A/N:
Okay, lo so è tantissimo che non aggiorno, ma a mia discolpa
posso
dire di avere delle ottime ragioni, Lunedì ho avuto il test
d’ingresso all’università,
sono venuti a farci visita dei parenti dall’estero e
c’è stato Rosh Ha-Shanà, una
specie di capodanno ebraico, in cui non si fa altro che cucinare,
pregare e
mangiare (in quest’ordine) quindi è facile capire come tra
una teglia di
abbacchio con le patate, un test di preparazione e un tour di Roma il
tempo di
scrivere sia stato poco. Spero di essere un po’ più
regolare con gli
aggiornamenti in futuro. Infine vorrei ringraziare tutte le persone che
hanno
letto, preferito, ecc., un grazie speciale a Sonda, FleurDeLys
e Brokendream
per le gentilissime recensioni.
Dedica:
Lo so che è strano ed in genere non lo faccio, che volete farci?
Sarà
l’ora tarda, sarà il dolce al cioccolato che sto mangiando
fatto sta che vorrei
dedicare questo capitolo a mia sorella perché proprio stamattina
mi sono
ricordata che è lei la ragione per cui scrivo e a Brokendream
perché le sue
mail mi motivano, mi divertono, mi ispirano e mi fanno riflettere.
Explain.
Now!
“Quindi
tu mi stai dicendo che avendo
paura che io o mio fratello morissimo e andassimo direttamente
nell’Aldilà hai
fatto in modo che le nostre anime rimanessero legate ad un oggetto
talmente
comune da passare inosservato?” chiese Sam con un tono che
soltanto pochi
sfortunati al mondo avevano mai sentito, dire che al momento il minore
dei
fratelli Winchester era furioso era probabilmente l’eufemismo del
secolo.
Erano
arrivati in quel motel alla
periferia di Boston da meno di un’ora e per tutto il tempo
Gabriel si era
indaffarato intorno ad uno strano libricino nero e solo dopo numerosi
tentativi
e complicati rituali aveva ammesso la disfatta confessando tutto agli
altri
due.
“Che
ci vuoi fare? Sono pigro e
sinceramente venire a riprendere le vostre anime ogni volta è
stancante ed
anche un po’ monotono” replicò l’arcangelo,
gli angoli della bocca incurvati
appena, trovava tutta la situazione tremendamente divertente, non che
l’avrebbe
detto a Sam, sembrava decisamente incavolato al momento.
“E
mi stai anche dicendo che hai
perso il diario a cui è legata l’anima di mio fratello e
che non possiamo in
alcun modo localizzarlo con i vostri poteri”
“Beh
sarebbe stato un po’ inutile se
tutti fossero in grado di localizzarlo non credi?”
“Discutere
non serve a nulla,
dobbiamo ripercorrere tutte le tappe della giornata per scoprire dove
è finita
l’anima di Dean, propongo di tornare al centro commerciale e
controllare le
telecamere di sorveglianza prima che Inferno e Paradiso si accorgano
che c’è
un’anima che manca all’appello” si intromise Cas
prima che Sam potesse
rispondere.
--
Alice
chiuse la porta della sua
stanza con un sospiro, da quando suo fratello se ne era andato per
iniziare
l’università i suoi genitori avevano cominciato a
dedicarle fin troppe
attenzioni, cosa che finiva immancabilmente per farla irritare.
La
ragazza prese un respiro
profondo, adesso era il suo momento, la parte della giornata che
dedicava a sé
stessa, niente scuola, niente genitori, niente drammi, solo lei, un
dolce al
cioccolato e il suo diario. Il suo nuovo diario in questo caso.
Dean
riaprì gli occhi ed il suo
primo pensiero fu di aver avuto un incubo, ma a contraddirlo
c’era il pavimento
su cui era disteso e l’assoluta certezza di essere morto, non
riusciva a
spiegarselo, ma aveva la distinta sensazione di essere privo di
qualsivoglia
entità fisica.
