come non mai, ho finalmente preso coscienza del battito del mio cuore, un po’ insicuro e incerto, tanto fragile.

Stanotte ho conosciuto il ragazzo: Amore l’ha portato da me, e finalmente ho capito il significato del suo nome.

Amore è quel sorriso imbarazzato quando ho incrociato il suo sguardo, Amore erano i sentimenti che si risvegliavano in me, Amore era la consapevolezza di potermi perdere all’infinito in quella pace, in quella gioia.

Avrei voluto restare con lui, ma Amore ha promesso che tornerà. Non so come, ma finalmente la parola speranza prendo significato: sì, adesso ho la speranza che possa cambiare tutto.

Io sono solo una ragazza, Follia non mi ha divorato l’anima: non sentivo più nulla dopo ciò che ho dovuto passare, ma ora il mio cuore è vivo, lo sento.

Voglio vivere anche io…

 

Cinquantasettesimo giorno.

 

Gli angeli sanno volare? Voglio imparare a farlo anche io ..

 

I miei genitori sono stati uccisi, la gente ha accusato me.

Ero sempre stata una bambina un po’ strana, sempre sulle mie, preferivo stare da sola. Quella sera avevo litigato con i miei, ero scappata via, non volevo tornare più a casa. Avevo 16 anni, loro avevano paura di me per i miei occhi, per come capivo tutto senza bisogno di parole, per i miei comportamenti. Avevano paura e non lo dicevano.

Quando tornai a casa, era tutto finito.

Il sangue, i loro volti, i loro occhi. Non capivo più nulla, non sentivo nulla, nell’osservare i cadaveri delle due creature che mi avevano dato la vita.

Mi sedetti sul pavimento, fissandoli. Aspettai, paziente, che qualcuno ci trovasse.

Non chiamai la polizia, non urlai, non chiesi aiuto: aspettai. E mentre i minuti e le ore correvano via, io restai a guardarli.

Stringevo lacrime e parole che non avrebbero mai visto la luce, stringevo la mia stessa vita e la spingevo giù nel buio.

 

Sessantunesimo giorno.

 

The end is Near.

 

E’ da qualche notte che Amore ci lascia soli, dice che abbiamo tanto da dirci: ho raccontato a quel ragazzo la mia storia, gli ho spiegato perché mi avevano rinchiusa in quel manicomio, e lui mi ha abbracciata.

Non ho avuto bisogno di parole, perché la dolcezza di quell’attimo strappato all’inesorabile arrivo dell’alba era tutto ciò di cui avevo bisogno.

Eppure, più sento di capire cos’è Amore, più sento la mia speranza appassire. C’è un futuro per me?

Ho paura di no. Per questo voglio che la notte duri in eterno, per questo vorrei fermare ogni giorno il sorgere del sole: vorrei solo che la Fine mi trovasse accanto a lui, vorrei abbandonare questo mondo con la consapevolezza che lui non mi dimenticherà.

 

Settantesimo giorno.

 

Punto di rottura.

 

Sta esplodendo tutto. Non sono che un corpo alla deriva dei miei sentimenti, non voglio altro che cancellare Amore, pregandolo di portare con sé anche questo Dolore atroce.

Non riesco a perdere coscienza, non riesco ad abbadonarmi all’oblio: le lacrime seguono il corso dei miei pensieri, scivolano via, mentre perdo la rotta nel mio mare di sofferenza.

Perché stanotte è finito il mio sogno, il mio incubo, il mio tormento.

La gente ha paura di me. Sono solo una ragazza. La gente ha paura di me. Sono solo..

Sono solo una ragazza che, impazzita dopo aver visto la morte dei suoi genitori, ha ucciso il ragazzo che amava più della sua stessa vita.

Il mio Sogno è la mia croce. Il suo sangue, il suo sguardo: eppure mi amava anche nell’attimo in cui io stessa gli toglievo la vita, in cui stringevo entrambe le nostre vite e le spingevo giù nel buio.

Abbiamo trovato entrambi il nostro Inferno?

Ma il mio è insopportabile, il vuoto che avevo dentro torna a premere ai margini della mia coscienza, ansioso di riconquistare il suo posto nel mio cuore.

Ondate di dolore si abbattono sullo scoglio del mio Amore, e stavolta la notte non finirà più.

Ma, senza di lui, non ha senso che essa continui.

 

Settantesima notte.

 

Nell’Amore c’è Follia.

 

In quell’istante, mentre il mio ultimo soffio di vita scivolava lento tra le sue dita, mentre la mia coscienza si assopiva nelle lacrime che mi bagnavano il volto, tenevo stretto nei miei ricordi quel Sogno.

Soffoco tra queste pareti, soffoco per le mie mani che stringono la mia gola, soffoco per le mie lacrime salate, soffoco per Amore, soffoco tra le tue braccia, per te..

Perdonami. Ti chiedo solo questo, mentre la mia vita si spegne, mentre l’ultimo eco della tua voce muore nel mio cuore.

E nel silenzio, nel buio perfetto che precedono la fine, compresi finalmente cosa significava la parola Amore.

 

 

  
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