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Autore: cenerella    16/09/2010    7 recensioni
Cosa può fare un giovane licantropo alle prime armi per tentare di tenere occupate le mani e il cervello ed evitare di pensare alla ragazza di cui è innamorato e che gli è stato proibito di incontrare? La ricetta è autentica….provatela e poi mi dite.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Stanco stanco stanco.

Mi rigiro sotto le lenzuola e, cautamente, allungo una gamba…merda! Che ginocchiata!. Se continuo così dovrò convincere qualcuno ad aiutarmi ad abbattere la parete e ad allargare la stanza.

Sono ore che mi rigiro nel letto, troppo stanco per riuscire ad addormentarmi.

Battaglia persa, ignorare l’insonnia per cercare di vincerla.

 Potrebbe essere la soluzione senza contare che, a stare qui sdraiato senza fare nulla, la mente vaga e mi si accendono pensieri che da giorni sto cercando di evitare.

Quando corro nel bosco insieme ai miei fratelli, quando ci alleniamo, quando scherziamo e ci prendiamo in giro riesco per qualche ora a non pensarci ma appena mi fermo torna a tormentarmi.

E’ una tortura, una dolcissima tortura.

Non riesco a stare senza pensare a lei.

Non so per quanto tempo ancora riuscirò a starle lontano.

Certo, mi controllano a vista, tutti quanti, mio padre per primo, scappare è impossibile.

Mi alzo. Basta devo fare qualcosa….qualcosa che mi tenga le mani occupate e la mente pure.

Ho fatto i compiti, anche quelli per la settimana prossima.

Ho messo in ordine casa.

Ho ripulito il garage

Ho tagliato l’erba in giardino.

Sono andato a fare la spesa e siamo pieni di provviste.

Ecco….merenda!

Apro la dispensa alla ricerca di qualcosa di sfizioso da sgranocchiare e dal fondo dello scaffale mi salutano il sacchetto vuoto del pane in cassetta e un vasetto contenente un dito di marmellata…..???

OK, frigo.

Dentro il frigo ci sono solo la lampadina e due bottiglie di acqua in fresco.

Sbadiglio.

Riemergo dalle nebbie della stanchezza cronica e adesso ricordo che ieri sera, durante una mia crisi di sconforto Embry e Paul mi hanno fatto da baby sitter…capito!

 Capito dove è finito tutto quanto il cibo!

Un ringhio feroce mi sale dal profondo….è il mio stomaco, che già si stava preparando, che si fa sentire.

Va bene. Tocca di nuovo uscire.

Mi aggiro tra gli scaffali del minimarket alla ricerca di quello che mi occorre.

 Al termine del giro saluto la ragazza che sta alla cassa e che mi fissa con un sorriso ebete.

“Ciao Jake! Ci si vede a scuola!”

“…certo, certo”

Controllo lo scontrino per vedere che mi abbia dato almeno il resto giusto!

...3276658241 ecco. Non è lo scontrino.

Quell’ochetta mi ha infilato in mano un biglietto con il suo numero.

Chissene. Accartoccio e butto via.

La cucina è veramente piccola e ho tutto a portata di mano.

Accendo il forno a 200° e tiro fuori la roba dalla busta.

La ricetta dei muffins di Emily  l’ho attaccata con lo scotch al pensile, all’altezza dei miei occhi.

Lo so che mi ha detto che quando voglio casa sua è casa mia e i suoi muffins appena sfornati sono sempre a mia disposizione…basta chiedere.

…ma volete che uno che mette insieme un motore partendo da zero non sappia fare due dolcetti?

 Nah!

Allora, due tazze di farina. Setacciata in una scodella.

 Aggiungo mezza bustina di lievito in polvere e un pizzico di sale. Due cucchiai di zucchero e 125 grammi di burro.

Impasto con le dita. A parte sbatto un uovo e un bicchiere di latte. E verso nella scodella pure loro. Mirtilli. Non è stagione e quelli surgelati sono una schifezza.