Ad
interrompere le elucubrazioni del
maggiore dei fratelli fu il rumore della porta che si apriva, lasciando
entrare
una ragazza dai capelli castani, non troppo alta, gli occhi verdi
coperti da un
paio di occhiali dalla spessa montatura azzurra.
Ogni
dubbio sull’eventualità di un’entità
corporea fu dissipato dal fatto che la ragazza si sedette alla
scrivania senza
notare minimamente il cacciatore di fronte a lei.
“Mattiamoci
a lavoro”
Alice
aprì il suo nuovo diario senza
neanche notare che non era quello che aveva comprato quel pomeriggio,
afferrò
una penna dal porta penne nell’angolo e, preso un respiro
profondo, cominciò a
scrivere.
Caro
diario,
Dean represse a malapena un grido di sorpresa, aveva sentito
chiarissima una voce dire quelle parole, ma avrebbe potuto giurare che
le
labbra della giovane non si erano neanche mosse. Si avvicinò per
osservarla meglio,
le era così vicino che se avesse avuto una qualsiasi consistenza
avrebbe potuto
sentire il suo respiro solleticargli la guancia.
come
ti chiami?
scrisse Alice nella sua calligrafia disordinata, ancora una volta
il maggiore dei fratelli Winchester sentì la domanda nella sua
testa chiara
come se le parole fossero effettivamente state pronunciate con la voce
dolce e
un po’ titubante della ragazza.
“Dean,
mi chiamo Dean” rispose il
cacciatore senza pensare troppo, era morto, tanto valeva fare un
po’ di
conversazione mentre cercava un modo per arrivare da Sam, non sapeva
dov’era, e
questo era un problema, ma in fin dei conti era uscito da situazioni
peggiori.
Alice tornò a guardare il foglio e fu
soltanto
parzialmente sorpresa di trovarci sopra qualcosa che non ricordava di
aver
scritto, non era la prima volta che cercando di dare un nome ad un
diario ne
aveva annotato uno senza rendersene conto, questa era tuttavia la prima
volta
che lo faceva con una calligrafia diversa dalla propria.
Beh,
e Dean sia
allora, non ho mai avuto un Dean.
continuò
la ragazza lanciando una rapida occhiata allo scaffale della libreria
su cui
erano accuratamente impilati tanti quadernetti di colori e dimensioni
diversi,
l’unica costante era una targhetta sul dorso con sopra
scribacchiato un nome, tutti
maschili, come notò in seguito il cacciatore.
Allora,
con
cosa possiamo iniziare oggi? Beh perché non con il fatto che il
mio unico
fratello, sangue del mio sangue, carne della mia carne, sono due giorni
che non
si fa sentire? Sono convinta che sia tutta colpa di quella strega con
cui sta
ora, prima di mettersi con Grimilde aveva sempre tempo per me, ora va
alle
partite di polo e ai brunch. Sì, hai capito bene, polo e brunch
con Ursula, mio
fratello, sì quello che sembra appena uscito da “Il libro
della giungla”. Si vede
che ultimamente sto rivedendo i film della Disney? Beh, comunque il
punto è che
mi manca mio fratello, anche se è un idiota che preferisce
quella strega alla
famiglia.
“Quanto
ti capisco” borbottò Dean
pensando immediatamente a quel gigantesco (in più di un senso)
idiota di suo
fratello.
Alice
riprese a respirare, non si
era neanche accorta di star trattenendo il fiato tanta era la sua
concentrazione.
Quando
riportò la sua attenzione sul
foglio la ragazza quasi soffocò a causa della propria saliva,
lì nero su bianco
c’era scritto Quanto ti capisco in una calligrafia che
non era
decisamente la sua, senza contare che lei non aveva neanche pensato
quella
frase.
