Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Valery_Ivanov    16/09/2010    2 recensioni
"Io ho una gemella. Si chiama Sole. Il mio nome, invece, è Maria. Mamma ci ha voluto dare due nomi che, insieme, ne formano uno; ed è ciò che siamo anche io e la mia gemella, una sola entità."
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

LA GEMELLA

 

15 gennaio 2014

 

Alla gente fa uno strano effetto pensare che esistano persone d’aspetto perfettamente identico; è una di quelle particolarità del mondo che riescono a comprendere solo coloro che vi sono coinvolti.

Io ho una gemella.

Si chiama Sole. Il mio nome, invece, è Maria. Mamma ci ha voluto dare due nomi che, insieme, ne formano uno; ed è ciò che siamo anche io e la mia gemella, una sola entità.

Mamma poi se n’è andata. Papà ha detto che la incontreremo di nuovo tra tanti tanti anni, in un posto molto più bello e luminoso della Terra; ma solo se saremo delle brave bambine. Così io e mia sorella ci sforziamo di comportarci bene, di essere ubbidienti e non lamentarci mai, di essere sempre buone e gentili.

Papà ha seguito la mamma dopo un poco, perché loro si amano tanto e non possono certo stare separati. Ma noi li ri-incontreremo se saremo brave.

 

Per fortuna c’è Sole. Lei è molto più forte di me, riesce ad essere sempre allegra e a farmi ridere. Noi non siamo sole, perché ognuna di noi ha l’altra.

A dieci anni io mi sono ammalata. Mi hanno portata in un grande edificio bianco, dove tante signore gentili di prendono cura di me tutti i giorni. Loro però sbagliano; mi chiamano sempre Mariasole, come se fosse tutto il mio nome. Penso che non sappiano dell’esistenza di Sole; o, se lo sanno, fanno finta di non saperlo.

Sole è sempre con me, però spesso si nasconde. Credo che si sia ammalata anche lei, ma non lo so per certo; Sole non parla. Ho provato a chiedere alle infermiere, ma loro non ne sanno nulla: è logico, perché qui ci sono mille e mille infermiere, e le mie sono solo due. Probabilmente Sole ne ha altre due che non conoscono le mie, e quindi nessuno può dirmi se Sole è qui.

Però io la vedo.

Ogni tanto spunta all’improvviso da dietro la finestra, o mi fa gli scherzi da dietro le spalle quando mi lavo con l’acqua; e, a volte, si mette addirittura davanti a me e imita ogni mio movimento proprio come uno specchio, con il sorriso furbetto sul volto. E io rido, e lei con me, e ridiamo insieme. Poi lei di nuovo scappa via, perché le infermiere non devono sapere che ha lasciato la sua stanza di nascosto.

Ma io so che lei è qui, e allora va tutto bene.

«Mariasole, tesoro, vieni a vestirti»

Obbedisco, docile. Mi fanno sempre sorridere le infermiere quando sbagliano il mio nome e non lo sanno. Mi sa che non gliel’ho mai detto. O forse sì.

Non so di che malattia sono malata, perché nessuno me lo dice. Però non dev’essere troppo grave perché non mi danno nessuna medicina. Il dottore che viene a visitarmi mi chiede sempre come sto e lo segna sulla sua cartella; mi rassicura, perché sorride sempre ed è molto gentile. Sono sicura che gli fa piacere chiacchierare con una bambina di dieci anni… qui sono tutti più grandi.

Le infermiere mi vestono, e io intravedo Sole dalla finestra; ci salutiamo, ma vengo subito condotta a fare una passeggiata fuori, e perdo di vista il suo sorriso.

 

28 settembre 1995

Si conclude la tragedia familiare avvenuta qualche giorno fa a causa del violento incidente stradale in cui Sandra Trevori, 41 anni, ha perso brutalmente la vita; il marito, Giovanni Pescanesi, 44, dopo essere stato ricoverato, gravemente ferito, nell’ospedale di San Giuseppe, è deceduto ieri alle ore 18:03…

 

C’è una signora molto seria ad aspettarmi durante la passeggiata. Parla con l’infermiera, che annuisce e sembra triste. Vedo Sole che mi guarda dalle porte a vetri dell’ospedale; la sua figura sbiadisce mentre mi allontano, e sento l’infermiera tirare su con il naso.

«Mariasole» ha la voce un po’ soffocata e nasale. «Tuo zio è ha parlato con il dottore»

Non ricordo di avere uno zio. Non mi interessa. Lei mi guarda con una strana espressione; poi sussurra: «Mi hanno detto che stasera potrai rivedere i tuoi genitori»

Mamma! Papà!

Sono felice, devo assolutamente dirlo a Sole!!

«E Sole?» mi viene il dubbio. Ma la mia voce fa fatica ad uscire, e l’infermiera non capisce. Cerco di schiarirla un po’.  «Anche Sole?» chiedo. Lei mi fissa con la stessa espressione strana di prima, ma infine annuisce.

«Sì… anche lei»

 

… lasciando l’unica figlia, Mariasole (10 anni), nelle mani del fratello Francesco Pescanesi (56). La bambina però ha mostrato gravi disturbi mentali, che hanno costretto lo zio a farla ricoverare in un ospedale psichiatrico. I medici dicono che…

 

E’ una strana stanza quella in cui incontreremo mamma e papà. Venendo qui ho visto due signori che portavano uno specchio enorme… chissà a cosa serve.

Sole arriverà tra poco.

Ci sono dei macchinari buffissimi, ma non penso servano per noi; o forse sono proprio quelli che ci permetteranno di vedere mamma e papà?

Mi fanno stendere su un lettino. E Sole??

Dov’è Sole??

Sento la paura attanagliarmi e sbarro gli occhi… ma poi mi volto alla mia sinistra e la vedo. E’ preoccupata, così le sorrido subito per rassicurarla; e sorride anche lei. Mi dicono che devono addormentarmi, e quando mi sveglierò troverò mamma e papà. Va bene. In effetti sono un po’ stanca.

Allungo una mano verso Sole, ma sento una superficie liscia e fredda a bloccarmi le dita. C’è un vetro fra noi. Il volto della mia gemella si oscura appena, ma io mi affretto a sorriderle e lei ricambia. Non importa. L’importante è che lei sia qui, perché con lei non sono mai sola.

Ahi.

Gli aghi sono sempre così fastidiosi, con quelle puntine sottili. Ma stiamo per rivedere mamma e papà. Sorrido ancora a Sole. Forse non le ho mai detto che le voglio bene… o forse sì. Non lo so. Non parliamo molto, noi. Lei non ne è mai stata capace, e io... beh, ho smesso di farlo un po’ di tempo fa.

Ma non ci serve.

Perché siamo insieme, e questo conta.

«Ti voglio bene, Sole…» la mia voce esce fuori tutta roca, ed è appena un sussurro. Ma lei sente, lo so. L’infermiera scoppia a piangere.

Sento le palpebre farsi un po’ pesanti e non le trattengo; quando le riaprirò vedrò finalmente mamma e papà. Siamo state brave.

Sole sarà con me, perché lei c’è sempre. Si sta addormentando anche lei, la mia gemella. La mano scivola sul vetro, ma so che lei è là, con me. E sono felice.

 

… la bambina è convinta di avere una sorella gemella. Il trauma è stato molto forte; i dottori temono che non ci siano speranze di guarigione…

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Valery_Ivanov