Allora vai di gocce di cioccolato.

Mentre unisco la cioccolata al composto mi fermo a pensare che quello è il colore dei suoi occhi.

Una fitta alla bocca dello stomaco. Ecco ero riuscito a non pensare a lei per un quarto d’ora.

Acchiappo il lettore MP3 e infilo le cuffiette.

Urge cercare di friggersi il cervello.

Scorro le tracce fino a quando non trovo quella che fa per me. Un pezzo di quando io non ero ancora nato. Di quando mio padre e i suoi amici cavalcavano le onde giù First Beach.

Il basso e la batteria mi aiutano a spegnere i pensieri e a concentrarmi sul lavoro delle mie mani.

Imburro gli stampini e faccio scivolare con attenzione una cucchiaiata di composto in ognuno.

 Solo fino a metà però, ha detto Emily, sennò quando lievita trabocca tutto.

Il forno intanto si è scaldato al punto giusto. Infilo dentro il tegame e adesso …non mi rimane che aspettare.

Ecco, aspettare.

E’ quello che sto facendo da una settimana.

 Aspettare di avere imparato a rimanere calmo.

Aspettare di saper riconoscere i segnali della mutazione in arrivo.

Aspettare di essere in grado di gestire la rabbia.

Aspettare che Sam mi dia il permesso di rivedere Bella.

Merda.

Volume +….i bassi mi picchiano in testa… aiutami a svuotare la mente, aiutami a non pensare, aiutami a  non incazzarmi, aiutami a fermare il tremito delle mani…aiutami aiutami aiutami.

Respiro. Piano.

Forse un pochino di esercizio fisico è quello che mi ci vuole.

Mi sdraio sul pavimento e appoggio i polpacci sul divano. Sollevo il busto…. uno due tre quattro…. chitarra, batteria….diciotto diciannove venti….senti il basso…quarantasette quarantotto…. bello bellissimo, non sento più niente, non sento più la rabbia, non sento più i muscoli che fanno male…. chissà fino a quando potrei continuare così….potrei stare qui a fare crunch fino a stasera se non fosse per lo stuzzicante profumino di cioccolata che sta cominciando ad avvolgermi come una copertina calda.

Ahhhh l’odore dei muffin appena sfornati….è già passato un quarto d’ora?

 Appoggio il tegame sul tavolo.

Spolveratina di zucchero a velo?

 Mmmmmm….o cacao amaro?

Zucchero a velo…meglio non correre rischi.

Il primo muffin è un tuffo al cuore.

Esplode contro il mio palato in un caleidoscopio di sapori.

Bravo Jake!!! Mi faccio i complimenti da solo…devo ricordarmi di ringraziare Emily!

E’ già finito?

 Un altro muffin nella mia mano destra e uno nella sinistra….

Uno dopo l’altro spariscono dal vassoio…in fondo devo recuperare dopo tutti quegli addominali.

La prossima volta raddoppio le dosi e li cucino anche per gli altr…anzi no, col cavolo!...meglio non fare troppa pubblicità…così evito di farmi dare della squaw da Paul e me li pappo di nuovo tutti io!!!!

Visto che ce l’ho fatta?

Visto per quanto tempo sono riuscito a non pensare a lei?

Sono nel paradiso del cioccolato.

Posso anche lasciar perdere la musica.

Mi tiro via le cuffiette e il trillo del telefono rimbomba imperioso nella mia testa.

Alzo la cornetta.

“Pronto?”

E’ lei.

Sorrido.

“Ciao Jake volevo sapere come….”

In una frazione di secondo il telefono vola via dal tavolino e la presa si stacca dal muro come in un brutto telefilm poliziesco.

Sento arrivare l’ondata di calore, la rabbia mi travolge e il mio corpo inizia a tremare convulsamente.

Il telefono rotto tra le manone di Sam è l’ultima cosa che i miei occhi da umano vedono prima che il ringhio incontrollato emerga dal mio petto.

   
 
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