In
quell’istante, mentre il mio ultimo soffio di
vita scivolava lento tra le sue dita, mentre la mia coscienza si
assopiva nelle
lacrime che mi bagnavano il volto, tenevo stretto nei miei ricordi quel
Sogno.
E nel silenzio,
nel buio perfetto che precedono la
fine, compresi finalmente cosa significava la parola …
Primo giorno.
Non ho paura di
morire, perché ciò che per voi è
vita, per me è Morte.
Le notti si
susseguivano lente, malinconiche: per me era quello il momento
più difficile.
Esiste una cura
per
la Follia? Voi sostenete di sì: secondo voi, lasciarmi qui a
morire soffocata è
una cura?
Giorno dopo
giorno,
la mia coscienza scivola in pasto alla claustrofobia.
Notte dopo
notte,
brucio all’Inferno per poi tornare in superficie con le mie
sole forze.
E ogni singolo,
maledetto istante, sento che un pezzo di me stessa tocca il fondo del
mio
baratro personale.
Ottavo giorno.
Soffoco.
Liberami da questi incubi.
Mi sono
svegliata
urlando: dietro le mie palpebre spalancate
nell’oscurità, i colori vividi del
sogno attendevano solo che io tornassi a dormire per assalirmi
nuovamente.
Riesco ancora a
sentire le tue urla, riesco a vedere il tuo sangue.
Ho paura che
tutto
stia peggiorando. Perché non sei qui?
Perché
non mi tendi
la mano, perché non mi porti via da questa pazzia?
Ventesimo giorno.
Ho sognato di
guardare le stelle, il cielo ne era
pieno, bello come non l’avevo mai visto. Cosa sono le stelle?
Chi sei?
Quando sento un
po’
più di lucidità, inizio a chiedermelo: chi sei?
Esisti davvero?
Temo che tu sia
solo
un altro frutto della mia Follia, ma al tempo stesso sento che sei
importante
per me, che sei reale.
Ma se sei reale,
perché non sei qui con me, a salvarmi da tutto questo?
La gente ha
paura di
me.
Ventisettesimo
giorno.
Addio cuore
inutile, così debole, così fragile,
così insostituibile.
Amore.
Questa parola ha
un
suono delizioso: sembra una promessa di serenità, sembra
quella gioia un po’
malinconica che fa sempre sentire meglio..
Cos’è
Amore? Nel mio
sogno, una voce continua a sussurrare questo nome, ha un tono di voce
così
sereno, così spensierato.
Forse Amore
serve a
riempire il Vuoto? Forse con lui non mi sentirei più
così sola, magari guarirei
dalla mia malattia, oppure porterebbe con sé quella persona.
Vorrei tanto
conoscere Amore, credo proprio che io e lui andremmo molto
d’accordo.
Se solo qualcuno
mi
rivolgesse la parola, almeno una volta ogni tanto, potrei chiedergli di
farmelo
incontrare.
Trentaduesimo
giorno.
Mi sento cadere,
ma alla fine i miei piedi sono
ancora sul pavimento.
Stanotte, Amore
mi
tendeva la mano e mi chiedeva di seguirlo.
Io gli chiedevo
di
portarmi da Lui, volevo capire chi fosse quel ragazzo: Amore rideva, ma
era un
risata talmente dolce, che non potevo fare a meno di ridere con lui.
Ha detto che
presto
incontrerò quel ragazzo, che anche lui non vede
l’ora di incontrarmi: chi sarà
mai?
Sarà
sicuramente
qualcuno in grado di accettarmi anche così, una persona che
non abbia paura di
me. La gente dice che non ho sentimenti, la gente dice che sono stata
io ad
ucciderli.
Quarantacinquesimo
giorno.
Una volta, per
sbaglio, ascoltai una di quelle
favole un po’ sciocche, con la principessa ed il ranocchio..
Se conoscessi
questo
sentimento che provo, lo definirei gioia.
Ma è
troppo estraneo
al mio cuore per avere una definizione: so solo che sono Felice, che
allora non
è vero che sono malata, non sono pazza, io ho dei sentimenti!
Mi sento viva
come
non mai, ho finalmente preso coscienza del battito del mio cuore, un
po’
insicuro e incerto, tanto fragile.
Stanotte ho
conosciuto il ragazzo: Amore l’ha portato da me, e finalmente
ho capito il
significato del suo nome.
Amore
è quel sorriso
imbarazzato quando ho incrociato il suo sguardo, Amore erano i
sentimenti che
si risvegliavano in me, Amore era la consapevolezza di potermi perdere
all’infinito in quella pace, in quella gioia.
Avrei voluto
restare
con lui, ma Amore ha promesso che tornerà. Non so come, ma
finalmente la parola
speranza prendo significato: sì, adesso ho la speranza che
possa cambiare
tutto.