“Ecco
lo sapevo, sono impazzita
definitivamente. Oh cavolo che faccio? Che faccio? Se lo dico ai miei
divento
orfana nel giro di cinque minuti” disse Alice andando
completamente nel panico,
continuava a passarsi una mano tra i capelli e gli occhi già le
erano diventati
lucidi “voglio dire, ho sempre saputo di essere strana, ma tutto
questo è da
manicomio!”
Il
repentino cambio d’umore fece
quasi cadere Dean dalla sedia su cui era appollaiato.
Woah!
Calmati
ragazzina, agitarsi tanto non serve a nulla.
“Oh
beh, mi fa piacere che la mia
seconda personalità abbia a cuore la mia salute” rispose
la ragazza alzandosi
di scatto dalla sedia, gli occhi sgranati e i capelli arruffati non
aiutavano
affatto a smentire l’idea della pazzia “Non posso essere
rinchiusa in un
manicomio, non sono adatta al manicomio! Non sopravvivrei!”
Alice
stava per andare in piena
crisi isterica quando lanciando uno sguardo al diario vide che le
parole si
stavano scrivendo da sole, ormai più curiosa che spaventata la
giovane si
avvicinò all’oggetto incriminato.
Calmati,
non
sei pazza, io sono Dean Winchester e, beh, credo di essere morto e da
quello
che sembra sono legato a questo dannato diario, immagino sia il motivo
per cui
tutto quello che dico viene trascritto.
“Oh”
disse semplicemente la ragazza
sedendosi di nuovo sulla sedia che prima occupava, se non si fosse
seduta
probabilmente le avrebbero ceduto le gambe “io sono Jones, Alice
Jones”
Beh
Jones,
Alice Jones, la stai prendendo abbastanza bene.
Ora Dean aveva raggiunto tutto un nuovo livello di perplessità,
fino a qualche secondo prima la ragazza sembrava sull’orlo di una
crisi di
nervi perché convinta di essere pazza ora lui le stava dicendo
di essere un
fantasma e tutto quello che riceveva era un “Oh”, forse era
davvero fuori di
testa.
“Credo
di essere sollevata, tra la
prospettiva di avere un fantasma in casa e quella di essere fuori di
testa preferisco
la prima. Certo, potrei essere completamente partita e magari questo
è un
delirio causato dalla schizofrenia”
Il
maggiore dei fratelli Winchester
sospirò, come faceva a convincerla ad aiutarlo se lei continuava
a credere di
essere pazza? Per l’ultima volta, non sei pazza, né
isterica e neanche
schizofrenica, la mia anima è davvero legata allo
stramaledettissimo diario.
“Oh,
okay, ma questo ci porta ad un
nuovo problema, come faccio a sapere che non prenderai possesso del mio
corpo e
lo userai per fare una strage? Ho letto “Harry Potter e la camera
dei segreti”,
come faccio a sapere che non sei un novello Voldemort? Pensi che se non
riuscirei a sopravvivere in manicomio potrei farlo in una
prigione?” a questo
punto la ragazza era di nuovo sulla soglia dell’iperventilazione.
Il
cacciatore si lasciò sfuggire un
sospiro frustrato. Perché quello è un dannatissimo
libro e questa è la
realtà, non sei in “Harry Potter” sei soltanto una
guest star in uno schifoso
rifacimento di “Una serie di sfortunati eventi”.
“Okay,
okay, non ti scaldare Mr.
Winchester, posso aiutarti in qualche modo? Non so, vuoi passare oltre?
Perché in
quel caso credo tu debba andare verso la luce.”
No,
non voglio
passare oltre, devo soltanto trovare mio fratello e i miei amici, loro
sapranno
cosa fare. Forse
era stato
davvero stupido pensare di farsi aiutare da una ragazzina, il fatto che
non gli
importava poi molto era indice del livello della sua disperazione.
“Va
bene Winchester, ti aiuterò, ma
ti avverto, se dovessi morire in qualche modo a causa tua verrò
a tormentarti
per l’eternità ovunque tu sia”