Io sono solo una
ragazza, Follia non mi ha divorato l’anima: non sentivo
più nulla dopo ciò che
ho dovuto passare, ma ora il mio cuore è vivo, lo sento.
Voglio vivere
anche
io…
Cinquantasettesimo
giorno.
Gli angeli sanno
volare? Voglio imparare a farlo
anche io ..
I miei genitori
sono
stati uccisi, la gente ha accusato me.
Ero sempre stata
una
bambina un po’ strana, sempre sulle mie, preferivo stare da
sola. Quella sera
avevo litigato con i miei, ero scappata via, non volevo tornare
più a casa.
Avevo 16 anni, loro avevano paura di me per i miei occhi, per come
capivo tutto
senza bisogno di parole, per i miei comportamenti. Avevano paura e non
lo
dicevano.
Quando tornai a
casa, era tutto finito.
Il sangue, i
loro
volti, i loro occhi. Non capivo più nulla, non sentivo
nulla, nell’osservare i
cadaveri delle due creature che mi avevano dato la vita.
Mi sedetti sul
pavimento, fissandoli. Aspettai, paziente, che qualcuno ci trovasse.
Non chiamai la
polizia, non urlai, non chiesi aiuto: aspettai. E mentre i minuti e le
ore
correvano via, io restai a guardarli.
Stringevo
lacrime e
parole che non avrebbero mai visto la luce, stringevo la mia stessa
vita e la
spingevo giù nel buio.
Sessantunesimo
giorno.
The end is Near.
E’ da
qualche notte
che Amore ci lascia soli, dice che abbiamo tanto da dirci: ho
raccontato a quel
ragazzo la mia storia, gli ho spiegato perché mi avevano
rinchiusa in quel
manicomio, e lui mi ha abbracciata.
Non ho avuto
bisogno
di parole, perché la dolcezza di quell’attimo
strappato all’inesorabile arrivo
dell’alba era tutto ciò di cui avevo bisogno.
Eppure,
più sento di
capire cos’è Amore, più sento la mia
speranza appassire. C’è un futuro per me?
Ho paura di no.
Per
questo voglio che la notte duri in eterno, per questo vorrei fermare
ogni
giorno il sorgere del sole: vorrei solo che la Fine mi trovasse accanto
a lui,
vorrei abbandonare questo mondo con la consapevolezza che lui non mi
dimenticherà.
Settantesimo
giorno.
Punto di rottura.
Sta esplodendo
tutto. Non sono che un corpo alla deriva dei miei sentimenti, non
voglio altro
che cancellare Amore, pregandolo di portare con sé anche
questo Dolore atroce.
Non riesco a
perdere
coscienza, non riesco ad abbadonarmi all’oblio: le lacrime
seguono il corso dei
miei pensieri, scivolano via, mentre perdo la rotta nel mio mare di
sofferenza.
Perché
stanotte è
finito il mio sogno, il mio incubo, il mio tormento.
La gente ha
paura di
me. Sono solo una ragazza. La gente ha paura di me. Sono solo..
Sono solo una
ragazza che, impazzita dopo aver visto la morte dei suoi genitori, ha
ucciso il
ragazzo che amava più della sua stessa vita.
Il mio Sogno
è la
mia croce. Il suo sangue, il suo sguardo: eppure mi amava anche
nell’attimo in
cui io stessa gli toglievo la vita, in cui stringevo entrambe le nostre
vite e
le spingevo giù nel buio.
Abbiamo trovato
entrambi il nostro Inferno?
Ma il mio
è
insopportabile, il vuoto che avevo dentro torna a premere ai margini
della mia
coscienza, ansioso di riconquistare il suo posto nel mio cuore.
Ondate di dolore
si
abbattono sullo scoglio del mio Amore, e stavolta la notte non
finirà più.
Ma, senza di
lui,
non ha senso che essa continui.
Settantesima
notte.
Nell’Amore
c’è Follia.
In
quell’istante, mentre il mio ultimo soffio di
vita scivolava lento tra le sue dita, mentre la mia coscienza si
assopiva nelle
lacrime che mi bagnavano il volto, tenevo stretto nei miei ricordi quel
Sogno.
Soffoco tra
queste
pareti, soffoco per le mie mani che stringono la mia gola, soffoco per
le mie
lacrime salate, soffoco per Amore, soffoco tra le tue braccia, per te..
Perdonami. Ti
chiedo
solo questo, mentre la mia vita si spegne, mentre l’ultimo
eco della tua voce
muore nel mio cuore.
E nel silenzio,
nel buio perfetto che precedono la
fine, compresi finalmente cosa significava la parola Amore.